Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Storie, poesie, canzoni, fanfiction e cavolate varie.
Kira Lushia
BakaHime
BakaHime
Messaggi: 1234
Iscritto il: 28/10/2008, 2:33
Custom Rank: La Melodica Admin
Rank Color: magenta
Sesso: Femmina
Razza: Umano
Classe: Magician
Spellcard: Magnus Exorcismus!
Località: Forest of Magic
Contatta:

Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

grazie a tutti per il vostro appoggio!

Stage 10 - Un Matrimonio Programmato


Immagine



Abbandonarsi a sconosciuti per dimenticare la persona che era padrona del suo cuore non era il miglior modo per scappare dalla realtà e questo, Mitsuki, lo sapeva benissimo.
Il desiderio ardente di essere felice non poteva trovarlo tra le braccia di un bel ragazzaccio di campagna che corteggiava le sue prede con gentilezza e finto perbenismo per poi rivelare le sue spiacevoli intenzioni.
Un rifiuto sarebbe bastato a tenere lontano quel maniaco? Il solo pensiero di essersi fatta abbindolare la aiutò a comprendere quanto fosse stupida e immatura. Era così ingenua che avrebbe creduto a qualsiasi mascalzone le fosse capitato di fronte purchè avesse avuto un'espressione da santarellino.
Scosse il capo, non voleva pensare alla brutta esperienza della sera prima, si promise di non farne parola con nessuno. Osservò la madre seduta accanto a lei: il suo viso era pieno di rughe e la sua espressione era malinconica. Qualche capello fuori posto e il kimono legato male la aiutarono a capire quanto sua madre fosse cambiata in quei pochi mesi. Qualsiasi cosa la preoccupasse sembrava essere abbastanza grave da spingere suo padre ad indire una riunione proprio quella mattina. Attese l'arrivo dell'uomo che si presentò in cucina trascinando la gamba con rabbia, zoppicando faticosamente verso il tavolo.
L'albina fece per alzarsi ma la madre la precedette, aiutando l'uomo a sedersi.
-Maledizione, mi è caduto il bacile sul piede e non riesco a muoverlo.- affermò con voce brusca ma spezzata dal dolore. -Peggio di così...-
-Caro, forse è meglio che ti riposi. Penso io a cucinare...- rispose Sora, alzando lo sguardo verso la sala principale del ristorante.
Mitsuki seguì lo sguardo della madre e fissò per alcuni secondi il ristorante vuoto. Si chiese come mai fosse così deserto poco prima dell'ora di pranzo, non era mai capitato in vita sua.
-Ragazzina, sai perchè non c'è nessuno?- la voce severa del padre tuonò all'improvviso, come se le avesse appena letto nel pensiero. L'albina squadrò il padre per qualche secondo, prima di scuotere il capo senza parlare. -I raccolti stanno andando a male per colpa di questo tempo assurdo.- spiegò, mentre la madre gli serviva un piatto di zuppa.
L'albina non ci aveva fatto caso ma, effettivamente, il tempo sembrava essere impazzito: negli ultimi giorni il sole si era alternato alla pioggia e alle nevicate fuori stagione, per non parlare di una forte tempesta arrivata da chissà dove e dalla nebbia improvvisa della sera prima. Era successo tutto nel giro di tre o quattro giorni circa.
-La gente ha perso buona parte di ciò che aveva seminato e, per seminarlo di nuovo, hanno dovuto spendere molti risparmi senza aver guadagnato nulla. Molte persone hanno problemi e non possono permettersi di venire al ristorante.- continuò l'uomo, soffiando sul cucchiaio per raffreddare il pasto caldo.
-Ma noi avevamo un pò di soldi da parte, no?- chiese l'albina.
-Siamo indebitati.- rispose la madre, sospirando. Mitsuki la fissò sconcertata e la madre le indicò una nuova sala del ristorante da poco allestita. -L'abbiamo aperta un mese fa al completamento dei lavori, gli affari andavano bene e non ci aspettavamo questi cambiamenti così repentini... nemmeno un cliente in quattro giorni, è davvero grave.-
-In sostanza abbiamo speso quasi tutto per i lavori e abbiamo dovuto chiedere aiuto per mandare avanti la baracca, adesso che siamo senza guadagni.- concluse Tatsuya.
L'albina non si immaginava una simile situazione. Non era la prima volta che accadeva un periodo di magra ma stavolta era la fortuna ad aver voltato loro le spalle: la decisione dell'ampliamento del ristorante ha portato via molti risparmi e, senza un adeguato guadagno, non potevano mandare avanti il tutto.
-Ho chiesto aiuto e mi hanno prestato dei soldi, ma dovrò renderli.- disse suo padre, tuttavia non avevano abbastanza soldi per saldare il debito e per questo si trovavano in una situazione critica.
Rischiavano di dover vendere il ristorante.
-Vendere?!- sussultò l'albina -ma è della nostra famiglia! L'ha costruito il nostro tris nonno e da allora è stato sempre il migliore!- disse l'albina, incredula per l'affermazione del padre.
-Non c'è molto da fare, tesoro...- intervenne Sora, con sguardo malinconico -O saldiamo il debito, o vendiamo.-
Sora sparecchiò il tavolo e portò le stoviglie nella vasca per lavarle, l'albina le si avvicinò e la aiutò com'era solita a fare da quando era bambina. Non aveva ancora accennato nulla sulla sua nuova vita e non aveva idea di quando farlo, sapeva soltanto che la situazione era contro di lei e non voleva dare ulteriori preoccupazioni ai suoi genitori.
Quando rientrò in cucina notò che i suoi genitori erano impegnati in un'accesa discussione con un uomo che non conosceva: era sulla quarantina, aveva i capelli brizzolati e portava gli occhiali.
Suo padre si voltò e notò Mitsuki che fu quasi portata in disparte dalla madre ma Tatsuya glielo impedì.
-Aspetta, Sora! Lasciala, riguarda anche lei.-. La donna si voltò verso l'uomo con sguardo rabbioso.
-Ti prego, Tatsuya! E' troppo crudele!- ribatté adirata la moglie, che però non poté fare nulla contro lo sguardo severo e autoritario del marito, per cui si limitò a chinare il capo, sconfitta.
-La vita a volte ci costringe a fare dei sacrifici, anche Mitsuki dovrà impararlo.- affermò, serio, voltandosi verso una Mitsuki perplessa. -Figlia mia, questo è Jun Azumaki, proprietario di una drogheria.- disse, indicando l'uomo che le sorrise.
-Piacere...- l'albina si inchinò lievemente, tornando poi a scrutare l'uomo con curiosità. Sapeva che i droghieri erano abbastanza agiati, soprattutto perchè certe spezie, provenienti dal Mondo Esterno, si trovavano in poche rare quantità che procurava loro sia Kourin-san che Yukari-sama all'occasione. Proprio per questo motivo acquistarle costava molto e nonostante tutto c'era gente ben intenzionata ad averle.
-Ti starai chiedendo come mai te lo presento, giusto? Quest'uomo diverrà presto nostro socio, ci ha già assicurato un'ingente somma per il ristorante.- continuò il padre, accennando un lieve sorriso che sollevò l'albina: così i problemi verrebbero risolti e non sarebbero stati costretti a vendere.
-Ma a che prezzo?- chiese furiosa Sora, osservando prima il marito e poi la figlia. Mitsuki s'incupì: c'era qualcosa sotto e non prometteva nulla di buono.
-Ovviamente c'è un prezzo. La famiglia Azumaki diverrà nostra socia e parente con il matrimonio di Mitsuki con il loro figlio Sato.-
Mitsuki ebbe quasi un infarto e svenne.

Quando aprì gli occhi venne scossa da un fremito di rabbia e iniziò a piangere e così continuò per parecchi minuti. La madre restò a fissarla in silenzio mentre preparava il kimono che avrebbe dovuto indossare quel pomeriggio, quando avrebbe dovuto incontrare il suo futuro marito. Non badò a quanto le stesse dicendo, non le importava di quanto quel matrimonio fosse importante per la salvezza della famiglia e del ristorante e di quanto era bene farlo in fretta per non pensarci troppo su. Mitsuki non credeva che si sarebbe mai innamorata di quel ragazzo e non le interessava proprio nulla di lui o del ristorante: in quel momento voleva solo tornare da Marisa.
La madre vestì bene l'albina, con un velo di trucco per mostrare una sposa fresca e degna del matrimonio. Le sembrava di essere tornata di parecchi anni nel passato, quando le donne dovevano tacere e i figli dovevo sottostare ad ogni decisione presa dai genitori sul loro futuro.
Ormai non era più così, però, nel suo caso, c'era di mezzo la salvezza del Ristorante e la madre non poteva fare diversamente. Cosa avrebbe dovuto fare? Abbandonare i suoi genitori ed il ristorante per tornare da Marisa?
Uscirono da casa di pomeriggio inoltrato, diretti all'abitazione degli Azumaki. Sora teneva stretta la figlia in modo da sorreggerla: era ancora abbastanza scioccata ed era svenuta solo poche ore prima.
La aiutò a sedersi su un divano mentre attendevano l'arrivo del ragazzo quando fece il suo ingresso una donna dai capelli corvini legati in uno chignon dietro il capo. Aveva il viso abbattuto e pieno di rughe come quello di Sora ma meno agitato e trasandato.
-Keiko!- esclamò stupita Sora alla vista della donna senza il ragazzo. -come mai questo ritardo? Sei sempre puntuale, solitamente.- ma Keiko scosse il capo, preoccupata.
-Appena saputo del matrimonio, quell'ingrato di mio figlio si è ribellato ogni giorno. Quando ha saputo del ritorno della sua sposa e dell'incontro è scappato e non sappiamo dove sia.- Sora sorrise teneramente all'albina che la fissò con tristezza: anche lei sarebbe voluta scappare, probabilmente sua madre lo capiva perfettamente.
-Mi dispiace, speravamo fosse... ma non l'abbiamo trovato comunque. Dovremo rimandare l'incontro.- concluse la giovane donna.
-Credo sia la cosa migliore, diamo qualche giorno ai ragazzi.- chiese la madre di Mitsu, stringendo la mano della figlia. -...anche un fidanzamento può andar bene, magari non c'è bisogno che si sposino subito...- Sora sembrava sperarci, probabilmente era convinta che con un lungo periodo di prova poteva arrivare il sentimento dell'amore e il matrimonio sarebbe stato una gioia per tutti.
-La penso come te, Sora, ma non mio marito. Il fidanzamento potrebbe sempre rompersi a causa dell'immaturità dei nostri figli e che ne sarebbe dopo dell'accordo?- sospirò.
Non c'era nulla da fare quel giorno e Sora trascinò Mitsuki a casa. L'albina dava l'impressione di essere confusa e a stento capiva cosa stava succedendo attorno a lei, ma in realtà capiva benissimo ma non voleva accettarlo.
Il giorno dopo si ritrovò in quella casa e finalmente vide il ragazzo che doveva essere costretta a sposare. Mitsuki squadrò quel giovane: aveva i capelli castani corti e gli occhi azzurri. Nulla che le desse un'emozione particolare, era un ragazzo come tanti. Sapere che quel tipo sarebbe stato suo marito le provocava un certo disgusto.
Sato percepì lo smarrimento della ragazza e sorrise.
-...già, i nostri genitori sono dei mostri, pensano ai loro affari e non ai nostri sentimenti.- disse. Mitsu si calmò e fissò il giovane con ammirazione, per la prima volta da quando era arrivata. Quel ragazzo si sentiva proprio come lei eppure aveva avuto il coraggio di scappare e di ribellarsi mentre lei era rimasta muta ed obbediente, seppur fingendosi debilitata.
Ma, dopotutto, si parlava del ristorante della sua famiglia, non di quello del ragazzo.
-Cos'altro si potrebbe fare per aiutare i miei? Non voglio che il ristorante fallisca...-. Sato fissò l'albina con un misto di pietà e rabbia.
-Mi spiace per te e so che non è questo che vuoi... io non ho soldi per i tuoi altrimenti ti avrei aiutata... e i miei vogliono diventare soci solo con questo cavolo di matrimonio. Che idioti.- esclamò infine, incrociando le gambe.
Non fu detto nulla di più che questo. Quando Mitsuki abbandonò l'abitazione era ancora più sconsolata di prima: Sato era un bravo ragazzo, non come Akira che aveva incontrato pochi giorni prima. Determinato a ribellarsi ai suoi per quella decisione stupida, pietoso e compassionevole con Mitsuki per la sua situazione instabile e desideroso di aiutarla se avesse potuto.
Ma non poteva, nessuno poteva aiutarli.
Restò ore ed ore seduta alla scrivania, con i fogli del diario sparsi in giro, l'odore del passato che la tormentava e uno specchio che le mostrava il suo volto rigato dalle lacrime e rosso dalla rabbia.
-Se solo... se solo mi lasciassero in pace... se solo sparissero tutti... io voglio solo Marisa... voglio solo lei, adesso...-
Le sue parole uscivano spezzate dal pianto ma intrise di odio e di frustrazione. In quel momento, la sua famiglia si stava mettendo tra lei e il destino che si stava costruendo con le sue mani.
Appoggiò il capo sul freddo legno, restando china su di sé a bisbigliare qualcosa per farsi forza. Cosa doveva fare? Doveva scappare? Doveva convincere Sato a scappare? Non aveva la minima idea di cosa fare.
-Sparite...sparite tutti... voi... Sato... tutti...-
Se fosse arrivata su quell'altare avrebbe di sicuro sporcato il suo abito con le rosse macchie della sua disperazione.

-Questo sentimento... così forte...-

Immagine

TOUHOU SHANIKUSAI: the Great Story by Hi-Ki Production (Kira.Lu & Hikari) [sito/forum/DA]
Immagine

ArcHeart
Baka OMG Brigade
Baka OMG Brigade
Messaggi: 615
Iscritto il: 06/07/2010, 23:00
Custom Rank: Koishi's Husbando
Rank Color: black
Sesso: Maschio
Razza: Satori
Classe: Lover
Spellcard: Yandere Sign: Love Flame!
Località: Chireiden

Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da ArcHeart »

ed ecco, un altro tizio! *suicide himself*

uhm, ottima descrizione dei sentimenti di tutte le persone... e... SCARLET WEATHER RHAPSODY *_* OMG, CHE BELLO!<3 *emozionato*
Immagine
HEY, YOU!... YES, U, ASSHOLE! DON'T DARE TO TOUCH MY KOISHI! O TI FACCIO IL POPO' A CUBI E CI GIUOCO A MINECRAFT!!!
Immagine
Immagine

Sanae Rangers!
Immagine

Project_173
Touhou Addicted
Touhou Addicted
Messaggi: 449
Iscritto il: 19/08/2010, 13:11

Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Project_173 »

Siccome la signorina vuole i commenti, io glieli lascio u.u
Molto bello, si nota qualche piccola differenza di tempi rispetto all'altro in effetti XD
Nonostante i miei 19 anni di attività al computer (ebbene si, appena nato giocavo/guardavo mio fratello giocare al commodore 64) non ho ancora capito come fare una firma da forum decente...

La mia firma fa pena e ne vado fiero!
Kira Lushia
BakaHime
BakaHime
Messaggi: 1234
Iscritto il: 28/10/2008, 2:33
Custom Rank: La Melodica Admin
Rank Color: magenta
Sesso: Femmina
Razza: Umano
Classe: Magician
Spellcard: Magnus Exorcismus!
Località: Forest of Magic
Contatta:

Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

(l'immagine arriva stasera, qui non ho la base X°D)

Stage 11 - Il riflesso nello specchio

Immagine

Quando alzò il capo dalle braccia si rese conto di essersi addormentata seduta alla scrivania. Si tastò il viso, caldo, notando che era umido a causa delle lacrime versate probabilmente mentre dormiva.
Osservò il suo viso riflesso nello specchio dinanzi a sè, notando quanto fosse rosso e intriso di angoscia, sapeva quanto la sua situazione fosse assurda e quanta tristezza le dava sapere di essere costretta a lasciare la donna che amava.
Si alzò ed uscì dalla stanza, dirigendosi verso il ristorante vuoto.
Si osservò in giro, stranita, cercando un segno dei suoi genitori eppure non sembravano essere da nessuna parte. Diede una veloce occhiata all'orologio, assicurandosi che non fosse ancora presto, rendendosi conto che era mezzogiorno passato.
Qualcosa non andava.
Chiamò a voce alta i genitori dirigendosi in cucina, poi nel ripostiglio. Aveva controllato ogni angolo della casa ma sembrava non esserci nessuno, per cui decise di controllare se per caso fossero a far spese fuori casa e si avviò all'ingresso, scorrendo la porta e percorrendo a grandi passi il vialetto.
Dal fornaio? Forse dal pescivendolo? Magari dall'allevatore di pollame o dal lattaio?
Non immaginava dove potessero essere finiti i suoi genitori a quell'ora tarda ma non aveva altre idee se non quella di cercarli negozio per negozio.
Si diresse dal macellaio e varcò la soglia, tenendosi premuto un fazzoletto di stoffa sul naso. Odiava quel posto, l'odore del sangue era forte, l'uomo tagliava sempre le sue carni nel retro e Mitsuki era alquanto sensibile alla vista e all'olfatto del rosso liquido. Pensò di non essere cambiata da quando era una bambina e decise di mostrare il lato maturo di sè, dopotutto l'odore non era così forte e così insopportabile come quando era piccola, perciò ripose il fazzoletto nella tasca assieme a tutte le sue vecchie abitudini.
-Buon giorno Mizuko-san!- disse ad alta voce, come aveva sempre fatto. Ma nessuno le rispose. -uhm... strano...-
Dopo aver atteso circa cinque minuti e dopo aver riprovato a chiamare l'uomo con voce più alta, decise che l'uomo doveva esser uscito senza lasciare il cartello, per cui anche lei si apprestò a lasciare il negozio per dirigersi di fronte, dove vi era una bancarella in legno con tre ceste piene d'uova riposte al suo interno.
-Sakuma-san? Sakuma-san?- chiamò, osservandosi intorno e sperando di avvistare la signora anziana da cui andava spesso per comprare le uova. Si aspettò di sentire da un minuto all'altro la sua voce bassa e rotta dalla vecchiaia seguita dal suo dolce sorriso, ma non apparve nessuno.
In quel momento l'albina, che ci aveva pensato su, notò qualcosa che prima non aveva notato: non vi era alcun suono.
I fabbri che battevano il legno e il metallo, i venditori ambulanti che gridavano assieme al lattaio che consegnava il latte, la gente che passeggiava per strada e che chiacchierava, l'allegro strillare dei bambini che giocavano.
Non c'era nulla di tutto ciò, erano spariti sia i rumori che le persone.
Il dubbio la portò a visitare di corsa alcuni negozi e le abitazioni che raggiungeva lungo la strada, notando con sicurezza che non vi era l'ombra di alcun essere umano.
Spalancò la porta d'ingresso della casa dove abitava Hana, proprio sopra il forno che possedevano i suoi genitori, rendendosi conto che, nonostante continuasse disperatamente a chiamarla, non avrebbe risposto.
Si sedette sul suo letto, accanto alla finestra e all'armadio in legno. Poteva udire solo il cinguettìo degli uccellini in lontananza e alcuni miagolii.
Era rimasta da sola.
-Cosa....cosa devo fare?- si disse, osservando la fotografia che Hana aveva sul comodino. In quella foto, Hana stringeva l'albina in un abbraccio caloroso ed entrambe avevano stampato in viso un ingenuo sorriso da bambine, nonostante tutto quello che avevano passato.
-Io... devo riportare Hana indietro!- si disse, tremante. Aveva paura eppure sapeva che se voleva tirarsi fuori doveva venire a capo di quella situazione, altrimenti correva il rischio di non rivedere mai più nessuno. -Hana, Natsu, Tsubasa, madre, padre... tutti.- Si alzò dal letto, sicura di sé, per poi risedercisi pochi secondi dopo.
-...ma a chi voglio darla a bere... non so fare niente da sola...- si disse, grattandosi il capo, per poi lanciare un urlo e stendersi sul letto.
-waaa. Devo fare qualcosa! Perchè non mi viene in mente nulla?- urlò, rotolandosi sul letto come una bambina. -Pensa, Mitsu, pensa! Deve pur esserci una soluzione!- si fermò, fissando il soffitto.
-Ma certo, Reimu!- si issò a sedere di scatto -andrò da Reimu e Marisa, spiegando cosa è successo, sicuramente loro mi aiuteranno!- si disse, annuendo con fare sicuro per poi perdere nuovamente la grinta. -...ma... e se non trovassi nemmeno loro?- si strinse il capo tra le mani -no... Marisa no... non potrei sopportarlo...-.
Restò qualche minuto in silenzio, chiedendosi se volesse davvero rischiare, andando a trovare Reimu per poi, forse, scoprire la triste realtà, oppure se fosse meglio indagare da sola. Ma cosa cambiava? Se Reimu non c'era avrebbe dovuto comunque indagare per sé ma se ci fosse stata l'avrebbe aiutata.
-...perchè... perchè siete spariti tutti? Vi prego, tornate!- urlò al nulla, in lacrime. Se non fosse successo nulla a quest'ora non sarebbe in camera di Hana a piangere come una stupida.
-Pensavo fosse ciò che volevi- bisbigliò una voce alle sue spalle.
L'albina si voltò, un pò spaventata ma anche un pò felice di sapere che ci fosse ancora qualcuno da quelle parti, purtroppo si ritrovò di fronte il muro della cameretta.
-...chi... chi è?- chiese incredula al muro.
-Qui, sono io.-
L'albina stavolta si voltò verso il comodino dove vi era appoggiata la foto di prima, accanto a questa vi era uno specchietto e nello specchio vi era riflessa l'immagine sfocata e azzurrina di una donna.
-Tu...- Mitsuki si avvicinò quatta allo specchio, osservando la donna che vi era riflessa -...tu sei la youkai che ho liberato...-. La donna nello specchio annuì.
-Daiya Kagami, youkai degli specchi.- si presentò la donna.
-Kagami-san... che succede? Tu lo sai?- chiese, con tranquillità ma anche un pò di preoccupazione, sperando che potesse aiutarla e dimenticandosi che doveva prendere informazioni su di lei.
-Avevi chiesto che tutti sparissero, pensavo fosse quello che volevi.- spiegò.
-Io...avevo chiesto una cosa simile? Non capisco...- l'albina rimase a fissare lo specchio sperando in un qualche aiuto.
-Ieri hai voluto che tutti sparissero, io ho solo esaudito il tuo desiderio.- continuò. L'albina si ricordò del momento di rabbia, prima di addormentarsi in lacrime.
-Io...l'avevo detto perchè ero arrabbiata ma... non volevo che succedesse davvero!- spiegò lei. Kagami rimase in silenzio. -Ti prego, visto che realizzi i desideri riporta tutti qui e fai tornare tutto come prima!- la implorò l'albina.
-Io non realizzo i desideri, io agisco secondo le persone che mi trovo davanti.-
-In che senso? Ti sei trovata davanti me e hai fatto quello che volevo io?- chiese, la donna annuì. -Allora ti prego, io sono davanti a te, fai ancora quello che voglio!-
-Mi dispiace ma non sei l'unica che aveva questo pensiero.- rivelò la donna.
-In che senso? C'è qualcun altro che voleva far sparire tutti?- chiese l'albina, incuriosita. -chi, dove?-
L'immagine di Kagami all'improvviso svanì dallo specchio, Mitsuki continuò a chiamarla per alcuni secondi ma non riapparve.
-Cavolo, ma adesso che faccio?-
Si alzò, uscendo di corsa dall'abitazione. Ricordò le parole che aveva appena detto la youkai, doveva esserci qualcun altro nei dintorni ma perchè non era in giro a cercare segni di vita? Forse la persona in questione desiderava davvero far sparire tutti?
Arrivò al pozzo e si sedette. Osservò la pescheria poco più in là e ricordò l'incidente di alcuni giorni prima, quando vide quella donna comportarsi in modo strano e Hana le disse che succedeva spesso ultimamente. Poteva essere legato a Kagami? Se fosse così, Kagami doveva imitare qualcuno che voleva realizzare il suo volere, chi poteva desiderare che quella donna urlasse impazzita per strada riguardo una certa "Ojou-sama"? Di "Padrona" ricordava solo Remilia, così veniva costantemente chiamata da Sakuya, ma sicuramente non poteva essere lei... oppure si?
Chi altri voleva essere chiamata Ojou-sama? Al villaggio potevano essere in molte a voler essere trattate come padrone, attualmente forse solo Keine-sensei poteva permetterselo, anche se lei è più che altro una insegnante e sicuramente non desidera essere trattata con riguardo, oltre a lei soltanto Kaname ma lei perchè era la figlia del sindaco.
In quel momento parve collegare un'altra situazione, sempre lo stesso giorno, quando vide la sua nemica camminare a testa alta con le sue amichette frivole e doppiogiochiste. Kaname era circondata da persone false che stavano al suo fianco solo perchè era importante o perchè i suoi bruti cugini li avrebbero picchiati.
-...e se...-
Non ci pensò due volte, dopotutto valeva la pena tentare. Corse verso l'abitazione del sindaco, una villa in tipico stile giapponese circondata da un giardino, sgattaiolando dentro senza essere invitata ma, dopotutto, non c'era nessuno.
Poteva averlo notato, poteva averlo sempre saputo. Anzi, ormai era evidente, Kaname era pienamente consapevole di essere sola, per questo aveva percepito la sua tristezza, quel giorno. Kaname la odiava perchè lei aveva degli amici sinceri, Mitsuki la odiava perchè pur di averli anche lei le aveva messo il mondo contro, riportando a galla la storia riguardante la tragedia dei nove e mettendo tutti al corrente sulla sua strana e miracolosa sopravvivenza.
Era ancora odio o era pietà? Era davvero lei, o forse no?
Uscì nel retro dell'abitazione e si diresse nella piccola residenza, dove abitava. Spalancò la porta della sua stanza ed entrò.

La ragazza dai capelli color amaranto alzò il capo dal cuscino, ritrovandosi di fronte l'albina. Il suo sguardo, che pareva essere sollevato e intriso di una triste e falsa felicità, mutò alla vista dell'albina. Le pupille si contrassero, il suo corpo si alzò istintivamente dal letto e la stanza sembrò diventare densa e carica di un odio forte e pungente come il freddo invernale, un odio che l'albina conosceva fin troppo bene.
Lentamente si voltò completamente verso Mitsuki, restata immobile per tutto il tempo, silenziosa ed attenta ad ogni suo movimento. Il corpo di Kaname parve tremare a causa di invisibili scosse elettriche e i suoi occhi erano fissi su quelli dell'albina.
-Tu... perchè non sei sparita?- più che una domanda sembrava una rabbiosa affermazione della realtà. L'albina era meno intrisa d'odio ma comunque abbastanza nervosa, nonostante tutto decise di rispondere a quella e ad altre eventuali affermazioni.
-Ti rendi conto che hai fatto sparire tutto il villaggio?- non ebbe il tempo di finire la frase che Kaname la interruppe.
-Sei venuta a fare la paladina della giustizia?-
Ci fu qualche secondo di silenzio, Mitsuki capì che aveva evitato la domanda e voleva buttarla sul personale, ma quando cercò di rispondere venne nuovamente interrotta.
-Speri forse di essere al centro dell'attenzione venendo qui a prendere la mia testa e a riportare indietro tutti quanti?-. L'albina scosse il capo, muovendo alcuni passi verso destra ma senza togliere lo sguardo dalla nemica.
-Rivorrei indietro le persone che amo ed esigo che tu le faccia tornare.- nonostante l'ordine appena impartito era ancora molto nervosa e impaurita.
-Dovevi sparire dal villaggio ma devo aver sbagliato qualcosa.- aggiunse Kaname, osservando i movimenti dell'albina. -Ma adesso sei sola, nessuno può aiutarti.-
-Non mi sembra di aver mai chiesto l'aiuto di nessuno.-
-Come no? Con quei sorrisi falsi e il tuo stato da povera disgraziata che faceva pietà alla gente.-
-Pietà? Quali persone mi hanno dato pietà? Non le ricordo.- rispose ironicamente.
Ci fu un'altra pausa che terminò per qualche secondo il rapido scambio di battute che si era tenuto. Gli sguardi non si distolsero, Mitsuki si fermò e Kaname avanzò di qualche passo, seguendo il lato opposto dell'albina per ritrovarsi nuovamente faccia a faccia con lei.
-Hai tutti quegli amici solo perchè sei un'ammaliatrice che imbroglia la gente.-
-Cosa sarei, scusa?- chiese l'albina, incredula.
-Con la tua bellezza e il tuo triste passato pensi di assicurarti la pietà di tutti.-
-Ti ho già detto che nessuno mi ha mai dato pietà.- alzò la voce, nervosa. Erano affermazioni insolite, Mitsuki non era mai stata compatita da nessuno. -Sei tu che non sai farti degli amici e vuoi rovinarmi la vita perchè io posso.-
-Certo che puoi, sai come farti amici comodi da usare quando ti servono.- sorrise, un sorriso maligno.
-Gli amici non sono oggetti che vanno usati!- esclamò l'albina.
-Sei patetica, non capisci di volere assolutamente le attenzioni di tutti.- riprese Kaname, incrociando le braccia.
-Hai sbagliato persona, sei tu l'arrogante egoista che vuole essere al centro del mondo.-
-Forse hai mancato di capire che io e te siamo fondamentalmente simili.- aggiunse rapidamente la ragazza. Mitsuki inarcò un sopracciglio, perplessa. -Per questo non capisco perchè la gente ti preferisca a me.-
-Non capisco dove tu veda tutta questa somiglianza.-
-Ami essere circondata dalle persone, spiccare tra gli amici, essere rispettata e ti eccita essere desiderata e lodata.- si portò una mano tra i capelli color amaranto, arricciandoli. -Hai manie di protagoniste come me, mia cara principessina.-
-Andiamo... dove le tiri fuori queste sciocchezze?- rispose l'albina, ridacchiando nervosamente. -Io avrei voluto essere tua amica ma mi hai rifiutata.-
-Preferivo morire piuttosto che diventare amica di quella che mi aveva gettata nel fango.-
-Potevi semplicemente chiedere di giocare con noi, ti avrei accolta con piacere.-
-Accolta? Oh, oh, la grande principessa dal cuore tenero che prova pietà per la piccola mocciosa sporca di fango!- Kaname urlò, aprendo le braccia e camminando intorno come se stesse recitando su un palcoscenico. Mitsuki la fissò incredula. -Ma cosa credi, che volessi davvero diventare amica di una perdente come te? Volevo solo strappare quel disgustoso acquilone e sputarti in faccia!-
-Che diavolo ti ho mai fatto per scatenarti questa ira?- l'albina strinse i pugni e iniziò ad arrabbiarsi.
-I miei amici hanno scelto te.- la indicò, con sguardo disgustato.
-Perchè non sai tenerteli.- ribattè l'albina.
-No, perchè sei una fallita e la gente prova pietà per te.-
Si spaventò. Quell'affermazione le riportò alla mente la situazione in cui si trovava, i disastri che era capace di causare con le Danmaku Battle e il titolo di Fallimento di Gensokyo.
-Non....non sono una fallita...- disse, tremando.
-Sei una perdente.- affermò Kaname. -Una fallita, stupida ragazzina dalla mente ristretta e dalle capacità intellettive relativamente scarse.- Mitsuki indietreggiò di pochi passi.
-Però.... però i pugni li so dare.-
Un lampò sembrò riflettersi negli occhi di Kaname che tremò dalla rabbia e chinò il capo portandosi la mano sul viso e sfiorandosi il naso.
-Quella...me la devi ancora pagare...-. L'albina, tremante, ricominciò a parlare.
-Eppure chi è finita in prigione? Io, che ho difeso Hana, o tu, che la volevi far picchiare?- Kaname si morse un labbro -Tu puoi contare solo sulla violenza dei tuoi cugini, ma la verità è che sei sola come un cane!-
Dell'acqua iniziò a gocciolare sul suo viso. Kaname ripose il bicchiere sul comò in legno alla sua sinistra e fissò l'albina con il viso bagnato. Lentamente ritrasse la mano e incrociò le braccia.
-Eppure sei tu quella che continua ad essere stupida e fallita. Almeno io ho una casa enorme e tanti soldi.- sorrise, un falso sorriso. -E adesso nessuno potrà dire nulla, non ci pensi?-
-Menti, spudoratamente.- rispose automaticamente l'albina, sentendo il cuore afflitto della nemica e asciugandosi il viso con la manica del kimono. -Sei uno sporca bugiarda che vive solo di menzogne.- Il sorriso di Kaname si increspò e tornò ad essere seria come prima.
-Non devo scusarmi con un mostro come te.-.
-...mostro?- Kaname sorrise nuovamente.
-Già, mostro. Non sei normale, sei sopravvissuta ad una tragedia che eri una bambina mentre gli altri sono morti. Non lo trovi ridicolo?- rise di gusto, sotto gli occhi dell'albina che la fissò incredula.
-...c'erano anche dei miei amici... Tomoe... Tomoe è morta... come puoi dire... -non riusciva a parlare, la voce era rotta dai brividi che le correvano lungo il corpo.
Tremava, era furiosa. Da sempre Kaname inventava sciocchezze riguardo la tragedia dei nove eppure le faceva rabbia sapere che tutti ignoravano la morte della sua amichetta e di tutti gli altri, anzi, che la ritenessero colpevole.
-Tomoe? Che ti importa, tanto adesso hai nuovi amici, è stato semplice sostituirla.-
Sostituirla? Sostituire un umano?
E quella donna si chiedeva perchè non aveva amici?
Mitsuki la fissò inorridita, non riuscendo a parlare. Kaname percepì la sua rabbia poichè iniziò a fissarla con l'odio intenso che aveva all'inizio.
-Se tu fossi morta con tutti gli altri a quest'ora avrei tutti gli amici che voglio.- affermò, avvicinandosi all'albina. -La tua presenza mi irrita, mi hai fatto fare una figura davanti tutta la scuola, mi hai rotto il naso, mi hai portato via tutti gli amici con quello schifoso visino carino che ti ritrovi...- il tono delle sue affermazioni aumentò, marcando ogni singola parola. -E ora sei ancora qui, tra i piedi, quando dovevi essere la prima a sparire dalla circolazione!-.
L'ultima frase echeggiò nella stanza assieme al rumore dello schiaffo che aveva appena dato all'albina, la quale continuò a restare immobile con la guancia sinistra dolorante.
Tu... mi odi per queste piccolezze...? Solo perchè le persone hanno preferito una ragazza sincera ad una che li trattava da oggetti di cui vantarsi? L'albina aveva uno sguardo perplesso. Non era arrabbiata, non era triste, non era più inorridita, era solo perplessa e incredula.
-Smettila...- la mano di Kaname tremò. -Smettila di restare tranquilla!-
Nella stanza echeggiarono i rumori di altri due schiaffi, uno per ogni guancia. L'albina si ritrovò a guardare per terra lateralmente, portandosi una mano al viso e tastandosi le guance.
-Sono stanca... ogni cosa che succede non piangi, non ho mai visto disperarti, non ti ho mai vista chiedere pietà, finiscila di fare così!-
Un altro rumore, stavolta lo schiaffo arrivò dalla controparte. Kaname restò immobile con la guancia destra arrossata.
-Tu... vuoi che io chieda pietà... ma non hai pietà a parlare così di persone che sono morte...- disse l'albina con un filo di voce.
-Non me ne frega nulla di chi è morto, tu sei ancora viva e non devi esserlo!- urlò Kaname, sferrandole un pugno che lei prontamente evitò, spostandosi a lato.
-Non te ne frega nulla?- chiese ad alta voce l'albina -Che schifo di umana sei a parlare così? Ma ti rendi conto di quanto sei disgustosa?- le urlò l'albina, continuando a tremare. Kaname seguì con lo sguardo i suoi movimenti.
-Qui l'unica feccia sei tu. L'unica che doveva morire, sei sempre tu. L'unica che mi ha sfidata, sei ancora tu!- le si avvicinò nuovamente a passo svelto, mentre intanto l'albina indietreggiava. -L'unica che non deve esiste sei sempre, soltanto e comunque tu!- Si avvicinò al comò e afferrò il bicchiere, lanciandoglielo contro. L'albina si scostò nuovamente mentre l'oggetto colpiva il muro, frantumandosi in mille pezzi.
-No no, per nulla!- esclamò l'albina, infuriata -Qui, l'unica che non dovrebbe nemmeno esistere sono le persone schifose come te! Tu devi sparire, tu devi morire!- urlò l'albina, avvicinandosi rapidamente verso Kaname e prendendola per i capelli. Kaname urlò, trovando la forza per sferrare un pugno nello stomaco di Mitsuki e spingendola contro il muro. La signorina riprese l'ecquilibrio e si avventò sull'albina prendendola per il kimono e buttandola con forza a terra, poi prese un vaso dal mobile e glielò gettò addosso. L'albina eresse uno scudo protettivo e lo scaraventò via, sotto gli occhi increduli della nemica.
-Magia... sapevo che eri una youkai, puttana!- esclamò Kaname, scuotendo il capo, mentre Mitsuki si alzava.
-Cogliona, anche gli umani possono farlo!- disse, dandole un pugno per ricambiare il suo gentile gesto di poco fa. -E questa è la rabbia degli umani che sono morti e che hai denigrato!- La sbattè al muro per molte volte consecutivamente, prima di costringerla a terra, mettendole le mani al collo. -Mentre tu non hai nemmeno il diritto di essere chiamata umana!-
Anche Kaname, nel tentativo di liberarsi, afferrò la gola dell'albina che si sentì mancare il fiato.
-No...tu... sei un mostro... e meriti.... la morte....- disse raucamente la ragazzina, sorridendo malignamente.
-T-tu... arrogante... puttana...- disse con un fil di voce, premendo le mani al collo di Kaname sperando che smettesse di muoversi.
Nessuna accennava a cedere, con il fiato corto e la morte che incombeva entrambe strinsero con tutte le loro forze finchè Mitsuki non sentì qualcosa scaraventarla via da Kaname, facendola rotolare dall'altra parte della stanza.
Alzò lo sguardo, respirando con fatica tenendosi la mano sinistra sul petto. Kaname era nelle sue stesse condizioni e sembrò non dare molta importanza alla causa del colpo, piuttosto cercò di riprendere fiato.
-...ma sei impazzita?!- urlò una voce all'entrata della stanza.
-Ma...Mayumi...-

Immagine

TOUHOU SHANIKUSAI: the Great Story by Hi-Ki Production (Kira.Lu & Hikari) [sito/forum/DA]
Immagine

Kira Lushia
BakaHime
BakaHime
Messaggi: 1234
Iscritto il: 28/10/2008, 2:33
Custom Rank: La Melodica Admin
Rank Color: magenta
Sesso: Femmina
Razza: Umano
Classe: Magician
Spellcard: Magnus Exorcismus!
Località: Forest of Magic
Contatta:

Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

Extra Stage 2 - LA Tragedia dei Nove

Immagine


"La leggenda dei bambini
che van a giocar ai confini
tutto intorno al sacro luogo
sopra il masso e intorno al fuoco
oltre il campo del contadino
c'è il paradiso di ogni bambino
la maestra Keine seguiremo
e tante cose impareremo!
"

-'diamo, 'diamo!- una bambina sui cinque anni, dai capelli castani corti con un ciuffo legato in cima al capo, tirava per il kimono un'altra bambina all'apparenza più piccola. Quest'ultima, aveva i capelli così chiari da sembrare quasi neve e gli occhi di colore diverso l'uno dall'altro. -'diamo Miciu!- la incitò, saltellandole intorno.
-petta Tomoe!- l'albina la tirò a sè, cercando la mamma, la quale apparve dietro di loro e le sorrise.
-Vai Mitsuki, segui Tomoe e gli altri bambini.- Sora accarezzò dolcemente i capelli della figlia, mentre la sua amichetta saltellante la incitava a sbrigarsi.
Le due bambine raggiunsero il gruppetto felice di altri bambini, circa dieci quel giorno, dai quattro ai dieci anni circa di età. A capo dell'allegra comitiva, una donna dai capelli chiarissimi con riflessi azzurri, che indossava un vestito blu con fiocchi rossi. Aveva uno strano copricapo del colore dell'abito.
-Seguitemi, bambini!- disse la donna, mentre trascinava la mandria di piccoli scapestrati oltre i campi coltivati, verso un largo prato con al centro un masso enorme e dalla forma bizzarra. -eccoci qui! e ora sedetevi tutti!-
I bambini intonarono in coro un "si, Keine-sensei!" e si sedettero accanto alla roccia. Tutti i bimbi si fecero silenziosi e attenti: amavano Keine e i suoi insegnamenti su Gensokyo. Non era una scuola, era solo un gioco che facevano da molto, i bambini più grandi erano abituati sin da quando avevano tre o quattro anni, ma non solo, perchè anche i loro genitori, da piccoli, facevano lo stesso gioco.
La canzone che cantavano allegramente era ormai una tradizione, così come Keine che, seduta sul masso leggendario, spiegava loro i misteri di Gensokyo e del Mondo Esterno, non che come era nata Gensokyo stessa, prima di mettersi tutti a giocare.
Al villaggio gli adulti compravano, svolgevano le loro attività e raramente si svagavano. era una comunità produttiva ma bisognava anche pensare ai bambini, per questo era tradizione che Keine li portasse con sé per giocare e per imparare cose extra-scolastiche, in modo che i pomeriggi e i giorni non scolastici potevano divertirsi e vivere allegramente la loro infanzia.
-Keine-sensei! E' un guaio!- urlò un contadino poco lontano, che correva verso il luogo sacro col fiatone.
-Che accade?- chiese allarmata la mezza umana mezza youkai, mentre si avvicinava perplessa all'uomo, aiutandolo.
-Presto, c'è un'emergenza in una fattoria, pare che alcuni youkai si siano infiltrati!- disse l'uomo, sconvolto.
-impossibile...l'avrei avvertito....devo rinforzare la barriera, non posso fare altrimenti, così com'è è davvero troppo facile aggirarla.- disse, preoccupata. -Buon uomo, indicatemi la strada e riportate a casa i bambini!- disse, osservando i bambini tristi. -Piccoli, per oggi basta così, continueremo domani!- il suo sguardo si aprì in un ampio e tenero sorriso, che tranquillizzò i bambini. L'uomo indicò lei la via verso la fattoria che era stata assaltata, per cui Keine si diresse in quella direzione.
L'uomo, ansioso, mentre vedeva svanire la donna all'orizzonte, scosse il capo e andò fra i bambini, chiedendo chi tra loro fosse il più grande.
-Io! Ho dieci anni!- un ragazzino con il volto spensierato, i capelli rossicci e gli occhi verde acqua, saltellò davanti al contadino.
-Bene ragazzo! Ti affiderò una importantissima missione!- gli disse l'uomo e il ragazzino si illuminò di eccitazione. -Riporta tutti i bambini a casa e poi vai a casa tua, dicendo ai tuoi genitori che sei stato coraggiosissimo e hai salvato tutti i bambini da un grosso pericolo!- disse infine. Il ragazzino non trovò la faccenda molto interessante e fece un'espressione strana, ma il contadino si fidò e corse verso la direzione presa da Keine.
Rimasero da soli. Il ragazzino sbuffò, fissò gli amici e ci pensò per un paio di secondi, mentre i bambini erano sconcertati. Al ragazzino si avvicinò un'altro ragazzo, che aveva i capelli castani abbastanza scuri e mossi, lunghi fino alla spalla.
-Ehi, Yuya! Che facciamo?- chiese il giovanotto. Yuya arricciò il naso.
-Andare a casa mentre c'è un caos così? Perchè non prendiamo gli youkai e li pestiamo?-. I bambini li fissarono perplessi. -avanti, Ryo, siccome siamo i più grandi formiamo due squadre! Quattro te li prendi tu e quattro io e andiamo in avanscoperta!- disse tutto eccitato.
Il ragazzo castano si prese con sè un ragazzo con le lentigini, una ragazzina con gli occhiali e due gemelle. Yuya prese con sè il fratellino più piccolo, un ragazzino molto energico, Tomoe e Mitsuki.
-Cosa facciamo?- chiese Ryo, guardandosi intorno.
-Dobbiamo sconfiggere gli youkai cattivi che hanno portato via Keine-sensei!- disse il ragazzino.
-Dove saranno?- chiese la ragazzina con gli occhiali, aveva su per giu otto anni.
-uhm...ricordate la fine della canzoncina?- disse Yuya agli altri bambini. -"Oltre il campo del contadino - c'è il paradiso di ogni bambino - la maestra Keine seguiremo - e tante cose impareremo - occhio però a non andare più in là - c'è solo cattiveria e oscurità - da dietro i pini gemelli ci brama - lo youkai che ci porterà via nella sua tana."- canticchiò Yuya con fierezza. -Nessuno lo sapeva, vero? Non molti la cantano fino alla fine!- ridacchiò -oltre i pini gemelli, vedete, stanno laggiù!- indicò il giovane agli altri.
-Dobbiamo andare lì?- chiese Ryo, curioso.
-Sicuro! Andiamo ad ammazzare gli youkai!-
L'allegra brigata di bambini innocenti e ignoranti sul mondo, nonchè coraggiosi e incuranti del pericolo, si diresse oltre i due pini gemelli che segnavano, secondo la canzone, il confine del villaggio umano.
Si ritrovarono in una foresta. Osservarono il cielo, quasi sparito oltre le cime degli alberi. Si fissarono, preoccupati.
-...qu...questa è la Forest of Magic, vero?- disse impaurita il fratellino di Yuya, un ragazzino dai capelli neri. I bambini si raggrupparono, impauriti da strani versi. In quella foresta c'erano molti youkai insetto che amavano divorare bambini...o era ciò che era stato detto loro.
-...va bene, torniamo indietro e andiamo ad aiutare Keine-sensei!- disse Yuya, sicuro di sé. Ripresero la strada per il villaggio che....era scomparso.
-Dov'è? Ci siamo persi??- urlò disperato Ryo. -E' la barriera di Keine-sensei! Non possiamo tornare indietro!-
Impauriti, i bambini scoppiarono in lacrime. Chi chiamava la mamma, chi si nascondeva dietro gli alberi, chi urlava semplicemente. Non mancò molto prima che gli youkai insetto, che insediavano quella zona, si fecero vivi.
E fu una strage.
La piccola bambina albina di quattro anni tirò a sé l'amichetta Tomoe, portandola in un cespuglio che aveva visto per nascondersi. Ma l'amica le lasciò la mano: uno youkai coleottero l'aveva afferrata, sotto le sue urla disperate. L'albina si infilò nel cespuglio, portandosi le mani alle orecchie e piangendo, mentre tutto attorno a sè sentiva urla, pianti, passi, ali che sbattevano e risatine e versi degli youkai.
Qualcuno sentì l'odore della piccola e Mitsu vede impaurita che si affacciava al cespuglio, ma qualcosa lo costrinse ad andare via. Mitsu uscì dal cespuglio e non vide nulla, se non una luce calde e piena di tepore. Una piuma candida si posò a terra, accanto a lei. La fissò stralunata....poi svenne.
Fu ritrovata ancora incoscente da alcuni contadini, il giorno successivo. Sora e Tatsuya la strinsero in lacrime, temevano di averla persa per sempre. Keine si malediva per aver lasciato da soli i bambini ma nessuno la incolpò: aveva salvato due famiglie intere di contadini con madri, figli e nonni da un'altra strage, la colpa fu data all'inetto contadino che non si sa che fine fece.
Per il resto, Keine partì lei stessa alla ricerca degli altri nove bambini. Tornò solo quando era sicura che dei nove innocenti ragazzini non era rimasto più nulla. Era stata una strage, una tragedia.
Sora si spaventò quando scoprì che le madre degli altri bambini odiavano così tanto sia loro che Mitsuki per essere stata l'unica sopravvissuta alla strage. Per quale motivo? Perchè avevano risparmiato proprio lei, stesa e svenuta così in bella vista?
Keine calmò il rancore della gente, spiegando che era stata rinvenuta nei pressi di un cespuglio dove probabilmente era rimasta nascosta a lungo, questo riuscì a placare le voci su eventuali poteri diabolici posseduti da Mitsuki: credevano fosse una youkai. Di certo, senza lezioni di magia, non poteva averla usata per proteggersi.
Sora e Tatsuya ebbero molto da ringraziare alla maestra dai capelli azzurrini. Senza il suo intervento, adesso, sarebbero ancora additati da molti. Era così grande la disperazione per aver perso i propri figli? Se avessero perso Mitsu e un bambino si fosse salvato chissà come, avrebbero anche loro odiato quel bambino e la sua famiglia chiedendosi perchè era toccato a lui e non alla loro figlia?
A questa domande non ci sarà una risposta.
E anche se La Tragedia dei Nove fu ormai un evento del passato, anche se i bambini non andarono più a giocare sotto quella roccia e anche se la canzone non sarebbe stata cantata mai più, la gente ancora serbava nel cuore il ricordo di uno degli eventi più mostruosi della storia di Gensokyo.

Immagine

TOUHOU SHANIKUSAI: the Great Story by Hi-Ki Production (Kira.Lu & Hikari) [sito/forum/DA]
Immagine

HeilPalazzo
Touhou Maniacs
Touhou Maniacs
Messaggi: 1108
Iscritto il: 07/09/2009, 21:59
Custom Rank: Saya ò_o
Rank Color: orange
Sesso: Maschio
Razza: Youkai
Classe: Kappa
Spellcard: Dragonfly Sign - Circle Around Top of the World
Località: Paterno (RM)

Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da HeilPalazzo »

Ero rimasto indietro XD.
L'ho letto tutto quanto ora, continua così ;) .

Immagine

Spoiler! :
Classifica dei miei personaggi preferiti:
1° Sanae Kochiya
Immagine
2° Reisen Udongein Inaba
Immagine
3° Nitori Kawashiro
Immagine
4° Watatsuki no Yorihime
Immagine
5° Ellen
Immagine
[/center]
ArcHeart
Baka OMG Brigade
Baka OMG Brigade
Messaggi: 615
Iscritto il: 06/07/2010, 23:00
Custom Rank: Koishi's Husbando
Rank Color: black
Sesso: Maschio
Razza: Satori
Classe: Lover
Spellcard: Yandere Sign: Love Flame!
Località: Chireiden

Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da ArcHeart »

Figa sta' strage<3 peccato per Tomoe, povera ç___ç
Immagine
HEY, YOU!... YES, U, ASSHOLE! DON'T DARE TO TOUCH MY KOISHI! O TI FACCIO IL POPO' A CUBI E CI GIUOCO A MINECRAFT!!!
Immagine
Immagine

Sanae Rangers!
Immagine

Kira Lushia
BakaHime
BakaHime
Messaggi: 1234
Iscritto il: 28/10/2008, 2:33
Custom Rank: La Melodica Admin
Rank Color: magenta
Sesso: Femmina
Razza: Umano
Classe: Magician
Spellcard: Magnus Exorcismus!
Località: Forest of Magic
Contatta:

Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

capitolo piccolino, ma dopotutto l'11 era molto lungo ùù

Stage 12 - Kagami

Immagine




La maga verde si avvicinò all'umana a terra che respirava con molta fatica, aveva il collo arrossato per via della forza con il quale Mitsuki gliel'aveva stretto. L'albina, intanto, si alzò con non pochi sforzi e zoppicò verso l'uscita della stanza, senza distogliere lo sguardo dalla porta e guardando fisso davanti a sé.
Mayumi riuscì ad issare Kaname per farla stendere sul letto, tuttavia quest'ultima si iniziò a lamentare, ma le sue repliche erano ormai ben distanti e l'albina non era più in grado di distinguere i suoni poichè si trovava già nel corridoio dell'abitazione principale.
Avanzò lentamente per poi fermarsi in cucina, sedendosi per terra con fatica e riprendendo fiato.
Mayumi aveva aiutato Kaname poichè era più malandata di lei, non avrebbe dovuto rifletterci su in quel modo. Eppure era adirata per non essere riuscita a toglierla di mezzo, ma quegli stessi pensieri parvero disgustarla. Mayumi aveva visto un lato di lei che l'albina stessa non aveva mai pensato di avere. Quegli istinti omicidi dovevano restare tali, solo piccoli vortici di odio che si formavano all'interno del suo cuore ma che tali rimanevano.
Eppure non era così semplice, quell'odio si era ingigantito e si era trasformato fino ad esplodere in una tremenda furia omicida. La sua amica che cosa avrebbe pensato di lei?
La presenza di Mayumi poteva significare solo che gli youkai o coloro che non abitavano nel villaggio non erano rimasti intaccati dal potere di Kagami. Poteva sperare di trovare Marisa o Reimu e di andare da loro per chiedere aiuto, ma non se la sentiva di sgattaiolare come una vigliacca dopo che aveva appena tentato di uccidere una persona.
Alla fine il problema era nato a causa sua, fu Mitsuki a rompere il sigillo del libro dei Profani da cui era uscita quell'assurda youkai, perciò se ne era assunta ogni responsabilità. Avrebbe dovuto cavarsela da sola.
Si issò e riprese a camminare, cercando di tornare a casa di Hana, dove aveva visto la figura della youkai riflessa nello specchio della sua cameretta. Si avvicinò all'ingresso a grandi passi quando si fermò al sentire una voce che l'aveva appena chiamata. Si voltò stupefatta verso uno specchio di forma ovoidale circondato da una cornice in legno bianca, appeso sopra il portaombrelli. Gli si avvicinò lentamente fino a specchiarcisi quando la sua sagoma specchiata mutò fino a diventare una slanciata e adulta figura femminile dai capelli azzurri.
-Tu...- la indicò. Non si aspettava apparisse anche in casa di Kaname. -Cosa ci fai qui? Stavo venendo da te!- le disse l'albina, perplessa.
-Venendo...da me?- ripetè la youkai -Dove...? Io sono ovunque, in qualsiasi superficie che rifletta come uno specchio.- spiegò.
L'albina rimase interdetta per qualche secondo, cercò mentalmente di rimettere insieme le parole fino a dar loro un senso compiuto. "Ovunque... in qualsiasi superficie riflessa...". Poteva significare solo che Kagami viaggiava attraverso le superfici a specchio e non ne abitava uno solo. Sarebbe stato stupido correre verso casa di Hana, l'avrebbe potuta trovare ovunque. Meglio così.
-Fa tornare tutte le persone! A quanto pare tu reagisci ai sentimenti della gente e allora reagisci ai miei! Oppure non sono abbastanza forti per te?- urlò l'albina, fissando la youkai con rabbia mista ad odio. Non erano sentimenti diretti a lei, quel rancore e quel desiderio di vendetta erano la freccia da scoccare alla sua peggior nemica. Sarebbero stati abbastanza forti da scalfire anche la youkai degli specchi?
-Il desiderio di veder tornare tutti o il desiderio di distruggere ogni cosa.- disse la youkai, con voce gelida. -Il desiderio di essere amata e stimata o il desiderio di uccidere colei che odi.- continuò. Mitsuki ascoltò con attenzione ciò che la donna aveva da dire. -...è buffo, poichè queste quattro emozioni potrebbero rappresentare entrambe.-
L'albina ebbe un moto d'ira.
-Io non sono come lei!- urlò nuovamente, tremando.
-Siete più simili di quanto tu possa immaginare.- spiegò la youkai, scuotendo il capo. -Ma il tuo odio è davvero molto forte, più del suo che a confronto pare frivolo e insignificante.- L'albina non parve comprendere quelle parole e non ci diede molto peso. Ciò che attirò la sua attenzione fu un brusio provenire da fuori l'abitazione, si voltò verso la porta d'ingresso e la spalancò, rivelando la strada piena di persone spaesate che si muovevano come automi gridando strane parole con movimenti coordinati.
Spaventata, fece dietro front e richiuse la porta d'ingresso, tornando allo specchio.
-...cosa significa?-
-Li ho fatti tornare, ma le sue emozioni sono ancora forti.- disse la youkai.
-Senti...cos'è che vuoi esattamente? Non capisco se sei dalla parte dei buoni o dei cattivi!- le chiese l'albina.
-Io? Sono solo uno specchio che si limita a reagire alle emozioni altrui.- disse Kagami, scostando lo sguardo dalla ragazzina. -E tu, piuttosto... da che parte sei?-
-Che domande, io sono buona!- rispose l'albina, annuendo. La youkai scosse il capo.
-Il bene e il male non sono uguali per tutti.-
-Certo che si! Esiste una sola giustizia!- ribattè la giovane, furiosa per la risposta assurda della youkai.
-Se così fosse, entrambe sareste dalla stessa parte.- disse infine. Mitsu non fiatò per alcuni secondi, mentre tentava di focalizzare l'affermazione della youkai, che iniziò a dire strani frasi come se stesse canticchiando. -"L'ombra dietro la mia figura è troppo grande e troppo oscura. Sono stanca e son sconvolta, gira tre volte la chiave della porta, esci da questa prigione e trova nella vita una nuova ragione. Fatti amare, sii lodata per annientare ogni vecchia sgridata, costringi la gente ad adorarti e fa loro pagare tutti i torti. Sarai per loro il sole al centro, vendica così il tuo risentimento..."-
Che la poesia fosse o meno conclusa non avrebbe potuto saperlo mai, poichè l'albina aveva preso un fermacarte a forma di un cigno e l'aveva tirato contro lo specchio mandandolo in frantumi.
Nella sua testa continuavano a risuonare quelle assurde parole che non sentiva sue o, peggio, se ne sentiva fin troppo complice.
Decisa a chiudere la questione una volta per tutte, si avviò nuovamente verso il retro della residenza. Cosa volesse realmente fare non era chiaro nemmeno a lei, si limitò a correre senza pensieri e senza ascoltare le parole della youkai degli specchi che apparivano sporadicamente quando si avvicinava ad uno specchio. Quadri riflettenti, vetri, bicchieri colmi d'acqua, specchietti e argenteria: erano molte le superfici riflettenti in una casa. Kagami la incitò più volte di tornare indietro, di lasciar perdere, ma Mitsuki non le stava dando peso ed uscì a passo svelto dal retro, diretta alla piccola residenza dove si trovava la stanza della nemica.
Spalancò la porta e si ritrovò Mayumi davanti, che le dava le spalle. Kaname, che sembrava stare molto meglio, si trovava in piedi davanti a loro con sguardo perso.
La maga verde si voltò appena l'albina aveva varcato la soglia, aveva uno sguardo perplesso.
-Mitsu, devi andare subito via!- le disse, spingendola fuori dalla camera.
-No, Mayumi! Devo mettere a posto le cose!- replicò l'albina, mentre Mayumi tentava di allontanarla con fatica.
-Vattene, stupida! Kaname non è in sé, ti farà del male!- urlò l'amica, spingendola a terra in tempo prima che venissero trafitte da delle stalattiti.
-Cosa...magia?- chiese l'albina, issandosi con rapidità e tirando fuori le sue carte da gioco.
-Non è ghiaccio, è cristallo.- osservò Mayumi, notando i frammenti delle stalattiti appena create e lanciate dalla ragazza. -Crea vetro e cristallo dal nulla, non è magia, è un potere youkai.-
-Che diavolo... com'è possibile che sia diventata una youkai?- chiese, Mitsuki lanciando le carte da gioco contro la nemica che si alzò in volo e le evitò con naturalezza. -Ma....cosa...-
-Non è diventata una youkai!- esclamò Mayumi, lanciando alcune sfere di luce verdognola verso la ragazza che le schivò e contrattaccò con una tale rapidità che Mayumi venne lievemente ferita al viso da uno dei danmaku cristallini. -Maledizione, non c'è alcun dubbio.-
La maga verde creò una barriera attorno a Kaname, tentando di tenerla prigioniera con il suo potere di protezione e confinamento. Purtroppo la sfera si incrinò lievemente, il potere della ragazza era troppo forte da contenere.
-Che diavolo sta succedendo?- urlò l'albina, avvicinandosi all'amica, respirando affannosamente e osservando la sfera che si stava continuando ad incrinare in più punti.
-E' impossessata!- le disse l'amica, con un tono di ovvietà. -Possibile che tu non ci sia arrivata prima?-
Per quanto potesse essere assurdo, era l'unica spiegazione decente. Mitsuki capì chi c'era dietro, Mayumi sembrava esserci arrivata già da un pezzo. Era questo il potere temibile che fu sigillato nel Libro dei Profani? Attraverso l'empatia, quella youkai arrivava ad impossessarsi delle persone stesse? Qual'era il suo obiettivo finale e cosa sperava di ottenere?
I pensieri dell'albina furono interrotti quando Mayumi le afferrò il braccio e la trascinò via di corsa, verso la residenza principale. Non ebbe il tempo di aprir bocca che sfrecciarono a grande velocità nei corridoi della villa fino ad uscire fuori e a mescolarsi tra la folla.
Le due maghe si ritrovarono in un vicolo adiancente alla piazza principale, si fermarono per riprendersi dalla corsa e si appoggiarono al muro di una villa.
-Dove andiamo, perchè scappiamo?- chiese l'albina, liberata finalmente dalla presa dell'amica.
-Non potevamo nulla contro lei, dobbiamo chiedere aiuto! Ci avrebbe uccise!- rispose Mayumi, riprendendo fiato.
-Cosa facciamo, allora? Andiamo a chiamare Reimu?- chiese l'albina, osservandosi intorno.
-Vedi altre soluzioni? Oh cavolo...!- la maga verde si bloccò e riprese l'albina per la manica dopo aver notato una pozzanghera accanto a loro. -E' una superficie riflettente, potrebbe spuntare da lì!-
-Ma no!- obiettò l'albina -Non credo possa, ora ha il corpo di Kaname! Può portarlo tra gli specchi?-
-Vuoi restare qui e aspettare di scoprirlo?-
Non finì in tempo di fare la domanda che, effettivamente, dalla pozzanghera apparve il corpo di Kaname, avvolto da un'aura azzurrina e con lo sguardo perso di poco prima. La youkai degli specchi colpì le ragazze alle spalle che caddero per terra con un tonfo.
La maga verde tentò nuovamente di bloccarla con il suo potere confinante e ricreò la sfera verde che bloccò la youkai con la stessa modalità, ma esattamente come prima si incrinò, con più rapidità.
L'abina osservò l'amica mentre si sforzava di tenere la sfera con tutte le sue energie, non voleva essere da meno e alzò le mani verso la sfera, cercando di individuare l'energia umana di Kaname e l'energia youkai di Kagami. La separazione era un incantesimo che serviva a separare un corpo umano impossessato da uno spirito, non aveva idea se avesse o meno funzionato con una youkai ma era l'unica idea che le fosse venuta in mente in così poco tempo. Non era abituata a scontri del genere, l'unica persona con cui aveva mai combattuto era Marisa e realizzare un incantesimo di così alto livello senza esperienza poteva essere controproducente.
La sfera di sigillo si ruppe definitivamente e Mayumi svenne per il troppo sforzo, tuttavia Mitsuki riuscì ad individuare l'enegia di Kagami e, come se fosse una corda invisibile, la afferrò, tirandola con forza verso di sè per separarla dal corpo della malcapitata e costringendola a rivelare la sua vera forma. Vedendola realmente dinanzi a sé quasi non la impressionò, finalmente vide con i suoi occhi la vera forma di quella sagoma azzurrina sfocata che osservava negli specchi. La donna era molto alta, aveva lunghissimi capelli azzurri adornati da dei cristalli, indossava una veste azzurra composta da molti strati, nastri e diamanti e aveva degli occhi spenti e vacui che non esprimevano alcuna emozione.
Kaname sfuggì al suo controllo e il suo debole corpo cadde a terra esausto, Kagami non poteva impossessarsi nuovamente di lei poichè sarebbe stato inutile prendere un corpo così indebolito per cui la youkai si tramutò in una luce azzurra che sfrecciò via in direzione della piazza, senza che Mitsuki potesse far nulla per fermarla e si limitò a seguirla con lo sguardo e a vederla svanire oltre il vicolo.
Ebbe il tempo di voltarsi e di guardare Mayumi e Kaname svenute, prima di perdere i sensi anche lei.

Immagine

TOUHOU SHANIKUSAI: the Great Story by Hi-Ki Production (Kira.Lu & Hikari) [sito/forum/DA]
Immagine

ArcHeart
Baka OMG Brigade
Baka OMG Brigade
Messaggi: 615
Iscritto il: 06/07/2010, 23:00
Custom Rank: Koishi's Husbando
Rank Color: black
Sesso: Maschio
Razza: Satori
Classe: Lover
Spellcard: Yandere Sign: Love Flame!
Località: Chireiden

Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da ArcHeart »

La youkai degli specchi colpì le ragazze alle spalle che caddero per terra con un tonfo.
Kaname: I never really was on your side...

Mitsuki Yandere? Kira, stai scherzando, Vero? ç___ç
Immagine
HEY, YOU!... YES, U, ASSHOLE! DON'T DARE TO TOUCH MY KOISHI! O TI FACCIO IL POPO' A CUBI E CI GIUOCO A MINECRAFT!!!
Immagine
Immagine

Sanae Rangers!
Immagine

Kira Lushia
BakaHime
BakaHime
Messaggi: 1234
Iscritto il: 28/10/2008, 2:33
Custom Rank: La Melodica Admin
Rank Color: magenta
Sesso: Femmina
Razza: Umano
Classe: Magician
Spellcard: Magnus Exorcismus!
Località: Forest of Magic
Contatta:

Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

ma guarda, come detto su skype il termine yandere non le si addice molto perchè Mitsu ha sempre affermato di volerla male tanto da ucciderla. Poi c'è la sottile linea sul farlo davvero (che qui stava oltrepassando) e pensarlo solo, ma non significa essere yandere. Uno yandere ammazzerebbe chiunque, qui si parla di una persona, l'unica persona che Mitsu abbia mai odiato per via di casini successi quando erano piccole e che le ha spinte ad odiarsi a morte XD

Immagine

TOUHOU SHANIKUSAI: the Great Story by Hi-Ki Production (Kira.Lu & Hikari) [sito/forum/DA]
Immagine

Kira Lushia
BakaHime
BakaHime
Messaggi: 1234
Iscritto il: 28/10/2008, 2:33
Custom Rank: La Melodica Admin
Rank Color: magenta
Sesso: Femmina
Razza: Umano
Classe: Magician
Spellcard: Magnus Exorcismus!
Località: Forest of Magic
Contatta:

Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

ed ecco il 13 <3

Stage 13 - Questi sentimenti...

Immagine


Lentamente si susseguirono brusii di una folla invisibile che sembravano chiacchierare alle spalle, come per ammonire o ridacchiare sugli eventi di uno spettacolo teatrale.
Le folle invisibili si udivano rumorose man mano che si avanzava sulla strada, un lungo viale costeggiato da una foresta sconosciuta che di certo non poteva trovarsi proprio lì.
Era impossibile riuscire a capire cosa stava accadendo, le voci era sconnesse e si sovrapponevano l'una sull'altra amalgamandosi come il rumore del vento in una tempesta violenta che non sembrava non volesse cessare.
La mente era occupata da quesiti e pensieri, la gente non smetteva di sobbalzare ad ogni passo, intervenendo con i loro chiacchiericci fastidiosi e confusi.
Voleva fermarsi, non capiva dove stesse andando e si era stancata di ascoltare quei suoni sconnessi. Perchè li ha sempre ascoltati? Perchè non ha mai smesso di dar retta ai sospiri?
Anche Hana gliel'aveva detto, era pazza. Completamente.
Ma andava bene così, era eccitante. Era diversa, non era come gli altri, non era come Kaname. Non era inutile, non era stupida, non era una mocciosa da isolare.
Era un mostro, perchè tutti l'avevano additata in quel modo sin dalla tragedia. Era un mostro e ne aveva paura.
Era un mostro e se ne vantava.
Si, se ne vantava. Non doveva aver più paura di nulla, sarebbe stata forte proprio perchè era nella sua natura.
Lo giurò.
Decise di giurarlo su una delle tre sculture divine che aveva notato al limitare della foresta. A chi erano dedicate, poi, non ne aveva idea. Dèi o meno non era importante, l'unica cosa che le interessasse, in quel momento, era rendersi conto del proprio “io”.
Kagami aveva detto che Mitsu e Kaname erano uguali. In fin dei conti era così.
La girandola accanto alle sculture iniziò a girare, il vento la spingeva verso la direzione opposta.
Gira, gira, senza fermarsi. Appena si inizia non ci si può più fermare.
Un'ombra oscurò la figura dell'oggetto in movimento e 'albina si voltò di scatto, perdendosi in due profondi occhi blu brillante.
-Eccoti! ...Sei tu la nuova? Che graziosa fanciulla.-

Si issò in piedi, un movimento automatico che non si rese neanche conto di aver fatto.
Si lanciò verso la piazza quasi in preda ad una insolita euforia mischiata al terrore, la gente la fissava stranita e perplessa e l'albina si fermò, in mezzo al trambusto del pomeriggio. Sembrava che tutti fossero tornati alla normalità, ognuno faceva il suo lavoro e i passanti si intrattenevano in eccitanti discussioni con i venditori.
L'albina si voltò, il vicolo sembrò lontano e si rese conto che Mayumi e Kaname dovevano trovarsi ancora lì, svenute per terra. Doveva tornare ad aiutarle?
Eppure correva il rischio di perdersi Kagami, non poteva permettersi di lasciarsela sfuggire, avrebbe potuto far del male ad altre persone e la colpa sarebbe stata sua.
Dove poteva trovarla? Doveva cercare un luogo con degli specchi ed evocarla, tuttavia era impossibile in mezzo al trambusto pomeridiano della piazzola, le conveniva quindi tornare a casa in camera sua?
Poteva coinvolgere i genitori, non doveva rischiare.
Si incamminò, pensierosa, cercando di studiare un piano. Mayumi voleva chiamare Reimu e aveva ragione dato che persino una maga di nascita come lei stava per essere sopraffatta dal potere terribile di Kagami.
Eppure Mitsuki era stupida. Non voleva aiuti, voleva riuscirci da sola.
Sarebbe stata felice, Marisa, sapendo che la sua allieva aveva risolto da sola un caso così difficile? Che cosa avrebbe scritto Aya-san sul Bunbunmaru? Il suo nome in prima pagina sarebbe stato un boccone troppo prelibato.
Cercava notorietà? Cercava ammirazione?
Mitsuki voleva solo sentirsi degna degli altri, voleva solo entrare nel gruppo, voleva essere brava in qualcosa. Voleva che Marisa le dicesse che fosse brava.
Quanto avrebbe dato per sentire quelle parole pronunciate dalla sua maestra.
Arrossì visibilmente.
Era proprio così, non c'era alcun dubbio. Mitsuki e Kaname era davvero così uguali come Kagami aveva affermato.
Sole, inutili, in cerca di affetto e di importanza per poter far parte di un giro che non le comprende. Kaname probabilmente no, ma Mitsuki voleva essere brava quanto la sua maestra e quanto Reimu.
Non si accorse di dove stesse realmente andando finchè non si fermò nei pressi della villa Azumaki. La fissò con enorme terrore, ricordando il matrimonio che le era stato imposto e che aveva completamente dimenticato.
Si voltò, decisa ad allontanarsi il prima possibile quando sentì due persone parlare nel vicolo accanto, nascoste dall'ombra della villa. L'albina si avvicinò, cercando di non farsi scoprire e sporgendosi per scoprire chi è che stava chiacchierando così animatamente e nascosti in un vicolo così buio.
Nel vialetto scorse Sato, suo promesso sposo, in lacrime, che stringeva una ragazza poco più bassa di lui, dai capelli mossi castani e con occhi del medesimo colore.
L'albina, senza accorgersene, si avvicinò ai due e i giovani la notarono subito.
Sato la fissò, stupefatto, così come la giovane donna. Mitsu notò che non era bellissima ed era anche un po' in carne, eppure Sato la stringeva forte come se fosse la persona più importante della sua vita.
Adesso aveva capito: era la donna che lui amava davvero. Come si poteva essere così crudeli?
Fissò la ragazza, poi Sato, poi entrambi.
-...Mitsu-chan...- iniziò il ragazzo, evidentemente non si sarebbe mai aspettato di vederla lì.
Sato si avvicinò a Mitsuki tenendo stretta la mano della ragazza che era accanto a lui.
-Lei è Sakura, la donna che amo e voglio sposare.- la giovane brunetta si strinse a lui con sguardo compassionevole, cercava probabilmente di non farlo parlare, come se ciò che stesse dicendo fosse un tabù. Eppure lui le sorrise e la rassicurò con una carezza -non temere, Mitsuki è come noi, credo che anche lei abbia qualcuno da cui non vuole separarsi.- tornò infine a fissare l'albina, sorridendole.
Mitsuki li fissò con un senso di frustrazione e una tale rabbia che avrebbe voluto prendere a calci il muro adiacente. Come potevano distruggere un amore tanto profondo? Doveva ancora scegliere tra il ristorante e la sua libertà, o tra il ristorante e la libertà di entrambi?
Non c'era più nulla da scegliere: non l'avrebbe sposato né ora né mai, perchè lui amava Sakura e lei non si sarebbe intromessa.
-E la sposerai.- rispose l'albina, convinta. Sato si stupì ma assunse uno sguardo pieno di gratitudine.
-Come farai? Siete promessi!- esclamò la giovane Sakura. Mitsuki scosse il capo, notando che la ragazza aveva gli occhi rossi di chi aveva pianto molto. Non voleva che continuasse a soffrire così a causa di terzi, dovevano essere forti e trovare la loro soluzione, ma Mitsuki era coinvolta e decise di fare qualcosa.
-Non importa, io sono una Magician e non permetterò questo matrimonio.-
A quella rivelazione, i due si stupirono. Gli occhi dei giovani brillarono, soprattutto quelli di Sato che si riaccesero di nuovo ardore.
-Siamo nelle tue mani!- le disse, Mitsuki gli sorrise.
Era davvero splendido dover proteggere l'amore, anche mettendo a rischio tutto il resto. Ma cos'era uno stupido ristorante in confronto al futuro di due persone?
Non era altro che un'edificio vuoto fatto di mattoni.
Ma non c'era tempo per pensare ad una cosa così splendida come l'amore, prima di tutto doveva trovare Kagami e doveva sconfiggerla. Se fosse tornare a casa con una vittoria, forse anche lei poteva conquistare l'amore della sua amata.
Salutò i due amanti e li lasciò alle sue spalle, svanendo nuovamente oltre i vicoli del paese. Si imbattè quasi per caso in un negozio di cornici che si ritrovò di fronte, ma prima ancora che potesse cambiar strada si voltò nuovamente verso l'entrata.
Non c'erano solo quadri ma anche anche foto e specchi.
Non perse tempo, aprì la porta del negozio e la richiuse dietro di sé.
-Fatti vedere, Kagami!- urlò. Non era mai stata prima in quel locale, era pieno di quadri e cornici poggiate per terra, sui tavoli e appesi. Vi erano molti specchi, proprio come aveva immaginato. Si guardò attorno in cerca dei proprietari del negozio ma non li vide, per cui decise di dedicarsi interamente alla ricerca della youkai degli specchi.
Svoltò un angolo e si ritrovò di fronte una donna.
Una donna che conosceva fin troppo bene, il suo cuore palpitò.
-Ehi, Mitsuki. Che ci fai qui?- chiese la maga dai capelli biondi. L'albina ebbe un fremito di gioia, poteva essere aiutata, non era da sola. In quel momento non pensò minimamente alla sua recente idea di farcela da sola per diventare importante, la vista della sua maestra le aveva annientato ogni pensiero e ogni volontà, voleva solo che la aiutasse.
-Marisa-sen... senti...- si corresse, prima di sbagliare. Le aveva detto chiaramente e più volte di non chiamarla sensei. -sto lavorando ad un caso difficile...-
-Un caso? Ma perchè fai queste cose? Prenditi una pausa, ora ci sono io.- disse la maga, poggiando le sue mani sulle spalle dell'albina.
-Ma...cosa dici, si tratta di una youkai pericolosa...- tentò di spiegare l'imbarazzata maga rosa, ma Marisa l'aveva tirata a sé e l'aveva stretta in un improvviso abbraccio.
-Tranquilla, lascia queste cose alla sacerdotessa e resta con me...- disse la maga nera, tenendola stretta tra le sue braccia.
Mitsuki si sentì letteralmente morire.
Ricambiò l'abbraccio e si accoccolò a lei, sentendosi avvampare di felicità.
-Non dovrai più aver paura, adesso ci sono io con te. Ci sarò per sempre.-
L'albina era tremante, non seppe cosa rispondere. Si staccò dalla maestra con non poche difficoltà, il viso ancora rosso e l'emozione evidente.
-...Mitsuki...?- chiese curiosa la maga -...non vuoi stare con me?-
L'albina si toccò i capelli nervosamente, mordendosi le labbra.
-Ma...Marisa... parla sgrammaticato e finisce le frasi con la cadenza maschile del “da zé” ...- spiegò l'albina. La maga la fissò con sguardo perplesso. -...e soprattutto... se deve indicare la sacerdotessa Hakurei, la chiama per nome.- aggiunse, fissando il pavimento.
-Certo... capisco.- disse la Marisa che si trovava davanti toccandosi i capelli nervosamente allo stesso modo in cui lo stava facendo Mitsuki.
-...Grazie però... mi hai fatto vivere un momento davvero splendido...Kagami.- disse, prima di prendere le sue carte da gioco e di lanciarle contro la falsa Marisa.
La figura della maga nera sembrò evaporare e schivò le carte, prima di concretizzarsi nuovamente nella figura della donna azzurra.
-Hai capito subito che ero io.- disse.
L'albina, indietreggiando verso la finestra, ridacchiò.
-Certo. Sei la youkai degli specchi, rifletti le emozioni, perchè non riflettere anche le persone? Di sicuro avrai visto Marisa nella mia mente e hai assunto le sue sembianze.- spiegò, sotto lo sguardo vacuo della youkai.
-Brava, hai capito. Si chiama trasfigurazione ed è uno dei miei poteri più pericolosi. Se ti avessi preso abbastanza informazioni avrei saputo ricrearti una Marisa perfetta, peccato che non riesca a prendere molto da te.- spiegò la youkai, mentre il suo corpo sembrò all'improvviso ridursi in una nuvola di fumo, creando una fitta nebbia grigiastra che avvolse il negozio. -Voglio prenderti, voglio capire meglio i tuoi sentimenti.-
Riuscì a sentire le sue ultime parole sfumarsi nell'aria, mentre tentava la fuga dalla finestra dietro di sé ormai coperta dalla nebbia. Avanzò a tentoni ma non riuscì a ritrovarla, ormai era tutto ricoperto di nebbia e non riusciva a vedere nemmeno le sue mani.
Mentre si ritrovò ad essere in preda al panico, una forza proveniente dall'alto la schiacciò a terra costringendola a stendersi come se la gravità fosse aumentata di dieci volte, sentì inoltre un dolore lancinante premerle il petto. Qualcosa stava insinuandosi dentro di lei con grande violenza, sembrava metterci tutte le sue forze nel rimpicciolire la sua esistenza e per la prima volta nella vita Mitsuki si sentì come se la stessero schiacciando all'interno del suo corpo. Era questo che significava essere impossessati da qualcuno? Tuttavia, per quanto potesse spingere, la youkai venne rigettata fuori e Mitsuki potè udire un grido, prima che la nebbia svanì.
Kagami era stata violentemente sbattuta contro alcuni quadri a pochi metri da dove si trovava l'albina e si stava rimettendo in piedi con grande fatica e molto affanno.
-Cosa sei, tu? Perchè sei così protetta? Chi ti protegge?-
Avrebbe voluto alzarsi, avrebbe voluto gridare “chi cavolo vuoi che mi protegga?”, eppure non riuscì a muoversi e non riuscì a parlare. Il tentativo di intrusione nel suo corpo era stato così violento che l'aveva lasciata senza forze.
Avrebbe perso i sensi, di nuovo.
Udì solo il suono della porta che si apriva con violenza e vide la figura di Kagami svanire nuovamente.
Una donna dai capelli argentei/azzurrini le si avvicinò preoccupata.
-Mitsuki-chan! Mitsuki-chan!!- urlò, tentando di rimetterla in sesto.
L'albina non aveva più un briciolo di forze e anche la figura davanti ai suoi occhi iniziò a sfumare.
“Aiutami...” voleva dirle “Ti prego, Keine-sensei....”.
Ma svenne, di nuovo.

Immagine

TOUHOU SHANIKUSAI: the Great Story by Hi-Ki Production (Kira.Lu & Hikari) [sito/forum/DA]
Immagine

ArcHeart
Baka OMG Brigade
Baka OMG Brigade
Messaggi: 615
Iscritto il: 06/07/2010, 23:00
Custom Rank: Koishi's Husbando
Rank Color: black
Sesso: Maschio
Razza: Satori
Classe: Lover
Spellcard: Yandere Sign: Love Flame!
Località: Chireiden

Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da ArcHeart »

questo sapitolo [un capitolo sapido. ndU] è IN LOVE, ed io le cose IN LOVE le approvo, *timbra*
mini_flandre
Immagine
HEY, YOU!... YES, U, ASSHOLE! DON'T DARE TO TOUCH MY KOISHI! O TI FACCIO IL POPO' A CUBI E CI GIUOCO A MINECRAFT!!!
Immagine
Immagine

Sanae Rangers!
Immagine

Kira Lushia
BakaHime
BakaHime
Messaggi: 1234
Iscritto il: 28/10/2008, 2:33
Custom Rank: La Melodica Admin
Rank Color: magenta
Sesso: Femmina
Razza: Umano
Classe: Magician
Spellcard: Magnus Exorcismus!
Località: Forest of Magic
Contatta:

Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

Stage 14 - Le duellanti

Immagine


Sentì di essere trascinata, ricordò di aver perso completamente i sensi ma non seppe per quanto. Le sembrò fosse passato qualche minuto poiché, aprendo lievemente gli occhi e iniziando a mettere a fuoco ciò che la circondava, notò Keine-sensei che la stava faticosamente trasportando lontano dal negozio degli specchi, verso il limitare del villaggio che confinava con la Forest of Magic.
-Fatti forza, Mitsuki-chan- disse la maestra, accortasi che l'albina aveva ripreso conoscenza. La guardò con uno sguardo compassionevole e le sorrise, tornando poi a rivolgersi davanti a sé.
La Hakutaku teneva l'apprendista maga con un braccio dietro al suo collo per evitare che crollasse nuovamente al suolo come poco prima. L'albina faticava a camminare a causa delle poche forze, si sentiva ancora intorpidita e non era in grado di muoversi bene.
-Sta tranquilla se ti senti strana, la possessione di quella youkai era davvero potente, non so come tu l'abbia respinta ma ti è costata parecchia forza.- spiegò Keine-sensei che sembrò quasi rispondere ai quesiti pensati dall'albina.
Mitsuki si voltò verso il villaggio, notando che Kagami le stava lentamente seguendo. Non seppe capire cosa provasse, pensava di aver paura eppure non voleva averne. Quando Kagami aveva tentato di entrare dentro di lei aveva percepito qualcosa di intenso e caldo, l'esatto opposto di cosa percepiva quando ascoltava la sua voce gelida o guardava il suo volto ghiacciato.
Keine tentò di distrarre l'albina costringendola a guardare dinanzi a sé.
-Non guardarla, ci sta seguendo perchè vuole ancora tentare di possederti, cerca di darle la minor attenzione possibile.- le chiese la donna.
Entrambe varcarono il confine e si ritrovarono al limitare della foresta, il sole era già sulla linea dell'orizzonte per cui il cielo si era dipinto di un arancione caldo.
Mitsuki lo stava fissando in attesa di risposte, che però non le vennero date. La maestra di scuola era indaffarata a controllarsi intorno, e non smuoveva mai lo sguardo dalla youkai degli specchi, ferma a pochi passi da loro, che continuava a fissare Mitsuki come se fosse una creatura bizzarra.
-Keine-sensei... perchè siamo venute qui?- chiese l'albina, perplessa. -Non è il posto peggiore per nasconderci?-
La hakutaku le si avvicinò, annuendo a sé stessa e chinandosi sull'albina.
-Non ci sono umani che potrebbero restare coinvolti, ho appena controllato. Tu sta qui, a quella youkai cercherò di pensarci io, ho già mandato a chiamare rinforzi.- le spiegò, dando un'occhiata alla gelida sagoma per controllare che non si fosse volatilizzata nel frattempo che si era avvicinata alla sua preda.
Eppure Kagami era ancora lì, immobile come una statua di ghiaccio. Fissò sia Keine che Mitsuki con sguardo interrogativo. La maestra scossa il capo, contraccambiando lo sguardo interrogativo.
-...Perchè non le parli?- chiese la ragazzina, fissando le due youkai impegnate nella discussione di sguardi.
-Non credo servirà, è una youkai pericolosa che non ha una propria volontà.- spiegò Keine, tirando fuori le sue spellcard e librandosi in volo. La youkai doveva aver recepito il messaggio poiché la imitò.
Mitsuki rivolse il suo sguardo verso Keine-sensei, accigliandosi.
-Sensei, non credo possa esistere qualcuno che non abbia una propria volontà a parte le bambole di Alice.- affermò.
Keine rimase turbata poiché portò velocemente il suo sguardo verso l'albina e la fissò per pochi secondi. Ma le parole della ragazzina svanirono pochi secondi dopo, quando Keine sguinzagliò i suoi danmaku contro i ghiacci e i diamanti della youkai degli specchi.
Mitsuki, che era rimasta seduta sotto un albero ancora non totalmente in grado di muoversi, osservò impotente la battaglia. Keine utilizzava danmaku sferici e laser contro la sua avversaria che scansava e si destreggiava in aria così bene che le ricordò Marisa. Era abile e non immaginava come avesse potuto pensare di superarla solo con le sue poche abilità e la sua paura dei danmaku.
Keine creò dei corridoi di danmaku rossi e biancastri, dove la youkai si andrò ad infiltrare passandovi al centro senza timore. Kagami la contrastò poi con degli intrecci di danmaku azzurrini che sembrava formassero delle stalattiti di danmaku. La maestra era molto brava e seppe schivarli volando a zig zag qua e là tra le freccette-stalattiti finchè non dichiarò la sua prima spellcard e non invase la youkai degli specchi di danmaku sferici e semi rossastri.
L'albina cercò di osservare ogni mossa per carpirne i segreti eppure si muovevano troppo velocemente per capire cosa stava succedendo. La maestra era davvero abile e se mai si sarebbe dovuta scontrare contro di lei non ce l'avrebbe mai potuta fare.
D'altra parte, Kagami sembrò usare i danmaku per creare dei labirinti intricati che non si sarebbe sognata nemmeno di notte. I danmaku sembravano ghiacciati e le ricordarono quelli di Cirno o di Letty, la donna dell'inverno. Eppure Kagami li usava in modo diverso, sembrava tutto così complicato.
I suoi pensieri sembravano traboccarle dalla mente, l'albina era ancora abbastanza frastornata dal tentativo di possessione e a malapena riusciva a seguire gli scambi di colpi tra le due esperte duellanti.
Quando si rese conto che Keine era stata ripetutamente colpita fu solo quando la vide ormai a terra, a pochi passi da lei. La maestra si rialzò zoppicante, con ferite e tagli sul suo corpo.
L'albina, in preda al panico poiché non si sarebbe mai sognata di vedere Keine-sensei in quelle condizioni, si gettò in avanti con fatica, gattonando verso la hakutaku che si trovava a pochi passi da lei.
-Sen..sensei...- chiamò con fatica la ragazzina, attirando l'attenzione della maestra.
-ah... Mitsu... scusami, è davvero troppo potente, solo quelle due potrebbero sconfiggerla...- disse, avvicinandosi alla ragazzina e chinandosi su di lei.
Non sembrava essere messa molto male, non quanto Mitsuki, almeno. Keine si voltò verso il lato opposto dove Kagami era immobile come prima dello scontro, a parte qualche piccolo strappo del vestito causato dai danmaku.
-...non batte ciglio... non capisco.- affermò la maestra, scuotendo il capo. -Cos'è che vuole da te, esattamente?- si chiese.
Mitsuki cercò di rimettersi in piedi ma con scarsi risultati, Keine la afferrò all'istante per evitare che potesse cadere all'indietro.
-No, fermati. Cosa vuoi fare in queste condizioni?- le chiese severamente la maestra.
-Non capisco... è colpa mia, devo parlarle.- rispose l'albina, confusa. Keine le diede un colpetto sul capo.
-No, tu adesso stai tranquilla perchè-
Non finì la frase perchè due figure sbucarono da dietro gli alti alberi della Forest of Magic e planarono accanto alle due.
-Oh, eccoti. Si può sapere che sta succedendo?- chiese una donna dai lunghi capelli corvini che indossava un kimono rosso. La donna si voltò verso le due e notò le pessime condizioni in cui si trovavano. -...ma cosa...?-
-Mitsu! Ma che diavolo t'è successo?-
L'albina si sentì quasi afferrata da qualcuno dietro di lei. Una donna dai capelli biondi e con un enorme cappello da strega la osservò a bocca aperta e con un'espressione sconcertata. Squadrò l'albina da capo a piedi, sorreggendola per non farla cadere a terra. -Ehi, stai bene da zé?- insistè, picchiettandole la guancia -Non mi fare preoccupare!-
-Sta tranquilla, sta abbastanza bene e si riprenderà- disse Keine, annuendo alla maga nera. -E' stata attaccata da quella youkai che voleva possederla.- spiegò, indicando col capo la figura ancora presente e immobile di Kagami.
Le due nuove arrivate si voltarono verso il lato opposto e notarono la donna che le fissava imperturbabile.
-Quella tipa ha tentato di possedere la mia allieva? Bene, adesso le faccio io il culo zé.- disse con grinta Marisa, aiutando Mitsuki a sedersi per terra.
-Oh, una youkai che possiede le persone... sei la youkai degli specchi di cui mi ha parlato Yukari, scommetto.- disse Reimu, estraendo i suoi talismani e facendo apparire i suoi Yin Yang Orb accanto a lei. Le sfere bianche e nere iniziarono a roteare accanto alla sacerdotessa mentre la maga nera prendeva posizione sulla sua scopa ed estraeva il suo hakkero. -Marisa, non sottovalutarla. Yukari ha detto che è davvero pericolosa.- aggiunse.
-Tranquilla, userò tutto il mio potere per metterla fuori gioco!- esclamò la maga, con lo sguardo di chi non vedeva l'ora di giocare.
Non passò nemmeno un secondo da quella affermazione che entrambe erano già contro la youkai. L'albina restò accanto a Keine ed entrambe osservarono dalla loro posizione lo scambio di colpi tra le tre duellanti.
Mitsuki non aveva mai visto Reimu e Marisa-sensei così serie, ma soprattutto era la prima volta che le vedeva combattere assieme, con la piena potenza.
-Ma com'è possibile che quella lì abbia costretto Reimu e Marisa a combattere in piena potenza?- chiese l'albina, perplessa e scioccata.
-Ma no, non stanno combattendo seriamente.- disse Keine, sorridendo -In realtà sono più serie di un combattimento qualsiasi ma non sono davvero serie, sta tranquilla.- concluse.
Kagami sembrò infatti alquanto in difficoltà, continuava a subire parecchi colpi, dai talismani di Reimu alle stelle di Marisa. Nonostante però la difficoltà non parve agitarsi e restò tranquilla come sempre.
Era ciò che spaventava di più l'albina eppure capì che doveva dipendere dal suo stato di youkai degli specchi: uno specchio non ha emozioni e si limita a riflettere.
Ma era davvero così? Era come Keine-sensei aveva detto poco prima?
L'albina si voltò e gattonò verso un'altra posizione, con fatica e tremante per via del dolore che le causavano gli arti. Keine non aveva notato che si era allontanata poiché era concentrata nell'osservare lo scontro, forse anche lei cercava una falla nel potere di Kagami, un suo fantomatico punto debole.
Mitsuki arrivò dal lato opposto in cinque minuti, mentre lo scontro ancora divampava sopra la sua testa. Sgattaiolò dietro la youkai in modo che potesse osservarla meglio.
Si sedette dando la schiena ad un albero e restò incantata ad osservare i movimenti veloci e precisi di Marisa-sensei e i potenti colpi di Reimu. Non le aveva mai viste combattere, almeno non così abbastanza seriamente perciò né rimase affascinata. Marisa-sensei ridacchiava, sembra che si stesse divertendo da matti, Reimu aveva un'espressione annoiata, probabilmente era la sua espressione di base che aveva quando combatteva. Percepì in lei, però, lo stesso divertimento della maestra.
Distolse lo sguardo da Marisa solo quando Kagami le precipitò a pochi passi, non sfracellandosi al suolo per pochi centimetri.
Keine, da lontano, parve aver notato la posizione dell'albina perchè si stava dirigendo verso di lei. E non era l'unica, Mitsuki udì le voci delle due duellanti che sembravano chiamarla.
Non ci fece molto caso, poiché era immobile ad osservare Kagami, anche lei accortasi della sua presenza.
-...cosa vuoi da me?- chiese l'albina.
-Non capisco cosa sei- rispose la youkai, fissandola con sguardo gelido.
-...umana... apprendista maga...- rispose.
-No, non lo sei. Se fossi umana io sarei potuta entrare in te.- spiegò la youkai.
-Forse... sono forte.- disse Mitsuki, pensando alla prima cosa che le venne in mente.
-No... è qualche altra cosa... qualuno che mi tiene a distanza da te.- spiegò ancora.
-Qualcuno...? Chi è?- chiese ancora l'albina.
-Non lo so, cercavo di scoprirlo.-
La discussione avvenne in pochi secondi, non passò nemmeno un minuto che entrambe le duellanti, seguite da Keine, non accerchiarono la youkai degli specchi. La maga nera si parò tra lei e l'albina, con lo sguardo puntato verso Kagami.
-Ehi tu, cosa diavolo vuoi da Mitsu? Non ti permettere di toccare la mia allieva!- disse Marisa, puntando il suo hakkero verso la youkai.
Kagami scosse il capo e cercò di fuggire gettandosi rapidamente verso un buco alla sua destra e fiondandosi nel fitto della foresta. Reimu, Marisa e Keine le si gettarono alle calcagna ma non andò molto lontano poiché venne subito bloccata da una donna con lunghi capelli biondi che portava un parasole. La donna sorrise maliziosamente e la youkai indietreggiò.
-... Yukari.- bisbigliò.
-Kagami.- disse la youkai, ridacchiando dietro il suo ventaglio.
Spalancò un passaggio e la risucchiò al suo interno.
-No, aspettate, cosa succede?- gridò l'albina, issandosi a fatica tenendosi stretta all'albero.
Keine si voltò, sospirando.
-Yukari la sigillerà com'è avvenuto anni fa.-

Immagine

TOUHOU SHANIKUSAI: the Great Story by Hi-Ki Production (Kira.Lu & Hikari) [sito/forum/DA]
Immagine

ArcHeart
Baka OMG Brigade
Baka OMG Brigade
Messaggi: 615
Iscritto il: 06/07/2010, 23:00
Custom Rank: Koishi's Husbando
Rank Color: black
Sesso: Maschio
Razza: Satori
Classe: Lover
Spellcard: Yandere Sign: Love Flame!
Località: Chireiden

Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da ArcHeart »

LOL, Keine con "solo quelle due potrebbero fermarla"... poi è apparsa la tizia dai capelli corvini in kimono rosso...

io pensavo che fosse Kaguya e che "le due DUELLANTI" fossero in realtà Mokou e Kaguya che, pestandosi, prendevano in mezzo Kagami XD
Immagine
HEY, YOU!... YES, U, ASSHOLE! DON'T DARE TO TOUCH MY KOISHI! O TI FACCIO IL POPO' A CUBI E CI GIUOCO A MINECRAFT!!!
Immagine
Immagine

Sanae Rangers!
Immagine

Golden~Apple
Baka OMG Brigade
Baka OMG Brigade
Messaggi: 77
Iscritto il: 10/10/2010, 17:23
Custom Rank: Eccentric Voldemort~
Rank Color: yellow
Sesso: Femmina
Località: Roma *A*

Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Golden~Apple »

Ho letto tutto ora *A* Mi piace un sacco! E in genere non mi appassionano le storie fanmade, ma questa fa venire voglia di leggerne subito il seguito °w° mini_chen
E Mitsuki è perfetta, quel suo "lato omicida" le da un non so che di...Rena! *killed*

Ciemmeccù, Kagami è proprio bella e non può finire risigillata! ;A;In fondo non voleva fare del male a nessuno! ;w;
permetteva di sistemare oggetti rovinati o rotti a patto che si conoscesse la forma originale.
Ooh, questo mi ricorda un sacco il potere di Beato<3
pensavo che fosse Kaguya e che "le due DUELLANTI" fossero in realtà Mokou e Kaguya che, pestandosi, prendevano in mezzo Kagami XD
Io invece pensavo che Mitsuki volesse chiudere i conti con Kaname u_ù

Immagine
ImmagineImmagineImmagineImmagine

Kira Lushia
BakaHime
BakaHime
Messaggi: 1234
Iscritto il: 28/10/2008, 2:33
Custom Rank: La Melodica Admin
Rank Color: magenta
Sesso: Femmina
Razza: Umano
Classe: Magician
Spellcard: Magnus Exorcismus!
Località: Forest of Magic
Contatta:

Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

omg grazie a tutti i commentatori e grazie a Golden che hai letto la storia *_* felice che ti abbia appassionata!

Immagine

TOUHOU SHANIKUSAI: the Great Story by Hi-Ki Production (Kira.Lu & Hikari) [sito/forum/DA]
Immagine

Kira Lushia
BakaHime
BakaHime
Messaggi: 1234
Iscritto il: 28/10/2008, 2:33
Custom Rank: La Melodica Admin
Rank Color: magenta
Sesso: Femmina
Razza: Umano
Classe: Magician
Spellcard: Magnus Exorcismus!
Località: Forest of Magic
Contatta:

Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

Stage 15 - Passato, presente, futuro

Immagine



-Cosa?! No, non è possibile!- L'albina si diresse a passi lenti verso Keine, con enorme sforzo e respirando affannosamente. -Aspettate, fermatela, devo parlare con quella youkai!- insistette.
-Non dire assurdità, quella youkai è pericolosa ed è una bugiarda- spiegò Keine, avvicinandosi alla ragazzina e sorreggendola. -Qualsiasi cosa ti abbia detto era una bugia.-
-No, Keine-sensei non capisci, lei...- Mitsuki avrebbe voluto spiegarle tutto ciò che le passava per la testa ma era davvero troppo difficile raccontare ogni cosa, avrebbe dovuto iniziare con lo spiegare delle voci e avrebbe dovuto rivelare di essere stata lei a liberare la youkai degli specchi. Si morse le labbra, insicura sul da farsi.
Tutta la scena si era svolta abbastanza velocemente e sia la maga che la sacerdotessa si erano avvicinate all'albina ridotta in pessimo stato.
-Mitsu ma cosa farnetichi zé? Dimentica quella tipa, è stato davvero pericoloso per te!- le disse con un tono che sembrasse quasi rimproverarla.
-Non capisco cosa vuoi fare ma ti assicuro che stare lontana da quella youkai è la cosa migliore per te.- affermò Reimu, sbadigliando -Non ho idea del motivo per cui ce l'avesse tanto con te ma adesso è sistemata, ci penserà Yukari.- concluse, dandole le spalle avvicinandosi al punto dove Yukari era scomparsa.
Mitsuki la fissò allontanarsi senza voler realmente controbattere alla sua affermazione. Avrebbe voluto dirle cosa provava ma nuovamente non ci era riuscita.
Osservò la sacerdotessa fiera e annoiata come sempre, da quando l'aveva conosciuta. Ricordò per un istante di quanto fosse onorata di averla conosciuta e di averle parlato, quel mattino che giunse al tempio con tanta fatica dopo essere scappata di casa. Il suo più grande desiderio era di arrivare proprio in quel tempio per pregare gli dèi e chiedere loro di cambiare la sua vita, che al tempo la vedeva lavorare come cameriera nel ristorante dei genitori.
Sotto consiglio di Hana bramava di raggiungere il tempio e di pregare gli dèi proprio in quel sacro luogo dove sicuramente l'avrebbero ascoltata... eppure non ne aveva il coraggio. Fu solo la lite con i suoi genitori a farle decidere di lasciare il villaggio e di scappare verso l'Hakurei Mountain. Quella notte sembrava non passare mai e l'oscurità rendeva impossibile guardare avanti. La tremenda paura di venir divorata dagli youkai quasi non la lasciò sveglia per tutta la notte, ma il mattino giunse e lei vinse contro chiunque le avrebbe dato della perdente, come era solito accadere.
Era quello il motivo fondamentale per cui voleva cambiare la propria vita: era stanca di essere una perdente.
Voleva qualcosa di più di un ristorante, voleva la forza, la fiducia in sé stessa, la libertà.
Tutto ciò che ha trovato quando incontrò Marisa e iniziò il suo apprendistato.
Ma quel giorno, quando vide in volto la sacra sacerdotessa, qualcosa era cambiato. Si sentiva diversa, si sentiva più forte.
Che fosse stata la scalata o l'incontro non era di molta importanza, finalmente aveva ritrovato un potere perduto e si era risvegliata da quel sonno che si era impossessata del suo corpo e della sua anima da più di quindici anni.
Perchè allora, in quel momento, era proprio quella sacerdotessa tanto amata a voltarle le spalle e a farla nuovamente sentire una fallita?
Non riuscivano a capirla, non potevano capirla. Ciò che stava provando non era possibile esternarlo, non poteva sperare di raccontare tutto ciò che aveva vissuto, ogni cosa che avesse nel suo cuore.
Chinò quindi il suo sguardo, sconfitta, sotto lo sguardo silenzioso e serio della sua maestra.
-Toh.- sentì dire dalla bianca-rossa, alzò il suo sguardo e notò l'apertura del passaggio di Yukari e la youkai che ne usciva soddisfatta, con al seguito una ragazza dai capelli color rubino.
-Uff, non avrei mai pensato che potesse liberarsi.- affermò la youkai, portando il ventaglio al viso e coprendosi la bocca. La youkai alzò il suo sguardo verso l'albina e la fissò con intensità per qualche secondo, tanto che l'albina si sentì quasi spogliata. Yukari sapeva?
Le sue intenzioni, tuttavia, non erano ancora definitivamente svanite.
-Yukari-sama, cosa avete fatto a Kagami? Io ho bisogno di parlarle!- le chiese, staccandosi da Keine e zoppicando verso la donna bionda. D'altro canto, Marisa, cercò di afferrarla per non farla cadere e per evitare che continuasse nella sua sceneggiata.
-Ohi, baka, perchè non la finisci con questa storia da zé?- le chiese, cercando di trattenerla mentre lei si dimenava.
-Mh... questa ragazzina ha bisogno di un po' di cure e di quiete.- disse la youkai, chiudendo il ventaglio. -Perchè non la allontani da qui e la porti in un posto tranquillo?- chiese, rivolgendosi alla figura dai capelli rossi -Dovrebbero esserci anche le sue amiche da qualche parte...- concluse Yukari.
-Certo Yukari-sama, ci penso io.- disse la ragazza con una voce che Mitsuki ricordava, ma non era l'unica cosa che le dava una certa familiarità con la giovane: anche il viso e gli occhi color porpora le sapevano di già visto.
La ragazza le si avvicinò, afferrandola per non farla cadere e aprendo un varco esattamente identico a quello di Yukari.
Non c'era molto da riflettere, c'era solo una persona che aveva un potere come quello di Yukari.
-Ma... Shizuka?- chiese l'albina, mentre la ragazza la trascinò nel varco con rapidità.
L'ingresso in quell'oscuro luogo sembrò distorcerle il corpo, come se qualcosa le stesse schiacciando ogni arto. La sensazione di chiuso e di oppressione che la stava quasi lasciando senza fiato scomparve quando dinanzi a sé non apparve un buco nel quale la youkai la trascinò senza indugi.
Una volta raggiunto l'esterno, l'albina cascò a terra tremante, assaporando la sensazione dell'aria fresca sulla propria pelle.
-Eh si, fa sempre uno strano effetto la prima volta.- disse la mezza vampira, lisciandosi i capelli -Del resto sei anche un'umana.-
L'albina scosse il capo, che alzò per notare dove si trovassero. Era senza dubbio il villaggio, un vicolo circondato da un muretto alto che nascondeva alcune ville. Lo riconobbe: era il vicolo dove si erano scontrate poco prima con Kagami-Kaname. Tuttavia non vi erano tracce di Mayumi e Kaname svenute, per cui pensò si fossero già riprese. Si maledisse per aver abbandonato Mayumi senza averle prestato il minimo aiuto e sperò che l'amica non fosse adirata con lei.
-Avanti, muoviamoci.- disse la donna dai capelli color sangue, aiutando l'albina a rialzarsi con molta noncuranza.
In quel momento Mitsuki si ricordò della donna e tornò a guardarla, scrutando il suo abito scuro e i suoi capelli rossi.
-Shizuka ma... sei davvero tu?- chiese, incredula.
-No, sono mia nonna.- rispose lei, sospirando. -Chi vuoi che sia? Sei stupida?- le chiese, trascinandola. -Sentiamo, dov'è che dovrebbero essere finite quelle due?- chiede ancora, guardandosi intorno perplessa. Mitsuki balbettò qualcosa ma non sembrò dire nulla di sensato. -Che c'è, quella youkai ti ha ghiacciato la lingua?-
-No ecco...- l'albina si guardò intorno confusa -...forse... a casa di Kaname...- disse, reggedosi al braccio dell'amica.
-Uff, andiamo allora.- disse lei, trascinandosela dietro verso la casa della ragazza. -Andiamo a piedi, non voglio che mi muori mentre attraversiamo un passaggio.- spiegò la mezza vampira, seccata.
-Ma... Shizuka, perchè ti sei fatta i capelli rossi?- chiese, con curiosità.
-Io avevo già i capelli rossi.- rispose, orientandosi in un altro vicoletto con fare frettoloso.
-Ah... e perchè prima li avevi stranamente rosa?- chiese ancora l'albina. La mezza vampira di fermò e si voltò a fissarla con sguardo accigliato.
-...ma la pianti? Me li ero tinti, no?- spiegò, seccata. - Ma vedi tu che razza di idiota mi sono trovata a trascinarmi dietro...- disse, scuotendo il capo con un'aria depressa. Mitsuki mise il muso e non fiatò più finchè non giunsero alla villa di Kaname.
-Allora, qui abita quella tizia?- chiese Shizuka che spalancò la porta con una totale nonchalance e tranquillità che stupì l'albina. Quando entrò rapidamente in casa, dopo aver aperto la porta d'ingresso, si ritrovarono di fronte una ragazza dai capelli bluastri con un'aria alquanto afflitta, che dopo aver notato le due che si erano appena infiltrate nella casa mostrò un sospiro di sollievo e le si avvicinò.
-Oh, Mitsu! Finalmente, ma dove eri finita?- disse Mayumi, affiancando l'amica. -Cosa ci fate qui tu e...- fissò perplessa la youkai, che alzò gli occhi al cielo.
-Mayumi, scusami davvero e... lei è Shizuka.- spiegò. L'amica assunse un'espressione stupita. -...Shizuka che ha sempre avuto i capelli rossi.- continuò, annuendo come se si sentisse un genio.
-Va...bene...- rispose la magician.
Dal corridoio arrivò una voce fastidiosa e dai toni piuttosto alti che quasi non procurò un mal di testa alle ragazze.
-Oddio, oddio è lei.- disse Mitsuki, facendo per andarsene.
-Ma dove vai? Non controlli che anche l'altra tua amica stia bene?- chiese Shizuka, strattonandola dentro poiché l'albina stava già sul ciglio della porta.
-Amica?-
-Amica?!- chiese la voce fastidiosa.
L'albina si voltò verso il corridoio e notò la ragazzina dai capelli color amaranto.
-Chi sarebbe mia amica? Questa perdente? Nemmeno fra cinquant'anni.- disse Kaname, con una tonalità di voce più alta del normale.
-Daccordo, allora possiamo andare.- affermò Shizuka, già seccata per quella situazione stupida.
-No... cosa? Ma chi diavolo sei tu e come ti sei permessa di entrare a casa mia senza alcun invito e di presentarti qui vestita come una ragazza di poca morale?- iniziò a farfugliare la ragazzina così velocemente che fu quasi impossibile starle dietro.
-Di... poca morale?- ripeté a bassa voce la youkai, voltandosi nuovamente verso la ragazza schizzata.
-Ah ah, ma sentila!- rise l'albina -parla lei che è “l'amica” di tutti i ragazzi del quartiere!- le disse.
-Tu taci, sei a casa mia non nel tuo ridicolo ristorante. Non vedi che posto ben elegante e profumato? Non ho i vestiti che puzzano di pesce.-
-Ma cosa...- Mayumi sembrò ancora più sconcertata di quanto non lo fosse già.
-Non ci fare caso, è pazza.- disse l'albina, che aveva un forte mal di testa.
-Pazza, certo, non come te che ti presenti in casa mia, tenti di strangolarmi, ti ripresenti assieme ad una donna di strada e sei completamente piena di tagli e ferite che quasi non riesci a camminare! Che c'è, qualche individuo dall'intelligenza superiore ha scoperto che le perdenti come te vanno castigate per bene? Peccato che non abbia finito l'opera, se ti avesse ucciso avremmo tutti una idiota in meno e la razza umana non rischierebbe l'estinzione a causa di....-
Non riuscì a concludere la frase poiché si ritrovò fradicia. Shizuka posò lentamente il vaso sul mobile e diede le spalle alla ragazzina che si era fortunatamente zittita.
-Andiamo, mi sono seccata di stare qui.- disse con un'aria altezzosa. Di certo aveva fatto la sua gran figura e le due maghe la seguirono, notando allegramente che Kaname non osò obiettare nulla e riuscirono a oltrepassare il giardino e poi il violetto senza notare urla o reazioni di alcun tipo.
Mitsuki scoppiò a ridere per la gioia.
-Shizuka, ti adoro.- disse lei, asciugandosi le lacrime di felicità. -E' la seconda volta, quest'oggi, che si ritrova zuppa.-
-Ma poi... chi diavolo era quella tipa?- chiese, perplessa. -Mi ha quasi fatto salire la voglia di strapparle le corde vocali a morsi.-
-Oh non dirlo a me- disse Mayumi, annuendo con il capo. -Quando ci siamo riprese non ha fatto altro che parlare e parlare e blaterava e ancora...mah, io l'ho accompagnata a casa solo perchè era debole a causa della possessione e non mi sembrava giusto abbandonarla così.-
-Ti capisco...- le disse l'albina.
-Io ancora non ho capito chi era.- intervenne la youkai.
-Mah, è solo una mia vecchia nemica... - spiegò l'albina -E' da quando eravamo piccole che non ci possiamo vedere senza pestarci.- continuò.
-Oh, che brutta cosa.- commentò la mezza vampira in modo sarcastico.
-Ma senti un po'...- stavolta fu Mayumi a parlare -dove diavolo eri finita? Ero davvero in pensiero per te, sai?- chiese, aiutandola anche lei a camminare.
-Scusami, ho fatto di testa mia... quella youkai doveva dirmi qualcosa di importante...- spiegò Mitsuki, con sguardo perso nel vuoto.
-Ancora con questa stupida storia? Quella youkai era pericolosa e la mia padrona l'ha sigillata come ha già fatto in passato, è questo l'importante- spiegò Shizuka, fermandosi dinanzi al ristorante della famiglia di Mitsuki.
-La tua padrona?!- chiese sconcertata la maga verde -ma allora fu lei a sigillarla anni fa?-
-Certo che fu lei, chi altri pensavi che potesse farlo?-
-Mah, non so cosa ne abbiamo capito da tutta questa storia ma sarebbe stato meglio evitare l'incidente sin dal principio...- la maga lanciò uno sguardo di rimprovero all'albina, indicando le sue ferite.
-Ehi, guarda che non è mica colpa mia!- esclamò l'albina -Non volevo mica liberarla!-
-Ma se hai detto che l'hai fatto perchè te l'aveva chiesto lei?-
-Ma no, in realtà è stato qualcosa di istintivo... ma che ne so, non ci ho mica capito qualcosa?-
-Ma che diavolo state dicendo?- urlò la mezza vampira, riuscendo a zittire le altre due che si voltarono a guardarla. -Chi ha liberato cosa?- domandò nuovamente con uno sguardo serio.
-Nulla... dimentica...- rispose l'albina, accorgendosi che avevano rivelato metà dell'accaduto.
-No, adesso mi dite cosa è successo. Siete state voi a liberare Kagami?- chiese nuovamente.
-Più o meno...- rispose Mayumi.
Shizuka aveva aperto bocca e stava per dire qualcosa di poco positivo, per cui l'albina si staccò da entrambe e fuggì in casa con la scusa dell'ora e dei genitori preoccupati.
In effetti quando entrò nel ristorante vi ritrovò i genitori che quella mattina erano scomparsi a causa del potere di Kagami e del desiderio delle due nemiche. Sicuramente loro non si erano accorti di nulla poiché sembravano furiosi del fatto che l'albina fosse tornata così tardi e che fosse ridotta in uno stato pietoso.
-Non mi dire che hai nuovamente fatto a botte con qualcuno!- disse la madre, trascinandola severamente verso la stanza e apprestandosi a darle delle cure.
Mitsuki si ritrovò nuovamente nella sua camera, sentendo il suono del fabbro che martellava e il pescivendolo che gridava, assieme ai brusii della gente che provenivano da fuori la finestra. Il sole stava calando e seppe ben presto che la cerimonia nuziale venne rimandata di un paio di giorni che le servivano per guarire dalle ferite.
Stranamente non aveva più paura, anzi, si sentiva più sicura di sé. Non aveva idea del perchè, sarà stato l'incontro con Kagami, lo scontro pieno di odio e di ira con Kaname, l'osservare la battaglia della youkai con Reimu e Marisa o ricordare il perchè decise di diventare una maga.
Si voltò verso la scrivania e vi notò i tomi di “Principi ed Elementi della Stregoneria di base”. Quei libri tanto agognati di cui trovò per caso solo l'introduzione nella soffitta del ristorante. Gli altri fu costretta ad acquistarli al Kourindou, luogo indicatole da Reimu e luogo molto importante per lei. Oltre ad aver conosciuto Kourin-san, uomo davvero gentile e disponibile, in quel luogo aveva anche incontrato Marisa e Alice. Fu sempre in quel luogo che si inginocchiò alla maga nera e le chiese di poter diventare sua allieva. Fu in quel momento che la sua vita cambiò.
Inventò la scusa di una amica malata, andò via di casa lasciando detto di volersi prendere cura di lei poiché davvero in brutte condizioni e prossima alla morte. Ai genitori sembrò davvero preoccupata e suo padre, seppur severo e burbero, acconsentì a lasciarla andare. Probabilmente pensava che se fosse rimasta sarebbe stata in pensiero per la sua amica che poteva mancare da un giorno all'altro e non si sarebbe concentrata sul ristorante e sui clienti.
Si stupì di quanto la scusa avesse funzionato per tutti quei mesi, con l'appoggio della sua migliore amica Hana.
Tuttavia non poteva continuare a mentire e decise di passare alla fase più importante della sua vita: rivelare la verità ai suoi genitori e andare via definitivamente.
Adesso era tempo di concludere tutti i suoi vecchi impegni e di dire addio al suo passato, per sempre.

Immagine

TOUHOU SHANIKUSAI: the Great Story by Hi-Ki Production (Kira.Lu & Hikari) [sito/forum/DA]
Immagine

ArcHeart
Baka OMG Brigade
Baka OMG Brigade
Messaggi: 615
Iscritto il: 06/07/2010, 23:00
Custom Rank: Koishi's Husbando
Rank Color: black
Sesso: Maschio
Razza: Satori
Classe: Lover
Spellcard: Yandere Sign: Love Flame!
Località: Chireiden

Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da ArcHeart »

BON! LETTA!

Shizuka è stimabile
Kaname ogni volta la vedo "troppo Kaguya" XDXD e mi diverte troppo XDXD

Waiting for Yuuka
Immagine
HEY, YOU!... YES, U, ASSHOLE! DON'T DARE TO TOUCH MY KOISHI! O TI FACCIO IL POPO' A CUBI E CI GIUOCO A MINECRAFT!!!
Immagine
Immagine

Sanae Rangers!
Immagine

Kira Lushia
BakaHime
BakaHime
Messaggi: 1234
Iscritto il: 28/10/2008, 2:33
Custom Rank: La Melodica Admin
Rank Color: magenta
Sesso: Femmina
Razza: Umano
Classe: Magician
Spellcard: Magnus Exorcismus!
Località: Forest of Magic
Contatta:

Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

Stage 16 - L'addio

Immagine




L'albina aveva un pensiero fisso: dire la verità ai genitori e lasciarsi il tutto alle spalle.
Tuttavia volle aspettare per farlo poiché dipendeva tutto da cosa avrebbe detto e come.
Si riservò di pensarci bene fino alla sera del secondo giorno, quando era ormai quasi del tutto guarita dalle ferite riportate nello scontro con Kagami e le celebrazioni per il matrimonio erano nel pieno del loro svolgimento. Le nozze si sarebbero tenute in piazza, com'era da tradizione. Era già pronto il kimono e il copricapo tipici del matrimonio tradizionale giapponese. Quello stesso kimono, come sua madre le stava raccontando il giorno prima durante la prova di vestizione, fu indossato da lei durante il matrimonio con il marito. La donna era all'apice della gioia e le misurava il vestito con mani tremanti e cuore palpitante.
Mitsuki la fissò per tutto il tempo, chiedendosi se fosse davvero convinta di voler deludere quella donna così felice che l'aveva messa al mondo e l'aveva cresciuta. Dopotutto non voleva il loro male ma non poteva sposare un ragazzo che amava un'altra e lei stessa aveva un'altra persona nel suo cuore. Crogiolandosi tra i suoi pensieri vide apparire il volto della sua maestra e scosse il capo, arrossendo visibilmente.
Nonostante avesse ancora dolori in parti diverse del corpo, ormai stava già del tutto meglio e il ristorante era pieno di gente che andava e veniva con fare frettoloso. La cerimonia sarebbe stata un momento di gioia per tutto il villaggio per cui i vicini, assieme ad amici di amici, continuavano a venire per chiacchierare, portare vivande e regali, aiutare con l'allestimento.
Mitsuki non poteva pensare di mandare all'aria su due piedi qualcosa di tanto importante, per cui decise di studiare un piano strategico. Se doveva cancellare il suo passato tanto valeva farlo con stile.

Al momento della cena decise di mangiare a stento per dar l'idea di essere preoccupata per qualcosa e per attirare l'attenzione del padre. Ultimamente quell'uomo sembrava che la ignorasse completamente, forse perchè sapeva che sua figlia non voleva quel matrimonio e si sarebbe potuta ribellare. La madre, invece, le stava sempre accanto, aiutandola per quanto poteva.
Non era ancora sicura se suo padre lo stesse facendo per il bene del ristorante o per il suo, voleva assolutamente saperlo. Tuttavia, immersa nei suoi pensieri e nella concentrazione per il piano studiato la sera prima, venne presa alla sprovvista dal padre che le si era avvicinato per prendere il contenitore del sale che, probabilmente, le stava chiedendo da un po'.
-Sei sorda? Cos'hai, stai poco bene?- chiese, notando inoltre che la figlia indugiava sul cibo come se fosse ancora convalescente. Mitsuki si trattenne dal sorridere, era giunto il momento di iniziare.
-Vorrei sapere una cosa.- rispose l'albina. Il padre inarcò un sopracciglio mentre la madre chinò lo sguardo, sembrava che si aspettasse che prima o poi la figlia avrebbe iniziato a discutere sull'evento.
-Questo matrimonio è davvero per il bene del ristorante?- chiese, diretta.
Suo padre non rispose ma l'albina se lo aspettava. Conoscendolo, sicuramente pensava fosse inutile risponderle e darle ulteriori spiegazioni rispetto a quelle già fornite nei giorni precedenti. In compenso fu Sora ad aprir bocca per prima.
-Se Azumaki-san diventerà socio, potremmo pagare il debito e...-
-ma non serve ch'io sposi suo figlio per diventare soci. Si potrebbero mettere in affari anche senza di noi.- obiettò la ragazzina.
-Anche se fosse, cosa cambia?- chiese Tatsuya, serio. -Il matrimonio è una buona soluzione, Sato è un buon partito per te.- concluse, alzandosi da tavola con evidentemente nervosismo. Mitsuki lo fissò quasi con rabbia che tuttavia riuscì a scemare. Stava dicendo ciò che si aspettava.
-Non è che Azumaki-san vuole solo piazzare Sato con me perchè non gli va a genio la sua attuale fidanzata?- chiese, con arroganza. Sora la fissò a bocca aperta e sul volto di suo padre si dipinse un'espressione colma d'ira.
-La sua attuale fidanzata?- ripeté sua madre, voltandosi verso il marito -Sato è fidanzato?-.
Tatsuya, di tutta risposta, sbuffò.
-Si, ma quella ragazza non è davvero adatta, secondo Jun-san.- spiegò Tatsuya -...il quale è sempre stato un tradizionalista dei peggiori.-
-...capisco, dopotutto gli Azumaki son ben piazzati nell'economia di Gensokyo, con la drogheria...- Sora chinò lo sguardo. Mitsuki sapeva quanto fosse sensibile sua madre e ipotizzava che probabilmente si era intristita alla notizia del fidanzamento negato a causa delle condizioni sociali di quella povera ragazzina tanto amata dal giovane Azumaki.
-Purtroppo non sono affari miei se Jun-san è così duro riguardo certe tradizioni.- continuò il padre, tornando a fissare Mitsuki che aveva sospettato tutto sin dall'inizio: conoscendo la famiglia Azumaki, che si mostra così bene e con un elevato rango, quella ragazza non molto bella e non vestita in modo pregiato doveva rappresentare un'onta per la loro nuova generazione. -per Sato preferisce un partito migliore e dovresti essere fiera che abbia accettato il fidanzamento con te.-
-Mi stai dicendo che la nostra posizione è migliore di quella della ragazza? Non noto le differenze.- chiese l'albina, sbuffando.
-Vorresti mettere la figlia di un contadino con i proprietari di un noto ristorante? Forse non ti rendi conto che in questo minuscolo villaggio il White-Dream Restourant è davvero rinomato nonostante ce ne siano un altro paio ma poco conosciuti e frequentati rispetto al nostro.- disse l'uomo, offeso e adirato. Senza più proferir parola, si voltò e fece per andarsene.
-Aspetta!- l'albina si alzò e si affrettò a raggiungerlo -I problemi di Jun-san non sono i nostri! Perchè ci dovrei andare anche io di mezzo?- chiese, confusa. Il padre le lanciò un'occhiata poco rassicurante. -Se io fossi già impegnata non accetterebbe di diventare socio solo perchè non è riuscito a piazzare Sato? Che spiegazione è mai questa?-.
-No, Jun-san avrebbe accettato comunque di diventare socio, non avrebbe messo in discussione il tuo ruolo in questo accordo.- disse, infine, ma la ragazza ancora non capiva.
-E allora perchè lo sto sposando?- chiese ancora.
-...Non mi pare tu sia occupata, dopoutto.-
Mitsu chinò il capo, pensando a Marisa-sensei.
No, non era evidentemente occupata, anche se avrebbe voluto.
-Non potete saperlo.- disse, infine. Suo padre si voltò, tornando a fissarla in viso.
Sora alzò il capo e la squadrò come se lo sospettasse già.
-Chi è costui?- .
Mitsuki non sapeva cosa rispondere. Dopo che suo padre aveva specificato chiaramente il "lui" non poteva certo uscirsene col nome di una ragazza. Cosa avrebbero pensato? -Quest'uomo ti ricambia? Ti rispetta? E' un buon lavoratore intenzionato a sposarti, mantenerti e mantenere alto il nome della nostra e della sua famiglia?- chiese ancora.
L'albina voleva sprofondare: anche se si fosse messa con Marisa come sarebbero andate le cose? Che futuro le poteva darle una maga con manie da cleptomane? Sicuramente era molto forte e conosciuta a Gensokyo, però non era chissà che ottimo partito, almeno non poteva esserlo per i suoi genitori. Ma soprattutto... c'era davvero un futuro tra le due?
Restò in silenzio.
-A quanto pare no.- concluse suo padre. -allora sposerai Sato e la questione è chiusa.- affermò il padre. La questione era chiusa, certo, ma non per Mitsuki.
-No! Non è giusto che solo perchè non sono impegnata con qualcuno in modo serio debba sposarmi così all'improvviso con un uomo che non mi ama nemmeno!- sbottò furiosa.
-Imparerà ad amarti, Sato è un bravo ragazzo e alla fine si deciderà a rispettare i doveri matrimoniali.-
-Non m'importa! Non voglio sposarlo! Voglio conoscere un'altra persona che voglio amare davvero e che un giorno mi sposerà!- continuò l'albina.
-...Sei davvero così ottimista?- chiese il padre. Mitsuki si accigliò. -A parte gli youkai, hai dimenticato com'è la tua reputazione qui al villaggio?-. Sora fece per intervenire ma lui la fermò. -I ragazzi di buona famiglia che hanno la tua età sono quasi tutti impegnati. Gli altri, avranno delle ripercussioni dai loro genitori riguardo l'incidente accaduto quando avevi quattro anni. Altri ancora saranno legati al sindaco e, eventualmente, a Kaname, che ben sai quanto ti odia.- in quel momento l'albina iniziò a comprendere cosa voleva farle capire suo padre. -credi davvero di riuscire a piazzarti con un buon marito? Le probabilità sono molto poche e, inoltre, non sei nemmeno esperta in certe cose. Il mio compito di padre è vederti sposata con un buon uomo, fedele e doveroso nei confronti della sua consorte e del matrimonio.-
L'albina sorrise. Era un buon padre dopotutto però non condivideva la sua decisione. Non le importava di piazzarsi al villaggio poichè se si fosse sposata l'avrebbe fatto con Marisa o con qualcuno che avrebbe amato fuori da quella prigione. Del villaggio non le importava più nulla, a Gensokyo c'era molto altro oltre a quel minuscolo luogo dove vivevano raggruppati tutti gli umani.
-Spero tu abbia capito.- disse infine l'uomo. Sora sospirò, probabilmente era già a conoscenza delle intenzioni del padre e sicuramente le condivideva. Sapeva quanto sua madre le volesse bene.
Ma, alla fine, il piano stava andando avanti. L'albina abbozzò un sorriso, sapeva di essere crudele, di essere sul ciglio di un burrone, ma sapeva di essere in grado di volare e sapeva anche che tutti ignorassero la sua abilità. Ormai si avvicinava la fine di quella maledetta storia e alla ragazza non poteva che far piacere.
-Non mi sposerò.- dichiarò lei, aggiustandosi i capelli con fare ingenuo. Attese la risposta del padre, già pronta a contrattaccare.
-Dovrai ubbidirmi.-
-Non importa. Tanto, se non potessi fuggire, verrà la mia maestra a prendermi.- era una menzogna, non poteva saperlo anche se, conoscendo Marisa-sensei, non era da escludere. Anzi, ripensandoci sicuramente sarebbe apparsa per reclamare la sua allieva che doveva fare le pulizie in quella casa disastrata... se non ci fosse lei chi le poteva fare? Ricordò nuovamente quando mise piede in quella casa per la prima volta: libri sparsi ovunque assieme a manufatti e oggetti assurdi, polvere e ragnatele qua e la. La cucina e la stanza da letto erano più pulite ma ugualmente in disordine. Dovette lavorare due giorni per far brillare quel luogo.
Tatsuya e Sora la fissarono perplessi.
-La tua maestra?- chiese la madre, che non capiva.
-Certo, Kirisame Marisa.- rivelò, con un ampio sorriso stampato sul volto. Notò lo strano cambiamento di espressione sul viso dei suoi genitori. Marisa, dopotutto, era abbastanza conosciuta.
-...la Maga bianca e nera che vive nella foresta?- domandò scioccata sua madre -ma cosa centra lei con te?-
-Oh ma io sono sua allieva, un'apprendista Magician. Ormai è quasi un anno.- raccontò fieramente, fingendo di contare il tempo sulle dita della mano.
Suo padre la fulminò con lo sguardo.
-E' da lei che andavi sempre? E' da lei che stavi? Quindi non esiste questa fantomatica amica tanto malata! Ci hai mentito!- esclamò, furioso.
-Mi spiace... ma dovevo farlo.- rispose l'albina, recitando la parte di una persona costretta a mentire. La teatralità della risposta era palesemente intuibile. - era una cosa segreta, sapete.-
Tatsuya scosse il capo, furioso. -con la figlia dei Kirisame è incredibile. Ci potrebbero essere grossi guai!- affermò suo padre.
-Ma scusa, questo cosa centra?- chiese l'albina con sguardo interrogativo, tuttavia la madre si era alzata e si era avvicinata al marito.
-Aspetta, Tatsuya! Potrebbe essere un'occasione! Magari Se sapesse che nostra figlia frequenta la sua potrebbe non so... darci più opportunità, ecco!-
-E' andata via da casa molto tempo addietro, non sappiamo se suo padre è furioso o meno con lei!- disse.
-Ehi, non sto capendo nulla...- affermò l'albina, confusa. Suo padre si voltò verso la ragazzina.
-Se sapesse che sei allieva di sua figlia potrebbe provare del rancore o qualcosa del genere e costringerci a saldare il debito.- concluse.
Mitsu si accigliò. Sapeva che la sua famiglia aveva un debito da saldare ma non sapeva con chi.
-Precisamente. Abbiamo chiesto dei soldi al proprietario di una bottega molto frequentata e conosciuta. Inoltre, il proprietario, è molto importante e gestisce quasi tutta l'economia del villaggio. Il suo nome è di fama e conosciuto.- continuò a spiegare l'uomo -si tratta di Kirisame-san.-
Mitsuki si portò le mani nei capelli per lo stupore. Aveva previsto ogni cosa meno che quella rivelazione. Avevano chiesto soldi al padre della sua sensei?
-Ad ogni modo non dovrai più vedere quella ragazza e dovrai smettere di fare la maghetta.- disse suo padre, molto nervoso.
L'albina scosse il capo per ribattere ma anche la madre la strinse a sé e le disse quelle stesse parole, con più tristezza e ansia del padre. La ragazzina non capiva perchè i suoi genitori fossero così riluttanti all'idea che Mitsuki fosse una maga, probabilmente erano preoccupati del debito con il padre di Marisa. Cosa poteva fare per risolvere quella situazione?
Lasciò che la discussione cadesse lì, con suo padre che le raccomandava di non fare sciocchezze e di lasciar perdere la vita da maga per una vita più salutare come moglie e madre. L'albina non si curò di ciò che disse dopo poichè stava già pensando a come andare avanti con il piano.
Quel pomeriggio l'albina incontrò Hana. Per evitare che fuggisse nuovamente non le fu permesso di allontanarsi dal ristorante e l'amica dovette raggiungerla lì e si fermarono a chiacchierare sul muretto del giardino, discutendo per molto tempo sul piano e sulle sue intenzioni.
-Fa ciò che ti senti, stupida.- le disse Hana, sorridendo. -Anche io voglio fare ciò che mi sento ma... non ho il coraggio.-
L'albina la fissò perplessa.
-Cosa ti senti?- le chiese, ma Hana scosse il capo, cambiando discorso.
-Allora... domani parteciperò alla cerimonia e ti renderò quella cosa. L'effetto scenico sarà garantito!- disse, ammiccando. L'albina rise, osservando le stelle che pian piano si mostravano nel cielo notturno.
-Nee Hana... io non posso muovermi da qui ma... vorrei che tu mi facessi un altro favore...- chiese la ragazzina, stringendo la mano dell'amica.
-Ma sicuro.- rispose, annuendo con il capo. -Fare qualcosa di diverso dalla vita che già faccio...mi rende felice.- spiegò. Per un momento l'albina si rivide in quello sguardo e in quei pensieri. Anche Hana sognava di cambiare il suo destino? Avrebbe voluto portarla via e farle vedere Gensokyo nella sua bellezza, oltre quel villaggio. Giurò a sé stessa che un giorno l'avrebbe fatto. -E poi... ho un debito da saldare.- disse ancora.
-Debito? Anche tu?- esclamò l'albina -No, basta debiti, non ne posso più!- continuò. L'amica rise.
-Beh... devo ripagarti vent'otto giorni di prigione.- disse, issandosi e pulendosi il fondo schiena dalla polvere. Mitsuki la fissò con dolcezza, sentiva di avere quasi le lacrime agli occhi.
-Nee, Hana... hai presente il Kourindou?-

Quella notte l'albina non riuscì quasi a dormire. Scese per prendere l'acqua e notò i suoi genitori intenti in un'accesa discussione nell'ala est del ristorante. Decisa ad ignorarli, si voltò e fece per andarsene quando alcune parole non la obbligarono a fermarsi per ascoltare di più.
Sentì chiaramente sua madre dire qualcosa come “Le sta succedendo quello che avevamo temuto!” perciò decise di scendere dalle scale e di posizionarsi dietro la porta per non farsi vedere. Non capiva cosa stava succedendo e voleva avere delle risposte.
-Non c'è molto da fare, Sora. Assicuriamoci che domani sposi Sato e non succederà più nulla.- risuonò la voce burbera del padre.
-Ma se ne frattempo avesse appreso dei trucchi?- chiese la voce preoccupata della madre.
-Conosci quella ragazzina, non sarà andata molto lontano, sta tranquilla.-
L'albina si morse le labbra.
-Ho paura, ce la porteranno via!- disse la voce triste della madre -Quando ho saputo ho cercato in tutta la soffitta ma non ho trovato quell'oggetto!-
-Sicura di non averlo semplicemente riposto in un altro luogo?-
-Ne sono sicurissima, era nascosto molto bene per evitare che venisse trovato...- sentì il rumore di una sedia, probabilmente qualcuno si era seduto. -Oh, Tatsuya... cosa facciamo? E se l'abbia trovato lei?-
-Dobbiamo cercare nella sua stanza, se lo troviamo lo buttiamo via. Quell'oggetto maligno non deve stravolgere la vita di Mitsuki.-
L'albina cercò di collegare le parole dei genitori. Parlavano di un oggetto nascosto in soffitta che adesso non c'era più. Non riuscì a pensare se non a due cose: Il libro di magia e il Melodic Prism. Se si parlava di oggetti, doveva trattarsi del ciondolo. Ma perchè ne avevano tanta paura? Questo spiegherebbe come mai fosse nascosto così bene.
-Sarà colpa di quella donna.- disse la voce del padre. -Ci aveva avvisato e gettato nel tormento quando era nata e adesso verrà a reclamarla o cose così.-
Mitsuki si grattò il capo perplessa. Quale donna? Perchè doveva reclamarla? Cosa centrava con il Melodic Prism? Troppe informazioni, tutte nella notte precedente al suo matrimonio. Eppure quella discussione era davvero assurda.
-Non aveva detto una cosa simile ma sapeva che avrebbe avuto a che fare con la magia, per questo abbiamo fatto di tutto per lei, per evitare...- la voce della madre sembrò spezzarsi dal dolore.
-Sora, domattina perlustrerò la sua stanza mentre tu e tua cugina la vestite nella saletta, così vedrò se trovo l'oggetto.- disse, con sicurezza.
La discussione finì con quelle parole poiché la madre era davvero a pezzi. L'albina si issò e scivolò di corsa nella sua stanza, prendendo il Melodic Prism e infilandoselo nell'intimo. Non poteva permettere che lo trovassero e, dato che avrebbe indossato la stessa fascia, lo infilò all'interno e lo strinse sul petto, sperando non si notasse.

Il giorno dopo c'era una confusione davvero insopportabile a causa del via vai delle persone. L'albina si svegliò con tranquillità, fece colazione e fu letteralmente trasportata da sua madre e sua zia di secondo grado in una saletta per la vestizione. Sapeva che suo padre stava perlustrando la sua camera e fu sollevata di essersi nascosta il ciondolo nella fascia sul petto e di aver consegnato il fagotto ad Hana la sera prima.
Il Kimono era di un rosso acceso, decorato da fiori variopinti e ghirigori che lo rendevano più sfarzoso di quanto già non fosse. La madre poté notare come l'albina non obiettava in alcun modo a quello che sapeva considerasse un'ingiustizia. Fu probabilmente sollevata e la tristezza diede nuovamente spazio all'emozione poiché sul suo volto era stampato un sorriso ansioso e continuava a baciare la figlia con immensa gioia.
Quant'era crudele quella ragazzina, sapeva che li avrebbe distrutti entrambi eppure era ciò che voleva. In quel momento si sentiva conscia del proprio potere e di ciò che era in grado di fare.
Non obiettò quando la truccarono e nemmeno quando le infilarono il copricapo. Pensando e ripensando, lasciando che gli altri lavorassero su di lei, il tempo era passato velocemente e già si apprestavano ad uscire dal ristorante.
Nonostante la cerimonia dovesse essere tradizionale, si svolgeva in prossimità del sindaco in piazza, davanti al tempietto. Mitsuki pensò che al suo vero matrimonio preferiva fosse Reimu a sposarla e sicuramente avrebbe voluto indossare un abito bianco di tradizione occidentale come si vedevano sui libri.
La gente parlava emozionata, la madre accompagnava la figlia con orgoglio e l'albina lasciò scivolare tutto senza la minima preoccupazione, così che nessuno si potesse accorgere di nulla, camminando verso la piazza assieme ai genitori e a famiglie di amici e curiosi. Il suo sguardo riconobbe Hana in mezzo alla folla, la quale era seria e annuì con il capo.
Stava andando tutto bene.
Fu quando vide Sato, vestito di un kimono nero con strisce bianche e i capelli raccolti secondo la tradizione, che capì fosse quasi ora. Il suo sguardo era triste e spento, come se avesse sperato fino alla fine che Mitsuki avrebbe fatto qualcosa per impedire quel destino così ingrato. Tuttavia doveva aver capito che Mitsu non sarebbe riuscita a salvare la sua sorte nemmeno essendo una Magician.
Si sbagliava.
Arrivò accanto a lui, davanti al sindaco e alle persone che erano riunite per il matrimonio. Erano in molti, un matrimonio in quel piccolo villaggio era comunque un avvenimento molto importante e la gente amava seguirlo.
Quando ci fu silenzio e gli sposi dovevano inginocchiarsi, fu Mitsuki che, sorprendendo tutti, iniziò a parlare allo "sposo".
-Non c'è bisogno che ti inginocchi- gli disse. Sato la fissò, sconcertato. La gente era alquanto incredula per come la ragazza, sfacciatamente, avesse interrotto la cerimonia.
Mitsuki si voltò verso la gente. -E non c'è bisogno che nessuno di voi resti qui, non ci sarà nessun matrimonio da osservare.-. Il suo sguardo si fermò sui genitori, notò che Tatsuya la fulminò con uno sguardo furioso. Sora invece era incredula.
Sorrise.
-Cosa stai dicendo?- chiese il sindaco, l'uomo brizzolato con un occhialino che si trovava accanto a Sato. L'albina si voltò verso di lui e fece una smorfia. Quell'uomo era il padre di Kaname, non l'aveva mai sopportato.
-Dico che non sposerò questo ragazzo. Lui è già fidanzato e la sua ragazza sarà sicuramente una brava moglie e madre perchè lo ama.- i presenti sussultarono e l'albina senti un brusio diventare sempre più forte.
Jun Azumaki, infuriato per l'accaduto, si avvicinò ai due.
-Cosa stai dicendo? Non vuoi forse obbedire a tuo padre? Come puoi permetterti di mancargli di rispetto in questo modo scandaloso?- chiese, puntandole contro il dito. L'albina lo fissò sott'occhio.
-Mi permetto perchè questa storia non è più affar mio!- disse, sicura di sé. -Sato sposerà la donna che ama e io me ne torno dalla mia sensei a prendermi danmaku addosso!- disse alla folla con fare teatrale, con le braccia aperte e camminando lentamente sul posto. -Hana, Let's Start the game!- urlò l'albina, ammiccando.
La bellissima ragazza dai capelli corvini si avvicinò con un ampio sorriso e visibilmente emozionata, le lanciò un fagotto di stracci che Mitsuki afferrò al volo.
Con rapidità levò gli stracci mostrando la sua fida scopa con il fiocco rosso in cima. Quella scopa era davvero importante per lei poiché gliela regalarono i suoi migliori amici.
La folla levò un brusio più confuso e sembrava essere davvero incredula.
-Cosa...?- Jun non riuscì a parlare, fissò dapprima la ragazzina e poi la scopa con sguardo incredulo e adirato.
L'albina si levò il copricapo e lo lanciò via con gesti scenici, si passò la manica del kimono sul viso per levarsi il trucco e si slacciò l'abito, rivelando il vestitino rosa che le era apparso addosso dal nulla. Sorrise tra sé e sé, se ci fosse stata Natsu avrebbe potuto dirle che finalmente sapeva come cambiarsi d'abito con la magia.
Sotto lo stupore della gente saltò sulla scopa che si librò in aria.
-Oh, per quel fatto è tutto apposto, sta tranquilla!- le disse l'amica, annuendo con il capo.
L'albina sorrise nuovamente e si voltò verso Sato.
-Combatti con tutte le tue forze per ottenere ciò che vuoi.- gli disse. Il ragazzo, avendo notato la sua amata che si era fatta spazio nella folla, si lanciò da lei e la abbracciò con amore.
-Grazie!- dissero all'unisono.
L'albina annuì, era quello il trionfo dell'amore che aveva sempre letto nei libri.
Sentiva il suo cuore battere di felicità, sentiva anche i loro sentimenti così potenti da vincere ogni cosa. Era una di quelle storie scontate sull'amore e sulla pace o era la realtà?
A chi importava, dopotutto? L'importante era che adesso sarebbero stati felici.
Fece il segno della vittoria, con un sorriso sgargiante degno di Marisa e salì più in alto con la sua scopa quando sentì la voce di suo padre tuonare sopra le altre:
-Se vai via non potrai più tornare a casa. Non ci sarà più nessuna casa per te e nemmeno il nostro cognome.-.
La confusione aveva raggiunto livelli incredibili, l'albina non si curò nemmeno di osservare la folla o il suo stesso padre. Si limitò ad alzare le spalle.
-Poco male.-
Recitava la parte della menefreghista, della ragazzina ribelle che vinceva contro le ingiustizie, eppure non avrebbe voluto sentire quelle parole anche se d'altronde erano necessarie.
Come Marisa fece a suo tempo seppur conservando il suo cognome, anche lei stava iniziando una nuova vita lasciandosi alle spalle il suo passato.
Si allontanò velocemente svanendo oltre l'orizzonte e diretta alla Forest of Magic.

Aprì la porta di casa, ansimando per la stanchezza e gettando a terra la scopa. Crollò in ginocchiò, il corpo le doleva ancora e la fatica di quell'evento le costò un grande sforzo.
-so...sono a casa....- urlò, nella penombra della casa.
-Oh, finalmente.-
Una figura femminile con un libro in mano si affacciò dalle scale e le venne incontro.
Sorrise.
-Bentornata da zé.-

Immagine

TOUHOU SHANIKUSAI: the Great Story by Hi-Ki Production (Kira.Lu & Hikari) [sito/forum/DA]
Immagine

Hideki Kineboshi
Translators
Translators
Messaggi: 282
Iscritto il: 03/09/2009, 15:42
Custom Rank: Titolo Personale
Sesso: Maschio
Razza: Umano
Classe: Mago
Spellcard: Dark Ice Sign: Nivis Tempestas Obscurans
Località: Gensokyo
Contatta:

Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Hideki Kineboshi »

tl;dr
Immagine
Rispondi