Festasim ha scritto:tl;dr
Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]
Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]
Stage 17 - Reitaisai
Mancavano poche ore al Reitaisai e l'albina si era intestardita sul fatto che dovesse lasciare un'importante traccia di sé. Non era ben conosciuta se non come l'allieva danmakufobica di Marisa e non le sembrava un aggettivo appropriato per una ragazza che aveva appena mandato al diavolo i suoi genitori per realizzare il suo sogno e tra i suoi sogni c'era quello di essere conosciuta e amata.
Erano ormai ore che scarabocchiava foglietti con frasi e poesie insensata, Marisa intanto le girava attorno come un avvoltoio cercando di capire cosa stesse combinando.
Da quando era tornata a casa le aveva fatto molte domande, era ancora preoccupata per il suo stato fisico dopo le tentate possessioni della youkai degli specchi e non era riuscita ancora a farsi dire come mai Mitsuki volesse ad ogni costo parlare con lei.
D'altro canto, l'albina, era riuscita a scoprire che Kagami era stata sigillata in uno specchio chiuso nel deposito del tempio Hakurei e stava già progettando un modo per poterlo prendere. Ovviamente aveva preso l'informazione quando, il giorno prima, Mayumi le aveva fatto visita per accertarsi sul suo stato di salute e per raccontarle cose aveva scoperto della youkai in questione. Mitsuki le aveva rivelato le parole di Kagami e Mayumi era rimasta perplessa a sapere che Mitsuki fosse difesa da qualcosa o da qualcuno di potente. L'albina era inquieta poiché non immaginava chi fosse a proteggerla e non ne conosceva il motivo.
Fissò il Melodic Prism appoggiato sulla scrivania e pensò ai suoi strani poteri e alla discussione dei suoi genitori. Poteva esserci un collegamento?
Dopo aver appallottolato e gettato via l'ennesimo foglio, l'albina sbuffò.
Si issò dalla sedia, cercando di distogliere l'attenzione dal lavoro che stava facendo per trovare ispirazione in qualcos'altro.
Sistemò i suoi vestiti dell'armadietto in camera sua finchè il suo sguardo non ricadde sul top nero e la gonna in tartan rosso regalatole da Alice. Scostò lo sguardo, nervosa. Ancora una volta il suo pensiero era andato alla persona dal carattere peggiore a Gensokyo.
Forse non era davvero la peggiore, tuttavia sapeva di aver corso dietro ad una causa persa poichè Alice amava la sua maestra.
Quel pensiero la rese ancora più nervosa di prima, dato che il cuore dell'albina accellerava i battiti quando si parlava di Marisa e si rese conto che accadeva in modo peggiore rispetto a quanto succedeva con Alice. Era chiaro come il sole che era aveva perso la testa per la sua maestra ma cercava di non darlo a vedere.
Chiuse l'armadio e tornò a sedersi alla scrivania, sbuffando. Davanti a lei un altro foglio bianco e una penna.
Tentava di scrivere una canzone per il festival da ormai due giorni, praticamente da quando era tornata a casa.
Eppure, dopo una decina di fogli scarabocchiati, non era riuscita a concludere nulla.
E il Reitaisai si avvicinava sempre di più, mancavano poche ore e sarebbe stato l'ultimo giorno dell'anno di Gensokyo, il quale cadeva di primavera.
Ricominciò a scarabocchiare qualche parola sdolcinata prima di prendere nuovamente il foglio e di buttarlo per terra, adirata poiché non riusciva a trovare ispirazione.
Si alzò, i fogli ancora bianchi e i pensieri sotto sopra. Il suo cuore era un bel miscuglio di rabbia, odio e amore, il che non contribuiva a farla stare meglio. Cercò per cui di pensare all'imminente Reitaisai che si trattava di uno splendido festival al tempio e quell'anno vi avrebbe partecipato assieme alla sua maestra e ai più potenti youkai di Gensokyo.
Il suo cuore palpitò, il suo viso arrossì. Lo lasciò andare, trascinandosi nuovamente alla scrivania per buttar giù i suoi pensieri di quel momento.
Le sembrò di scrivere una marea di sciocchezze, frasi stupide e insensate. Eppure, pensò, che potevano avere molte interpretazioni e molti metodi di lettura. Metafore, forse. Oppure si stava solo auto convincendo di scrivere un bel tema.
Rilesse le poche righe abbozzate sul foglio pensierosa, quando la porta si aprì e apparve Marisa alle sue spalle.
-Ohi, Mitsu! Metti su qualcosa che andiamo a farci una camminata!-
L'albina si voltò verso la maestra e notò che si era messa la mantellina ed era già pronta per uscire.
-Dove si va?- chiese, seguendo la maga nera giù per le scale.
-Andiamo a farci una passeggiata, è primavera ormai!- disse lei, aprendo la porta e attendendo l'allieva oltre l'uscio.
Mitsuki si infilò la sua mantella rosa e prese la sua scopa, chiudendo la porta di casa dietro di sé.
Le due si alzarono in volo, sorvolando la zona e le cime degli alberi della foresta in cui abitava ormai da quasi un anno.
-...sensei...è quasi un anno che studio magia.- disse l'albina, osservando la maestra.
-uhm, si, giusto. Faremo una bella festicciola quel giorno!- disse Marisa, ridacchiando. Mitsu sorrise.
-Non perdi occasione per fare feste, eh?- rispose, pensando a Suika e al suo inseparabile sakè.
-Come non festeggiare il primo anno di studi della mia allieva preferita?- Mitsu scoppiò a ridere.
-Nonchè l'unica!-
-E certo, già è faticoso insegnare a te, non voglio altri allievi!- disse la maga nera.
Ridendo, le due maghe sorvolarono il Misty Lake, raggiungendo il Koumakan, ma non si fermarono e svoltarono a destra.
-Dov'è che andiamo?- incalzò l'albina.
-Te l'ho detto, facciamo una passeggiatina così!- disse la maga, osservando sott'occhio l'albina.
-Nee...sensei...io sono una brava allieva?- chiese all'improvviso la ragazza. Marisa sorrise.
-certo che lo sei.- Mitsu arrossì.
-Ma...con le pozioni abbiamo smesso e ora sto facendo solo incantesimi di livello facile...- aggiunse.
-Non sei portata per le pozioni, sei più per la magia in sè per sè.- spiegò Marisa -ho notato una forte affinità con gli incantesimi offensivi...una cosa che non mi dispiace affatto da zé.- concluse, fissando Mitsuki negli occhi.
L'albina rimase sorpresa da quello sguardo e arrossì. La domanda successiva le scappò prima che potesse fermarla.
-Pensi che possa diventare brava come te?- Marisa distolse il suo sguardo dalla ragazzina.
-No, io sono la migliore da zé!- disse sicura. Mitsuki ridacchiò, si aspettava quella risposta. -e comunque...- continuò -sei la mia allieva, diventerai sicuramente brava quanto me.- concluse.
Mitsuki strinse il manico della scopa, tremando. Non sapeva se per sollievo o se perchè la donna che amava le aveva appena detto delle splendide parole.
Ormai Marisa era diventata tutto per Mitsuki, non era solo un punto di riferimento molto importante ma anche qualcuno a cui stringersi e cui raccontare tutto ciò che le accadeva.
Avrebbe voluto stringerla.
Tornarono a casa dopo un'altra silenziosa e tranquilla mezz'oretta di volo. L'albina si lanciò in camera sua, sedendosi accanto alla scrivania e prendendo la penna. Non era chiaro perchè il suo pensiero era fisso sulla sua maestra nè perchè nella sua testa gironzolavano le bellissime frasi dette da Marisa poco prima, però utilizzò il tutto come catalizzatore per poter scrivere qualcosa di sbalorditivo, che esprimesse i suoi sentimenti.
Così passarono le ore e la notte stessa diede posto al mattino del Reitaisai.
-Cantare?!- esclamò stupita la sacerdotessa, mentre sistemava le ultime stoviglie assieme a Suika. Ormai gli invitati erano prossimi all'arrivo e Suika, assieme a Marisa, stavano aiutando Reimu a mettere a posto piatti e bicchieri vari.
-Si.- rispose l'albina, sicura di sé stessa. Stringeva tra le mani il testo della canzone che aveva scritto la sera prima.
-è inusuale...di solito c'è Mystia che canticchia e le Prismriver che suonano qualcosa...- disse Reimu, sconcertata. -come suonerai la tua canzone?- chiese lei. Mitsuki la fissò per un attimo spaesata.
Suonare? Chi aveva pensato a suonarla?
L'albina chinò il capo, sconfitta. Non ci aveva minimamente pensato.
-Aspetta... forse...- non poteva mollare proprio adesso che mancava poco. Si decise ad andare dalle sorelle poltergeist, sperando di poter arrangiare una semplice base. -Torno subito! Vedi di riuscire a darmi uno spazio, ok?- chiese l'albina, prima si scappare sopra la sua scopa.
Reimu restò a fissarla alquanto scettica, mentre la maga nera le si avvicinò pensierosa.
-ma daglielo sto spazio, no? Tanto, oltre a bere e....bere, non facciamo altro zé!- disse ridacchiando. Reimu sospirò.
-guarda, se vuole cantare può pure farlo, ma come farà a mettere su la base in poche ore?-. Marisa rise.
-non sottovalutare la mia allieva!-
Il Festival iniziò come al solito, con tutti gli youkai più significativi di Gensokyo che si erano riuniti per bere e festeggiare insieme l'ultimo giorno dell'anno e l'arrivo dell'anno nuovo.
Marisa, Reimu e Yukari, assieme all'ubriaca Suika, sorseggiavano il sakè ridacchiando e parlando ad alta voce del più e del meno. Accanto a loro, Lady Yuyuko mangiava con appetito tutto ciò che le capitava sotto tiro e la sua giardiniera, Youmu, cercava di non farla star male per il troppo cibo levandoglielo da sotto il naso. Si ritrovò a dover litigare con la sua padrona con un odango che entrambe tiravano dalla loro parte.
Lontana da lei, Mystia canticchiava una strana canzoncina con la sua voce melodiosa mentre Wriggle e Rumia la osservavano curiosi e tenendo il tempo. Wriggle schioccava le dita e Rumia la fissò cercando di imitarla ma non ci riusciva. La lucciola tentò di insegnarle a schioccare le dita ma la youkai dell'oscurità sembrò non capirci nulla e ben presto stramazzò al suolo confusa.
Eirin-sensei, con Kaguya al suo fianco, era immersa in un'accesa discussione con Hieda no Akyuu e Kourin-san sul trapianto degli organi e su come nel Mondo Esterno venissero usate aspirine che facessero male alle persone e tutte le loro controindicazioni. Hieda no Akyuu si limitava ad annuire senza realmente capire qualcosa mentre Kourin rispondeva ai ragionamenti della dottoressa con altri ragionamenti curiosi, probabilmente la sua cultura era dovuta ai molti libri del Mondo Esterno che aveva letto.
Accanto a loro c'era una ragazza dai capelli lilla che le ascoltava in silenzio, limitandosi a seguire con il capo chi dei due parlava e lanciando occhiate perplesse a Kaguya che contraccambiava.
Ad ascoltare l'accesa discussione, poco più in là, vi era anche Keine che si trovava con Mokou sotto un albero. Quest'ultima alternava lo sguardo da Keine alla principessa della luna, la quale guardava con disgusto.
Ad un tavolino portato da chissà chi, sedeva l'arrogante Remilia impegnata in una discussione con Shizuka, che sicuramente preferiva quella postazione piuttosto che stare di fianco a Reimu.
Accanto a loro c'era Patchouli, immersa come al solito nella lettura di un tomo dall'apparenza abbastanza impegnativo, mentre Sakuya le versava del té.
Chen correva divertita lì intorno inseguita da Tewi, a sua volta inseguita da una disperata Reisen che probabilmente voleva fermarla per evitare di far imbestialire Eirin. Tutte loro erano inseguite dalla povera Ran il cui scopo era quello di fermare la sua nekomata inseguita dalle coniglie in un circolo vizioso.
Da sopra un albero spiccava Aya che scattava foto con destrezza, intenta ad immortalare i momenti più importanti e divertenti del festival, mentre Momiji la fissava curiosa. Accanto a loro vi erano le youkai del raccolto, le sorelline Minoriko e Shizuha, che osservavano le persone sorridendo mentre la youkai dei fiori sorseggiava avidamente il suo té dietro di loro.
Komachi si rilassava sul praticello fissando la luna sotto lo sguardo severo di Shikieiki-sama la quale non le disse nulla, dato che quella era una festa e poteva fare ciò che desiderava, per cui si limitò a sbuffare e rivolgere il suo sguardo altrove.
Si avvicinò al tempio una sacerdotessa vestita di blu e bianco, la quale si accomodò accanto a Reimu e le fu versato del té. La donna dai capelli verdi sembrò abbastanza timida e non sembrava voler parlare, tuttavia fu trascinata nell'accesa discussione dei presenti e fu felice prendervi parte.
Poco distante da lì vi erano le dee Suwako e Kanako che sembravano litigare per chissà cosa. Non era un'accesa discussione ma era comunque abbastanza agitata. Smisero dopo pochi minuti, quando sembrarono cambiare argomento della conversazione ma Suwako parve stancarsi e iniziò a rincorrere anche lei la gattina inseguita dalle due coniglie inseguite dalla volpe.
La burattinaia Alice sembrava parlare tranquillamente con la bambola Medicine dal lato opposto del piazzale.
Poco più in là agli youkai che si rincorrevano si aggiunse anche una Cirno saltellante che rincorreva Suwako che rincorreva Ran che rincorreva Reisen che rincorreva Tewi che rincorreva Chen.
Le tre fate pestifere le guardarono perplesse assieme a Daiyounsei e ad una Lily White confusa, Accanto a loro vi era la kappa Nitori che sembrava lavorare ad un qualcosa di non ben definito e Hina la fissava con curiosità, indicando varie parti dell'oggetto per chiederle cosa fossero.
In mezzo a quella confusione di youkai e creature varie, si fecero largo le sorelle musiciste, le Prismriver, con un sorriso stampato sul volto. Dietro di loro, l'allieva di Marisa, procedeva a passo lento e con sguardo leggermente imbarazzato.
L'albina si guardò attorno: nessuno pareva averla notata se non alcuni che la conoscevano e la salutavano con un sorriso. Shizuka la fissò con perplessità, Reisen smise di inseguire Tewi e la salutò con la mano, Cirno le arrivò letteralmente addosso e Mystia le si avvicinò di corsa.
-Ehi, è vero che canti?- chiese, con occhi che le si illuminavano.
-Mh... beh si...- rispose l'albina, morendosi le labbra -Comunque prima o poi dovremmo organizzare qualcosa io e te da cantare!- continuò. Mystia sorrise, mostrando il segno di vittoria.
-Mi piacerebbe proprio avere una brava partner, voglio sentirti!-
Dover cantare davanti a quella folla le parve un'idea alquanto stupida e si chiese per quale motivo si era messa in testa una cosa così assurda, ma poi si ricordò che lo voleva fare per dimostrare a tutti di esistere, voleva far sentire a tutti la sua voce e voleva essere ricordata.
Si fermò, erano davanti al tempio e Reimu, Marisa e le altre avevano notato lo strano quartetto.
-...allora ci sei riuscita?- chiese la sacerdotessa, osservando prima Mitsuki e poi le Prismriver. -Quindi canterai?-. Marisa sorrise trionfante, anche se Mitsuki non capì il perchè.
-...si...abbiamo provato la base fino ad ora...- spiegò.
-...benissimo.- disse Reimu, alzandosi con sguardo annoiato.
"Ci siamo" pensò Mitsuki mentre Reimu richiamava l'attenzione di tutti, "l'ho voluto io, adesso devo farlo".
Si voltarono tutti verso di loro e calò il silenzio, mentre intanto le Prismriver si posizionavano con i loro strumenti e con un'espressione di felicità pura. Forse non avevano molte occasioni di esibirsi, pensò l'albina, in effetti erano stupite e orgogliose di essere state chiamate da lei per accompagnarla nella canzone. Avevano provato fino a sera e si erano divertite un mondo.
Gli youkai presenti osservarono le sorelle, probabilmente pensavano che avessero suonato qualcosa, ma Reimu richiamò nuovamente l'attenzione di tutti.
-Questa ragazzina qui, Mitsuki, vuole cantere una canzone.- disse.
-E' la mia allievaaa!!- urlò Marisa, ridacchiando.
Mitsuki capì che si sarebbe dovuta sotterrare ma ormai non c'era più tempo. Aveva scritto una canzone, aveva preparato la base e adesso era davanti ad una folla di gente silenziosa che aspettava di sentirla cantare. Nessuno di loro l'aveva mai sentita cantare, nemmeno Marisa, la quale era molto curiosa così come tutti gli altri.
L'albina prese un bel respiro e le Prismriver attaccarono con la base.
Liberò la mente, dentro di lei c'erano solo le parole che aveva scritto e il sorriso della sua maestra, che aveva contribuito alla nascita di quella canzone. Il suo cuore palpitò e iniziò a cantare quella canzone dal ritmo forte e deciso e dalle parole dolci e romantiche.
-Immersa nelle limpide acque dei sogni ho scritto le note di un nostalgico canto, colmandola con una mia preghiera e cospargendola di speranza-
Si, ho scritto questa canzone proprio per te. La senti? Ascoltala, ti prego...
-Dimmi se io potrò risplendere di più, un sole che non si spegnerà mai. Ti cullerò tra bianche ali da lassù con una Sweet Dream Lullaby-
Voglio risplendere per te... ma tu... dove sei?
Strinse le sue mani al petto. Alcune voci si udirono tra la folla, ma non le ascoltò.
-Dispersa nel cristallo dello spirito ho compreso questi miei assurdi sentimenti, so bene che non dovrei bramarti eppure non riesco a non far così-
Questi sentimenti sono stupidi... non dovrei amarti... eppure ci sono finita, non posso farci proprio nulla...
Serrò i pugni, indecisa, mentre i flash di una macchina fotografica tentavano di distrarla.
-Dimmi se io potrò restare accanto a te come un angelo, così. Ti veglierò scacciando via il tuo dolore cantandoti la mia melody-
Me lo permetterai, sensei? Posso starti accanto e cullarti con questo amore?
Si calmò e sorrise con sincerità.
-Dimmi se io potrò entrare nel tuo cuor, avvolgendoti con il mio manto. Ti abbraccerò donandoti il mio calor e svelerò il mio incanto-
Aprì gli occhi dopo l'acuto finale. Spostò il suo sguardo al lato, incontrando gli occhi di Marisa e arrossì. La maga nera la stava fissando con una tale concentrazione che sembrava quasi incantata.
La folla rimase in silenzio per qualche istante, le Prismriver avevano eseguito l'accordo finale.
La canzone era finita e partì un applauso.
Alla mezzanotte, i fuochi d'artificio generate dalle spellcard illuminavano il cielo notturno, salutando il nuovo anno a Gensokyo.
Lo spettacolo era davvero mozzafiato e sia gli youkai presenti al tempio che gli umani dal villaggio stesso, alzarono gli occhi al cielo per ammirare la stupenda scena.
Anche l'albina aveva gli occhi piantati al cielo, accanto a Shizuka a cui si era avvicinata poco prima.
-Favoloso...- disse la ragazzina, emozionata.
-Non dirmi che è la prima volta che li vedi- chiese la mezza vampira, anche lei con gli occhi puntati in cielo.
-ah no, solo che qui si vedono meglio!- spiegò l'albina.
-Comunque non sapevo sapessi cantare, brava.-
L'albina arrossì.
-ti ringrazio...non è una cosa che faccio spesso...- rispose lei.
-dovresti, hai una bella voce.- ammiccò ironica la mezza vampira.
Un ragazzo che non aveva mai visto prima le affiancò e Mitsuki lo osservò, curiosa e imbarazzata. Aveva capelli color neve e orecchie da lupo, era anche molto carino.
-Shizuka-sama!- chiamò la mezza vampira, con un sorriso.
-oh... ah Mitsu, questo è... una persona che conosco da molto tempo, si...- spiegò, tossendo.
Mitsuki notò la sua strana espressione.
-Ah... beh, piacere... io sono Mitsuki...- disse lei, inchinandosi al ragazzo.
-Io sono Sou-Ten, il piacere è tutto mio.- rispose il giovane. -Siete un'amica di Shizuka-sama?-
-Eh...si...- l'albina era alquanto confusa per il rispetto con cui si rivolgeva a Shizuka.
-Il mio compito è di tenere d'occhio Shizuka per conto di suo padre.- disse, sorridendo. Mitsuki arrossì ulteriormente, era un bel ragazzo e aveva un sorriso davvero splendido e dolce di come non ne aveva mai visti.
-Ah... si...capisco...- disse lei, imbarazzata talmente da non riuscire a parlare decentemente. Shizuka doveva averlo capito dato che le diede un pizzico sul braccio, facendo urlare la povera ragazzina.
-Ma Mitsuki, non dovresti andare dalla tua maestra?- disse la mezza vampira con un'espressione che non prometteva nulla di buono.
-Ah.. si...- disse, allontanandosi dai due e guardandoli mentre discutevano animatamente. Ebbe quasi l'impressione che Shizuka fosse innamorata e quello youkai non era da meno.
Sorrise.
Arrivò accanto all'entrata del tempio, dove si appoggiò con la schiena. Da lì aveva una vista stupenda e rimase in silenzio a contemplare quella festa di colori. Il suo sguardo cercò disperato quello della donna che amava ma non la trovò, chiedendosi dove fosse la sua maestra. Piuttosto scorse il viso di Alice, pochi passi più a sinistra, che fissava i fuochi con una leggera espressione di gioia, quasi impercettibile. Poi si spostò, cercando anche lei di intravedere qualcuno e fermò il suo sguardo pochi secondi dopo, arrossendo. Mitsu notò che aveva trovato con il suo sguardo Marisa e avvampò, adirandosi per non essere riuscita a trovarla prima lei. Tornò a fissare la burattinaia con aria di sfida e lei, sentendosi probabilmente spiata, si voltò alla sua destra in direzione dell'albina.
L'albina non scostò il suo sguardo ma continuò a fissarla con rabbia e le due si guardarono per pochi istanti: Mitsuki la fissava con uno sguardo pieno di rabbia e gelosia, mentre Alice la fissava con uno sguardo gelido e intriso di odio.
-...dimenticatela, maledizione. Non vedi che non ti ama?- chiese l'albina a bassa voce.
La bambolaia distolse lo sguardo dalla ragazzina, lanciò un'ultima occhiata a Marisa e si voltò, allontanandosi da quella posizione.
Chinò il capo sapendo di essersi posta una domanda stupida. Alice era innamorata e, così come l'albina, era ovvio che continuasse a tentare. Cosa poteva fare, altrimenti?
Pensare che solo pochi mesi prima aveva una cotta per lei. Il suo viso le procurava ancora imbarazzo, Alice era molto bella e il suo carattere così glaciare era affascinante, tuttavia era impazzita per la vivacità e la limpidezza della sua maestra. Non riusciva a togliersela dalla testa e anche in quel momento sentì il suo cuore battere velocissimo.
Mentre pensava una figura le si avvicinò, facendola sussultare.
-Stupendo, eh?- chiese la sua maestra, appostandosi accanto a lei. Mitsuki fissò il viso di Marisa, così perso nell'immensità del cielo. Si ritrovò a pensare che era bellissima. -mh...? Che hai?- chiese la maga nera, osservando lo sguardo dell'allieva. Mitsuki si voltò immediatamente, passandosi una mano sul viso bollente.
-nulla....- rispose, cercando di ricacciare indietro quegli assurdi pensieri.
-oh va beh- Marisa tornò a fissare i fuochi -sai...hai davvero una bellissima voce da zé.- aggiunse. L'albina si sentì sul punto di svenire, anche perchè sentì che la mano della maestra l'aveva quasi sfiorata, in realtà si era solo mossa e aveva portato le mani dietro la schiena. Nel farlo doveva aver urtato la sua mano destra e ciò non aiuto l'albina a calmarsi..
-gra....grazie....sensei...- rispose. Marisa si morse le labbra.
-Ti ho detto... di non chiamarmi sensei- disse.
-Si... Marisa...-san...-
Vide la maestra abbozzare un sorriso.
Stringeva tra le mani il giornale di quel giorno con il titolo “La Splendida Voce di Gensokyo” in suo onore stampato in prima pagina, mentre prendeva il té seduta sul divano nel salottino all'ingresso della casetta. L'articolo riguardava il Festival ma c'era un piccolo accenno alla novità di quell'anno che riguardava l'esibizione dell'allieva di Kirisame Marisa. Si parlava di una "splendida canzone d'amore" cantata con "sentimenti evidenti" e con "grande stile ed interpretazione".
Poggiò la tazzina sul tavolino, prima di appoggiarsi allo schienale, pensierosa.
-"sentimenti evidenti", eh? Avranno capito?- si chiese. Dopotutto era evidente, almeno per lei, che quella canzone non era stata scritta per Alice che le piaceva tempo prima... ma gli altri se ne saranno già accorti?
Fissò il soffitto sconsolata. -...ho vissuto qui per anno e ho sempre litigato e...e adesso....mi accorgo di questi sentimenti?-
-Quali sentimenti?- chiese una voce dietro di lei. L'albina sussultò, afferrando di corsa la tazzina del té.
-Ma-Marisa-san!! Volete del té? Ve lo porto subito!- disse la ragazzina, correndo in cucina, mentre la sua maestra si sedeva sul divano. Tornò pochi istanti dopo con una tazzina di té.
-grazie da zé- iniziò a sorseggiarlo con disinvoltura. L'albina si sedette accanto a lei, prendendo nuovamente il giornale. -mh...visto? Hai fatto colpo.- disse la maga nera, sogghignando -dopotutto era ovvio, sei la mia allieva!-
Mitsuki ridacchiò, vedere la sua maestra sorridere in quel modo la metteva di buon umore e le riempiva il cuore di gioia. Si accorse che erano tante le cose che le piacevano di Marisa e si ritrovò a fissarla di nuovo.
-...Mitsuki, c'è qualcosa che devi dirmi?- chiese lei, voltandosi e incrociando il suo sguardo. L'albina, dal suo canto, scosse il capo.
-no...mi chiedevo solo....se tu...ed Alice-sama....insomma, come sono i vostri rapporti...- chiese, curiosa e imbarazzata.
-uhm...è un'amica...un pò strana...ma ce n'è di gente strana qui a Gensokyo!- spiegò ridendo. Mitsuki venne travolta dall'enfasi e rise anche lei. -Beh, comunque...ha della buona roba.- aggiunse. Mitsu smise di ridere e la fissò sconcertata -dico, ha dei bei libri e roba che mi sarebbe utile.- concluse. Mitsuki doveva aspettarselo, dopotutto.
-ah beh, certo!- esclamò, ridendo -e per quanto riguarda l'amore?- chiese lei, bloccandosi subito alla domanda: non si era minimamente resa conto di quello che stava dicendo. Arrossì, voltandosi verso la maestra, che la fissava con uno sguardo perplesso.
-...amore? Io amo me stessa.- disse lei, scherzosamente. L'albina apprezzò quel modo di distruggere l'imbarazzo che si era causata da sola. -...perchè questa domanda?-
-Beh...ero solo curiosa di sapere come andavano le cose tra...voi due...- stavolta si preparò bene cosa dire, seppur imbarazzata come prima. Ma ormai o la va o la spacca.
Intanto Marisa per poco non affogò.
-...tra noi due?- posò la tazzina sul tavolino -...non so tu dove abbia sentito certe cazzate da zé, ma io non sto nè con Alice nè con nessun altro.- rispose, tornando a osservarla. Mitsuki chinò il capo, un pò per essere stata così stupida da credere sul serio che loro due stavano assieme, un pò per non sentire il peso dello sguardo della sua maestra. -...ti preoccupi per lei, vero?- chiese. L'albina scosse il capo.
-Alice-sama è un tabù per me, ormai non mi deve più interessare... e tanto ho perso interesse in lei...- rispose, prima di rendersi conto della discussione. -Ah! Ma...Marisa-san, tu come...?-
Marisa si alzò, prendendo la tazzina che aveva poggiato sul tavolo.
-Mi credi stupida? Lo vedevo da come la guardavi.- disse. L'albina non riuscì a incontrare il suo sguardo, perchè le stava sfuggendo?
-Marisa-san...ho detto qualcosa di sbagliato?- chiese Mitsuki, seguendo la maestra in cucina. Se la ritrovò di fronte.
-Scordatela. Alice non ti pensa minimamente, anzi, ti odia. Dimenticatela, non fa per te.- le disse così seriamente che l'albina restò scioccata.
-Ma.. a me non mi interessa più di lei... io ormai...- resto a fissare Marisa con il volto completamente rosso. Anche la sua maestra parve imbarazzata, come se non si aspettasse quella risposta. Sembrò abbozzare un sorriso.
-E... comunque...- riprese l'albina, cercando di rompere il silenzio imbarazzante che si era nuovamente creato. -...io credevo che tu la amavi...- aggiunse. Marisa la fissò sbalordita.
-Cosa? IO?- chiese ad alta voce -Ma non dire stronzate! Quella tsundere! E' lei che mi tiene il fiato sul collo e non posso fare qualcosa che me la ritrovo dietro come un cane da zé! E' stressante! Non capisce che un no è un no!- sbottò infuriata.
-Ma tu le hai detto di no?- chiese Mitsu, interessata.
-Beh, non esplicitamente ma, cazzo, si capisce, no zé?- spiegò la maga nera.
-Capisco...scusami per averti fatto arrabbiare...- disse l'albina, particolarmente amareggiata.
-Nah, non ti preoccupare.- rispose Marisa, sorridendole. -solo che te ne esci con queste cazzate....cioè...io amare Alice? Ma dai!- Mitsuki rise.
-...nee Marisa-san...hai mai amato qualcuno?- chiese l'albina.
Marisa si bloccò.
-mh....una volta....ma ..era ammirazione.- disse lei, entrando nel laboratorio adiacente al salottino.
-posso....chiedere chi?- l'albina la seguì, curiosa. Marisa si voltò verso di lei, pensierosa.
-...fu la mia maestra.- spiegò, mettendo a posto delle boccette.
-...hai avuto una maestra?- chiese scioccata e confusa Mitsuki. Marisa rise.
-Eh già, anche io ho avuto una maestra.- disse. -ma come ho già detto, era solo ammirazione...ero io ad essere convinta fosse amore, all'epoca.-
Ne seguì una pausa. La maga nera si fermò e fissò l'albina per qualche secondo.
-...Marisa-san...scusami se ti..ho chiesto queste cose...- disse l'albina, inchinandosi.
-...ma figurati, idiota. Se te l'ho detto io non c'è nessun problema, no?-
-Si...grazie...-
-Dopotutto è assurdo parlare di queste cose, non credi?- chiese ridacchiando -E' la prima volta che parliamo di un argomento come questo.-
Mitsuki rimase in silenzio, ripensando alle parole della sua sensei.
-...nee, Mitsuki.-
-...co...cosa c'è, Marisa-san?-
-Tuo padre ti ha disconosciuto, vero?- chiese all'improvviso. Mitsuki si accigliò.
-Beh...si...-
-...ti piacerebbe essere Kirisame Mitsuki?- chiese, sorridendole. Mitsuki si sentì avvampare, portò le mani sul viso, coprendosi le labbra. -Allora? ...essendo la mia allieva e non avendo più un cognome, trovo che il mio ti starebbe bene, come ha fatto Yukari con la sua shikigami.- spiegò la maga nera. Mitsuki aveva le lacrime agli occhi e si limitò ad annuire.
-sa...sarebbe fantastico!- disse lei, asciugandosi le lacrime con la manica.
-Bene! Da oggi sei Kirisame Mitsuki da zé!- esclamò annuendo e prendendole scherzosamente il naso tra il pollice e l'indice. Mitsuki aveva gli occhi che le brillavano.
-Grazie Marisa-san!- la abbracciò, felice.
-Mari.....- si morse nuovamente le labbra. -Marisa.- disse. Mitsuki alzò lo sguardò, incontrando quello della sua maestra a pochi centimetri dal suo viso. Si ritrasse dall'abbraccio, imbarazzatissima.
-...eh?- chiese, cercando di non pensare a poco prima. Marisa, dal canto suo, sembrava imbarazzata come mai l'aveva vista fin'ora.
-...Marisa, cavolo. Né sensei né onorefici vari, solo Marisa o Mari o insomma, chiamami normalmente!- disse. -...è da un anno... è anche ora che mi chiami per nome...- aggiunse, incrociando le braccia.
Mitsu arrossì ulteriormente.
-...va....va bene...Ma...Marisa...-
-...Oh, finalmente.- ridacchiò.
Mitsuki la seguì e scoppiarono in una sonora risata.
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]
solo un piccolo appunto...
...appunto per il 17...
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]
Stage 18 - Un segreto con lo specchio
L'albina era intenta a saltellare attorno ad una Shizuka seccata, mentre Reisen versava loro del tè e Hana sistemava i biscotti. Si erano ritrovate tutte ai confini tra la Forest of Magic e la Bamboo Forest per mangiucchiare qualcosa assieme e festeggiare l'arrivo della primavera che aveva trasportato giornate nettamente più calde e soleggiate.
L'albina aveva organizzato tutto per poter passare una bella giornata con le sue amiche, tuttavia aveva invitato anche Mayumi e Natsu ma le due non poterono essere presenti perchè impegnate in faccende da sbrigare.
La coniglia lunare porse la tazzina a Shizuka, che la prese e ne bevve qualche sorso.
-E tu la pianti di saltellare come una deficiente o vuoi che ti dia una botta in testa?- chiese, fissando Mitsuki in un modo che presagiva qualcosa di non buono. La ragazzina si fermò, scocciata, andando a sedersi con la schiena ad un albero e prendendo la sua tazzina.
Aveva raccontato che Marisa le aveva dato il suo cognome ed era su di giri poiché la sua maestra non era sentimentalmente impegnata con nessuno, ma questo piccolo particolare non l'aveva detto a nessuno, tuttavia sospettava che l'avessero capito dall'enfasi con cui parlava di lei. Dopotutto voleva che restasse un segreto poiché non sapeva ancora come comportarsi con la sua maestra.
-Questo tè è davvero ottimo!- esclamò Hana, sorridendo alla coniglietta lunare che di tutta risposta arrossì.
-Sei gentile, fare il tè è una delle tante cose che rientrano nei miei doveri- spiegò, portando un dito sotto le labbra pensierosa.
-Allora, chi mi dà una mano con le Spell?- chiese l'albina ansiosa, fissando le ragazze una per una.
-Perchè non lo fai da sola?- le rispose la mezza vampira, non degnandole di un solo sguardo.
Mitsu si offese.
-Ehi! Ho bisogno del vostro aiuto!- aggiunse, indicandola. -E tu non sei da meno.- poi volse altrove lo sguardo, sbuffando.
-E chi ti ha detto che io voglio aiutarti?- affermò ridacchiando la mezza vampira. Hana e Reisen scoppiarono a ridere per la situazione divertente, le due spesso si punzecchiavano e finivano con litigare ma era davvero divertente vederle assieme, sembravano due amiche del cuore che si divertivano in quel modo.
Mitsu si alzò e iniziò a girare lì intorno, continuando a saltellare come un coniglio in preda a disturbi ormonali.
-E non sculettare! Non me ne frega nulla del tuo vestitino nuovo!- aggiunse, poiché era la prima volta che vedeva Mitsuki con l'abito rosa alla marinara che si era confezionato grazie a Kourin-san.
Dopotutto era mancata per un bel po', anche se Mitsuki non era ancora riuscita a farsi rivelare dov'era stata e cosa aveva fatto per tutto quel tempo.
In risposta alla sua esclamazione, l'albina la fissò con occhi di fuoco ma la mezza vampira seppe mantenere lo sguardo serio così che l'albina dovette cedere e voltarlo, tornando a sedersi e guardando avanti a sé.
-Ultimamente sei molto su di giri o sbaglio?- chiese Reisen, che si era andata a sedere accanto all'albina. Hana si voltò verso l'amica e la fissò.
-Mah... allora, quelle spellcard?- rispose con l'evidente tentativo di voler cambiare discorso e Reisen decise di spiegarle il funzionamento e il meccanismo di una spellcard. Prese un fogliettino e iniziò a tracciarle uno schema spiegandole i vari punti essenziali del creare una Spellcard che non sembravano poi così diversi dal creare una magia da zero.
-Iniziamo dalle basi, così possiamo cercare di crearne delle adatte per te.- spiegò con molta gentilezza. Mitsuki e Reisen andavano d'accordo ma tra l'altro era raro che Mitsu non andasse daccordo con qualcuno poiché era sempre dolce e gentile con tutti e sapeva fare buon viso a cattivo gioco. Il suo carattere variava dalla dolce bambina ad una pazza psicopatica, passando per altre sfumature del suo essere che raramente mostrava in tutto il suo splendore, come ciò che era emerso dal dialogo con Kaname: Mitsuki aveva un totale bisogno di essere amata e al centro dell'attenzione e se ne era resa conto solo durante lo scontro con Kagami. Se fosse dovuto al suo passato solitario o all'odio e alla discriminazione delle persone attorno a lei non lo sapeva ma ormai era conscia di essere così e, dopo lo shock iniziale, bastò una scrollata di spalle per farle dimenticare il tutto senza darci troppo peso.
Sapeva di essere stramba ma ormai non gliene importava. Non aveva mai fatto del male a nessuno, non aveva approfittato di nessuno, per lei era importante non ferire i sentimenti delle persone che amava o che non conosceva ma d'altro canto, le persone che odiava, potevano anche morire in una frana e lei non se ne sarebbe fregata nulla. Forse.
La mezza vampira si alzò, sbadigliando. Mitsu la notò con sguardo triste, chiedendosi se non l'avesse annoiata e se si fosse stancata di stare in sua compagnia. Era abbastanza preoccupata ultimamente, voleva essere accettata e detestava annoiare le persone, soprattutto chi voleva bene.
Soprattutto Shizuka, alla quale si era davvero affezionata molto.
-Dove vai, già rincasi?- le chiese Hana, perplessa.
-Beh si, ho da fare, ci si becca.- rispose la mezza vampira dai capelli color sangue. Aprì le sue splendide ali piumate decorate da cristalli, che al sole luccicavano come gioielli, e si alzò in volo, svanendo nel nulla.
Le tre restarono a fissare il punto dov'era sparita e l'albina dovette risvegliarsi dal suo groviglio di pensieri poichè Reisen era tornata a spiegare e anche Hana ascoltava con attenzione.
Continuò a tracciare delle linee e spiegò la base e la struttura di una spellcard, come doveva essere divisa e i relativi simboli e significati. Continuò a ripetere che la mente era importante, bisognava avere una chiara visione di come dovesse funzionare la spellcard e che pattern dovesse generare. I danmaku erano molto importanti, bisognava decidere quali dovevano essere utilizzati e in quali punti. Poiché si trattava di un iniziò, la coniglia suggerì a Mitsuki di iniziare con qualcosa di relativamente facile che utilizzasse al massimo due tipi di danmaku e generasse un pattern che non fosse troppo complesso.
Tutto ciò che le stava spiegando era stato deciso un tempo da Reimu, erano le regole basilari di una Danmaku battle.
La maga non riuscì a credere che fu proprio quella donna a creare un metodo così incredibile, a mettere su una legge seguita da tutti, a essere così importante e superiore. Dopotutto l'aveva incontrata molte volte a causa di Marisa e la conosceva ormai abbastanza bene, il suo sguardo a volte seccato, il suo modo di parlare e di comportarsi, a volte sembrava parlare così tanto che Mitsuki si era chiesta se non si sentisse sola.
-Tu usi le carte da gioco come danmaku, giusto?- chiese la coniglietta, completando il tracciato sulla carta. -Cosa pensi sia adatto per dei danmaku di questo tipo? Che schema? Che tracciati? Quale tipo di potere ti rappresenta di più?- chiese lei, osservando l'albina negli occhi. Si vedeva lontano un miglio che era spaesata.
-Io... non saprei. - fu la sua unica risposta. Reisen sospirò.
-Vedi, posso spiegarti come funzionano le mie spell, ma alle tue dovrai pensarci tu poiché sei tu colei che lancia le spellcard.- spiegò -Rappresentano te, il tuo modo di essere, le tue preferenze, le tue passioni, il tuo potere.- concluse.
Scoprire il funzionamento di base di una spellcard le era stato abbastanza utile, adesso doveva solo pensare a come dovessero funzionare le sue. Era necessario mettersi d'impegno e allenarsi nuovamente con i danmaku poiché non voleva essere una perdente. Inoltre, ultimamente, aveva in testa l'idea di sconfiggere una persona che stava iniziando a non sopportare più ma non rivelò a nessuno delle sue vere intenzioni.
Il tranquillo pic nic fu all'improvviso interrotto dall'arrivo inaspettato di Mayumi, la quale volò dritta verso le tre e atterrò quasi malamente, fermandosi solo per riprendere fiato.
L'albina si issò subito e assieme ad Hana si avvicinarono alla maga verde per controllare che stesse bene. La ragazza dai lunghi capelli scuri le offrì del tè che Mayumi accettò con piacere e sorseggiò lentamente.
-Ehi, cosa succede? Sei arrivata qui di corsa che mi hai fatto paura!- affermò l'albina, aggiustandole i capelli in disordine che si erano sicuramente scompigliati a causa vento durante la corsa. L'amica la ringraziò con un sorriso e la maga rosa ricambiò. Tra loro due era nata una grande intesa, un po' per il fatto che si incontravano più di tre volte a settimana e un po' perchè erano entrambe maghe con le stesse passioni.
Hana, invece, sembrò fissarle con uno sguardo un po' deluso. Probabilmente era lei, in quel momento, a sentirsi spaesata e sola.
Mayumi posò la tazzina e sospirò.
-Mitsu, l'ho scoperto.- affermò con sicurezza. L'albina rimase perplessa per qualche secondo, prima di assumere un'espressione trionfante.
-Sul serio?-
-Si, so dov'è. Seguimi, così cerco di farvi mettere in contatto e tu fai quello che devi fare.- spiegò la maga verde, alzandosi.
Mitsuki si issò rapidamente e fu pronta a seguire l'amica, tuttavia Hana la bloccò improvvisamente, aveva un'espressione preoccupata.
-...ti stai mettendo di nuovo nei guai?- le chiese, seria.
-No, tranquilla. Non ci sono guai.- ammiccò, prima di balzare sulla sua scopa e di seguire Mayumi in volo.
-Allora, è al tempio e nel deposito, giusto?- le chiese l'albina, tenendo stretta la presa sul manico di scopa.
-Precisamente, ma questo te l'ho già detto giorni fa.- annuì l'amica -Adesso so la posizione esatta.-
Da lontano iniziarono ad avvistare il tempio Hakurei, che sorgeva imponente sopra la montagna.
-Nel deposito dovrai cercare uno specchietto rotondo di quelli che si usano per guardarsi dal basso.-
-Si, ho presente quali sono...-
-Bene, dovrebbe essere nel lato sud, in mezzo alle stoviglie per le feste.-
-Dovrebbe? Non ne eri sicura?- chiese l'albina, ridacchiando.
-Ma dai, non ci sono entrata, lo farai tu.-
-Si può sapere dove prendi queste informazioni? Sei un genio.-
-Ma grazie.- scoppiò a ridere anche lei. -Comunque io la allontano con una scusa e tu ti infili nel deposito.- spiegò.
-Oddio, una scusa... ma se ti becca? Reimu non è mica una qualunque!- chiese, preoccupata.
-Tranquilla, ho già predisposto tutto. Tu pensa solo a trovare quella youkai e a farti dire ciò che ti serve sapere.-
-Va bene... allora... ricapitolando... come farò a sapere se è lo specchio giusto?- si chiese l'albina, portandosi un dito sotto alle labbra.
-Tu limitati a fissarlo. Se c'è Kagami dentro, ti apparirà, per forza. Lo sentirai, è magia e tu sei una maga.-
Mitsuki si sentì alquanto strana. Si era sempre considerata un'apprendista e così tutti la definivano, ma era la prima volta che qualcuno la chiamava realmente "maga". Era davvero diventata degna di essere chiamata maga?
Planarono sul tempio scendendo sul vialetto che portava all'entrata dove Reimu stava prendendo un tè, per fortuna da sola.
Mayumi e Mitsuki le si avvicinarono salutandola, Mitsuki era abbastanza nervosa ma Mayumi era tranquilla e con quella tranquillità disarmante iniziò a recitare la sua parte proprio mentre Reimu, che le aveva viste arrivare con sguardo perplesso, le aveva offerto del tè.
Mayumi scosse il capo, rifiutando con gentilezza, dopodichè la sua espressione mutò in preoccupazione.
-Reimu-san... abbiamo un grosso problema.-
L'albina fissò l'amica recitare in maniera incredibile, studiando ogni singola espressione del suo volto e spostando il suo sguardo da lei a Reimu.
-Mh... stanno facendo casino, dici?- ripeté curiosa la sacerdotessa.
-Non siamo in grado di far nulla, puoi darci una mano tu?- chiese ancora, quando la sacerdotessa si issò, pulendosi il fondo schiena.
-... devo pensare sempre a tutto io.- esclamò, sospirando. -Andiamo, ditemi dov'è.-
Mitsuki fissò Mayumi perplessa e preoccupata, se avesse dovuto seguirle non poteva cercare lo specchio, ma se fosse restata Reimu si sarebbe insospettita. Cosa aveva in mente, Mayumi?
Si mise a cavalcioni sulla sua scopa e si librò assieme all'amica e alla sacerdotessa Hakurei, quando Mayumi si fermò e parlò.
-No... Mitsuki, scusa per la mia stupidaggine...- disse all'improvviso. Ne' l'albina ne' la sacerdotessa capirono cosa intendeva dire. -Dopo quello scontro... e ti costringo ancora a volare con tutta la stanchezza.- scosse il capo -aspettaci qui e riposati, ok?- chiese, adesso annuendo.
L'albina studiò per pochi secondi il viso dell'amica, prima di parlare.
-...ti... ringrazio, sono davvero esausta. Non c'è bisogno che torni, però. Aspetterò una decina di minuti, giusto il tempo di rimettermi in sesto e riuscire a volare bene, poi me ne ritorno a casa.- concluse.
-D'accordo, non stancarti troppo però.- le rispose Mayumi, poi si rivolse alla sacerdotessa -Non c'è problema se si riposa un po' seduta qui, vero?-
Reimu sospirò.
-Nah, basta che non tocchi nulla. Ma conoscendola, posso stare tranquilla.- rispose.
Mayumi e Reimu svanirono oltre il cielo.
L'albina attese che le due si allontanassero, prima di precipitarsi alla ricerca dello specchio.
Si diresse alle spalle del tempio finchè non notò una casupola che le spuntò di fronte. Quella casetta era usata come capanno per contenere oggetti vecchi conservati e scorte di piatti, bicchieri e molti altri scatoli di cianfrusaglie.
-Il deposito!- esclamò la giovane albina, avvicinandosi e cercando di aprire la porta, ma era chiusa a chiave. -Cazzo! E ora?-
Fissò per qualche secondo la serratura, con un pensiero fisso. Era una maga, doveva spaventarle una serratura chiusa banalmente a chiave? Non c'erano tracce di sigilli e nemmeno di incantesimi, per cui era decisa a provarci. Sussurrò alcune parole tracciando dei simboli invisibili accanto alla maniglia.
Si udì un suono.
Mitsuki abbassò la maniglia e la porta si aprì, in quel momento si sentì realizzata: era riuscita ad usare un incantesimo particolare perfettamente e al primo colpo.
Entrò nel deposito iniziando a cercare tra le scartoffie nell'ala sud, accanto alle stoviglie. Non ci volle molto per trovarlo: era uno specchio di media grandezza, rotondo con i bordi in legno, un tipico specchio da bagno.
Era sicuramente lui poichè emanava una strana aura magica e Mitsuki capì all'istante cosa volevano dire le parole di Mayumi quando le disse che l'avrebbe riconosciuto.
Lo prese tra le mani e si sedette a terra, osservandolo. Non ci volle molto perchè un viso vacuo e sfocato apparve al suo interno.
-...sei di nuovo tu...- disse la voce gelida che l'albina non aveva dimenticato.
-...si!- rispose sorridente la ragazza. -Sono qui perchè volevo parlarti.-
-...cosa c'è? Cosa ti turba? Perchè cerchi il mio aiuto?- domandò la youkai -Dopo quello che è successo non hai paura a venire da me?-
L'albina scosse il capo, seria. La domanda era lecita, la youkai aveva tentato più volte di possederla anche se non ci era riuscita, tuttavia le sue parole l'avevano turbata così tanto che voleva a tutti i costi sapere la verità.
-Chi è il mio protettore? - chiese l'albina, ricordando come la youkai l'avesse spesso citato.
-Colei che ti protegge.- disse la youkai. Mitsuki si morse le labbra, confusa.
-Non capisco cosa vuol dire. Chi è che mi protegge? Io non vedo nessuno.- spiegò.
-Non puoi vederla, almeno finchè lei non deciderà di farsi vedere.-
Mitsuki la fissò sconcertata.
-...ricordo che lessi di spiriti che proteggono i discendenti o cose così... è forse un mio antenato?- chiese, curiosa.
-Dubito poichè non è uno spirito, è una youkai.- rispose. -Inoltre non è una cosa comune.-
Mitsuki si fissò intorno, confusa. Una youkai invisibile che la proteggeva?
-Ma nessuno la nota? Reimu è molto forte, e anche Yukari che ho spesso incontrato... possibile che sia così impercettibile?-
- Non si tratta di essere o meno impercettibili, fa parte della sua esistenza.- spiegò la youkai. -Sicuramente potrà proteggerti leggermente ma non può far del male né a te né ad altri.- spiegò -per questo non è percettibile nonostante ci sia, anche se la sua essenza è presente vagamente accanto a te.-
-Ma non capisco, che motivo avrebbe questa youkai di proteggermi?-
-Mi dispiace, giovane maga, ma non ne ho la minima idea.-
-Mitsuki...mi chiamo ...Kirisame Mitsuki.-
-Piacere, Mitsuki. Io sono Daiya Kagami, ma lo saprai già.- disse, accennando un sorriso che si poteva lievemente notare.
-Kagami.... ti dà fastidio se... torno a trovarti?-
La youkai sorrise, quasi teneramente, nella freddezza della sua normale espressione.
-No... dopotutto sono condannata a restare sola per l'eternità.-
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]
LOL, concordo, finalmente sono riuscito a leggere tutti i capitoli in arretrato D:
Spoiler! :
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]
Stage 19 - Incontri e Scontri
Imparare dai propri errori è sempre la cosa più naturale ed è anche la cosa più logica da fare... peccato che non funzioni sempre così.
Mitsuki, per esempio, non poteva sperare di diventare in brevissimo tempo quello che voleva.
Stava stringendo il manico della suo scopa quando una scarica obliqua di danmaku non la oltrepassò per un pelo, rischiando di disarcionarla malamente.
Cercò con gli occhi il suo avversario, cercando di intravederlo tra i danmaku vaganti ma senza distrarsi e deconcentrarsi: era una youkai insetto di nome Wriggle che lei conosceva bessimo poichè assieme a Cirno, Mystia e Rumia erano grandi amiche e spesso si frequentavano gironzolando per Gensokyo qua e là.
Prima di incontrarla, le quattro youkai erano conosciute come “il quartetto delle stupide”, cosa che a loro dava leggermente fastidio e stava inoltre ad indicare che erano le più deboli a Gensokyo, dopo le fate e Daiyosei. Quando l'albina si unì a loro diventarono un quintetto affiatato, ma così aveva dato alito alle dicerie che si trattasse di un gruppo di stupide e Mitsuki non era da meno.
Tuttavia cercò di non badare alle dicerie, si sentiva felice assieme alle sue amiche e tanto le bastava. Nonostante Rumia che mangiava gli esseri umani, Mystia che li ingannava, Wriggle non era poi così attaccabrighe e Cirno le si era affezionata così tanto da arrivare a chiamarla onee-chan.
Erano entrate in una grande sintonia e quella mattinata stavano giocando per allenare Mitsuki che non se la cavava bene con i Danmaku.
La lucciola lanciò ai lati dell'albina altre due scariche di danmaku che si mischiarono in due vortici sempre più grandi pronti a colpirla. Mitsu impennò la scopa, sperando di trovare una falla nel vortice. Si insinuò all'interno della prima ondata ma la seconda quasi la disarcionò.
-caazz-- - urlò, tenendosi salda al manico virando verso destra, cercando con lo sguardo nuovamente la sua nemica la quale non pareva molto occupata a schivare le sue carte. Evidentemente l'attacco di Mitsuki era fin troppo facile e questo era uno dei suoi punti deboli. Il problema era che Mitsuki non si impegnava nemmeno nello sparare poiché era troppo presa dallo schivare i danmaku senza cadere giù. Non riusciva a fare troppe cose assieme.
-Cavoli, se Mitsu avesse una spellcard sarebbe più facile!- esclamò Reisen dalla postazione in cui seguiva lo scontro con Hana e Natsu.
-ma perchè non gliene fai una tu? Sai quanto è baka, non riuscirà a crearsene una da sola!- disse Natsu, guardando dapprima l'amica e poi la coniglia lunare che intanto stava scuotendo il capo con un'espressione pensierosa.
-Ma no... le spellcard sono una cosa personale, non posso creargliene una i- - urlò, seguita dalle altre due ragazzine, poichè Mitsu era stata quasi del tutto disarcionata e penzolava dalla scopa, tenendosi solo con le braccia.
-Lo scontro è impari! Dovremmo farle smettere!- affermò sconsolata Hana, portandosi le mani nei capelli.
Intanto, l'albina si stava issando con grande sforzo e Wriggle, che era non solo una duellante onesta ma anche una cara amica, si era fermata e stava attendendo che la maga si rimettesse a cavalcioni della scopa.
-Mitsu-chan! Non pensi sia il caso di smettere?- le chiese la lucciola, ma si ritrovò a guardare l'albina mentre scuoteva il capo con un'espressione di determinazione e rabbia.
Con grande sforzo si issò nuovamente sopra il manico di saggina, respirando affannosamente e con il volto sudato. Protese la gamba destra per portarla dall'altro lato e per rimettersi seduta, lentamente nonostante il corpo pesante che le doleva non poco.
Quando fu nuovamente seduta non volle aspettare ancora e lo scontro riprese regolarmente: Wriggle lanciava danmaku e scansava con nonchalance quelli della maghetta mentre Mitsuki faticava a scansare persino quelli più deboli. E non stava usando spellcard.
Alcuni danmaku che si intrecciavano causarono la fine dello scontro. Ancora più spaventata, l'albina iniziò a virare in modo così grossolano che non solo ne prese in pieno alcuni durante gli spostamenti ma ne prese di altri anche da ferma, con relativa caduta e atterraggio di fortuna sul suolo.
L'esito era ovvio sin dall'inizio, ma Mitsu urlò arrabbiata e delusa, issandosi dalla scopa e tossendo per la polvere che si era sollevata dopo l'atterraggio. Aveva creato una bella striscia di terra dietro di sé proprio grazie a quella brusca frenata ed era completamente sporca di terreno ed erba.
Si pulì grossolanamente, aiutata da Hana che le diede un colpetto in testa con fare scherzoso che le strappò un sorriso.
Si accomodò a terra sull'erba fresca e nuova di stagione, mentre Reisen e Natsu la circondarono e cercarono di darle un po' di sostegno. A loro si unì anche la lucciola che le tese la mano in segno di rispetto, per poi sedersi accanto a lei a riposarsi.
-Mitsu-chan, ho notato che ti scansi troppo come se avessi paura di scottarti...- disse Wriggle, stiracchiandosi -posso sapere come mai? Devi cercare di spostarti poco altrimenti non riuscirai a scansare i danmaku dall'altro lato!- spiegò.
Anche le ragazze lo avevano notato ma Mitsuki non sapeva che dire e rimase in silenzio, tenendo il muso. Lo sapeva, si trattava della sua fantomatica danmaku-fobia e ormai era famosa a Gensokyo per questa sua assurda paura. Non riusciva a farsela passare, nessuno riusciva ad aiutarla e le sue sfide andavano di male in peggio. Ultimamente anche Marisa non la allenava quasi più e si dedicava completamente allo studio della magia.
-Dai Mitsu, adesso riposati che sarai stanca...- le disse Hana, con la solita dolcezza che a volte feriva più di una risposta brutale e diretta.
-andrà meglio la prossima volta!- esclamò Natsu con sicurezza, ammiccando. A volte la sua schiettezza era una bella consolazione.
Si alzò, pulendosi i vestiti e osservando le ragazze.
-Grazie...- sussurrò. -Grazie Reisen ma mi dispiace di averti delusa...- chinò il capo, mortificata. La coniglietta si alzò e le accarezzò il capo, schiarendosi la voce.
-Non devi mai mollare o hai già perso in partenza!- disse, imitando la voce di un adulto. Scoppiarono a ridere.
-Nee, Mitsu-chan! Perchè non provi a sfidare Mystia-chan o Rumia-chan, dopodomani?- chiese Wriggle, incuriosendo le altre.
-Come mai proprio Mystia e Rumia?- domandò Natsu, perplessa. Wriggle pare pensarvici.
-perchè...insomma, qualsiasi youkai va bene per esercitarsi, no? Sicuramente non sto parlando di Youkai come la vampira o i lunari, ma non credo che per Rumia-chan o Mystia-chan sarà un problema se fai come ti ho detto io!- spiegò, rivolgendosi all'albina -e comunque quando vorrai sfidarmi nuovamente io ci sono!- disse.
Mitsuki sospirò, sembrava la trattassero come una menomata e questo le bruciava molto.
Quando si lasciarono e lei decise di incamminarsi a piedi verso casa pensò a mille modi per riuscire nella sua impresa ma la sua unica via d'uscita era la creazione di una spellcard.
Persa nei suoi pensieri non si era resa conto di essere già arrivata alla sorgente che scorreva nella Forest of Magic, ci si avvicinò per bagnarsi un po' il viso e lo alzò pochi istanti dopo, ritrovandosi davanti una persona che proprio non voleva vedere.
La bambolaia sembrò essere stupita quanto la maga, tuttavia non le diede retta e la oltrepassò.
L'albina era infuriata, non sapeva se per il fatto di essere stata ignorata o perchè il vederla le aveva nuovamente smosso i sentimenti che provava per lei e che pensava ormai perduti. Si era persa nel suo sguardo gelido per alcuni secondi, aveva ammirato quegli occhi di cristallo e aveva adorato quell'espressione così insensibile, sapendo che era solo un tentativo di mascherare i sentimenti.
Era quel suo lato tsundere che odiava. Mitsuki aveva capito di non amarla proprio perchè odiava le persone troppo timide e tsundere e Alice rientrava in quei canoni. L'albina amava essere protetta, essere trascinata e l'unica persona che poteva trattarla in quel modo era Marisa.
Per questo anche Alice le andava dietro e non lo sopportava più.
Se solo non fosse così affascinante...
-...ho una cosa da chiederti.- chiese all'improvviso l'albina, poco convinta. Non aveva capito perchè lo stava facendo ma ormai non aveva più paura, preferiva parlarle schiettamente, superando quell'ammirazione che provava fissandola negli occhi. Quei maledetti occhi ingannatori che le hanno fatto credere di poterla amare anche con un carattere del genere.
La burattinaia si fermò, voltandosi lentamente verso di lei con l'espressione che non era mutata.
-Che seccatura. Riguarda Marisa, forse?- chiese, incrociando le braccia.
Mitsu chinò il capo, mordendosi le labbra. Doveva agire subito.
-...perchè dovrebbe riguardare lei? Pensi forse che che ci sia qualcosa tra noi due?- chiese l'albina con una smorfia.
-Ne dubito.- rispose, senza aggiungere nulla. -Dunque?-
-Tu la ami, no?- chiese Mitsuki, issandosi e arrivando di fronte a lei.
-Non credo siano problemi tuoi.- rispose, voltandosi.
-Le dà fastidio che le stai appiccicata, e dà fastidio anche a me!- urlò l'albina, in presa alla rabbia.
-Oh.- si limitò ad esclamare, voltandosi. -E sai, a me dava fastidio quando tu mi stavi così appiccicata.- disse.
Mitsuki rimase spiazzata. Alice sapeva che le andava dietro? Com'era possibile?
-Credevi forse che non l'avessi mai capito? Con chi pensi di avere a che fare?-
Mitsuki si accigliò.
-...Quindi lo sapevi? Intendo, che mi piacevi...- chiese, titubante.
-Mi hai preso per stupida? Si vede da come mi fissavi.-
L'albina ricordò le parole della sua maestra: "lo vedevo da come la guardavi.". Capì che era stata troppo stupida per aver pensato di nascondere dei sentimenti palesi già a tutti, anche se ormai aveva solo una persona nel suo cuore.
-Ma evidentemente starti lontana non è servito.- continuò lei, distogliendo lo sguardo. Mitsu non comprese quell'affermazione.
-...ti sei allontanata per questo?- Alice si voltò con sguardo seccato, dandole le spalle, sembrava abbastanza nervosa.
-Perchè non vai a fare la cagnolina dietro il tuo nuovo idolo?- chiese, senza voltarsi -magari apprezzerà.-
-Che diavolo stai dicendo?- chiese l'albina, tornando ad essere spaesata dalle sue parole. Non importa quanto ci provasse, non riusciva a capirla.
-Come ti ho già detto, non sono stupida. Si vedeva lontano un miglio che mi venivi dietro e si vede lontano un miglio che ora vai dietro lei.-
Mitsuki decise di tenerle testa, non voleva perdere contro la sua nemica in amore.
-Allora lo stesso vale per te.- disse. La burattinaia si voltò e la fulminò con lo sguardo. -E' una guerra aperta, e io non voglio perdere.-
-Mpf, come ti pare.- rispose. -Certo che sei davvero stupida, oltre che una mocciosa inutile e debole.- concluse, alzandosi in volo e sparendo oltre le cime degli alberi.
Per un minuto si potè udire solo il suono del vento che muoveva le foglie degli alberi e qualche uccellino cinguettare.
-.... già... quindi è così.- chinò il capo e si appoggiò con la schiena ad un albero. -...è perchè sono una mocciosa inutile e debole...- restò pensierosa, cercando di riordinare le sue idee. Era una stupida mocciosa, per questo Alice non l'aveva mai amata. Era una stupida mocciosa e per questo Marisa non poteva amarla. Era una stupida mocciosa e anche per questo non riusciva a battere nessuno in una danmaku battle.
Non si sentiva così depressa da molto tempo, si staccò dall'albero e salì sulla sua scopa.
Decise di impegnare la sua tristezza in qualcosa di costruttivo e si recò al tempio, dove chiese a Reimu di fare qualcosa di socialmente utile poiché il restare a riflettere doveva essere l'ultimo dei suoi pensieri. La sacerdotessa la fissò per qualche istante con perplessità, di sicuro non si aspettava una richiesta del genere.
Ma l'albina non era così tanto stupida, voleva solo sfogarsi e poteva farlo con una sola persona. Ma per farlo doveva accedere al deposito e con Reimu in casa era difficile infiltrarsi senza essere vista, perciò le chiese se poteva mettersi a pulire il deposito per tenersi impegnata.
-Non puoi pulire casa di Marisa?- chiese, addentando un biscotto.
-E' lucente quanto la superficie del Misty Lake.- rispose l'albina, sospirando.
La sacerdotessa, che pareva aver scordato del potenziale pericolo, decise di lasciar entrare la ragazzina del deposito e, dopo averle ricordato mille volte di fare attenzione alle stoviglie e agli oggetti delicati, la lasciò al suo lavoro dirigendosi all'ingresso del tempio.
L'albina era impegnata nell'opera di pulizia mentre, con lentezza impressionante, spolverava una mensola già pulita precedentemente. Si era messa in testa di procedere con la velocità di un bradipo, in modo da avere tutto il tempo che voleva per continuare ad andare lì.
Difatti la sua idea consisteva nel mettere a posto una determinata parte per poi tornare il giorno seguente e continuare a pulire un'altra zona del deposito. Il fatto che il magazzino era abbastanza ampio e disordinato non fece che giocare a suo favore.
Nel farlo dimenticò completamente la sua tristezza e si ritrovò a fare chiacchiere amichevoli con lo specchio dove era sigillata Kagami.
-..e poi ho cucinato alla sensei il suo piatto preferito, ma solo dopo aver trovato quei funghi che diceva lei...- raccontò l'albina, impegnata con la suddetta mensola.
-scommetto che avevi sbagliato a prendere i funghi.- rispose una voce leggermente gelida da dentro uno specchio decorato in legno. Mitsuki ridacchiò.
-si, esatto! Starnutì per parecchio tempo e mi costrinse a correre fuori la casa per ore fino a notte fonda!- spiegò.
-Beh, è normale...non potevi essere più accorta?-
-uffi!!!- l'albina si avvicinò allo specchio, seccata. -perchè devi sgridarmi? Non l'ho fatto apposta!- La donna nello specchio rise. -Kagami!-
-Mitsuki, non temere, scherzavo.-
L'albina fissò la youkai alquanto perplessa.
-stai davvero cambiando, sai?-
-Tu credi? In realtà non sto cambiando, sto solo copiando te.-
-ma...non riesci a non copiare la gente? Cioè...fare qualcosa che vorresti fare tu...senza fare ciò che fa la gente che ti sta di fronte.-.
La youkai chinò il capo.
-Io non capisco questo. Agisco solo secondo il cuore della persona che mi appare di fronte. Altrimenti non saprei come agire, non farei nulla...sarei come mi hai visto nello specchio la prima volta.- spiegò la donna.
-Quindi sei destinata ad essere diversa per sempre?- Mitsu si rattristò nuovamente, stringendo forte lo specchio tra le sue mani.
-Probabilmente si. Io sono solo il riflesso di uno specchio, nulla di più.-
-Ma non voglio che sia così! Vorrei che tu fossi te stessa!-. L'albina aveva le lacrime agli occhi, la donna la fissò dolcemente.
-Non esiste una me stessa perchè io sono vuota.-
Mitsuki portò lo specchio al petto e lo strinse.
-Non credo possano esistere persone vuote...forse la vera te stessa dorme da qualche parte e aspetta solo di uscire...-
-Mitsuki, non dimenticare che io sono una youkai.- si affrettò a dire. L'albina scostò lo specchio, per poter tornare a fissare la donna sulla superficie. -...tu hai un cuore molto puro. Mi piacerebbe restare sempre con te per potermi nutrire di questi sentimenti e per poterli conoscere di più.-. L'albina sorrise.
-Adesso devo andare....- si alzò, poggiò lo specchio sul mobile e si voltò.
-Nee, Mitsuki.-
La ragazza si fermò e si voltò nuovamente verso lo specchio.
-Il tuo cuore è molto confuso, credo che tu debba riordinare i tuoi sentimenti.- Mitsu arrossì, chinando il capo.
-Non so nemmeno io quali sono i miei sentimenti.-
-Perchè non provi a chiederti senza chi non potresti vivere?-. L'albina fissò perplessa la youkai.
-Come sai queste cose?-
-...il tuo cuore.- si limitò a rispondere. -E comunque...non credi sia ora di scoprire come la pensa davvero quella maga?-
-maga...? La sensei?- fissò la youkai, che rimase in silenzio. Dopotutto era confusa poiché sapeva di non avere speranze, dopo l'incontro con Alice di poche ore prima se ne era resa conto. La tristezza tornò e la ragazza perse tutta l'allegria che aveva conquistato poco prima.
-Non essere così triste, non sai ancora nulla di ciò che avviene attorno a te.-
-Mi sembra di essere una bambola nelle mani del destino, non è divertente?-
-Che metafora curiosa...- disse la youkai, pensierosa. -Non credi che sia meglio scoprire la verità? O la va o la spacca, è ora di passare all'azione e di smetterla di fuggire.- le disse.
-...ti ringrazio per queste parole... sei molto sicura...- rispose l'albina, arrossendo lievemente e sorridendo allo specchio. Alla fine sapeva che non avrebbe fatto nulla, non era davvero in grado di dichiararsi. Non avrebbe resistito quando Marisa l'avrebbe respinta e sicuramente si sarebbe fatta del male.
-Ma... non sono io. Questo è solo ciò che vuole il tuo cuore.- le spiegò Kagami. L'albina alzò lo sguardo e si accigliò.
-Il mio cuore?....mi stai copiando ancora?-
-hai dimenticato che io non ho volontà mia? Posso solo comportarmi come le persone davanti a me.- concluse -e adesso credo che tu debba davvero andare, per cui arrivederci, giovane maga rosa.-
Il volto di Kagami svanì dallo specchio lasciando il posto a molta confusione e amarezza.
-....buona notte, Kagami....-
Si voltò, uscendo dal deposito e chiudendo la porta.
-Maga rosa...eh? ...mi piace come nome... sembra figo!- disse tra sé e sé, avviandosi al tempio per salutare Reimu.
A cavallo della sua scopa, sorvolò la Forest of Magic, diretta a casa per riposarsi un pò prima di preparare la cena. Il sole stava per tramontare ma la primavera era arrivata con tutta la sua maestosità perciò tutta la foresta si era nuovamente dipinta di verde. Era una così bella giornata che nulla poteva rovinarla.
Non poteva rivelare la verità, sapeva di andare dritta verso un burrone e dichiararsi significava di essere pronta a buttarsi giù.
Era debole e vigliacca, non l'avrebbe fatto.
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Ma c'è qualcuno che muore in un modo sanguinoso e truculento?
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]
Alice... pare veramente una Youkai di quelle uber quando spamma rivelazioni O_O pheego
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]
xDDD grazie per i commenti *w* mancano pochi giorni e finisce questa maratona di spammaggio dei capitoli X°D
Negli ultimi giorni l'albina andava e tornava dal tempio sempre più spesso per far visita a Kagami e per mantenere la parola data alla sacerdotessa. Aveva spiegato alla maestra che stava aiutando Reimu a mettere in ordine senza però rivelare alcun particolare.
Alcuni giorni prima, invece, aveva organizzato nuovamente un pic nic al quale avevano partecipato Hana, Wriggle e Rumia così la maga rosa prese al volo l'occasione per proporre al la youkai dell'oscurità una danmaku battle che si sarebbe dovuta tenere quel martedì, seguendo il consiglio che Wriggle le aveva dato tempo prima.
La sera era andata a dormire nervosa, sul comodino aveva dei fogli con abbozzati alcuni pattern e aveva scarabocchiato alcuni nomi per le sue spellcard. Le idee stavano arrivando pian piano ma non era ancora arrivata al punto di crearne una decente, voleva studiare ancora un po' le spellcard avversarie prima di poter essere sicura di creare una buona prima spell. Era solita a pensarci quasi sempre prima di dormire, arrivando dopo a pentirsene poiché faceva tardi e la notte non riusciva a dormire bene.
Era da alcuni mesi a quella parte che l'albina era preda di incubi che la spaventavano, dove vedeva un uomo offuscato che tentava di afferrarla. Nonostante l'odio che sentiva provenire da quell'oscura figura, Mitsuki non veniva sfiorata e l'uomo si arrabbiava di più. L'albina non capiva cosa stesse dicendo né perchè tentasse di afferrarla, ricordò però che una volta ci riuscì, quando lo sognò durante gli scontri al villaggio con Kagami. Ci pensò su e decise che successe semplicemente a causa della sua debilitazione fisica.
Anche se, dopo averci pensato ancora su, arrivò a scuotere il capo divertita. Per quanto possa far paura un sogno simile rimane pur sempre un sogno e quell'uomo non sarà stato altro che la manifestazione delle sue paure. Pensandola così sarebbe stato anche ovvio che nel sogno era riuscita a toccarla proprio durante lo scontro con Kagami: l'albina era davvero spaventata e in preda al panico, dovette lasciar posto ai suoi timori e “l'uomo oscuro del suo cuore” era riuscito a toccarla a causa del suo animo così debole in quel momento.
Era successo nuovamente così, quell'uomo era di fronte a lei. L'albina non riuscì a vedere che una sagoma sfocata che variava dal nero al verdastro passando per varie tonalità di grigio. La figura si ergeva davanti a lei e continuava a chiamarla. Mitsuki non lo comprendeva, restò a fissarlo per qualche secondo senza proferir parola, ma lui cercava imperterrito di allungare verso di lei quelle che sembravano le sue braccia.
La maga indietreggiò e, stanca della sua insistenza, gli intimò di andarsene.
L'uomo svanì pochi istanti dopo lasciando confusa l'albina poiché non era mai successo che svanisse prima di svegliarsi, quando un cerchio di luce apparve dietro la ragazza.
-t. ..e..o .i..a..i..-
Udì solo lettere sconnesse di parole impossibili da comprendere perchè la voce sembrava disturbata.
-...cosa?- chiese, cercando di capire cosa volesse dirle.
-..a.. .n ..e.i...lo-
Nulla, era impossibile comprenderla, la connessione era troppo debole. Mitsuki comprese che quella voce era qualcuno che cercava di chiamarla, non era simile alle voci che sentiva normalmente perchè se le voci erano un miscuglio di sussurri provenienti dal cielo e dalla terra, quella voce era un solo ed unico richiamo, probabilmente uno spirito che stava cercando aiuto.
Ma l'albina non riusciva a capire e la luce svanì, assieme al sogno.
-Ohi, sveglia! Oh bakatsuki!-
Mitsuki aprì gli occhi all'improvviso, svegliata da una voce familiare. Si voltò e riuscì ad inquadrare Marisa sull'uscio della cameretta, appoggiata alla porta con sguardo perplesso.
-Oh, finalmente! E' da cinque minuti che ti chiamo!- la rimproverò, mentre l'albina si issava e si stiracchiava per bene.
-Marisa! Ero profondamente addormentata, perdonami...- rispose con un tono leggermente mortificato.
-Avanti, vatti a lavare e vestiti, c'è Hana giù che ti aspetta da zé.- le spiegò. Mitsu dovette impiegarci un po' per connettere il cervello e per capire cosa stesse succedendo.
-CAZZO!- urlò all'improvviso, ricordatasi che era il giorno della sfida contro Rumia.
-Ohi ohi, che volgare! Hai preso tutto da me!- esclamò Marisa ridacchiando, mentre la sua allieva albina usciva di stanza correndo.
Dopo essersi sistemata, corse all'ingresso dove Hana la stava aspettando impaziente.
-Era ora! Ti stanno aspettando tutti!- la rimproverò, mentre Mitsu afferrava una scodellina e la riempiva di riso. Mangiare le avrebbe fatto bene e le avrebbe anche dato le forze per affrontare quello scontro.
-Tutti chi? Cosa combinate?- chiese curiosa la maga nera, osservando le due. Hana fu in procinto di parlare ma Mitsuki, con la bocca ancora piena di riso, la bloccò. Ingoiò il suo boccone e si inventò la prima scusa che le passava per la testa.
-Passeggiata, si, andiamo a farci una camminata in giro!- disse, afferrando Hana e quasi tirandosela fuori dalla porta. Marisa le fissò sconcertata.
-ehi! Vengo anche io!- disse, afferrando la sua scopa. Sia Mitsuki che Hana rimasero pietrificate dalla scioccante affermazione, ma Mitsuki cercò di fermarla.
-Ma dai lascia perdere, ti annoieresti! Perchè invece non vai alla Voile Library? Ho saputo che... Patchouli-san ha trovato nuovi libri interessanti!- raccontò, cercando di sviare la sua maestra. Di solito ci riusciva ma stavolta, Marisa, la fissò in modo strano. Mitsuki arrossì.
-...mi nascondi qualcosa?- le chiese, con voce bassa. L'albina scosse il capo cercando di non farsi scoprire.
-Ti giuro, è solo una passeggiata e nulla di più!- disse. La maga nera alzò le spalle e Mitsuki la salutò allegramente, prima di chiudersi la porta alle spalle e di saltare in groppa alla sua scopa, facendo salire anche l'amica che, ovviamente, non sapeva volare.
-Come sei arrivata fin qui da sola? Sono troppo fiera di te!- esclamò l'albina, sorridendo.
-Ringrazia i talismani che mi hai dato, si sono avvicinate delle fate con brutte intenzioni ma le ho respinte bene!- spiegò l'amica, ridacchiando -Dovrei esercitarmi anche io in una danmaku battle!-
-I talismani, eh?- ripetè l'amica, ricordandosi dei talismani che le diede Reimu quando andò sul monte Hakurei per la prima volta -Già, Reimu me li diede proprio per assicurarsi del mio ritorno a casa, tutta intera.- spiegò la maga rosa.
-Si, ricordo quando me l'hai raccontato. Comunque non ne hai mai avuto bisogno e ti ringrazio per averli dati a me!- disse l'amica, stringendo Mitsuki.
-Ma figurati, tanto non mi servirebbero più comunque, ho le mie carte.- rispose l'albina.
-Sai Mitsu, ultimamente ci sentiamo poco.- disse Hana, cambiando discorso.
-Poco...? Ma se facciamo un pic nic almeno ogni due settimane!-
-Beh, no... intendo, io e te ci vedevamo ogni giorno da piccole e adesso che sei una maga non riusciamo più a stare vicine come prima...-
L'albina restò in silenzio ad ascoltare la ragazza, rendendosi conto che in effetti era così. Anche quando organizzavano pic nic non c'era più quel dialogo di prima, anzi, si sentiva più a suo agio con Mayumi, Wriggle, Mystia e le altre che non con Hana. Si sentì male al solo pensarci poiché Hana era sempre stata la sua migliore amica.
-Mi dispiace...- le disse, tristemente.
-Ma no, dai. Credo che sia ora che io decida il mio futuro.- rivelò l'amica, seria.
-Cosa vedi nel tuo futuro? Cos'è che vuoi realmente fare?- chiese l'albina, curiosa.
-Voglio diventare forte, come te.- disse. L'albina si accigliò: lei era forte? -Voglio imparare a combattere e la magia mi attira molto... devo pensarci seriamente.- spiegò.
-...sarei felice se anche tu studiassi magia!- esclamò l'albina sorridendo. -Ma non venire a casa di Mari, eh!- aggiunse. L'amica restò perplessa.
-Mari...eh? Da quando la chiami con così tanta confidenza?- chiese, pensierosa.
-Ehm... beh è da alcuni giorni ormai che... essendo una Kirisame eh... insomma...- l'albina arrossì, non trovando le giuste parole per spiegarsi.
-Mitsu... non è che... tu e lei?-
-No, ma cosa, no!- rispose agitata l'albina che quasi non ribaltò la scopa rischiando di cadere e di far cadere l'amica -Non c'è nulla, non potrei nemmeno dirglielo!- spiegò.
-Dirglielo?! Ma allora ci ho visto bene, ti piace!- esclamò Hana, stringendosi all'amica per evitare di cadere se dovesse nuovamente perdere il controllo della scopa.
-Io...io...- non riuscì a parlare. Hana aveva colto nel segno ma l'albina si morse le labbra e restò in silenzio. -Ca... cambiando argomento, ho la sensazione che mi seguirà! Lo so! lo sento!- disse preoccupata. Hana si voltò ma alle loro spalle non c'era nessuno.
-E' solo una sensazione, vedrai che andrà alla Voile Library!- disse l'amica rincuorandola. Ma Mitsu non era tranquilla.
-Non lo so... era strana, mi fissava come se sapeva che le stavo mentendo...- spiegò l'albina.
-Tranquilla, andrà tutto bene oggi!- erano quasi arrivate al luogo dell'appuntamento: il Misty Lake. -Tu cerca di essere concentrata e fissa l'obiettivo senza distrarti, puoi farcela.- concluse.
-Prego gli dèi che non mi facciano brutti scherzi...- disse, mentre con la scopa planavano verso la foresta dei Bambù da dove intravidero Wriggle, Reisen e un globo nero galleggiante che probabilmente si trattava di Rumia.
L'albina smontò dalla scopa assieme ad Hana e si guardò intorno grattandosi le mani. Era preoccupata per Marisa ma dato che non pareva averla seguita e non sembrava essere nei paraggi, decise che la cosa molto più importante da fare era quella di vincere lo scontro contro Rumia.
Si avvicinò al globo nero che galleggiava sbattendo contro gli alberi attorno alla riva, trattenne a stento una risata: conosceva bene l'amica e sapeva che quel globo non lo causava volontariamente. La settimana prima dovettero cercarla nel globo stesso per un'ora prima di iniziare il pic nic. Avere Rumia come compagnia era sempre molto divertente, tranne che quando tentava di mangiare gli umani, s'intende.
-Ehi, Rumia!- chiamò l'albina. Sentì qualcosa vociferare da dentro il globo, probabilmente un "Ahiahiahi!" derivato dallo scontro frontale con la pianta. -Rumiaaaa! Esci da lì, su!- implorò l'albina. Già era difficile sostenere uno scontro in condizioni normali, figuriamoci se al totale buio non generato volontariamente.
La youkai dell'oscurità riuscì, non si sa come, a far sparire il globo e le ragazze dovettero sospirare poiché non pensavano che se la sarebbero cavata così in fretta. La youkai apparve con una smorfia, le mani sulla fronte e un bel bernoccolo pulsante.
-Che male!- disse, massaggiandosi la fronte. Mitsuki si avvicinò all'amica.
-Sei pronta?- le chiese, cercando di essere più sicura e determinata possibile anche se in realtà tremava di paura.
-Ma certo!!- disse lei, mettendosi in guardia.
Era fatta, finalmente lo scontro era iniziato.
Mitsuki inclinò il manico in avanti e mostrò le sue carte, che lanciò velocemente contro la youkai. Dal canto suo Rumia le evitava ritmicamente, venendo colpita da una su dieci.
-Non ci siamo, serve più velocità- osservò Wriggle, intenta a studiare i movimenti dell'albina. Hana guardò lo scontro curiosa.
-Sei gentile ad aiutarla.-
-E' un'amica, mi fa piacere darle una mano!- rispose la youkai lucciola con molta gentilezza.
Intanto Rumia lanciava delle sfere azzurre luminescenti in gruppi da tre a poca distanza l'una dall'altra. Mitsuki si spostò tranquillamente, senza riportare nemmeno un graffio.
-Probabilmente userà lo stesso le sue spellcard, dubito che abbia capito cosa le ho detto prima..- spiegò Wriggle, perplessa. -Anche se le ho detto di non usarle per oggi...-
-Non c'è bisogno... sei gentile, ma così farai sentire Mitsuki come se fosse inferiore...- spiegò Hana, con sguardo triste.
-Ah... non ci avevo pensato!- esclamò Wriggle, mordendosi le labbra.
-Ma dai, le spellcard di Rumia sono abbastanza semplici, Mitsu ha parecchie chance, stavolta!- osservò Reisen.
-L'ultima è abbastanza difficile per una come Mitsuki.- spiegò una voce alle loro spalle. Le tre sussultarono e si voltarono stupite.
Hana se lo doveva aspettare poichè Mitsuki l'aveva avvisata: era Marisa.
-Marisa-san! Ma...- Hana si zittì, probabilmente voleva obiettare ma ormai la maga nera era arrivata e aveva scoperto tutto, non restava che assistere assieme allo scontro.
-Quella baka, avrebbe dovuto dirmelo.- replicò la maga offesa -Sono io la sua sensei, è compito mio istruirla e spiegarle dove sbaglia.- aggiunse, osservandola mentre evitava sette gruppi di dieci danmaku scarlatti, sparati a gran velocità e uno accanto all'altro.
Hana osservò lo sguardo di Marisa, si notava quanto fosse davvero delusa a causa di quel segreto e pensò che Mitsuki avesse sbagliato a tenerglielo nascosto. Ripensò alla confessione di poco prima e immaginò che se l'amica avesse combattuto sotto lo sguardo della ragazza che le piaceva non si sarebbe concentrata abbastanza.
Notò lo sguardo della maga nera che si rilassò, iniziandosi a gustare lo scontro e non mancando di elogiare l'allieva quando eseguiva schivate di ottimo livello.
-Ahh! Adesso ti faccio vedere!- urlò Rumia, estraendo una spellcard dalla tasca. Wriggle e le altre se lo aspettavano, ma anche Mitsu non diede l'impressione di essere sorpresa. -Night Sign 'Night Bird'- urlò. Il cielo divenne scuro per opera della spellcard e iniziò a lanciare molte scie di danmaku disposti a semicerchio ma con angolazioni differenti: una scia era azzurra e una blu. Mitsuki si impegnò a schivarle zigzagando regolarmente tra di loro, cercando di mantenere la calma. Si rese conto che fin tanto che restava calma e tranquilla riusciva a schivare perfettamente. Capì inoltre che muoversi era inutile: se fosse restata ferma nello spazio tra un danmaku e un altro, le sarebbero passati tutti ai lati.
Marisa esultò per l'intelligenza dell'albina.
-Bravissima da zé! Fai vedere di chi sei allieva!- la incitò, anche se Mitsuki non pareva averla sentita.
Distrusse la prima spellcard e Rumia passò a lanciarle addosso scariche di cinque laser seguite da danmaku color smeraldo disposti in due gruppi da dieci ciascuno. Mitsuki venne sfiorata da un laser, ma capì che il modo migliore per scansarli era di spostarsi all'ultimo momento dal lato opposto: così facendo, Rumia avrebbe lanciato laser e danmaku dall'altro lato e Mitsuki avrebbe potuto continuare e sparare le carte tranquillamente.
-Perfetto!- gioì Reisen, seguendo lo scontro con euforia.
-Darkness Sign 'Demarcation'- Rumia dichiarò la sua seconda e ultima spellcard, sparando contro l'albina una raffica di danmaku blu, verdi e rossi ad incrocio, seguiti da quattro gruppi ammucchiati di danmaku che si avviavano verso la maga contorcendosi come serpenti. L'albina fu presa alla sprovvista, odiava i danmaku che si intrecciavano perchè non riusciva a capire bene quando passare o meno. In quel caso doveva superare tre file e stare attenta a non beccarsi addosso la scia di danmaku azzurri che strisciava verso di lei come un rettile. Cercò di calmarsi e strinse il manico della scopa.
-Avanti, Mitsu!- gridò la maga nera alla sua allieva.
Per sua grande sfortuna, il grido arrivò a Mitsuki che ne comprese subito la provenienza: Marisa la stava guardando. Bastò questa consapevolezza a farla sbandare e, nonostante la prima fila era già superata, beccò in pieno le altre due scie di danmaku ed evitò per pura fortuna i quattro gruppi "striscianti".
Era nei guai. La calma era andata a farsi benedire proprio verso la fine, quando le mancava pochissimo per vincere. Al secondo attacco non riuscì ad evitarne nessuno poichè la scopa tremava sotto di lei come tremavano le sue mani.
Le ragazze avevano capito che era in preda al panico e non avrebbe più riacquistato la tranquillità. Marisa per prima si rese conto di aver fatto una stupidaggine nell'incitarla e si morse le labbra.
Lo scontro si concluse con l'inaspettata vittoria di Rumia e così l'albina atterrò con sguardo afflitto, notando che Marisa la stava guardava con compassione pronta a dire qualcosa.
-No...non guardarmi così...non voglio essere compatita...non da te...- si disse a bassa voce.
Quasi non scoppiò a piangere per quella brutta figura, si sentiva mortificata, una fallita. A condire quel momento sentì il suono di alcuni scatti e capì che non erano state sole in quello scontro. Cosa sarebbe successo l'indomani? Tutti quanti avrebbero saputo di quanto fosse inutile?
Si voltò e tornò a casa da sola con la maestra che la seguiva da lontano, probabilmente resasi conto di essere stata lei ad averla messa in agitazione.
Entrò in casa, stremata e si andò a gettare sul letto.
-Potevo vincere....mancava pochissimo...- si disse. -perchè era li? Perchè mi ha vista?- si rigirò sul materasso, adirata e disperata allo stesso tempo.
L'indomani, un articolo risaltava sul Bunbunmaru News della tengu Aya: Il Fallimento di Mitsuki - L'allieva di Marisa battuta da Rumia!
Stringendo il giornale tra le mani, in quel momento si accorse di essere solo un fallimento.
Stage 20 - Il Fallimento di Gensokyo
Negli ultimi giorni l'albina andava e tornava dal tempio sempre più spesso per far visita a Kagami e per mantenere la parola data alla sacerdotessa. Aveva spiegato alla maestra che stava aiutando Reimu a mettere in ordine senza però rivelare alcun particolare.
Alcuni giorni prima, invece, aveva organizzato nuovamente un pic nic al quale avevano partecipato Hana, Wriggle e Rumia così la maga rosa prese al volo l'occasione per proporre al la youkai dell'oscurità una danmaku battle che si sarebbe dovuta tenere quel martedì, seguendo il consiglio che Wriggle le aveva dato tempo prima.
La sera era andata a dormire nervosa, sul comodino aveva dei fogli con abbozzati alcuni pattern e aveva scarabocchiato alcuni nomi per le sue spellcard. Le idee stavano arrivando pian piano ma non era ancora arrivata al punto di crearne una decente, voleva studiare ancora un po' le spellcard avversarie prima di poter essere sicura di creare una buona prima spell. Era solita a pensarci quasi sempre prima di dormire, arrivando dopo a pentirsene poiché faceva tardi e la notte non riusciva a dormire bene.
Era da alcuni mesi a quella parte che l'albina era preda di incubi che la spaventavano, dove vedeva un uomo offuscato che tentava di afferrarla. Nonostante l'odio che sentiva provenire da quell'oscura figura, Mitsuki non veniva sfiorata e l'uomo si arrabbiava di più. L'albina non capiva cosa stesse dicendo né perchè tentasse di afferrarla, ricordò però che una volta ci riuscì, quando lo sognò durante gli scontri al villaggio con Kagami. Ci pensò su e decise che successe semplicemente a causa della sua debilitazione fisica.
Anche se, dopo averci pensato ancora su, arrivò a scuotere il capo divertita. Per quanto possa far paura un sogno simile rimane pur sempre un sogno e quell'uomo non sarà stato altro che la manifestazione delle sue paure. Pensandola così sarebbe stato anche ovvio che nel sogno era riuscita a toccarla proprio durante lo scontro con Kagami: l'albina era davvero spaventata e in preda al panico, dovette lasciar posto ai suoi timori e “l'uomo oscuro del suo cuore” era riuscito a toccarla a causa del suo animo così debole in quel momento.
Era successo nuovamente così, quell'uomo era di fronte a lei. L'albina non riuscì a vedere che una sagoma sfocata che variava dal nero al verdastro passando per varie tonalità di grigio. La figura si ergeva davanti a lei e continuava a chiamarla. Mitsuki non lo comprendeva, restò a fissarlo per qualche secondo senza proferir parola, ma lui cercava imperterrito di allungare verso di lei quelle che sembravano le sue braccia.
La maga indietreggiò e, stanca della sua insistenza, gli intimò di andarsene.
L'uomo svanì pochi istanti dopo lasciando confusa l'albina poiché non era mai successo che svanisse prima di svegliarsi, quando un cerchio di luce apparve dietro la ragazza.
-t. ..e..o .i..a..i..-
Udì solo lettere sconnesse di parole impossibili da comprendere perchè la voce sembrava disturbata.
-...cosa?- chiese, cercando di capire cosa volesse dirle.
-..a.. .n ..e.i...lo-
Nulla, era impossibile comprenderla, la connessione era troppo debole. Mitsuki comprese che quella voce era qualcuno che cercava di chiamarla, non era simile alle voci che sentiva normalmente perchè se le voci erano un miscuglio di sussurri provenienti dal cielo e dalla terra, quella voce era un solo ed unico richiamo, probabilmente uno spirito che stava cercando aiuto.
Ma l'albina non riusciva a capire e la luce svanì, assieme al sogno.
-Ohi, sveglia! Oh bakatsuki!-
Mitsuki aprì gli occhi all'improvviso, svegliata da una voce familiare. Si voltò e riuscì ad inquadrare Marisa sull'uscio della cameretta, appoggiata alla porta con sguardo perplesso.
-Oh, finalmente! E' da cinque minuti che ti chiamo!- la rimproverò, mentre l'albina si issava e si stiracchiava per bene.
-Marisa! Ero profondamente addormentata, perdonami...- rispose con un tono leggermente mortificato.
-Avanti, vatti a lavare e vestiti, c'è Hana giù che ti aspetta da zé.- le spiegò. Mitsu dovette impiegarci un po' per connettere il cervello e per capire cosa stesse succedendo.
-CAZZO!- urlò all'improvviso, ricordatasi che era il giorno della sfida contro Rumia.
-Ohi ohi, che volgare! Hai preso tutto da me!- esclamò Marisa ridacchiando, mentre la sua allieva albina usciva di stanza correndo.
Dopo essersi sistemata, corse all'ingresso dove Hana la stava aspettando impaziente.
-Era ora! Ti stanno aspettando tutti!- la rimproverò, mentre Mitsu afferrava una scodellina e la riempiva di riso. Mangiare le avrebbe fatto bene e le avrebbe anche dato le forze per affrontare quello scontro.
-Tutti chi? Cosa combinate?- chiese curiosa la maga nera, osservando le due. Hana fu in procinto di parlare ma Mitsuki, con la bocca ancora piena di riso, la bloccò. Ingoiò il suo boccone e si inventò la prima scusa che le passava per la testa.
-Passeggiata, si, andiamo a farci una camminata in giro!- disse, afferrando Hana e quasi tirandosela fuori dalla porta. Marisa le fissò sconcertata.
-ehi! Vengo anche io!- disse, afferrando la sua scopa. Sia Mitsuki che Hana rimasero pietrificate dalla scioccante affermazione, ma Mitsuki cercò di fermarla.
-Ma dai lascia perdere, ti annoieresti! Perchè invece non vai alla Voile Library? Ho saputo che... Patchouli-san ha trovato nuovi libri interessanti!- raccontò, cercando di sviare la sua maestra. Di solito ci riusciva ma stavolta, Marisa, la fissò in modo strano. Mitsuki arrossì.
-...mi nascondi qualcosa?- le chiese, con voce bassa. L'albina scosse il capo cercando di non farsi scoprire.
-Ti giuro, è solo una passeggiata e nulla di più!- disse. La maga nera alzò le spalle e Mitsuki la salutò allegramente, prima di chiudersi la porta alle spalle e di saltare in groppa alla sua scopa, facendo salire anche l'amica che, ovviamente, non sapeva volare.
-Come sei arrivata fin qui da sola? Sono troppo fiera di te!- esclamò l'albina, sorridendo.
-Ringrazia i talismani che mi hai dato, si sono avvicinate delle fate con brutte intenzioni ma le ho respinte bene!- spiegò l'amica, ridacchiando -Dovrei esercitarmi anche io in una danmaku battle!-
-I talismani, eh?- ripetè l'amica, ricordandosi dei talismani che le diede Reimu quando andò sul monte Hakurei per la prima volta -Già, Reimu me li diede proprio per assicurarsi del mio ritorno a casa, tutta intera.- spiegò la maga rosa.
-Si, ricordo quando me l'hai raccontato. Comunque non ne hai mai avuto bisogno e ti ringrazio per averli dati a me!- disse l'amica, stringendo Mitsuki.
-Ma figurati, tanto non mi servirebbero più comunque, ho le mie carte.- rispose l'albina.
-Sai Mitsu, ultimamente ci sentiamo poco.- disse Hana, cambiando discorso.
-Poco...? Ma se facciamo un pic nic almeno ogni due settimane!-
-Beh, no... intendo, io e te ci vedevamo ogni giorno da piccole e adesso che sei una maga non riusciamo più a stare vicine come prima...-
L'albina restò in silenzio ad ascoltare la ragazza, rendendosi conto che in effetti era così. Anche quando organizzavano pic nic non c'era più quel dialogo di prima, anzi, si sentiva più a suo agio con Mayumi, Wriggle, Mystia e le altre che non con Hana. Si sentì male al solo pensarci poiché Hana era sempre stata la sua migliore amica.
-Mi dispiace...- le disse, tristemente.
-Ma no, dai. Credo che sia ora che io decida il mio futuro.- rivelò l'amica, seria.
-Cosa vedi nel tuo futuro? Cos'è che vuoi realmente fare?- chiese l'albina, curiosa.
-Voglio diventare forte, come te.- disse. L'albina si accigliò: lei era forte? -Voglio imparare a combattere e la magia mi attira molto... devo pensarci seriamente.- spiegò.
-...sarei felice se anche tu studiassi magia!- esclamò l'albina sorridendo. -Ma non venire a casa di Mari, eh!- aggiunse. L'amica restò perplessa.
-Mari...eh? Da quando la chiami con così tanta confidenza?- chiese, pensierosa.
-Ehm... beh è da alcuni giorni ormai che... essendo una Kirisame eh... insomma...- l'albina arrossì, non trovando le giuste parole per spiegarsi.
-Mitsu... non è che... tu e lei?-
-No, ma cosa, no!- rispose agitata l'albina che quasi non ribaltò la scopa rischiando di cadere e di far cadere l'amica -Non c'è nulla, non potrei nemmeno dirglielo!- spiegò.
-Dirglielo?! Ma allora ci ho visto bene, ti piace!- esclamò Hana, stringendosi all'amica per evitare di cadere se dovesse nuovamente perdere il controllo della scopa.
-Io...io...- non riuscì a parlare. Hana aveva colto nel segno ma l'albina si morse le labbra e restò in silenzio. -Ca... cambiando argomento, ho la sensazione che mi seguirà! Lo so! lo sento!- disse preoccupata. Hana si voltò ma alle loro spalle non c'era nessuno.
-E' solo una sensazione, vedrai che andrà alla Voile Library!- disse l'amica rincuorandola. Ma Mitsu non era tranquilla.
-Non lo so... era strana, mi fissava come se sapeva che le stavo mentendo...- spiegò l'albina.
-Tranquilla, andrà tutto bene oggi!- erano quasi arrivate al luogo dell'appuntamento: il Misty Lake. -Tu cerca di essere concentrata e fissa l'obiettivo senza distrarti, puoi farcela.- concluse.
-Prego gli dèi che non mi facciano brutti scherzi...- disse, mentre con la scopa planavano verso la foresta dei Bambù da dove intravidero Wriggle, Reisen e un globo nero galleggiante che probabilmente si trattava di Rumia.
L'albina smontò dalla scopa assieme ad Hana e si guardò intorno grattandosi le mani. Era preoccupata per Marisa ma dato che non pareva averla seguita e non sembrava essere nei paraggi, decise che la cosa molto più importante da fare era quella di vincere lo scontro contro Rumia.
Si avvicinò al globo nero che galleggiava sbattendo contro gli alberi attorno alla riva, trattenne a stento una risata: conosceva bene l'amica e sapeva che quel globo non lo causava volontariamente. La settimana prima dovettero cercarla nel globo stesso per un'ora prima di iniziare il pic nic. Avere Rumia come compagnia era sempre molto divertente, tranne che quando tentava di mangiare gli umani, s'intende.
-Ehi, Rumia!- chiamò l'albina. Sentì qualcosa vociferare da dentro il globo, probabilmente un "Ahiahiahi!" derivato dallo scontro frontale con la pianta. -Rumiaaaa! Esci da lì, su!- implorò l'albina. Già era difficile sostenere uno scontro in condizioni normali, figuriamoci se al totale buio non generato volontariamente.
La youkai dell'oscurità riuscì, non si sa come, a far sparire il globo e le ragazze dovettero sospirare poiché non pensavano che se la sarebbero cavata così in fretta. La youkai apparve con una smorfia, le mani sulla fronte e un bel bernoccolo pulsante.
-Che male!- disse, massaggiandosi la fronte. Mitsuki si avvicinò all'amica.
-Sei pronta?- le chiese, cercando di essere più sicura e determinata possibile anche se in realtà tremava di paura.
-Ma certo!!- disse lei, mettendosi in guardia.
Era fatta, finalmente lo scontro era iniziato.
Mitsuki inclinò il manico in avanti e mostrò le sue carte, che lanciò velocemente contro la youkai. Dal canto suo Rumia le evitava ritmicamente, venendo colpita da una su dieci.
-Non ci siamo, serve più velocità- osservò Wriggle, intenta a studiare i movimenti dell'albina. Hana guardò lo scontro curiosa.
-Sei gentile ad aiutarla.-
-E' un'amica, mi fa piacere darle una mano!- rispose la youkai lucciola con molta gentilezza.
Intanto Rumia lanciava delle sfere azzurre luminescenti in gruppi da tre a poca distanza l'una dall'altra. Mitsuki si spostò tranquillamente, senza riportare nemmeno un graffio.
-Probabilmente userà lo stesso le sue spellcard, dubito che abbia capito cosa le ho detto prima..- spiegò Wriggle, perplessa. -Anche se le ho detto di non usarle per oggi...-
-Non c'è bisogno... sei gentile, ma così farai sentire Mitsuki come se fosse inferiore...- spiegò Hana, con sguardo triste.
-Ah... non ci avevo pensato!- esclamò Wriggle, mordendosi le labbra.
-Ma dai, le spellcard di Rumia sono abbastanza semplici, Mitsu ha parecchie chance, stavolta!- osservò Reisen.
-L'ultima è abbastanza difficile per una come Mitsuki.- spiegò una voce alle loro spalle. Le tre sussultarono e si voltarono stupite.
Hana se lo doveva aspettare poichè Mitsuki l'aveva avvisata: era Marisa.
-Marisa-san! Ma...- Hana si zittì, probabilmente voleva obiettare ma ormai la maga nera era arrivata e aveva scoperto tutto, non restava che assistere assieme allo scontro.
-Quella baka, avrebbe dovuto dirmelo.- replicò la maga offesa -Sono io la sua sensei, è compito mio istruirla e spiegarle dove sbaglia.- aggiunse, osservandola mentre evitava sette gruppi di dieci danmaku scarlatti, sparati a gran velocità e uno accanto all'altro.
Hana osservò lo sguardo di Marisa, si notava quanto fosse davvero delusa a causa di quel segreto e pensò che Mitsuki avesse sbagliato a tenerglielo nascosto. Ripensò alla confessione di poco prima e immaginò che se l'amica avesse combattuto sotto lo sguardo della ragazza che le piaceva non si sarebbe concentrata abbastanza.
Notò lo sguardo della maga nera che si rilassò, iniziandosi a gustare lo scontro e non mancando di elogiare l'allieva quando eseguiva schivate di ottimo livello.
-Ahh! Adesso ti faccio vedere!- urlò Rumia, estraendo una spellcard dalla tasca. Wriggle e le altre se lo aspettavano, ma anche Mitsu non diede l'impressione di essere sorpresa. -Night Sign 'Night Bird'- urlò. Il cielo divenne scuro per opera della spellcard e iniziò a lanciare molte scie di danmaku disposti a semicerchio ma con angolazioni differenti: una scia era azzurra e una blu. Mitsuki si impegnò a schivarle zigzagando regolarmente tra di loro, cercando di mantenere la calma. Si rese conto che fin tanto che restava calma e tranquilla riusciva a schivare perfettamente. Capì inoltre che muoversi era inutile: se fosse restata ferma nello spazio tra un danmaku e un altro, le sarebbero passati tutti ai lati.
Marisa esultò per l'intelligenza dell'albina.
-Bravissima da zé! Fai vedere di chi sei allieva!- la incitò, anche se Mitsuki non pareva averla sentita.
Distrusse la prima spellcard e Rumia passò a lanciarle addosso scariche di cinque laser seguite da danmaku color smeraldo disposti in due gruppi da dieci ciascuno. Mitsuki venne sfiorata da un laser, ma capì che il modo migliore per scansarli era di spostarsi all'ultimo momento dal lato opposto: così facendo, Rumia avrebbe lanciato laser e danmaku dall'altro lato e Mitsuki avrebbe potuto continuare e sparare le carte tranquillamente.
-Perfetto!- gioì Reisen, seguendo lo scontro con euforia.
-Darkness Sign 'Demarcation'- Rumia dichiarò la sua seconda e ultima spellcard, sparando contro l'albina una raffica di danmaku blu, verdi e rossi ad incrocio, seguiti da quattro gruppi ammucchiati di danmaku che si avviavano verso la maga contorcendosi come serpenti. L'albina fu presa alla sprovvista, odiava i danmaku che si intrecciavano perchè non riusciva a capire bene quando passare o meno. In quel caso doveva superare tre file e stare attenta a non beccarsi addosso la scia di danmaku azzurri che strisciava verso di lei come un rettile. Cercò di calmarsi e strinse il manico della scopa.
-Avanti, Mitsu!- gridò la maga nera alla sua allieva.
Per sua grande sfortuna, il grido arrivò a Mitsuki che ne comprese subito la provenienza: Marisa la stava guardando. Bastò questa consapevolezza a farla sbandare e, nonostante la prima fila era già superata, beccò in pieno le altre due scie di danmaku ed evitò per pura fortuna i quattro gruppi "striscianti".
Era nei guai. La calma era andata a farsi benedire proprio verso la fine, quando le mancava pochissimo per vincere. Al secondo attacco non riuscì ad evitarne nessuno poichè la scopa tremava sotto di lei come tremavano le sue mani.
Le ragazze avevano capito che era in preda al panico e non avrebbe più riacquistato la tranquillità. Marisa per prima si rese conto di aver fatto una stupidaggine nell'incitarla e si morse le labbra.
Lo scontro si concluse con l'inaspettata vittoria di Rumia e così l'albina atterrò con sguardo afflitto, notando che Marisa la stava guardava con compassione pronta a dire qualcosa.
-No...non guardarmi così...non voglio essere compatita...non da te...- si disse a bassa voce.
Quasi non scoppiò a piangere per quella brutta figura, si sentiva mortificata, una fallita. A condire quel momento sentì il suono di alcuni scatti e capì che non erano state sole in quello scontro. Cosa sarebbe successo l'indomani? Tutti quanti avrebbero saputo di quanto fosse inutile?
Si voltò e tornò a casa da sola con la maestra che la seguiva da lontano, probabilmente resasi conto di essere stata lei ad averla messa in agitazione.
Entrò in casa, stremata e si andò a gettare sul letto.
-Potevo vincere....mancava pochissimo...- si disse. -perchè era li? Perchè mi ha vista?- si rigirò sul materasso, adirata e disperata allo stesso tempo.
L'indomani, un articolo risaltava sul Bunbunmaru News della tengu Aya: Il Fallimento di Mitsuki - L'allieva di Marisa battuta da Rumia!
Stringendo il giornale tra le mani, in quel momento si accorse di essere solo un fallimento.
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]
Spero che Sanae venga brutalmente stuprata e sbranata da un cane.
Edit: Potrei anche fare delle critiche costruttive, ma prima mi sa che dovrei leggere la fict.
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]
Letto di nuovo tutto, Aya non ha pietà XD.
Spoiler! :
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]
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(ps. Aya scrive anche notizie simili?... DDD: la mia Youkai deve stare attenta!)
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]
Stage 21 - Una rischiosa vendetta
Gettò il giornale sul letto, arrabbiata. Fissò il titolo di questo senza realmente vederlo, sapendo che ormai aveva ben poche chance di raggiungere l'obiettivo che si era sempre imposta: essere brava e amata da tutti (o quasi tutti) come la sua maestra Marisa.
Si alzò dal letto, seccata e con sguardo triste, decisa ad andare a sfogarsi con l'unica persona che poteva capirla. Non aveva ancora finito di mettere a posto il deposito per cui aveva ancora una scusa per andare da lei senza che nessuno scoprisse la verità.
Prese il giornale e scese le scale, dirigendosi verso l'ingresso dell'abitazione quando Marisa le apparve alle spalle, chiamandola.
-Dov'è che vai così di fretta e senza nemmeno avvisare da zé?- chiese, voltando la sua allieva.
-Io... beh...-
-Vai al tempio di nuovo? Con quel giornale?- le chiese, scrutandola con i suoi occhi color ambra. -Sei sicura di andare solo a mettere a posto? Non me la racconti giusta.-
L'albina ebbe un fremito, Marisa stava iniziando a sospettare qualcosa e doveva assolutamente correre ai ripari prima che intuisse la verità. Non poteva dirle che andava al tempio, ma se poi l'avesse seguita? Doveva cambiare i suoi piani. Poteva andare al villaggio a trovare Hana, però sarebbe stato assurdo tornarvici subito dopo essere andata fuori di scena come l'ultima volta.
Non aveva alternative, sapeva che Mayumi non c'era ed era inutile andare alla Voile Library, non sapeva nemmeno dove si trovava la villa Yakumo per far visita a Shizuka, si seccava di andare alla ricerca del quartetto delle stupide, per cui non le rimaneva che andare al villaggio.
-Ecco... no... non vado al tempio... - disse l'albina, arrossendo. Marisa la fissò con perplessità.
-Ah, no? Ma stai uscendo, giusto?- chiese, storcendo la bocca.
-Beh... si, per prendere una boccata d'aria... dopo questa notizia io...- si voltò di lato, guardandosi i piedi.
-Tu..?- chiese la maga, mentre sfogliava rapidamente un libro aperto sul mobile adiacente.
-...io... nulla, lasciamo stare.- concluse, con una espressione abbastanza imbarazzata e non sapendo cosa dire.
Percepì lo sguardo della maestra fisso su di lei.
-...Mitsu, c'è qualcosa che devi dirmi?- chiese.
-Assolutamente no!- si affrettò a rispondere, voltandosi e avviandosi verso l'ingresso. -ah...si.- disse, fermandosi.
-Ah si? Ah no? Ah forse? Vuoi parlare zé?- la maga bionda fissò l'allieva con sguardo severo.
-Beh, voglio farmi un giro al villaggio, ecco.- si affrettò a dire, Marisa si accigliò.
-Per quale motivo? Vai a trovare Hana?- chiese, osservando l'albina annuire. -Oh beh, ma stavolta vedi di non farti promettere in sposa da nessuno.- disse.
L'albina annuì nuovamente e prese la sciarpa di cotone, avvolgendosela al collo. Si voltò e appoggiò la mano sulla maniglia della porta, pensando.
-.... Mari.... cioè....- iniziò col dire, incerta. La maga nera, che era tornata in cucina, si affacciò nuovamente all'ingresso, mangiucchiando un biscotto. -...come sai del mio matrimonio programmato?-
Quasi le andò di traverso, per cui dovette darsi dei pugni al petto per non soffocare. Sospirò, si grattò il capo, fissando la ragazza sull'uscio.
-...me l'ha detto Kourin, ecco.- rispose.
Anche Mitsu sospirò e aprì la porta.
-Nee, Mitsuki.- la chiamò nuovamente Marisa. -...hai davvero dimenticato Alice, vero?- l'albina si bloccò -Intendo, l'ho incontrata l'altro giorno ed era alquanto scazzata, più del solito comunque... Non vorrei che se tu ti avvicinassi ti potesse far del male da zé...-
Mitsuki si voltò, con un'espressione disgustata.
-Quanto la detesto...- farfugliò, uscendo e chiudendosi la porta dietro di sé.
Era andata via da un paio di settimane e nulla era cambiato al villaggio: il solito panettiere che vendeva il pane, il solito pescivendolo che vendeva il pesce, la balia con i bambini, il falegname e il fabbro, il muratore che riparava e costruiva, i ragazzi che apprendevano il mestiere dai genitori.
La monotonia si sentiva nell'aria come il profumo del cibo in vendita sulle bancarelle e come il sudore dei lavoratori.
L'albina si intrufolò per le strade vestita come al solito con l'uniforme rosa, attirando l'attenzione di tutti i presenti. All'albina non interessava essere guardata da loro, avanzò a passo svelto diretta verso l'orfanotrofio per andare a trovare Natsu che non vedeva da molto tempo. Non pensò minimamente di passare dal ristorante, meno entrava in contatto con i suoi genitori meglio sarebbe stato per lei.
Pensò fosse una buona occasione per salutare l'amica, aveva spesso chiesto ad Hana di lei e voleva rivederla poiché le era sembrata davvero molto simpatica sin dalla prima volta in cui le parlò, per cui si diresse verso l'edificio in pietra situato più a nord del villaggio.
Mentre si avvicinava all'orfanotrofio, però, notò alcuni ragazzi che stavano urlando proprio davanti all'ingresso e, curiosa, vi si avvicinò per vedere cosa stava accadendo. Riuscì a distinguere alcuni dei presenti: Natsu, assieme ad un ragazzo dai lunghi capelli corvini che riconobbe come Tsubasa ed erano a capo di un gruppetto formato da quattro ragazzini; di fronte a loro c'era Kaname, seguita dalle sue due tirapiedi Saki e Rei e dal cugino di Kaname, un ragazzo castano molto carino che si chiamava Hideki.
Notò che la lotta era tra Natsu, Tsubasa, Kaname e Hideki, ma non capì perchè stavano litigando poiché le urla erano sovrastate da altre urla e notò che anche altri ragazzi si erano affacciati dalle finestre dell'edificio per seguire quello spettacolo assurdo. Sentì pesanti offese volare tra le due fazioni e capì che la situazione doveva essere alquanto grave ma non aveva idea se intervenire o meno, per cui decise di restare ferma ad osservare la scena finchè Kaname e i suoi non se ne andarono con aria non curante e altezzosa, lasciando dietro di sé il gruppetto di ragazzi che tremavano furiosi.
Mitsuki si avvicinò ai suoi amici, ancora lividi dalla rabbia.
-Natsu... Tsubasa...che succede qui?- chiese Mitsu, sconcertata.
-Mitsu!!- urlò la brunetta, assaltando l'amica e abbracciandola inaspettatamente. -Oddio non ti immagini che casino! Quella maledetta forlecca ci ha rotto davvero i coglioni!-
-...for...che? ...che succede?- l'albina era alquanto disorientata e i ragazzi la invitarono ad entrare per le spiegazioni.
L'orfanotrofio era un edificio non troppo grande ma arredato con molta semplicità, ospitava circa venti ragazzini orfani di tutte le età. Non tutti avevano perso entrambi i genitori infatti molti di loro avevano perso un solo parente, che spesso era il padre. La madre, ritrovatasi sola, non poteva badare al figlio e lo affidava in custodia all'orfanotrofio mentre lei tornava a svolgere il lavoro che un tempo eseguiva il marito defunto.
Tsubasa fece accomodare l'albina in un piccolo salottino adibito anche a campo giochi. Per terra erano sparsi tre bambini che gattonavano inseguendo palline o litigavano tra di loro per una bambola di pezza. Una bambina strappò la bambolina all'altra e le fece una linguaccia.
-Tsubasa... mi sorprende vederti qui.- disse l'albina, curiosa. L'amico dai capelli corvini si accomodò accanto a lei, seguito da Natsu e da un altro ragazzino che all'apparenza non poteva avere più di tredici anni.
-Natsu mi ha chiamato per una riparazione, mio padre è un fabbro e io conosco il mestiere, per questo sono qui.- spiegò, mentre l'amica le versava del tè.
-E per quale motivo è venuta Kaname? Questo posto non mi sembra degno della beneamata figlia del sindaco.- chiese ancora l'albina, sorseggiando il suo tè.
-Quella infame forlecca dei miei stivali sta cercando di prendersi un terreno che appartiene all'orfanotrofio.- si affrettò a spiegare Natsu. -Si tratta del terreno qui dietro, che usiamo per coltivare e insegnare ai bambini il mestiere di contadini.-
-Non ci credo! Che diamine vuole farne?- chiese sconcertata.
-Non ne ho la minima idea, ma qualunque sia non è buona sicuro.- rispose l'amica, poggiando la teiera e incrociando le braccia.
-Bah, quella schifosa infroccola mi ha rotto le rotelline.- aggiunse il ragazzetto seduto accanto a Natsu. Quest'ultima scoppiò a ridere, mentre Mitsuki cercava di capire cosa stessero dicendo.
Nel salottino apparve la figura di una donna di mezza età, una signora composta con i capelli raccolti che indossava un kimono che sembrava aver fatto il suo tempo. La donna aveva un'aria severa.
-Yukishiro-san! che succede?- chiese Natsu alla donna, fissandola perplessa.
-Una cosa che non va bene.- disse la donna, avvicinandosi ai ragazzi. -Mi sono dovuta appena scusare con dei contadini perchè pare che voi abbiate avuto la bella idea di litigare con Kaname-san e la sua comitiva.- concluse, aggiustando il vestitino ad uno dei tre bambini seduti a terra.
-Cosa? Che vuol dire che vi siete scusata con dei contadini?- chiese Tsubasa, sconcertato.
-Lei non ha nulla da scusarsi!- aggiunse Natsu, mentre il ragazzetto annuiva.
-Lo so.- disse la donna, prendendo le tazze dal tavolino. -ma vedete, quando litigate contro qualcuno di potente, ecco gli inconvenienti.- spiegò, osservando i presenti. -Hanno detto di essere passati qui per far visita ai bambini orfani e per spiegare un progetto che avevano in mente con il nostro terreno, però voi li avete orribilmente insultati senza motivo costringendoli ad andarsene via.-
-Ma è falso!- urlò il ragazzino, furioso. -Sono loro che ci hanno intimato di dargli il terreno e hanno iniziato ad offenderci!- spiegò.
-Lo so, ma non potevo contraddirli. Ho dovuto promettere loro che vi avrei punito non permettendovi di lasciare l'edificio per i prossimi cinque giorni.- concluse, allontanandosi con le tazze sporche.
-Ma cosa?? Non è giusto!- disse Natsu, furiosa. -maledizione a quella forlecca del cavolo!- esclamò, sbuffando.
-Scusatemi ma non capisco la punizione!- aggiunse l'albina, sconcertata.
-E' ovvio, ha dovuto prometterlo perchè se no le avrebbero tolto la gestione dell'orfanotrofio per incompetenza o qualcosa così.- spiegò Tsubasa, sospirando. -Yukishiro-san è una donna davvero splendida e responsabile, ama molto i suoi bambini. E' orribile che ci vada di mezzo lei, inoltre vogliono toglierle il suo unico campo...-
Mitsuki si alzò, nervosa.
-Basta, stavolta non la passa liscia. Avrei dovuto strangolarla quando ne avevo l'opportunità.- disse, grattandosi le mani.
-Eh, cosa?!- chiese perplessa Natsu, i ragazzi la fissarono sconcertati.
-...lasciamo perdere, devo pensare ad un piano.- disse, stringendo il Melodic Prism dal fiocco. -Ho trovato il modo per divertirmi un po'...- rise malignamente. -Tsubasa, mi serve anche il tuo aiuto!-
Quella sera al calar del sole Mitsuki, Tsubasa e Hana si erano appostati fuori dalla villa dove abitava Kaname. Natsu non era potuta andare con loro poiché doveva rispettare l'ingiusta punizione e aveva affidato le sue speranze all'albina pregandola di fargliela pagare.
La villa di Kaname, dove l'albina era stata durante la battaglia con Kagami, era una villa antica in tipico stile nipponico, composta da più di un edificio. L'edificio più lontano era quello dove alloggiava Kaname e vi si erano già avvicinati di soppiatto, senza farsi vedere e la stavano spiando mentre beveva del tè con le sue due amiche più fedeli.
Saki era una ragazzina dai capelli neri lunghi fino al bacino e leggermente mossi, teneva legata la frangia da una mollettina decorata con ghirigori impreziositi. Era la figlia di un orefice.
Rei era una ragazza con fisico un po' più abbondante, aveva i capelli corti a caschetto di colore castano chiaro ed era la figlia di un decoratore di ceramiche.
Le tre ridevano e chiacchieravano come galline, facendo pettegolezzi insulsi e frivoli su ciò che succedeva al villaggio e prendendo in giro alcune ragazze.
-Che pettegole...- esclamò Hana con una smorfia.
-Adesso dobbiamo attuare il piano.- disse l'albina.
Tsubasa sgattaiolò verso il laghetto dietro la casa con una cassa in legno tra le mani che Mitsuki gli aveva chiesto di fabbricare. Entrò in acqua lentamente e silenziosamente, posizionando la cassa verso il centro e premendola bene sul fondo per far si che non fosse notabile.
Hana fu ricoperta da un lenzuolo bianco e il ragazzo la fece salire sulla cassa, mentre l'albina osservava la scena da lontano per controllare se l'effetto era quello sperato.
In effetti non poteva essere migliore: una sorta di creatura bianca aleggiava sopra il laghetto. Mancava solo un po' di luce ed era lì che entrava in gioco la maga rosa e la sua brillante genialità.
Dopo aver ideato un piano del genere prendendo spunto da un vecchio libro non poteva che definirsi geniale, anche se era conscia che si stava solo dando forza per far si che il piano funzionasse alla perfezione.
Tsubasa le si avvicinò e annuì per darle il via libera così che l'albina capisse che era il momento di entrare in gioco. Congiunse le mani e sibilò qualche parola per poi disegnare una sorta di triangolo sopra di lei. Puntò il dito verso l'amica e il suo bianco telo iniziò a illuminarsi, divenendo sempre più bianco e luminoso come se fosse stato uno strato fosforescente.
In effetti lo scopo era proprio quello: lo strato fosforescente doveva farlo sembrare uno spettro e la cassa serviva a tenerla in piedi sul ciglio dell'acqua senza che sprofondasse, dando la sensazione di una creatura che fluttuava.
Il ragazzo si appostò sotto la finestra della camera dove le tre stavano ancora ridendo e parlando e iniziò a battere con le mani.
La camera sprofondò in un silenzio forzato, probabilmente le tre erano disorientate e stavano cercando di capire da dove provenissero i rumori.
L'albina alzò le braccia ai lati come per volare ma poi rivolse i palmi verso l'alto come se stesse sollevando qualcosa e incominciò a mormorare frasi indistinte finchè una folata di vento non attraversò il luogo.
Essendo primavera le finestre erano semi aperte per lasciar entrare un po' d'aria, per cui il vento entrò nella casa spegnendo ogni candela e scuotendo le lenzuola e i fogli.
-Ed ora... tocco finale.- disse l'albina, ridacchiando compiaciuta.
Hana iniziò a cantare con una voce molto modulata per evitare di farsi riconoscere, la sua voce uscì molto spettrale anche per via della magia che Mitsuki aveva adoperato su di lei. Cantava una canzone indistinta con parole probabilmente inventate sul momento.
Le tre dovevano averla sentita, perchè si diressero alla porta sul retro per controllare cosa stesse accadendo in giardino, luogo dal quale proveniva la voce.
La maga rosa congiunse nuovamente le mani e sospirò più volte, questa operazione richiamò dal nulla delle piccole luci che iniziarono ad ingrandirsi man mano per formare delle vere e proprie sfere di luci che ondeggiavano per tutto il luogo, ognuna di diversa grandezza.
Quando le tre si ritrovarono davanti il fantasma inquieto sul lago e i luminari ondeggianti iniziarono a gridare. Kaname cercò di mantenere la calma il più possibile ma era evidente che stava tremando.
A quel punto Hana smise di cantare e parlò, sempre con voce strana e distorta.
-Come avete osato, voi esseri infami e peccatori, tentare di portar via i beni appartenenti ai bambini dell'orfanotrofio?- dichiarò, facendo tremare ancor di più le tre.
-Chi...chi diavolo sei?- urlò Kaname, probabilmente l'unica in grado di ribellarsi, perchè le altre due erano pronte a fuggire via da un momento all'altro e si erano appostate sull'uscio.
-Io sono lo spirito di un bambino morto in quel luogo che state cercando di profanare!- continuò, con voce più seria e inquietante. -E adesso vi punirò per il vostro peccato!-
Saki e Rei dovevano essere proprio spaventate poichè fecero dietro front e scapparono ad una velocità incredibile, nonostante Kaname avesse tentato invano di tranquillizzarle.
Mitsuki si rese conto che non sarebbe caduta facilmente per cui intervenne ancora con la sua magia, richiamando prima il vento, che spaventò Kaname, poi altri luminari, lasciando che aleggiassero accanto alla ragazza terrorizzata.
Notando che tutto attorno a lei sembrava essere favorevole allo spirito, doveva aver capito che non si trattava di uno scherzo e scappò anche lei verso l'edificio principale, dal quale si udì successivamente la sua voce urlare il nome del padre.
Dopo che si erano accertati della fuga di Kaname, Hana si tolse il velo e scese dalla cassa la quale venne tempestivamente presa da Tsubasa.
I tre fuggirono di corsa, accertandosi di non essere visti né seguiti da nessuno.
-Si è cagata sotto!- esclamò Mitsuki ridendo, una volta messo piede nel quartiere est del villaggio al confine con la Forest of Magic.
Anche Hana e Tsubasa ridevano come pazzi, il piano era riuscito alla perfezione.
Ma le cose non vanno mai come si spera, difatti il giorno successivo l'albina si ritrovò chissà come nello studio di Keine-sensei che la stava letteralmente interrogando. Si chiese cosa diavolo ci facesse lì e come era potuta finirci in quel modo dopo il piano ben riuscito della sera prima. Che ci fosse stata una falla nel piano stesso? Oppure avevano scoperto il trucco?
-Le ho già detto la verità! Non ero al villaggio ieri sera!- urlò l'albina, che aveva ormai perso la pazienza. -Perchè continuate ad interrogarmi?-
La donna dai lunghi e lisci capelli celesti scrutò in silenzio la ragazzina, la quale sembrava nervosa.
-eppure nessuno ha varcato i cancelli, questo è assolutamente sicuro.-
-Come fate ad esserne sicura? Solo uno youkai può aver fatto quello che è successo ieri!-
-Ma tu come fai a sapere cosa è successo ieri?- la donna congiunse le mani dinanzi a sé, appoggiandovi il mento sopra. L'albina scostò lo sguardo, fissando il pavimento annerito della stanza.
-Ne... ne ho sentito parlare. Il Bunbunmaru News, sa? Aya-san dice sempre tutto- spiegò.
-Non mi sembrava che l'accaduto fosse spiegato in modo così dettagliato.-
-Nemmeno io so cosa è successo sul serio!- urlò, seguendo con lo sguardo la donna che si alzava dalla sedia dov'era seduta e si avvicinava alla finestra. -Keine-sensei! Non crederete davvero che abbia fatto qualche cazzata in stile Marisa? Non sono come lei!-
-No, ma posso credere che tu ti sia voluta vendicare- disse la donna -dopotutto Kaname è tua nemica sin da quando eravate bambine.- si voltò verso la maghetta -...e tu le hai tirato un pugno in faccia.-
L'albina aprì la bocca come per parlare ma poi strinse i denti, conscia di non sapere nemmeno lei cosa volesse dire.
-Mitsuki, dì la verità. Sei stata tu a fare quel casino alla villa di Kaname, ieri sera.- si avvicinò alla ragazza, la quale si alzò di scatto, con l'espressione di chi stesse per scoppiare a piangere.
-No, si sbaglia! Io sono innocente!- si voltò, cercando di calmarsi. -E...e ora, se non le dispiace, Marisa mi aspetta.- concluse, andando via con passo incerto, forse perchè spaventata che Keine la potesse fermare, cosa che non accadde.
Uscì dall'abitazione della mezza youkai e prese il volo con la sua scopa, dirigendosi verso la residenza di Marisa nel mezzo della Forest of Magic, stringendo il manico con tutta la sua rabbia.
Lei aveva fatto solo il suo dovere e questo era il ringraziamento?
Smontò dalla scopa ed entrò in casa, furiosa. Non poteva sopportare un affronto come quello di essere punita pubblicamente per aver dato una lezione a quella smorfiosa di Kaname.
Non mise nemmeno un piede in casa che si ritrovò travolta dallo sguardo accusatore di Marisa. La maga nera la fissò perplessa e curiosa, sicuramente conscia del perchè Keine l'aveva fatta chiamare, data la copia fresca del BunBunmaru News poggiato sul comò accanto alla porta che dava alla cucina: quando Mitsuki aveva appreso che l'accaduto era diventato di pubblico dominio, aveva lasciato il giornale sul divano.
-...che hai fatto?- chiese Marisa, con un tono naturale e non arrabbiato come l'albina si aspettava. Tuttavia non riusciva a sopportare quello sguardo.
Si voltò e si gettò in groppa alla sua scopa, fuggendo nuovamente e lasciandosi dietro le urla preoccupate della sua sensei.
Sotto il sole caldo di una primavera inoltrata la ragazzina attraversò la foresta dirigendosi al tempio Hakurei. Planò con agilità, saltando dalla scopa a pochi centimetri di altezza tra il suo mezzo e il suolo.
Non notò alcun movimento all'interno del tempio e non le sembrava ci fosse nessuno. Si diresse al magazzino senza indugi, aprendo la porta con il solito incanto e raggiungendo lo specchio che prese tra le mani e strinse, mentre si sedeva a terra con la schiena al muro.
-Stai piangendo?- chiese la solita voce fredda e adulta, dallo specchio.
-Mh..- mugolò la ragazzina, asciugandosi le lacrime che erano da poco iniziate a scorrere sul suo viso.
-Guarda che ti vedo.-
Mitsu fissò la donna nello specchio, mordendosi le labbra.-
-Che ti succede?-
-Se scoprono che ho fatto un casino perderò quel briciolo di reputazione che ho!-
La donna inarcò un sopracciglio.
-Conta così tanto per te?-
-...io voglio essere conosciuta, voglio essere amata, voglio essere stimata! Adesso sono poco più che un fallimento e se la voce si sparge, sarò ridicolizzata nuovamente!- spiegò, nuovamente in lacrime.
-Hai fatto qualcosa per cui potrebbero accusarti...ma perchè l'hai fatto?-
-Perchè Kaname meritava una punizione!-
-Non ne sei pentita?-
-Per nulla!- portò lo specchio al suo petto. -Non voglio che...che Marisa sia nuovamente delusa da me.-
-E' solo per questo?-
-No, lo voglio anche per me.- guardò distrattamente il pavimento. -Io...non sono mai servita a nulla, sono solo un'ombra...-
-Vuoi uscire da quell'ombra? Vuoi diventare qualcuno?-
-Si.- tornò a fissare lo specchio, il volto di Kagami era come al solito impassibile. -tu sai cosa posso fare?-
-Dimentica questa situazione e fa qualcosa per te.- rispose senza esitare.
-Qualcosa...del tipo?-
-Perchè non ti alleni e vedi di riuscire in ciò che vuoi?- l'albina la fissò stralunata.
-Parli della magia...? Oppure di una danmaku battle?-
-Questo, cara, devi deciderlo tu.- Mitsu si alzò, un po' traballante per via dell'insicurezza, posò lo specchio e osservò Kagami svanire dalla sua superficie. -Buona fortuna.-
Chiuse la porta del magazzino dietro di sé, ancora perplessa. Cosa avrebbe dovuto fare? La magia era qualcosa di davvero importante per lei ma con i danmaku era una frana.
Salì in groppa alla scopa, librandosi in volo senza una meta definita.
Si limitò ad andare verso nord, qualsiasi cosa ci fosse. Avrebbe trovato una barriera che l'avrebbe fermata? Sarebbe dovuta quindi tornare indietro. Ma era davvero quello che contava?
In questo momento, doveva trovare risposta al consiglio di Kagami: doveva capire come fortificarsi.
L'allenamento era la base dell'esperienza magica, mentale, fisica. Senza allenamento non sarebbe stata nemmeno in grado di cantare bene come ha dimostrato la notte del Reitaisai. Nella sua mente, le passò un vago ricordo di quando sua madre, da piccola, le insegnava a cantare e le spiegava la tecnica nell'uso della voce e della respirazione.
Sua madre, a suo tempo, era stata una bravissima cantante, ma aveva deciso di smettere. Le circostanze che riguardano il suo abbandono della musica sono sconosciute persino a lei.
Ma non era il canto il problema. In questo momento doveva trovare qualcosa a cui aggrapparsi che avrebbe fatto nascere la sua notorietà, che l'avrebbe resa famosa a Gensokyo: famosa come Reimu, famosa come Marisa, anche come quella vampira arrogante di Remilia.
Cos'è che rendeva famose Reimu e Marisa? Il fatto che fossero Youkai Hunters? Reimu però era anche la sacerdotessa Hakurei, Marisa si era unita a lei solo poco dopo.
Cos'è che invece rendeva famosa Remilia? Il fatto di aver fatto un casino a Gensokyo? Le era stato raccontato che Remilia innalzò una nebbia rossa per nascondere il sole. Il fatto che uno o più youkai diventassero famosi per aver provocato incidenti era all'ordine del giorno.
Era questo che doveva fare?
Si fermò, planò con la scopa e scese al suolo nel bel mezzo di un campo di girasoli. Quello era il luogo dove abitava la youkai dei fiori, che un tempo si era alleata anche con Reimu e Marisa per combattere nel Makai. Passeggiò tra gli splendidi fiori rimuginando e con mille idee nella testa.
Sarebbe dovuta diventare bravissima in una spellcard battle, ma per farlo doveva creare delle spellcard decenti.
Infilò le mani in una tasca e ne estrasse la spellcard che stava creando. Era un abbozzo di scritte e scarabocchi insensati. Non era ancora in grado di crearne una decente ma poteva già iniziare e delineare l'idea che aveva in testa, seppur così stupida e inutile.
-...sono un tale disastro, non ci riuscirò mai.- si disse, proseguendo senza meta tra i fiori. -Non ho la minima idea di cosa far-
Inciampò in qualcosa e ruzzolò per terra, ritrovandosi ben presto al suolo, costretta a rialzarsi lentamente sulle ginocchia per poi massaggiarsele per il dolore.
-Ehi, perchè non guardi dove vai?- chiese una voce alle sue spalle, qualcuno che era steso sul prato e probabilmente l'albina era inciampata sulle sue gambe.
Si voltò con la mano sul viso, incuriosita da cosa, o meglio chi, aveva calpestato.
Davanti a lei vi era una ragazza dai capelli verdi a caschetto che indossava un vestito in tartan, rosso come i suoi profondi occhi.
E si era ritrovata in quella situazione a causa di una stupida vendetta? Solo in quell'istante se ne pentì sul serio.
-...t-tu...- balbettò, pietrificata dalla paura.
-Kazami Yuuka.-
Sorrise, un sorriso che a Mitsuki non piacque per nulla.
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]
Penso che il prossimo capitolo sia consigliabile ai Festi ò_o
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]
Stage 22 - Master Spark
-Mi sei venuta addosso per sbaglio o vuoi giocare con me?- chiese la youkai dai capelli verdi, con un tono poco piacevole.
L'albina si morse le labbra, era talmente impaurita per quell'incontro inaspettato che non aveva il coraggio di parlare. Era stata imprudente, aveva volato senza meta ed era finita proprio nel territorio di una delle youkai più potenti e terribili di Gensokyo, se non la più pericolosa. Quello sguardo tranquillo e quei profondi occhi rossi sembravano penetrare nell'animo della maghetta, che era già parecchio inquietata di suo.
-Ara... il gatto ti ha mangiato la lingua?- fissò la ragazza con curiosità -Mh...dov'è che ti ho già vista?-
-i-io...- balbettò, non riuscì a dire nessuna frase sensata e optò per tornarsene muta.
-Oh, si, ricordo. Sei l'allieva di quella maga da quattro soldi.-.
La sua affermazione lasciò l'albina di stucco, che senza volerlo si lasciò scappare una domanda istintiva.
-...maga da quattro soldi? Ma non è forse vero che eri alleata con lei e Reimu nel Makai?-
-Oh, sicuramente. Fu quando abbiamo fatto un bel disastro nella capitale...quanto mi dispiace per la povera Signora del Makai che ha fatto una brutta fine...- ridacchiò, con un tono molto ironico. Mitsu la fissò sconcertata, rialzandosi per poter parlare faccia a faccia con la youkai.
-La signora del Makai? Chi sarebbe costei?-
-Parlo ovviamente di Shinki. E' inoltre...anzi, ERA inoltre la madre adottiva di quella burattinaia.- spiegò, fissandola.
Mitsuki rimase sbalordita dal racconto della youkai.
-Alice...? La madre adottiva di… quella?- non voleva pronunciare quel nome poichè un fuoco le bruciava all'interno del corpo, un odio profondo e una gelosia infinita. -Non capisco, cosa è successo?-
Yuuka rise nuovamente.
-Sei un po' troppo curiosa, mocciosetta. Che ne dici di giocare un po'?- disse la donna, sollevandosi dal terreno e puntandole contro il suo parasole.
-Ehi, aspetta!- l'albina indietreggiò, stringendo tra le mani la spellcard che aveva scarabocchiato e che non funzionava nemmeno bene. Cosa poteva fare contro una potente youkai come Yuuka? -Io non so...-
-Basta cianciare, fammi divertire un po'!-
Mitsuki non poteva tirarsi indietro nonostante la paura, per cui afferrò il manico della sua scopa e vi si sedette sopra, fronteggiando la youkai.
Yuuka diede il via alle danze lanciando contro l'albina dei danmaku a forma di girasoli, non molto difficili da schivare se si era abbastanza concentrati. L'albina mirò la youkai con le sue carte francesi, non riuscendo a colpirla nemmeno per una volta. La youkai schivava con agilità e si spostava velocemente, non v'era dubbio che fosse una youkai potente ed esperta.
Decise di cambiare tattica e iniziò a zigzagare tra i danmaku lanciati dalla youkai lanciando i suoi danmaku quando le si apriva uno spiraglio, ma anche così non riusciva a colpirla in nessun modo, sentendosi sempre più avvilita.
-Che fai?- chiese Yuuka, perplessa -Perchè ti fermi? Se vuoi avere una chance di vittoria, dovresti continuare a sparare con la speranza di colpirmi.- spiegò, seccata dall'inesperienza della ragazzina.
Mitsu decise di seguire il consiglio senza pensarci due volte, anche perchè era impossibile fermarsi a pensare in una situazione del genere, per cui sparò a raffica contro il nulla, ma se si spostava e uno spiraglio la collegava al nemico, riusciva a vederla e tentava di mirarla per poterla colpire. Nemmeno così, però parve riuscire a colpirla.
-Phantasm "The Beauty of Nature"- dichiarò la youkai, attivando la sua spellcard. Raggi di danmaku colorati di giallo lucente vennero lanciati in massa verso l'albina, che per poco beccava in pieno l'ultimo pezzo della colonna non avendo previsto che si muovessero in obliquo e non in verticale, come aveva dapprima pensato.
Un esplosione di danmaku colorati vorticò attorno al centro e si aprì, dirigendosi verso la maghetta che dovette fare ulteriore attenzione a schivarne il più possibile, mentre alcuni dei danmaku l'avevano già ferita alla gamba e al braccio senza che lei se ne fosse resa minimamente conto.
La spellcard continuò il suo corso, esplodendo di nuovo in mille e più danmaku colorati che stavolta si scambiavano di posto.
Tra le cose che più odiava c'erano anche i danmaku che si muovevano a zig zag tra di loro. L'albina era inesperta e non era mai in grado di capire quando doveva gettarsi tra due danmaku prima che si avvicinavano tra di loro e a lei.
Si ritrovò con più graffi e ferite del previsto quando all'improvviso udì un sussurro che la intimava di spostarsi a destra. L'albina non seppe cosa fare ma seguì il consiglio e ancora una volta la voce parlò e lei continuò a seguire i preziosi consigli anche a costo di andare a sbattere contro i danmaku, cosa che invece non avvenne poiché li stava miracolosamente evitando tutti grazie alla voce.
La spellcard finì e si ritornò alla routine iniziale, un momento di calma dove i danmaku erano tornati ad essere fiori sparsi e dove l'albina riprese la tattica poco prima usata, schivando i fiori e cercando di colpire la youkai negli spiragli che le collegavano visivamente. Stranamente gli spiragli sembrarono essere divenuti molti di più perchè l'albina riusciva a vedere perfettamente Yuuka anche quando era nascosta dai suoi danmaku. Com'era possibile che riuscisse a seguirla nonostante fosse ben coperta?
Per un attimo incontrò il suo sguardo, la youkai sembrava curiosa e la stava fissando accigliata. Cosa stava accadendo?
Il duello proseguì in quel modo per alcuni secondi ancora prima che la youkai dichiarasse la sua seconda spellcard senza pensarci su.
-Flower Sign "The Reflowering of Gensokyo"-
Semi verdastri di danmaku che si erano uniti nel formare la sagoma di un girasole, esplosero come i danmaku di poco prima e si gettarono come assassini contro la povera malcapitata, che dovete tenersi salda sul manico della scopa e virare in ogni direzione possibile per scampare a quell'attentato.
Mitsuki era fin troppo stanca, la visibilità calava a vista d'occhio perchè ormai il sole era basso all'orizzonte e l'albina tremava per paura di morire in quell'incontro.
Schivava solo grazie a quei sussurri che continuarono imperterriti a spingerla dove poteva salvarsi, senza però badare di colpire la youkai con le carte.
La spellcard si concluse per la felicità della ragazza mentre la youkai tornò a spararle fiori che sembrava si moltiplicassero e si raggruppavano tra di loro.
-Allora? Sto giocando solo io?- chiese ad un tratto la youkai -Usa le tue spellcard! Datti da fare!- le urlò, con tono annoiato.
Mitsuki strinse al petto la spellcard che aveva abbozzato, non aveva ancora pensato ad un nome e non era mai stata costretta ad usarla poiché non aveva ancora ben presente come dovesse funzionare. Decise di farlo in quel momento, sperando vivamente che servisse a fare qualcosa. Alzò la spellcard e la dichiarò chiamandola semplicemente “Spellcard”.
Ma nulla accadde.
-no...- l'albina non si stupì più di tanto, chiedendosi se il problema fosse che non l'aveva mai usata prima d'ora o se non aveva deciso cosa dovesse fare.
Yuuka parve notare il disagio della ragazza perchè i danmaku diminuirono di intensità, lasciando all'albina più possibilità di schivare.
-Non mi dire che...-
La ragazzina si distrasse nel sentire la frase lasciata a metà dalla youkai, la quale le puntò contro il parasole ed un enorme fascio di luce uguale al Master Spark di Marisa la investì.
-Che cosa?!-
L'onda di energia di media potenza trascinò l'albina giù dalla sua scopa e la scaraventò a terra, trascinandosi con se anche alcuni dei fiori del campo.
Tremante, la ragazzina si riuscì a drizzare, mettendosi seduta.
-Ma... questo sembra... master spark?...com'è possibile? E' la spellcard di...-
La youkai atterò di fronte alla ragazzina, chinandosi per osservarla da vicino.
-La tua cara maestra non ti ha detto che mi ha rubato questa tecnica? O meglio, me l'ha copiata.- spiegò la youkai.
Mitsuki rimase ferma per un istante a riflettere sulle parole della youkai. Che diavolo significava "rubato"? Il Master Spark era la spellcard di Marisa!
-Non capisco...quella è una delle più potenti spellcard di Marisa!- obiettò l'albina.
-Già, e l'ha copiato dal mio.- disse, rialzandosi.
Il cielo cambiava colore velocemente e adesso si era completamente scurito del tutto. Nel mezzo nella macchia nera, risaltava una luna crescente.
-Dunque...non hai mai usato quella spellcard?- le chiese, fissando quella che aveva tra le mani.
-No...cioè...è in creazione ma...-
-Non hai altre spellcard?-
-No.-
-Bene, che spreco di tempo.- disse, con sguardo annoiato. -Eppure sembravi abbastanza abile, ad un certo punto sei riuscita a schivare le mie spell.-
Mitsuki si alzò, ancora confusa per quanto riguardava il Master Spark e chiedendosi cosa stesse realmente accadendo, quando la youkai le puntò contro il parasole.
-Mah, forse dovrei ucciderti?- disse, sorridendo. -Facciamo disperare un po' quella sacerdotessa...-
Mitsuki restò pietrificata. L'avrebbe uccisa? Cosa sarebbe accaduto? Quasi non riusciva nemmeno a muoversi per la paura quando alcuni sussurri non le intimarono nuovamente di spostarsi velocemente verso sinistra.
Quasi istintivamente l'albina si spostò, scampando per miracolo al Master Spark di Yuuka. Le arrivò di lato dove, seguendo sempre le istruzioni, non la colpì con alcune carte.
La youkai, sorpresa ma eccitata, si spostò velocemente e riprese a lanciare danmaku nella sua direzione.
-Così mi piaci.-
L'albina si rimise in groppa alla sua scopa lasciandosi guidare solo dalle istruzioni che le venivano impartite dai sussurri. Non era mai successo che le voci la aiutassero in quel modo e lei schivò perfettamente ogni danmaku dell'avversaria e continuò a colpirla finchè quest'ultima non le arrivò all'improvviso alle spalle. Le voci sparirono e Yuuka la tirò via dalla scopa, tenendola stretta.
-Tu chi diavolo sei?-
-No, lasciami!- l'albina tentò di dimenarsi ma se l'avesse lasciata cadere si sarebbe fatta abbastanza male da quella altezza. -Mi dispiace, io non sono brava con i danmaku...- spiegò, spaventata.
-Non sei brava?!- la voce della youkai la fece tremare, non poteva guardarla in viso poiché la stringeva alle sue spalle -Ma se mi hai ripetutamente colpita, a chi vuoi darla a bere?- disse.
Dal tono della voce sembrava alquanto confusa.
-Non è vero, ho fatto solo quello che le voci mi hanno detto di fare!- disse l'albina, lamentandosi.
-Le voci? Quali voci?- chiese, stavolta con tono più basso.
-I fiori, non lo so... i sussurri, quelle voci...- rispose la ragazzina.
La youkai scese lentamente verso il suolo e la spinse a terra.
-Tu puoi sentire i sussurri delle piante e dei fiori?- le chiese, con sguardo perplesso.
Mitsuki si voltò, ancora a terra e ansimante nonché spaventata.
-Non solo... anche la terra... e tutto il resto … io...- fissò dapprima il suolo e poi la youkai. -lo so che non mi credi, nessuno mi crede.-
Yuuka le si avvicinò e si chinò per guardarla negli occhi.
-Mh... non avrei mai pensato di vederne una da vicino.- disse, sorridendo. -Adesso capisco. No, stavo per fare un grosso errore.- si issò, passandosi una mano nei capelli.
-Cosa … vuoi dire?- disse l'albina, issandosi anche lei. -Anche tu inizi a dire cose strane! Io sono un'umana, sono una comune umana, non sono diversa!- si lamentò la ragazzina.
-C'è qualcuno che ha mai detto il contrario?- chiese Yuuka, osservandola con interesse.
-Beh... non esattamente... però c'è qualcuno che afferma che io sia protetta da una youkai invisibile o cose così..- spiegò, riferendosi alle parole dette da Kagami.
-Mh... protetta, dici?- la youkai dei fiori parve pensarci un po' su. -Non è del tutto sbagliato, sapendo quanto sei importante per quelli lì.-
-Per quelli... lì...? Scusa.... non ti seguo... di cosa stai parlando?- chiese la ragazzina, perplessa. Non capiva cosa stesse dicendo e si sentiva sempre più incerta riguardo la sua esistenza e sul suo passato.
La youkai ridacchiò.
-Senti un po'...- le disse, con voce calma e più bassa. -Tu ti fidi tanto della tua cara Marisa, vero?- le disse, girandole attorno e scrutandola con interesse. L'albina arrossì e Yuuka parve notarlo.
-Ce...certo! Come potrei non fidarmi, è la mia maestra!-
-E' “solo” la tua maestra?- le chiese, fermandosi di fronte a lei e fissandola negli occhi -A me pare che non significhi solo questo, per te.-
-N-no io...- tremò nuovamente. Quella youkai leggeva nel pensiero o era solo molto sveglia?
-Beh, la tua cara maestra non ti ha mai detto di essere un'assassina?-
Mitsuki si bloccò. Per qualche istante nulla riuscì ad entrare nella sua mente, come se dentro di lei ci fosse vuoto assoluto. Solo dopo alcuni secondi le parole di Yuuka riuscirono a mettersi in ordine dentro di lei.
-Ass....assassina....?- farfugliò, incredula. Yuuka sorrise. -No... non è possibile...Marisa è...-
-Ara ara, credi che la sacerdotessa e la tua sensei abbiano la coscenza pulita?- l'albina si morse le labbra -Sei ingenua, ragazzina.-
Mitsuki non osò parlare e lasciò che fosse Yuuka a completare la spiegazione.
-Prima ti ho parlato della Signora del Makai, no? Partecipai a quella spedizione assieme ad uno spirito di nome Mima.- continuò. Mitsuki sussultò, ricordò che Mima era il nome della maestra di Marisa. Che non fosse solo una coincidenza?
-Bene, sai cos'è successo a quella youkai? Sai cosa le hanno fatto, anzi, cosa abbiamo fatto?- si portò un dito sotto al mento, sorridendo compiaciuta. -L'abbiamo eliminata da questa vita e con lei è andato distrutto anche il Makai.
Mitsuki era quasi completamente sbiancata dalla rivelazione. Marisa e Reimu avevano ucciso qualcuno? Chinò il capo, incredula e stupita.
La youkai le portò una mano sotto al mento, costringendola ad alzare il capo e a farsi guardare negli occhi.
-Oh, povera... sei sconvolta? Non te l'avevano detto, no?- le disse, carezzandole i capelli con malizia. -Sono davvero crudeli quelle due, spietate e meschine. Hanno un senso della giustizia unilaterale e se la prendono con gli youkai solo perchè diversi da loro.-
-Ma... aspetta- intervenne la ragazzina -Anche tu e Mima-sama c'eravate, e siete youkai, no?- chiese l'albina.
-Quindi? Non cambia che Shinki sia morta per mano loro.-
-Però... fu prima che Reimu inserì la regola delle Spellcard in una Danmaku Battle, giusto?- spiegò lei. Yuuka rimase in silenzio ad ascoltare. -E' ovvio che qualsiasi tragedia fosse successa, nè Reimu nè la sensei avrebbero voluto questo altrimenti Reimu non avrebbe cambiato le regole in modo che fosse quasi del tutto impossibile morire negli scontri a venire-
-Stai forse cercando di convincerti sulla loro innocenza?- domandò la youkai dei fiori, con tono sprezzante.
-Sto solo cercando di dire che se Reimu ha implementato questa regola subito dopo, vuol dire che si sente in colpa!- una forte risata della youkai interruppe la ragazza e la preoccupò.
-La sacerdotessa Hakurei in colpa? Stiamo parlando della stessa persona?-
-Si, io credo... che...- non riuscì a dire altro, si sentiva afflitta. Non immaginava una simile scoperta e si sentiva spiazzata. La youkai, intanto, le era tornata alle spalle e l'aveva abbracciata, facendola sussultare.
Le sue parole uscirono come un sussurro.
-Potrai ancora fidarti di loro dopo questo?- chiese. -Qual'è il tuo senso di giustizia, ragazzina?-
L'albina non aprì bocca se non per pronunciare il suo nome.
-Oh... Mitsuki. Bene, perchè non ci pensi su? Dopotutto, volendo, puoi anche essere più forte di loro.- ridacchiò, il suo respiro le solleticava l'orecchio.
-...più...forte?-
-Tu, che sei quella che può sentire.- la lasciò, una volata di vento scosse i suoi capelli. -Ascoltale, chissà fin dove ti porteranno quelle voci.-
Si voltò di scatto, cercando con lo sguardo Yuuka che però non c'era più, era scomparsa nella pianura notturna sotto la luce della luna.
L'albina fissò il punto in cui era scomparsa per qualche secondo, prima di ritrovare la scopa caduta poco distante e decidere di tornare a casa il tutto con lentezza incredibile.
Se pochi istanti prima era scioccata per la rivelazione, in quel momento era incredula sulle ultime parole che la youkai le aveva detto. Sembrava quasi che volesse convincerla, eppure le voci, la protettrice, quelle sue strane parole. Cosa significavano? Qual'era il segreto che si portavano dietro i suoi genitori e cos'era il Melodic Prism?
Scacciò quei pensieri dalla testa e tornò a pensare invece al Master Spark che Marisa aveva copiato a Yuuka. La cosa strana fu che non era per nulla stupita dal fatto che Marisa avesse copiato la spellcard di Yuuka.
La cosa strana era che le interessava di più il fatto che Marisa avesse preso un'idea e che l'avesse trasformata in spellcard.
Poteva farlo anche lei?
Aprì la porta di casa che era ormai notte fonda e notò Marisa addormentata sul divano. La stava aspettando? Era preoccupata per lei? Come poteva essere così in apprensione quando aveva addirittura commesso un omicidio?
No, sicuramente Yuuka si sbagliava, dovevano essersene pentite. Non volle dar alito ai ragionamenti della youkai sadica e si avvicinò lentamente alla maestra assopita.
Restò pensierosa e per qualche minuto, osservandola dormire. I suoi pensieri erano fissi sul combattimento contro Yuuka e sul Master Spark.
Quel Master Spark era sempre stato oggetto di profonda ammirazione da parte dell'albina e proprio quella tecnica era frutto di un'altra persona, la stessa che la stava provocando, che l'aveva osservata con interesse e che la stava corrompendo con assurde deduzioni.
Ad un tratto scosse il capo, non pensò più ma agì. Si avvicinò alla maestra e infilò lentamente la mano nella tasca del grembiule. C'erano l'hakkero e le spellcard di Marisa.
Non pensò, agì soltanto.
Prese le spellcard e scappò.
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]
Mitsuki non ha proprio le palle.
E se veramente Yuuka avesse voluto uccidere Mitsuki l'avrebbe fatto a mani nude imho.
Non so, le avrebbe spezzato l'osso del collo dopo averle strappato gli arti a forza.
Per il resto cap carino, alla fine questa Yuuka mi piace abbastanza, bastarda e sadica al punto giusto.
E Mitsuki è proprio uguale alla sua maestra. asd
Mi dispiace solo non aver visto qualche arto di Mitsuki volare a caso.
E se veramente Yuuka avesse voluto uccidere Mitsuki l'avrebbe fatto a mani nude imho.
Non so, le avrebbe spezzato l'osso del collo dopo averle strappato gli arti a forza.
Per il resto cap carino, alla fine questa Yuuka mi piace abbastanza, bastarda e sadica al punto giusto.
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]
OH?
non avevo commentato?
Mi è piaciuto assai il capitolo, anche se Yuuka che si sposta velocemente...
è un po' come Golden Tager in blazblue immaginare Yuuka correre (non ho l'immagine per dimostrare)
insomma... Yuuka + Fast = capisco perché mitsuki era COSI' terrorizzata
mi è piaciuto assai, spero riappaia dopo per poter spammare più bastardate
non avevo commentato?
Mi è piaciuto assai il capitolo, anche se Yuuka che si sposta velocemente...
è un po' come Golden Tager in blazblue immaginare Yuuka correre (non ho l'immagine per dimostrare)
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]
Effettivamente Yuuka veloce è come un cavolo a merenda ò_o
Spoiler! :