A New Level Of War And Power
Inviato: 05/07/2010, 23:25
Ecco, la mia prima fiction, "A New Level Of War And Power", che parla di touhou, ma anche di guerra e lotte al potere. Spero che vi piaccia.
Vietato ai minori di 17 anni, contiene turpiloquio e violenza.
Ci saran tanti errori di vari tipi, poi li correggerò, ora vado un po' di fretta. asd
Prologo.
Il cielo plumbeo avvolgeva la decadente città, come se volesse tingere di grigio gli alti e oramai fatiscenti palazzi che costellavano la zona, donando loro un'atmosfera tetra e mortifera, come se non lo fosse abbastanza già prima. All'improvviso, un boato, seguito da un altro, ed un altro, e da un altro ancora. Oramai era questa la sveglia del mattino per la gente che viveva, o meglio, sopravviveva, in quel luogo, un continuo susseguirsi di boati e di esplosioni, che provenivano dall'alto. Dall'interno degli enormi palazzi, quelli non ancora crollati per puro miracolo, si sentiva un certo trambusto, voci accavallate tra loro, passi svelti, presa delle armi e delle munizioni, bisognava immediatamente prendere posizione per rispondere all'attacco. Ma come al solito il nemico non si faceva vedere, era il loro classico modus operandi per cercare di indebolire le forze belliche della città. Bombardare e scappare, mordi e fuggi, semplice ed efficace. Tra non molto sarebbero arrivate di nuovo le truppe provenienti da Nord, intente a conquistare la zona, per un mero fatto strategico, non per altro. Gli uomini aguzzano la vista, ma non vedono nulla, per ora. Ma non passa molto tempo prima che arrivi di nuovo il rumore di esplosioni, l'attacco è partito di nuovo, ma stavolta da terra. Dopo qualche secondo s'incominciano a vedere i vari mezzi d'assalto di ultima generazione dell'esercito Mediterraneo.
Degli hovercraft, che utilizzavano la nuova tecnologia dei propulsori antigravitazionali e i “poteri” derivati dalla comparsa di quegli strani individui vent'anni fa per poter funzionare, un perfetto connubio tra tecnologia e “magia”, se così si possono chiamare questi nuovi “poteri”. Dalla forma e dalle dimensioni di tali hovercraft si poteva concepire la loro funzione. Quelli più piccoli, con una forma affusolata e dotati di un enorme cannone sulla loro sommità, erano di sicuro il fulcro della forza d'assalto del battaglione, con un solo colpo del loro cannone, alimentato con qualche strano meccanismo potenziato magicamente, potevano abbattere un grattacielo. Di sicuro quelli erano i veri e propri carri armati. Dietro ai mezzi più piccoli che ne stavano una decina più grossi, almeno del triplo o forse più, di forma più squadrata rispetto ai carri armati. Non erano dotati di un cannone, ma dalle feritoie poste sulle loro sommità si potevano intravedere delle coppie di mitragliatori. La loro potenza di fuoco era ben minore, più che altro dovevano difendersi, ma il vero pericolo non erano loro, ma ciò che trasportavano. Alcuni di essi erano semplici cisterne piene di carburante o di munizioni varie, mentre altri trasportavano altro...qualcosa che di sicuro si sarebbe fatto vedere più tardi. Mentre si avvicinavano silenziosamente, gli hovercraft più piccoli iniziavano l'offensiva, scatenando tutta la loro potenza di fuoco. I giganteschi proiettili metallici impattavano con incredibile potenza contro quegli enormi ruderi che una volta si potevano definire palazzi, facendoli crollare all'istante, esplodendo all'interno di essi, e spargendo i vari detriti e resti umani di chi risiedeva lì nell'area circostante. Intanto però la gente non se ne stava con le mani in mano. Aspettavano solo che il battaglione nemico si avvicinasse. Dopo qualche decina di metri, almeno una decina dei trenta carri armati esplosero, senza che niente li avesse colpiti. Le mine anticarro sensibili al calore devono aver fatto effetto. Sfruttando questa occasione varie persone uscirono dai loro rifugi, imbracciando ognuna o un bazooka o delle munizioni per esse, quindi risposero al fuoco del nemico, riuscendo ad abbattere in poco tempo altri cinque carri armati. In poco tempo si era riusciti a dimezzare il potente battaglione mandato per conquistare la città. Entrambe le fazioni si lanciavano addosso proiettili esplosivi, nell'intento di distruggere definitivamente tutto ciò che poteva essere considerato un nemico. L'esercito della città cercava di fermare e far arretrare gli hovercraft, ma questi, imperterriti, aggiravano i detriti lasciati dai loro mezzi amici e proseguivano silenziosamente verso la piccola città.
Appena entrati, i carri armati si disposero a semicerchio, come a proteggere le cisterne, sparando vari colpi in tutte le direzioni, non tanto per attaccare i cittadini, ma per far guadagnare tempo agli hovercraft più grossi, per far uscire ciò che contenevano. Dagli hovercraft uscirono un infinita massa di persone, soldati dell'esercito Mediterraneo, armati fino ai denti e pronti ad assaltare la città insieme ai carri armati. La battaglia infuriava sempre di più, con i cittadini che usavano tutte le armi che avevano a disposizione, che non erano poche, per respingere l'assalto nemico, mentre quest'ultimo cercava di distruggere tutto ciò che vedeva. Grazie al vantaggio del territorio e sfruttando l'altezza dei palazzi e i vari nascondigli offerti dalla decadente città, sembrava che quest'ultimi stessero avendo la meglio, infatti dei carri armati ormai non ne rimanevano nemmeno una decina, e 3 degli hovercraft più grandi oramai erano saltati per aria, per non contare le vittime delle truppe fatte lasciare a terra, che venivano falciate non appena superavano la linea difensiva degli hovercraft.
Normalmente, in una situazione come questa, si dovrebbe chiamare a gran voce la ritirata, soprattutto contando le perdite subite e i pochi danni inflitti alla gente che resisteva nella città, ma i giganteschi mezzi d'avanguardia se ne stavano lì, immobili, come ad aspettare il loro in destino. Improvvisamente, però, si sentì un potentissimo urlo, che fece addirittura tremare la terra e i palazzi, oltre che far gettare a terra gli uomini armati della città, che si tenevano le mani sulle orecchie, urlando con forza, anche se questa non era minimamente paragonabile all'impeto dell'urlo che era stato gettato prima e in preda a delle violentissime convulsioni. Tra gli uomini dell'esercito Mediterraneo ne avanzava uno, da solo, differente dagli altri. Sia perché non portava alcun tipo di arma con sé, sia per i vestiti che indossava, solo una maglietta completamente blu ed un paio di jeans, non sembrava proprio un soldato, pareva anzi un semplice civile. L'esercito cittadino si rialzò in piedi, o almeno, chi poteva, per poi guardare terrorizzati l'uomo davanti a loro. Dopo quell'urlo non più un colpo fu sparato. La maggior parte di loro faceva qualche timido passo all'indietro, per poi voltarsi di scatto e fuggire spaventati. Urlavano solo una cosa, durante la loro folle ed inutile fuga.
-E'...E' un Awakened! Un Awakened!-
Pallida come la morte che stava per giungere su di loro era la loro faccia. Mentre gli uomini scappavano le truppe dell'esercito nemico imbracciarono i loro fucili e fecero fuoco contro la massa di gente, mentre i carri armati cercavano di far saltare gli edifici grazie alla loro potenza di fuoco. Qualcuno cercava di ribattere al fuoco, ma l'uomo, urlando un altra volta, oltre a far gettare di nuovo a terra i cittadini fece deviare il corso i pallottole e proiettili esplosivi, tanto era potente l'onda sonora provocata dal suo possente urlo, così da non far colpire la sua fazione. La strage si compì in pochi minuti. Oramai solo da una parte si sparava, dall'altra o si fuggiva o si era già stati colpiti. In prima linea erano rimaste solo due persone. Un ragazzino, avrà avuto solo 15 anni, se ne stava accucciato lì, per terra, tremante, sperando solo di non venir colpito miracolosamente dai colpi, e in effetti la sua codarda tattica stava funzionando. Accanto a lui se ne stava un tipo incappucciato, ritto in piedi, anche lui miracolosamente incolume, sprezzante del pericolo, tendeva il braccio destro verso l'esercito Mediterraneo, mentre teneva in mano uno strano oggetto dalla forma ottagonale.
-Un Awakened, eh...non penseranno mica che una mera imitazione possa battere l'originale...-
La voce dell'individuo incappucciato sembrava sì roca, ma aveva anche qualcosa di femminile dentro di sé...doveva trattarsi di una donna vissuta. Ella pose il braccio sinistro su quello destro, che teneva lo strano oggetto, per darsi più forza, e nel frattempo teneva ben saldi i piedi per terra. Quindi disse delle parole, che allora non sembravano avere un senso compiuto.
-Love Sign: Master Spark.-
Improvvisamente dallo strano oggetto partì un enorme fascio di luce, che colpì sia le truppe, che gli hovercraft che l'uomo che era stato denominato Awakened e che era tanto temuto. Questi cercò di respingere il fasci di luce con uno dei suoi possenti urli, ma fu tutto inutile. Tutta la fazione dell'esercito Mediterraneo su colpita e spazzata via, non era rimasto più nulla di loro. Un colpo di vento tolse dal viso della donna il cappuccio, facendo vedere al ragazzo vicino a lei, ancora atterrito per lo spettacolo appena visto, il suo bellissimo volto. Dai tratti somatici sembrava essere una donna delle terre dell'ovest, le stesse che stavano attaccando la città. La sua pelle era di un candido rosa, mentre i suoi biondi capelli setosi venivano scossi dal vento. Stavolta la donna parlava da sola, usando un tono molto triste e malinconico
-Perché...perché devono continuare a fare ciò tutta questa gente...sacrificarsi per un motivo così futile come la guerra...se venti anni fa...se venti anni fa Reimu non fosse scomparsa nulla di ciò non sarebbe successo...perché non ho potuto fare nulla?-
La donna cadde in ginocchio, mentre delle lacrime rigavano il suo candido volto. Nel frattempo il ragazzo fuggì via, ora che aveva trovato la forza per poter usare le gambe.
-Perché, perchè non ti ho potuto aiutare, REIMU?!-
La donna cominciò a ricordare ciò che era successo venti anni fa, il perché della guerra, e il perché Gensokyo non esisteva più, e tutti erano stati catapultati nel mondo esterno. Tutti tranne Reimu, la quale scomparse proprio quel giorno.
Vietato ai minori di 17 anni, contiene turpiloquio e violenza.
Ci saran tanti errori di vari tipi, poi li correggerò, ora vado un po' di fretta. asd
Prologo.
Il cielo plumbeo avvolgeva la decadente città, come se volesse tingere di grigio gli alti e oramai fatiscenti palazzi che costellavano la zona, donando loro un'atmosfera tetra e mortifera, come se non lo fosse abbastanza già prima. All'improvviso, un boato, seguito da un altro, ed un altro, e da un altro ancora. Oramai era questa la sveglia del mattino per la gente che viveva, o meglio, sopravviveva, in quel luogo, un continuo susseguirsi di boati e di esplosioni, che provenivano dall'alto. Dall'interno degli enormi palazzi, quelli non ancora crollati per puro miracolo, si sentiva un certo trambusto, voci accavallate tra loro, passi svelti, presa delle armi e delle munizioni, bisognava immediatamente prendere posizione per rispondere all'attacco. Ma come al solito il nemico non si faceva vedere, era il loro classico modus operandi per cercare di indebolire le forze belliche della città. Bombardare e scappare, mordi e fuggi, semplice ed efficace. Tra non molto sarebbero arrivate di nuovo le truppe provenienti da Nord, intente a conquistare la zona, per un mero fatto strategico, non per altro. Gli uomini aguzzano la vista, ma non vedono nulla, per ora. Ma non passa molto tempo prima che arrivi di nuovo il rumore di esplosioni, l'attacco è partito di nuovo, ma stavolta da terra. Dopo qualche secondo s'incominciano a vedere i vari mezzi d'assalto di ultima generazione dell'esercito Mediterraneo.
Degli hovercraft, che utilizzavano la nuova tecnologia dei propulsori antigravitazionali e i “poteri” derivati dalla comparsa di quegli strani individui vent'anni fa per poter funzionare, un perfetto connubio tra tecnologia e “magia”, se così si possono chiamare questi nuovi “poteri”. Dalla forma e dalle dimensioni di tali hovercraft si poteva concepire la loro funzione. Quelli più piccoli, con una forma affusolata e dotati di un enorme cannone sulla loro sommità, erano di sicuro il fulcro della forza d'assalto del battaglione, con un solo colpo del loro cannone, alimentato con qualche strano meccanismo potenziato magicamente, potevano abbattere un grattacielo. Di sicuro quelli erano i veri e propri carri armati. Dietro ai mezzi più piccoli che ne stavano una decina più grossi, almeno del triplo o forse più, di forma più squadrata rispetto ai carri armati. Non erano dotati di un cannone, ma dalle feritoie poste sulle loro sommità si potevano intravedere delle coppie di mitragliatori. La loro potenza di fuoco era ben minore, più che altro dovevano difendersi, ma il vero pericolo non erano loro, ma ciò che trasportavano. Alcuni di essi erano semplici cisterne piene di carburante o di munizioni varie, mentre altri trasportavano altro...qualcosa che di sicuro si sarebbe fatto vedere più tardi. Mentre si avvicinavano silenziosamente, gli hovercraft più piccoli iniziavano l'offensiva, scatenando tutta la loro potenza di fuoco. I giganteschi proiettili metallici impattavano con incredibile potenza contro quegli enormi ruderi che una volta si potevano definire palazzi, facendoli crollare all'istante, esplodendo all'interno di essi, e spargendo i vari detriti e resti umani di chi risiedeva lì nell'area circostante. Intanto però la gente non se ne stava con le mani in mano. Aspettavano solo che il battaglione nemico si avvicinasse. Dopo qualche decina di metri, almeno una decina dei trenta carri armati esplosero, senza che niente li avesse colpiti. Le mine anticarro sensibili al calore devono aver fatto effetto. Sfruttando questa occasione varie persone uscirono dai loro rifugi, imbracciando ognuna o un bazooka o delle munizioni per esse, quindi risposero al fuoco del nemico, riuscendo ad abbattere in poco tempo altri cinque carri armati. In poco tempo si era riusciti a dimezzare il potente battaglione mandato per conquistare la città. Entrambe le fazioni si lanciavano addosso proiettili esplosivi, nell'intento di distruggere definitivamente tutto ciò che poteva essere considerato un nemico. L'esercito della città cercava di fermare e far arretrare gli hovercraft, ma questi, imperterriti, aggiravano i detriti lasciati dai loro mezzi amici e proseguivano silenziosamente verso la piccola città.
Appena entrati, i carri armati si disposero a semicerchio, come a proteggere le cisterne, sparando vari colpi in tutte le direzioni, non tanto per attaccare i cittadini, ma per far guadagnare tempo agli hovercraft più grossi, per far uscire ciò che contenevano. Dagli hovercraft uscirono un infinita massa di persone, soldati dell'esercito Mediterraneo, armati fino ai denti e pronti ad assaltare la città insieme ai carri armati. La battaglia infuriava sempre di più, con i cittadini che usavano tutte le armi che avevano a disposizione, che non erano poche, per respingere l'assalto nemico, mentre quest'ultimo cercava di distruggere tutto ciò che vedeva. Grazie al vantaggio del territorio e sfruttando l'altezza dei palazzi e i vari nascondigli offerti dalla decadente città, sembrava che quest'ultimi stessero avendo la meglio, infatti dei carri armati ormai non ne rimanevano nemmeno una decina, e 3 degli hovercraft più grandi oramai erano saltati per aria, per non contare le vittime delle truppe fatte lasciare a terra, che venivano falciate non appena superavano la linea difensiva degli hovercraft.
Normalmente, in una situazione come questa, si dovrebbe chiamare a gran voce la ritirata, soprattutto contando le perdite subite e i pochi danni inflitti alla gente che resisteva nella città, ma i giganteschi mezzi d'avanguardia se ne stavano lì, immobili, come ad aspettare il loro in destino. Improvvisamente, però, si sentì un potentissimo urlo, che fece addirittura tremare la terra e i palazzi, oltre che far gettare a terra gli uomini armati della città, che si tenevano le mani sulle orecchie, urlando con forza, anche se questa non era minimamente paragonabile all'impeto dell'urlo che era stato gettato prima e in preda a delle violentissime convulsioni. Tra gli uomini dell'esercito Mediterraneo ne avanzava uno, da solo, differente dagli altri. Sia perché non portava alcun tipo di arma con sé, sia per i vestiti che indossava, solo una maglietta completamente blu ed un paio di jeans, non sembrava proprio un soldato, pareva anzi un semplice civile. L'esercito cittadino si rialzò in piedi, o almeno, chi poteva, per poi guardare terrorizzati l'uomo davanti a loro. Dopo quell'urlo non più un colpo fu sparato. La maggior parte di loro faceva qualche timido passo all'indietro, per poi voltarsi di scatto e fuggire spaventati. Urlavano solo una cosa, durante la loro folle ed inutile fuga.
-E'...E' un Awakened! Un Awakened!-
Pallida come la morte che stava per giungere su di loro era la loro faccia. Mentre gli uomini scappavano le truppe dell'esercito nemico imbracciarono i loro fucili e fecero fuoco contro la massa di gente, mentre i carri armati cercavano di far saltare gli edifici grazie alla loro potenza di fuoco. Qualcuno cercava di ribattere al fuoco, ma l'uomo, urlando un altra volta, oltre a far gettare di nuovo a terra i cittadini fece deviare il corso i pallottole e proiettili esplosivi, tanto era potente l'onda sonora provocata dal suo possente urlo, così da non far colpire la sua fazione. La strage si compì in pochi minuti. Oramai solo da una parte si sparava, dall'altra o si fuggiva o si era già stati colpiti. In prima linea erano rimaste solo due persone. Un ragazzino, avrà avuto solo 15 anni, se ne stava accucciato lì, per terra, tremante, sperando solo di non venir colpito miracolosamente dai colpi, e in effetti la sua codarda tattica stava funzionando. Accanto a lui se ne stava un tipo incappucciato, ritto in piedi, anche lui miracolosamente incolume, sprezzante del pericolo, tendeva il braccio destro verso l'esercito Mediterraneo, mentre teneva in mano uno strano oggetto dalla forma ottagonale.
-Un Awakened, eh...non penseranno mica che una mera imitazione possa battere l'originale...-
La voce dell'individuo incappucciato sembrava sì roca, ma aveva anche qualcosa di femminile dentro di sé...doveva trattarsi di una donna vissuta. Ella pose il braccio sinistro su quello destro, che teneva lo strano oggetto, per darsi più forza, e nel frattempo teneva ben saldi i piedi per terra. Quindi disse delle parole, che allora non sembravano avere un senso compiuto.
-Love Sign: Master Spark.-
Improvvisamente dallo strano oggetto partì un enorme fascio di luce, che colpì sia le truppe, che gli hovercraft che l'uomo che era stato denominato Awakened e che era tanto temuto. Questi cercò di respingere il fasci di luce con uno dei suoi possenti urli, ma fu tutto inutile. Tutta la fazione dell'esercito Mediterraneo su colpita e spazzata via, non era rimasto più nulla di loro. Un colpo di vento tolse dal viso della donna il cappuccio, facendo vedere al ragazzo vicino a lei, ancora atterrito per lo spettacolo appena visto, il suo bellissimo volto. Dai tratti somatici sembrava essere una donna delle terre dell'ovest, le stesse che stavano attaccando la città. La sua pelle era di un candido rosa, mentre i suoi biondi capelli setosi venivano scossi dal vento. Stavolta la donna parlava da sola, usando un tono molto triste e malinconico
-Perché...perché devono continuare a fare ciò tutta questa gente...sacrificarsi per un motivo così futile come la guerra...se venti anni fa...se venti anni fa Reimu non fosse scomparsa nulla di ciò non sarebbe successo...perché non ho potuto fare nulla?-
La donna cadde in ginocchio, mentre delle lacrime rigavano il suo candido volto. Nel frattempo il ragazzo fuggì via, ora che aveva trovato la forza per poter usare le gambe.
-Perché, perchè non ti ho potuto aiutare, REIMU?!-
La donna cominciò a ricordare ciò che era successo venti anni fa, il perché della guerra, e il perché Gensokyo non esisteva più, e tutti erano stati catapultati nel mondo esterno. Tutti tranne Reimu, la quale scomparse proprio quel giorno.