Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Storie, poesie, canzoni, fanfiction e cavolate varie.
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Kira Lushia
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Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

ok, nuovo topic perchè si ricomincia +_+! La new Edition è la stessa storia ma con aggiunte, con un metodo di scrittura migliore (almeno dei primi capitoli che ho scritto due anni fa) ed è meno lento e filleroso del precedente!
Secondo alcuni non è fatto molto bene ma io più di così non posso fare, l'importante è che la storia si capisca. Tanto non devo diventare una scrittrice e non scrivo come le fungirl di EFP (almeno la maggior parte degli scrittori di EFP sono fungirl e scrivono di merda.) perciò mi va bene ciò che ho e che posso fare ùù (col poco tempo di cui dispongo)

I capitoli però saranno leggermente più lunghi, circa un capitolo e mezzo / 2 capitoli miei precedenti.

I soliti avvisi:

~Avviso: La storia nasce nei luoghi citati nei giochi di Touhou, alcune vicende si svolgono in questi luoghi, appariranno molti protagonisti della serie e altri intrecceranno rapporti con i personaggi da noi inventati, ma la storia si evolverà secondo alcuni criteri che con il classico Touhou Project non hanno nulla a che vedere e anche l'ambientazione iniziale cambierà e cambierà spesso.
Touhou Project sono solo alcuni luoghi, alcune storie e alcuni personaggi. Il resto è a discrezione dell'autore.~

Le storie che fanno parte di Touhou Shanikusai sono due:

Eclipse Demarcation: Storia piena di intrighi e di mistero, di nobili, di battaglie, di ricordi e di sague. Vissuta e raccontata da Shizuka Akatsuki e i suoi amici
Stars and Hearts Carnival: Storia abbastanza introspettiva con sfumature divertenti, piena di magia ed evolve con una vena di Majokko. Vissuta e raccontata da Mitsuki Shiroyume e i suoi amici


La Storia seguente contiene:

- Modi di vestire trasgressivi, minigonne o magliette scollate, mode strambe o poco conosciute.
- Magie e poteri occulti, sbrilluccicosi e pieni di cuori, fasci di luci, stelle, diamenti e cristalli, pozioni e infusi dagli effetti improbabili.
- Creature strane, conigli, sirene, tizi random, bambole parlanti e gatti che diventano umani.
- Amore, anche per persone dello stesso sesso o creature improbabili qui sopra descritte, romanticismo, passione, ma niente scene spinte. Ovviamente ci sono baci e abbracci.
- Avventure, corse, risse, casini, esplosioni, misteri, indovinelli.
- Momenti stupidi, pazzie, idiozie, pensieri cretini, momenti inutili, stupidi filler ogni tanto.
- Parolaccie, modi di parlare sbagliati, dizionari non usati, robe sgrammaticate, usanze giovanali, verbi improbabili, la rovina della lingua in sè per sè e dei professori di letteratura.
- Oggetti strani, misteriosi, curiosi, pericolosi, carinissimi.
- Luoghi dai nomi realmente esistenti ma inesistenti in sè per sè, copie virtuali inventate a scopi descrittivi.
- Sangue, distruzione, paura, morte, omicidi e tante altre cavolate che fanno i malvagi in tutte le storie. Non ci sono descrizioni forti, i deboli di cuore possono continuare a mangiarsi il loro panino.

I protagonisti non sono umani e non sono esistenti, hanno tutti CENTORDICIMILA anni ed è tutta pura finzione

Si avvisano i gentili lettori che la lettura di questa fan fiction può portare disturbi mentali, pazzia, mal di testa, parlantina a vanvera e allucinazioni di primo grado.
E' severamente sconsigliato agli emo di tagliarsi.
Se siete pervertiti andate altrove, non troverete nè situazioni hentai nè belle gnocche disponibili da farvi. FUORI HO DETTO.




Stage 1 - La ragazza e il suo destino


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Non poteva arrendersi.
Strinse con forza il manico della scopa, sentendo sotto il palmo della sua mano il legno ruvido e sudaticcio.
Una stella le sfiorò l'orecchio sinistro e si gettò senza pensarci alla destra, evitando l'ondata di stelline che avanzava pericolosamente verso di lei.
La maga nera, che si trovava a pochi metri di distanza, aveva riempito l'ambiente di stelle colorate che girovagavano, confuse, per il posto, cercando di colpire un obbiettivo invisibile.
Ma l'obbiettivo c'era ed era proprio lei che, insicura, tremava nell'evitare alcuni fasci di stelle che avanzavano perpendicolarmente. Era difficile schivarle quando si gettavano sicure verso di lei, figuriamoci quando cadevano con imprecisione.
Evitare i proiettili e volteggiare qua e là come fosse stata ubriaca non era l'unica cosa che avrebbe dovuto fare, eppure non stava facendo altro da ore.
La maga nera pareva divertirsi lanciando stelle a più non posso, mentre la sua sfidante effettuava le acrobazie più spericolate pur di evitarle, anche se, il più delle volte, si ritrovava a venir ferita in continuazione.
Nonostante i graffi sul corpo e il vestito stracciato continuò senza indugi e, quasi all'improvviso, si ricordò che avrebbe dovuto spararle anche lei se voleva avere almeno una chance di vittoria.
Purtroppo non si era ancora abituata a sparare e schivare contemporaneamente e, pur tentando di prendere la mira, finiva spesso con lo sparare a casaccio.
E la maga si divertiva, eccome se si divertiva. La stava prendendo in giro.
Avrebbe perso, era sicuro. Non poteva sperare di battere Marisa Kirisame. Come ci era finita in una situazione tanto paradossale?
La ragazzina scosse il capo velocemente come per rimuovere quei pensieri inutili. In quel momento doveva solo resistere il più possibile, schivare, riuscire a stare in groppa alla sua scopa e sparare le sue adorate carte da gioco, nell'eventuale caso che, per miracolo, fosse riuscita a colpirla.
Se solo avesse posseduto una spellcard avrebbe potuto scagliarsi contro di lei a piena potenza, eppure non aveva ancora imparato a farne una.
Quanto si riteneva idiota?
Ma l'importante, adesso, era superare ciò che le aspettava.
La maga nera si leccò le labbra, pregustando il momento di disarcionarla e la vittoria che ne sarebbe derivata. Estrasse una carta, una delle sue famosissime spellcard, una di quelle che usava quando doveva mettere a posto gli youkai che creavano confusione a Gensokyo.
Le bastava solo dichiararla e il gioco era fatto.
La ragazzina sapeva bene a cosa andava incontro ma sperò vivamente che non fosse "quella". Non poteva essere così crudele da usarla contro la sua apprendista, pensò, pregando in cuor suo che non volesse realmente buttarla giù dalla scopa.
La fortuna le era amica e lo capì nel momento in cui Marisa la dichiarò.
-Love Sign "Non-Directional Laser"!-
Non era la più temuta ma era ugualmente potente e lo capì subito.
Cinque fasci di laser colorati si formarono attorno alla maga, puntando verso l'esterno e con Marisa chiusa al loro interno. Costrinsero la ragazza tra due di questi, impossibilitandola ad uscirne. Si spostarono in senso orario, costringendo la ragazza a tenersi verso sinistra per non venir presa in pieno da quello di destra e viceversa, ripetendo questo via vai ritmicamente.
Se fosse stato solo quello sarebbe stato alquanto facile. Eppure venne assalita dall'ondata di stelline luccicanti che la costrinse a schivarle una dopo l'altra, in maniera alquanto goffa e poco risoluta.
Era nel panico più totale.
I laser si avvicinavano e le stelle più grandi si lanciavano contro di lei formando in gruppo le punte di una stella che si ingrandiva e rimpiccioliva in un gioco di illusioni. Tra queste vi erano delle stelline che si sparpagliavano in giro casualmente rendendo ancora più difficile la concentrazione.
Come poteva evitare tutto ciò in poco tempo? Come poteva controllare ogni pericolo e restare attenta, calcolando il punto di impatto abbastanza in fretta da spostarsi?
Era talmente impaurita e confusa che si era nuovamente dimenticata di sparare ma non riusciva nemmeno a vedere la maga, nascosta dalle stelle e dai laser. E, distratta da questo pensiero, venne colpita in pieno.
Le stelle colpevoli l'avevano colpita al petto e sbalzata all'indietro fino a scivolare giù. Per fortuna si era aggrappata al manico di scopa e non sembrava volerlo mollare.
Ma, anche schivando faticosamente le stelle più piccole, non riuscì ad evitare un laser che beccò in pieno lei e la scopa la quale venne distrutta e l'albina venne scaraventata a terra.
Per fortuna non volavano in alto, Marisa lo aveva previsto.
In realtà, Marisa, aveva previsto tutto. Non c'era molto da stupirsi, da quando abitava con lei aveva imparato a conoscere la genialità di quella donna, che eseguiva calcoli difficili in pochissimo tempo.
E' per questo che un'umana come lei era diventata una maga così potente, seconda solo alla sacerdotessa Hakurei.
Ed era per questo che lei, una normale e stupida umana, sperava di poter diventare una bravissima maga. Se Marisa si era rimboccata le maniche e ci era riuscita, allora potevano esserci speranze anche per lei.
Si tirò su con fatica, mentre la maga nera atterrava e le si avvicinava con un sorrisetto.
-Non sei andata poi così male, sei resistita quasi tre ore da zé.- disse all'albina, porgendole la mano e aiutandola ad alzarsi. -Complimenti, Mitsuki!-
-Grazie, Marisa-sensei.- rispose la ragazzina, battendo le mani sul vestito e cercando di pulirsi, anche se ormai era tutto stracciato e sporco di sangue.
-Ti ho detto di chiamarmi normalmente, bakatsuki!- le disse, portandole una mano sul suo capo e arruffandole i capelli albini.
-Ehi, calma! Guarda che sto già messa male così!- sbottò lamentosa.
-Toh, visto che sai parlare normalmente, se vuoi?-
Marisa osservò prima i vestiti sporchi e stracciati della ragazzina e poi la scopa di riserva che le aveva prestato, spezzata a metà e mezza distrutta. L'aveva conciata proprio bene.
-Mi dispiace per il vestito che ti ha regalato Alice, dovrai fartelo ricucire.-
-A me dispiace per la scopa, te l'ho distrutta...-
-Se mai l'ho distrutta io!- esclamò, ridacchiando.
Passeggiarono per un paio di minuti nel sentiero della Forest of Magic prima di arrivare alla casetta dove abitavano. Dall'esterno sembrava una normale casetta in pietra, e lo era se non fosse stato per le due abitanti: la prima, Marisa Kirisame, un'umana diventata una potente maga bianca e nera che si definiva "ordinaria" ma in realtà era molto forte e conosciuta per tutta Gensokyo; la seconda, Mitsuki Shiroyume, una normalissima umana con un passato da cameriera nel ristorante di famiglia e un futuro da maga. Sempre che fosse riuscita a diventare una maga, per questo stava apprendendo la magia dalla stessa Marisa.
Difatti l'interno della casa era pieno di librerie che contenevano libri magici ed esoterici, mentre gli scaffali e le mensole erano stracolmi di reliquie, oggetti antichi e oggetti inutili. Questo perchè dovevano essere venduti. Quella casa infatti era di per sè un negozio, il Kirisame Magic Shop, ma Marisa non aveva mai avuto un cliente.
Solo di recente la maga nera poteva vantarsi di quell'ordine e di quel profumo di pulito. Dopo aver preso l'albina come allieva, per "pagarsi" le lezioni di magia e di danmaku doveva lavorare come casalinga e, finalmente, dopo anni di disordine e sporcizia in giro per la casa, l'albina aveva ridato al luogo la sua forma originale.
-Ho fame da zé- disse la maga, con il suo modo di parlare abbastanza strambo. Non fece però in tempo a reclamare il suo cibo che qualcuno bussò alla porta.
L'albina si avviò all'ingresso controvoglia, dopo che si era appena cambiata, anche se con i capelli ancora in disordine e i tagli ancora freschi che le procuravano dolore e fastidio. Spalancò la porta per trovarsi di fronte una donna dai capelli biondi corti che aveva accanto una bambolina svolazzante.
Sospirò.
-Alice, ciao!- Marisa le andò incontro, invitandola ad entrare e a restare per il pranzo.
"Di bene in meglio", pensò l'albina.
La donna entrò senza indugi, seccata, seguendo con lo sguardo la maga nera che si allontanava per cambiarsi anche lei. Infine posò il suo sguardo sull'albina. La vide alquanto trasandata, piena di graffi e indossava, dopo molto tempo, il kimono del villaggio umano. Era palese intuire cos'era capitato ma non era tanto entusiasta del fatto che avrebbe dovuto ricucire, per l'ennesima volta, quel maledetto vestito. Quasi non sembrava pentita di averglielo regalato.
D'altro canto, l'albina non glielo avrebbe chiesto poichè non aveva coraggio. Erano troppe le volte che lo aveva già fatto e, dopo un pò, tutti si sarebbero scocciati.
-Bu...buon giorno, Alice-sama.- la salutò con cortesia. Per fortuna era riuscita a non balbettare, cosa che faceva spesso quando era così emozionata.
La figura di Alice scrutò l'albina con sguardo freddo e impassibile come era solita fare. Non che si comportasse diversamente con altre persone, tuttavia, con Mitsuki, sembrava avere un odio speciale.
-Piantala di fissarla e vai a preparare il pranzo!- le urlò una voce dall'altra parte della casa. L'albina si inchinò lievemente alla donna e corse in cucina senza indugi, raggiungendo la credenza e riprendendo fiato.
-Non ci posso credere!- si disse, sbattendo la testa ripetutamente contro un'anta del mobile, come se le ferite che gia aveva non fossero troppe. Nonostante Alice faceva spesso visita alla sua vicina, Mitsuki era sempre nervosa quando se la ritrovava in giro per casa. Almeno nell'ultimo mese, da quando aveva capito di essersi presa una bella cotta per lei.
Prese l'insalata e iniziò a tagliuzzarla, mentre ascoltava le due voci discutere nel salotto. Riuscì a cogliere alcune informazioni legate ad un luogo chiamato Voile Library, che sapeva essere un'enorme biblioteca situata all'interno della dimora di un potente vampiro. Stavano discutendo di un misterioso potere che la maga bibliotecaria custodiva con enorme gelosia, tenendo lontani gli estranei.
A quanto pareva, Marisa voleva impossessarsi del potere e aveva chiesto ad Alice di aiutarla nel creare un diversivo perchè sembrava che la maga bibliotecaria aveva eretto potenti barriere protettive. Doveva trattarsi di qualcosa di abbastanza pericoloso, ma l'albina non voleva entrare nei dettagli e continuò a tagliare le verdure senza dar peso alle discussioni. Sapeva che Alice non avrebbe mai accettato di farlo ma, se si trattava di Marisa, alla fine cedeva sempre, in un modo o nell'altro. Tutti avevano capito che le andava dietro ma la maga nera non sembrava per nulla interessata e in cuor suo, l'albina, sperava che Alice si stancasse e che accettasse il suo amore. Ma era una cosa impossibile e anche lei, dopo settimane intere spese a starle dietro, lo aveva capito.
-Mh che profumino, sto morendo di fame da zé!- esclamò la maga nera quando vide apparire l'albina con il pranzo, per cui afferrò il suo piatto con rapidità e maleducazione.
-Ehi, calma!- l'albina, abbastanza sconcertata per i modi rozzi della maga - anche se ormai ne era abituata - porse infine il piatto anche all'ospite, che si limitò a fare un cenno con il capo.
-Ma tu non mangi?- chiese Marisa, fissando Mitsuki perplessa.
-Non ho fame, preferisco rimettermi a studiare quella pozione di ieri...- spiegò. Lo sguardo della maga nera lasciava trasparire la sua disapprovazione ma l'albina non poteva fare altrimenti, doveva lasciare quel luogo e allontanarsi da quella burattinaia.
Entrò a passo svelto nel laboratorio sul retro della casetta, dove la maga teneva gli strumenti magici, le reliquie, i libri e le pozioni. Si guardò allo specchio e si diede un'aggiustata ai capelli in disordine, spazzolandosi in modo da sembrare meno trasandata possibile, anche se non si stava dirigedo ad un appuntamento. Fissò con estremo disprezzo i suoi occhi eterocromatici: il destro era azzurro come quelli di Alice e il sinistro era ambrato, come quelli di Marisa. Ora che ci aveva fatto caso, sembrava un'assurda coincidenza. Tuttavia odiava avere gli occhi diversi, la facevano sembrare una creatura strana, misteriosa e pericolosa, come le voci su di lei che giravano al villaggio sin tempi della sua infanzia. Scrollò le spalle, non poteva farci nulla e l'unica cosa davvero importante, adesso, erano le sue lezioni di magia.
Si esaminò attorno, cercando il materiale che le serviva. Afferrò tre barre di legno della lunghezza di dieci centimetri ciascuno, dei fili di ferro e un pentolino. Prese alcune fiale ripiene di uno strano liquido da lei in precedenza preparato, delle polverine inserite in diverse scatole e una fiala di vetro vuota, infilando il tutto in una borsa. Afferrò anche il libro di pozioni che stava studiando e lo aggiunse agli altri ingredienti, infine spalancò la porta e si avviò lungo il sentiero, nel bel mezzo della Forest of Magic.
Trovò lo spiazzale di rocce accanto ad un ruscello dov'era solita recarsi quando preparava le pozioni. Sapeva di non poterlo fare in casa o nelle vicinanze poichè correva il rischio di far saltare in aria l'abitazione. Alcune pozioni potevano essere davvero dannose.
Si lavò il viso e le mani con l'acqua fresca, passandosela un pò sulle ferite ancora aperte. Non sarebbe dovuta uscire in quelle condizioni ma non voleva restare in quella casa se c'era anche Alice. Sapeva che ormai doveva dimenticarla perchè era un amore a senso unico, l'unico modo per farlo era starle lontana e concentrarsi nei suoi studi.
-Forza, mettiamocela tutta!- esclamò.
Si dedicò completamente al suo nuovo esperimento, siedendosi sotto un enorme albero, il quale sembrava aver ancora conservato buona parte delle sue foglie nonostante l'incombente inverno.
Costruì, con le barre di legno, un rudimentale fornellino e vi appese la pentola, dove iniziò a rovesciarci dentro alcune delle fiale che si era portata dietro, seguendo le istruzioni del libro.
Fece scorrere il dito sulla lista degli ingredienti, appuntandosi mentalmente i passaggi più importanti. Portò il palmo della mano sotto il pentolino e bisbigliò delle parole in una lingua non conosciuta. Dalle foglie secche, che aveva precedentemente posizionato sotto il fornellino, vi uscì un leggero fumo che si tramutò ben presto in una fiamma.
Lentamente l'albina selezionava le foglie da mettere nella pentola e mescolava dapprima in un senso, poi nell'altro. Quando il liquido assunse un colore violaceo, spense il fuoco e riversò il contenuto del pentolino nella fiala di vetro.
-Bene, mi è riuscita!- disse, confrontando il colore della sua pozione con quella raffigurata nel libro. Smontò infine il fornellino primitivo e posò tutto nella borsa, ma quando si issò si ritrovò davanti una ragazza che la stava fissando.
Sbiancò.
La figura di una ragazza dai capelli castani corti, che indossava il tipico kimono del villaggio come quello di Mitsuki, la fissava con aria incuriosita a pochi metri di distanza. Sembrava perplessa ma allo stesso tempo curiosa per la situazione che aveva appena visto. Di sicuro aveva osservato l'albina preparare la pozione e spegnere magicamente il fuoco, inoltre aveva sicuramente capito che veniva dal villaggio.
L'albina scosse il capo e l'espressione della ragazzina parve mutare in paura. Aveva inuito che sarebbe successo qualcosa, che aveva visto troppo, forse doveva correre ad avvisare qualcuno, forse avrebbe avvisato gli stessi genitori dell'albina che non sapevano nulla di quella situazione ed erano ignari dell'attuale vita della loro figlia. Non aveva mai detto loro che voleva diventare una maga poichè sapeva che l'avrebbero derisa, conoscendo la sua timidezza e la sua debolezza.
Mitsuki non poteva assolutamente permettere che nessuno lo sapesse, non ancora.
La ragazza si voltò e fuggì, spaventata. L'albina scattò e la inseguì anche lei, percorrendo il sentiero con più velocità possibile e cercando di starle dietro.
Le ferite bruciavano, sentiva le gambe cedere sotto il peso di quel dolore, eppure non poteva demordere.
La scopa, dov'era la scopa? Si era spezzata durante l'allenamento, ormai non era più utilizzabile e doveva buttarla. Quanto le sarebbe stata utile in quella situazione.
E' tutto ciò che poteva pensare, mentre il dolore dei tagli quasi non le annebbiavano la vista.
Se veniva sconfitta da quei piccoli tagli voleva dire che era ancora molto debole, eppure ce la stava mettendo tutta. Le stava dietro, dopotutto.
"Sembra umana" pensò, "no, è umana" si convinse. "Non conoscerà bene la foresta, io ci vivo da tre mesi" si disse infine, incoraggiandosi. Doveva fermarla, prima che la situazione le fosse sfuggita di mano, prima che avesse mandato all'aria tre mesi di duro lavoro e di menzogne per la sua stupida disattenzione.

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Kira Lushia
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

mentre rimetto a posto il cap uno, ecco qui l'ultimo Mad che ho fatto =ç=
(perchè riesco ad esprimermi più con i disegni che scrivendo?)

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Hideki Kineboshi
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Hideki Kineboshi »

Fuiga la canzone, ci sta.
E sei proprio brava a disegnare, hai proprio un disegno pulito. sisi
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RandyFlynn
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da RandyFlynn »

Festasim ha scritto:Fuiga la canzone, ci sta.
E sei proprio brava a disegnare, hai proprio un disegno pulito. sisi
Mi sa che molti però sono "tracings", ovvero disegni fatti su altri disegni..

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== 東方絶望火天から ~ SET THE WORLD AFIRE == (la mia fanfic)
(ep postati: 8 (vol. 1 completo + capitolo VI~VII))

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

lo sono quasi tutti in realtà °w° non siamo brave in proporzioni perciò abbiamo bisogno di un manichino di base, poi il resto lo facciamo da noi ^^ (su deviantart è chiaramente specificato che sono trace over)
[Utente bannato perché nessuno impara le proporzioni ritracciando. A parte Chuck Norris. ndU]

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

finalmente rifatto (per l'ultima volta) il cap.

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Hideki Kineboshi
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Hideki Kineboshi »

Non male il primo scontro, carino, anche per il fatto che si vede dal punto di vista di Mitsuki.
Poi anche il resto del capitolo scorre piuttosto piacevolmente, e la storia sembra essere interessante.
Volgio prorpio vedere come continua,
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HeilPalazzo
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da HeilPalazzo »

La trama sembra interessante anche se è impossibile giudicarlo subito al primo capitolo, la scrittura non è molto pesante infatti la storia è abbastanza scorrevole, è prevalente la narrazione descrittiva rispetto a quella dialogata e anche questo è un bene (l'errore più frequente degli scrittori è quello di fare dialoghi lunghissimi XD).
Visto che non è un libro però, magari è meglio se stacchi alcune parti narrative, giusto qualche periodo che, bene o male, non centra molto con un altro, spesso serve al lettore per avere una cognizione migliore di ciò che stà leggendo.
Inoltre è meglio se trovi anche un altro sinonimo ad "albina" che alla lunga diventa pesante e quei sinonimi li alterni un pò come ha fatto sia con Alice che con Marisa, magari una volta la chiami "albina", un altra "apprendista" e un altra ancora "Mitsuki" per fare un esempio.
Certo, non devi cambiare ogni volta, giusto ogni tanto per non appesantire troppo.

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3° Nitori Kawashiro
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

Grazie tutti ç*ç ecco il cap 2 finalmente **

Stage 2 - Vecchie e Nuove Conoscenze


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Le ferite pulsavano, erano ancora aperte e sembrava si stessero ampliando sotto lo sforzo a cui era sottoposta l’albina.
Le gambe sembravano muoversi da sole, la loro percezione era minima eppure non poteva permettersi il lusso di fermarsi. La ragazza le stava davanti, correva disperata e spaventata ma era anche più fresca e in forma di Mitsuki.
Continuando così non sarebbe riuscita a raggiungerla. Le gambe avrebbero ceduto e le ferite avrebbero impiegato più tempo per rimarginarsi.
Il fiato le iniziava a mancare, la stanchezza la stava per assalire eppure forte era la voglia di colpirla, di fermarla, di creare un diversivo che le avrebbe permesso di arrivarle facilmente dietro.
“Fermati! Fermati!” urlò nella sua testa, pensandolo forte dentro di sé mentre stringeva forte quel desiderio.
Con la vista offuscata dallo sforzo e dal dolore puntò la ragazza davanti a sé, pronta a colpirla.
Non le avrebbe fatto del male, l’avrebbe solo fermata. Le bastava solo prendere bene la mira e lanciare.
E sparò.
Due carte da gioco francesi, che l’albina usava come danmaku, ferirono i piedi della ragazza bruna che barcollò per qualche istante e si riversò a terra, dolorante.
L’albina, seppur stremata, corse fino al corpo per poi fermarsi e chinarsi su di lei.
Era fortunatamente viva, aveva qualche graffio alla caviglia ma non era grave, aveva solo perso l’equilibrio.
Fissò spaventata l’albina, aspettandosi una crudele punizione per averla spiata o per aver scoperto chissà quale segreto. Eppure si tranquillizzò quando la guardò negli occhi. Evidentemente non l’aveva vista bene in lontananza, non aveva studiato i suoi lineamenti e non si era resa conto di chi fosse.
D’altro canto anche l’albina si calmò, un po’ perché si era calmata anche l’eventuale nemica, un po’ perché le sembrava di riconoscere quei lineamenti. Li studiò. Aveva gli occhi di un azzurro quasi sgargiante e un neo sotto quello sinistro.
-...io ti ho già vista da qualche parte...- le disse l’albina, dimenticandosi di averla appena colpita.
-Aikage, Natsu Aikage- rispose la ragazza, mentre l'albina si scostava da lei e la aiutava a rialzarsi.
Mentre la guardava rialzarsi, stracciandosi un lembo del vecchio kimono e annodandolo alla caviglia, scrutò nella sua memoria alla ricerca di ricordi.
-...l'orfanotrofio del villaggio...?- chiese, tornando a fissarla negli occhi. Erano così limpidi e accesi che doveva essere impossibile dimenticarseli. E infatti li ricordò, quegli occhi sinceri e vivaci di una bambina che non aveva mai perso la speranza e la fanciullezza. -Sei quella che mi aiutava a distribuire il cibo che i miei genitori davano in beneficenza?- .
La ragazzina sorrise, annuendo. Adesso anche lei era sicura di aver capito chi fosse quell’albina che praticava la magia da sola nella foresta.
Si issò, sorretta da Mitsuki.
-Perdonami…- disse l’albina, preoccupata per averle fatto del male.
-Ok, ma non riprovarci!- le disse, ridacchiando. –Hai una buona mira…- aggiunse, indicando la ferita. –Sei fortunata che non ho esperienza e mi sono ferita subito, altrimenti ti avrei dato del filo da torcere!-.
L’albina, nonostante si sentisse in colpa, scoppiò a ridere e Natsu la seguì. La tensione sembrava ormai svanita e le due parevano amiche di vecchia data, seppur conoscendosi solo di vista.
- Comunque anche io ti ho riconosciuta.- esclamò Natsu. Non poteva non riconoscerla, non dopo aver notato i suoi particolari occhi. Un’albina con eterocromia era un’insolita combinazione al villaggio umano, ma anche sapendolo non poteva non ricordarsi dell’acerrima nemica di Kaname, l’arrogante figlia del sindaco. Se lo si veniva chiesto a tutti coloro che, a quel tempo, furono bambini, avrebbero potuto sicuramente rispondere: Mitsuki Shiroyume.
Il loro odio era conosciuto ovunque al villaggio ed era impossibile non saperne nulla. Come era impossibile non sapere di quante brutte voci aveva messo in giro su di lei.
-Ma… Mitsuki-san, voi siete una maga?-
-Chiamami Mitsu, comunque sono solo un’apprendista.- spiegò. –E tu cosa ci fai qui sola nella Forest of Magic? Non sai che ci sono pericolosi youkai?-
-Mi è scappato Akira, lo stavo cercando quando mi sono persa… e ho trovato te.-
-Akira… è il tuo cane?-
Entrambe s'incamminarono per la foresta, e visto che Mitsuki conosceva ogni passaggio, non le ci volle molto a ritrovare il cagnolino della ragazza, il quale si gettò scodinzolante tra le braccia della padrona.
L'albina si offrì di accompagnarla al villaggio per proteggerla da eventuali youkai e Natsu si ritrovò, un paio di volte, ad osservare come la ragazza giocava al tiro a segno con delle fatine che svolazzavano nei dintorni. Notò le sue carte con curiosità.
-Mh, ti piacciono?- chiese Mitsuki, notando la curiosità della ragazza –le ho comprate in un emporio in periferia.-
Natsu le prese tra le mani e le fissò con stupore. Le aveva detto che si chiamavano “carte francesi” ed erano delle carte utilizzate in giochi di alcuni paesi del Mondo Esterno. Mitsu le stava spiegando che erano divise in quattro semi: cuori, fiori, quadri e picche. L’ultimo seme la incuriosiva non poco, aveva una forma particolare e il nero era un colore che aveva sempre amato.
-Se dovessi essere un seme sarei un picche- disse Natsu, mentre accarezzava Akira che scortava la sua padrona e l’amica tra le strade confusionarie del villaggio.
-Io sono un cuore.- rispose Mitsuki, sorridendo.
-Sapevo che lo avresti scelto, sai?- disse Natsu, sogghignando.
-L’ho scelto perché è figo, mica per altro!- mentiva, mentre diceva quelle sciocchezze il suo cuore era altrove, dove non sarebbe dovuto essere.
Quando si resero conto di trovarsi già nella piazzola del villaggio, scorsero due giovani impegnati in una scenetta divertente: una ragazza e un ragazzo, entrambi dai lunghi e lisci capelli scuri, erano impegnati in un'accesa discussione.
-E lei è un fiori.- disse Mitsu, indicando a Natsu la ragazza dai lunghi capelli corvini.
-Oh, ma guarda chi c’è! Hana-chan e Tsubasa.-
Mitsuki si lasciò scappare una risata.
-Lì conosci?- chiese l'albina.
-Certo, Tsubasa viene spesso all'orfanotrofio mentre Hana, che è figlia del fornaio, ci porta ogni tanto del pane caldo.- spiegò la ragazza.
Intanto Hana e Tsubasa le avevano notate e stavano andando incontro alle due ragazzine trasandate.
-TU!- urlò lei, indicando Mitsuki con rabbia. Non fece in tempo ad arrivare che sferrò un pugno nello stomaco dell’albina.
Restarono tutti alquanto scioccati.
-…anche io sono felice di vederti…- commentò Mitsuki, tenendosi stretta la parte dolorante. Era perplessa e stupita, non si aspettava una reazione così violenta dalla dolce Hana. Ma si sa, i timidi, silenziosi e dolci ragazzi sono quelli che se si arrabbiano ti fanno male. Molto male.
-Tu ora mi dici chi è questa tua amica che sta male e perchè non mi hai detto nulla!- le urlò, mentre Natsu e Tsubasa le trascinavano via dalla piazza per portarle in un vicolo adiacente.
-Ti rendi conto? Tua madre ha detto che sei andata a stare da un’amica malata per curarti di lei e farle compagnia, peccato che non hai amiche del genere!- aggiunse, scuotendo l’amica.
-Hana! calmati!-
Ci impiegò qualche minuto, il tempo di pulire le ferite dell’albina con un panno e di fasciare le più gravi, e finalmente si calmò così che Mitsuki potesse spiegarle la situazione.
Era successo tutto dopo che Hana stessa le aveva consigliato di andare a pregare gli dèi al tempio Hakurei, per questo l'albina era scappata di casa ed era arrivata fin lassù. Era stato proprio in quel tempio che aveva preso la decisione di studiare la magia e in un certo senso era stata proprio Hana ad aiutarla.
-Quindi ci sei andata! Senza dirmi nulla? Oh santi dèi, questa ragazzina...- si passò le mani tra i capelli, sospirando. Sapeva quanto fosse pazza l'albina, lo sospettava da quando a nove anni, per proteggerla, aveva sferrato un pugno alla figlia del sindaco, aggiudicandosi un mese di prigione e parecchie minacce di botte. Era stata l'idolo dei bambini più deboli, anche se i più grandi continuavano a pestarla e tornava sempre a casa con lividi nuovi. Fu davvero un gran brutto periodo.
-Dai Hana, mi dispiace di non averti avvisato ma è successo tutto così velocemente!- spiegò lei, cercando di calmare l'amica che poche volte nella vita aveva visto così arrabbiata.
-Si, daccordo. Ma ora che farai? Dove abiti?- le chiese, con voce più calma. Era stata veramente preoccupata, non riusciva a trovarla da nessuna parte e, tra le mani, le restava solo una storiella che le aveva raccontato la signora Shiroyume. Aveva ipotizzato dall’inizio che fosse una bugia dell’albina ma non poteva comunque trovarla senza indizi.
-Abito nella Forest of Magic con Marisa-sensei.- spiegò l'albina.
-Marisa-san? Quella Marisa-san?- chiese Natsu, sbalordita.
-Kirisame Marisa-san- aggiunse Tsubasa. Il ragazzo sembrava molto timido, aveva ascoltato le ragazze chiarirsi mentre lui giocherellava con il cagnolino, ed era rimasto stupito dal coraggio dell’albina. La conosceva poco e solo tramite Hana, sua vicina di casa. Nonostante la timidezza, intervenne nel discorso spiegando quanto i Kirisame fossero importanti nel villaggio umano. Nemmeno Mitsuki sapeva che Marisa fosse nata in una famiglia così nota, ne rimase stupefatta.
-Sentite, come vanno le cose qui? Kaname che fa? Se la prende ancora con i più deboli?- chiese poi l’albina, incuriosita ma con un alone di tristezza negli occhi. Quella ragazza era stata la rovina della sua gioventù, a causa sua si erano sparse orribili voci su di lei ed essendo la figlia del sindaco veniva sempre creduta.
-Oh, certo. Meno di prima ma continua ad essere smorfiosa come sempre. - rispose Natsu.
-Non mi è bastato romperle il naso, allora.- rispose l'albina, pensierosa. Ormai quello era solo il passato, eppure non riusciva a dimenticarlo. Come poteva cancellare quell’orribile ghigno, quell’espressione di superiorità dai suoi ricordi? -Comunque pensò che andrò, meglio rincasare prima di sera.-
I ragazzi, seppur delusi, salutarono l'amica al margine della foresta, la quale si incamminò verso casa. Cercò di evitare sforzi per non peggiorare le ferite ma ormai stava già meglio, doveva essere a causa della sua energia magica che stava sviluppando da quando era diventata apprendista. Marisa le aveva spiegato che una magician ha un’energia, all’interno del proprio corpo, che protegge e cura parzialmente la maga. Per questo motivo si è più resistenti alla magia o agli attacchi fisici. Ovviamente dipende dal tipo di danno subito.
Arrivò prima del tramonto e già pregustava il caldo lettino, quando spalancò la porta della casetta e si ritrovò Marisa di fronte e sembrava avere molta fretta.
-Oh, finalmente da zé!- esclamò, uscendo di casa e trascinandosi l’albina dietro.
-Che...che succede? Sensei??- chiese, mentre la maestra montava in groppa al suo mezzo di volo e le faceva cenno di salire dietro di lei.
-Ohi! Sali o te la fai a piedi?- le chiese. Seppur titubante e ancora confusa, l'albina salì. Ovunque volesse andare, era meglio che camminare, soprattutto dopo la corsa di poche ore prima. E pensare che voleva mettersi nel letto caldo…
-Aggrappati, potresti cadere....e non vengo a riprenderti!- disse, ridacchiando. Mitsuki si spaventò un pò e si strinse al suo busto. Sapeva cosa voleva dire volare, aveva imparato a farlo in un mese ma non aveva ancora una sua scopa e quella che Marisa le aveva prestato si era rotta nello scontro mattutino.
-Ma che succede? Cos'è questa fretta?-
-Andiamo a far provviste da zé!- esclamò. Marisa puntò la scopa in avanti e decollò, staccandosi dal suolo e salendo sempre di più nel cielo.
Sorvolarono le vette degli alberi, l’albina cercò con curiosità e batticuore la casa della burattinaia, che scomparve con la foresta per dar posto all’immenso lago delle nebbie. Il Misty Lake si espandeva attorno ad un isolotto, dove vi era eretta una costruzione in stile barocco occidentale.
-ma quello...non è il Koumakan?- chiese, ricordandosi di quella lussuosa villa dove viveva il "Diavolo Scarlatto".
-preeecisamente da zé ~ - rispose con un ampio sorriso.
L'albina si aspettò - inutilmente - di atterrare davanti al cancello, dove notava una guardia dai lunghi capelli rossi e con una divisa verdastra. Ma non fu così dato che, nonostante le urla furiose della guardia, fu messa prontamente fuori uso da un Master Spark.
Oltrepassarono il cancello e si diressero verso una balconata, chiusa.
-è chiusa...- disse Mitsuki, osservando Marisa.
-già già- rispose lei, non curante.
-....è chiusa!- ripeté l'albina, continuando a osservare Marisa e la balconata che si avvicinava sempre di più.
-si si- rispose nuovamente con indifferenza.
-...SENSEI FERMATI!- urlò Mitsuki, ormai a due passi della balconata. Marisa ebbe il tempo di ridacchiare e, con i suoi danmaku stellari, sfondò la balconata, penetrando vittoriosa nella biblioteca della villa.
Mitsuki era ancora pietrificata. “E’ pazza!” pensò, guardandosi indietro e notando i pezzi di vetro volare, mentre cadevano per terra all'interno della sala.
-daaai non mi dire che non ti sei divertita!- disse Marisa, avanzando. -dovresti rilassarti di più, sei troppo tesa zé!-
Sorvolarono la biblioteca completamente buia, notando alcune fate spensierate gironzolare tra gli scaffali e attaccare le intruse con i loro danmaku.
-questa è la Voile Library? Gestita da una maga, vero?- chiese curiosa, mentre Marisa volteggiava con grazia e scansava i danmaku nemici. Mitsuki sapeva che quello era il luogo preferito dalla sensei per i rifornimenti di libri e in quel momento capì cosa aveva voluto dire con "andiamo a far provviste".
Dal suo canto Marisa non rispose, era piuttosto impegnata - o almeno divertita - nel mettere fuori uso le fatine che le ostacolavano il passaggio. Mitsuki si domandò come faceva a schivare tutti quei colpi.
-ma lo fai ogni volta che vieni?- chiese, osservando le fatine crollare.
-certo, è divertente!- rispose, mentre arrivava al centro della biblioteca, in un piazzale aperto e libero da scaffali dove si trovava un tavolo e una ragazza seduta.
Mitsuki squadrò la ragazza. Aveva lunghi capelli violacei e indossava una sorta di camicia da notte chiara, tutta imbellettata da nastrini colorati. Era immersa nella lettura di un libro.
Le due atterrarono e Marisa fece scendere Mitsuki dalla scopa. L'albina osservò la ragazza sapendo che doveva probabilmente essere la famosa maga bibliotecaria. La maga in questione le stava fissando.
-se sei venuta a rubare altri libri, sappi che stavolta te lo impedirò.- disse, con sguardo serio. Marisa incrociò le braccia dietro la testa.
-naa sono venuta a far fare un giro turistico a Mitsuki- disse, ridacchiando.
La maga si voltò verso l'albina e tornò a fissarla.
-la tua allieva?- chiese, ottenendo una risposta affermativa. Notò che Mitsu si era avvicinata alla sensei e le stava tirando il gilè, preoccupata e imbarazzata. -Non sembra essere più brava della mia.- affermò.
-ma piuttosto...chi è che ruba? io prendo in prestito....- disse, notando un libro per terra. -oh, carino zé.-
-tieni le mani lontano dai miei libri, Marisa.- le ordinò, alzandosi.
-suvvia Patche, te lo restituirò appena muoio!- disse, sfogliandolo.
-non è una cosa molto bella da dire...- intervenne Mitsu. La maga bibliotecaria parve infuriarsi.
-MARISA!- le urlò, ma lei prese un secondo libro.
-oh...anche questo è carino!- disse, eccitata.
Mitsuki capì che allontanarsi da quella scena era la cosa migliore da fare, per cuì indietreggiò, percependo la fiamma rabbiosa della maga e l'indifferenza di Marisa che si scontravano come potenti scariche elettriche.
Distratta dalle due, venne presa alla sprovvista da qualcuno che le bloccò le mani dietro la schiena e le passò il braccio sotto il mento, quasi soffocandola. Per fortuna non usò molta forza, probabilmente perchè voleva lasciarla parlare.
-chi sei? cosa fai qui?- chiese una voce femminile. Mitsuki cercò di tranquillizzarsi, doveva fare in modo da calmare il nemico che sicuramente la vedeva come un‘invasore.
-scu...scusa, non volevo disturbare...mi ci ha portato la sensei..- disse, preoccupata.
-sensei?- ripeté. Sicuramente stava osservando Marisa in lontananza. -..quindi sei qui con Marisa-san? Hai intenzione anche tu di rubare i libri di Patchouli-sama?-
-no...Marisa-sensei mi ha trascinato qui per farmi vedere il posto...- le rispose, intuendo che doveva trattarsi di una subordinata della bibliotecaria.
-non ti credo!- rispose, liberandole le mani e spingendola con forza a terra. Le ferite dell’albina tornarono a bruciare ma cercò di non darci peso e si dedicò alla figura, studiandola. La youkai aveva i capelli rossi, lisci e lunghi. Aveva delle ali da pipistrello sulla schiena e sopra le orecchie.
La youkai creò delle sfere di danmaku che emanavano elettricità e assomigliavano a enormi pupille dilatate. L’albina fissò i danmaku con terrore, conscia di non essere ancora in grado di superarli soprattutto in quelle condizioni, perciò puntò sulla sua pietà.
-ehi ehi togli quei cosi mi farai male!!!- la pregò, fissandola con le lacrime agli occhi.
-...male?- ripetè, osservando lo sguardo terrorizzato dell'albina. -non ...sai cosa sono i danmaku? Da dove provieni?-
-No, no, so cosa sono ma... io non l'ho mai fatto...non sono come voi...- recitò Mitsu, chinando il capo sconsolata.
-capisco... in effetti sembri alquanto fiacca... sicuramente non sei un pericolo per Patchouli-sama, per cui non ti farò nulla.- affermò. -mi dispiace di averti spaventata.-. In quel preciso istante, Patchouli aveva lanciato verso Marisa alcuni danmaku e quest'ultima, con la solita noncuranza e con il suo sorrisetto sicuro di sé, li stava schivando.
-comunque io sono Koakuma.- si presentò la youkai.
-io...Mitsuki, piacere...- si presentò a sua volta ma distrattamente, siccome stava fissando la sensei alle prese con la maga. -mh...sei l'allieva di quella maga?-
-Cosa...allieva, io? No, no, quella è Mayumi-san.- spiegò. -... sta tranquilla, è tutto normale...- disse Koakuma, sorridendo nel notare la preoccupazione della ragazza che fissava con paura gli attacchi delle due maghe.
-sicura?- chiese Mitsuki, osservando Patchouli-san mentre prendeva in mano una spellcard che si illuminava di un rosso acceso, creando attorno a lei un enorme cerchio magico.
-...no, questo no!- esclamò preoccupata Koakuma, avviandosi verso di loro con rapidità, sperando di fermare la padrona -Patchouli-sama! non dovete usare quella spellcard proprio qui!-, ma la maga stava già dichiarando "Royal Flare!" e dopo pochi istanti, una fiammata devastò tutto ciò che si trovava nei paraggi, libri compresi.
Spaventata, Mitsuki scappò, seguendo alcuni scaffali e allontanandosi da quell'inferno di fuoco per poi ritrovarsi, non sapendo come, in un enorme corridoio.
Davanti a lei c'era una ragazzina, leggermente più bassa, dai capelli azzurrini e dagli spaventosi occhi rossi che, probabilmente, stava passando e si era ritrovata l'albina davanti a sé.
Non le ci volle molto a capire che si trattava di una vampira, nonché la padrona di casa e, a conti fatti, doveva essere Remilia Scarlet.
"Merda" pensò. "I vampiri proprio no."

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TOUHOU SHANIKUSAI: the Great Story by Hi-Ki Production (Kira.Lu & Hikari) [sito/forum/DA]
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Hikari »

Molto meglio di prima *__*, adesso si fa leggere ed è scorrevole. Brava moglia. Hai fatto qualche errore con le virgole ma d'altronde per come era prima sei molto migliorata.

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da HeilPalazzo »

"Sì, lo leggo lo leggo, solo che ora ho da fare", alla fine l'avevo scordato XD.
Bella l'idea delle immagini all'inizio del capitolo, mi piacciono XD, putroppo ancora non ho capito dove vuole andare a parare la storia, anche se questi personaggi spuntati dal nulla un pò mi interessano un pò mi spaventano, troppe cose nuove in una volta il mio povero cervello potrebbe crashare XD.
Chiudo dicendo che credo faresti meglio a suddividere di più i paragrafi, così da rendere più scorrevole la lettura, magari dividere la parte della foresta con quella della SDM per fare un esempio.

Vedo di non dimenticare di leggere gli altri XD.

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

Grazie a tutti *_* beh non si capisce ancora la stria dove va perchè è solo l'inizio, diciamo che la vera trama è ben nascosta dalle varie vicende X°DDD
Capitolo 3 *_*

Stage 3 - Vampiri

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Restò immobile a fissare la vampira, tremando. Era incredibilmente spaventata e aveva una tremenda paura di quelle creature, per cui aveva sperato vivamente di non incontrarle mai, eppure Marisa era riuscita a trascinarla della dimora di una delle più pericolose vampire.
Remilia Scarlet fissò sconcertata l'albina, chiedendosi cosa ci facesse un'estranea nella sua sontuosa villa. La sua espressione era perplessa ma non aggressiva, si limitò a squadrare la ragazza con fare altezzoso e a rivolgersi a qualcuno dietro di lei.
-Sakuya, chi è questa cosa?- chiese, porgendo la domanda ad una cameriera dai capelli color argento che la ragazza non aveva proprio notato. Le bastò un'occhiata per ricordare chi fosse: si trattava di Sakuya Izayoi, la capo cameriera della dimora Scarlet. La prima volta che l'aveva incontrata fu al tempio Hakurei, la seconda volta che l'apprendista ci si era diretta per cercare nuovamente l'aiuto degli dèi e a distanza di due giorni dalla prima fuga. Quando vi arrivò notò la cameriera mentre era presa da una vivace discussione con la sacerdotessa Reimu. Non ricordava, però, di cosa stessero parlando.
-Si tratta di quella umana... mi pare si chiami Mitsuki. Non ricordate? C'era un articolo su di lei nel BunBunmaru di qualche mese fa.- rispose la cameriera con educazione, osservando la sua padrona.
-oh... pensavo che quel giornale raccontasse solo stupidaggini.- si voltò verso Mitsuki, squadrandola -quindi questa mocciosa è l'allieva di quella stregaccia?-
-Certo, ojou-sama.- rispose. Mitsuki non apprezzò l'essere chiamata "mocciosa".
-beh... si lo sono. Mi chiamo Shiroyume Mitsuki.- disse, con più educazione possibile e accennando un inchino. Di sicuro non voleva far infuriare la padrona di casa e i suoi denti sembravano abbastanza affilati da spaventare di più la ragazzina.
-...se si trova qui significa che quella strega è di nuovo andata a far visita a Patche!- affermò la vampira, adirata.
-probabilmente- rispose Sakuya, sospirando.
-Si, la mia maestra è--
-Beh, non me ne frega minimamente e a te chi ti ha detto che potevi parlare?- intervenne la vampira, seccata -Sparisci, è anche già l'ora del té.- aggiunse, voltandosi.
-...i vampiri bevono té?- chiese confusa l'albina, mentre il suo sguardo si spostava dalla cameriera alla vampira. Quest'ultima si voltò e incrociò lo sguardo della ragazzina.
-Beh... forse preferisci che beva te?- disse, guardandola con fare malizioso ma anche abbastanza inquietante. Il sapore di una giovane ragazzina era prelibatezza per un vampiro, chissà come sarebbe stato squisito il suo sangue.
Ma Mitsuki non voleva di certo diventare la bevanda della vampira e non le era nemmeno piaciuto il gioco di parole, per cui indietreggiò in silenzio, sperando che la padrona di casa passasse oltre.
-Che fai? Prima mi provochi e poi indietreggi?- chiese Remilia, con una smorfia -Sai che mi sembri quasi un microbo?-.
L'albina si aspettava di tutto tranne che l'essere offesa. Il suo sguardo impaurito divenne perplesso e i suoi timori parvero affievolirsi... o, semplicemente, era troppo presa dal difendersi dall'offesa più che da ciò che ne sarebbe derivato. La gente l'avrebbe indicata come "persona stupida con un una buona dose di ingenuità".
-Senti chi parla!- le disse, indicandola. Remilia arrossì.
-Come sarebbe a dire?-
-Sono più alta di te, fino a prova contraria!-
-Ma come ti permetti, io sono il Diavolo Scarlatto e tu sei un microbo inutile ed inferiore!-
La situazione sarebbe degenerata ma nessuna delle due sembrava demordere. Assomigliavano a due bambine che litigavano su chi fosse la migliore ed entrambe volevano aver ragione.
Sakuya le fissò perplessa, non sapendo come intervenire. Di sicuro Mitsuki era alquanto stupida a sfidare apertamente una vampira senza avere i poteri per fronteggiarla, per questo cercò di calmarle ma ottenne solo di gettare benzina sul fuoco.
-Finiscila, non puoi fare l'arrogante e pretendere che la genta ti segua anche, ci vuole una buona dose di diplomazia per coinvolgere le persone!- spiegò l'albina, senza essere sicura del come fossero arrivate a parlare di potere. Dal suo canto, la vampira parve alquanto seccata. Sospirò e tornò a rivolgersi alla cameriera.
-Sakuya, lo sapevi che i microbi parlano, adesso?- le disse, scoppiando a ridere.
-Cos'è, non hai più argomenti e torni ad offendere?- rispose, ma la vampira si era stancata e se ne stava andando senza destarle ulteriore interesse, continuando a blaterare sciocchezze su microbi e persone impertinenti in casa sua.
Va bene avere paura dei vampiri ma questo era troppo.
-Ehi, ma dico io! Ma che educazione! Chi è il microbo? Ma come ti permetti che manco mi conosci? Ma che diavolo vuoi?- sbottò l'albina. La vampira si girò fulminandola con lo sguardo e Mitsuki capì che aveva fatto una cazzata. Una grande cazzata.
-Tu, maledetta! Mi hai davvero stancato, non puoi rivolgerti così a me!- disse, ormai davvero infuriata. Si era presentata un'estranea in casa sua e le stava anche facendo la ramanzina. Come si permetteva, un microbo come lei, di sgridarla in quel modo?
Gli occhi scarlatti sembravano reclamare il suo sangue e l'apprendista maga iniziò a tremare dalla paura. Non aveva spellcard, poteva solo difendersi, per quanto fosse riuscita a farlo, dai danmaku. Non poteva nemmeno volare, avendo rotto la scopa proprio quella mattina.
Remilia lanciò dei danmaku a sfera in direzioni irregolari, che scendevano in obliquo verso l'obiettivo. La ragazzina si limitò a saltellare a destra e a sinistra per evitarli, preoccupata per la sua sopravvivenza e per il dolore delle ferite che tornava a pulsare.
Ma la vampira doveva essere davvero furiosa perchè stava per dichiarare la sua spellcard quando venne bloccata da Sakuya. Il suo sguardo si posò furioso sulla fedele cameriera, non capendo probabilmente il perchè l'avesse fermata.
Sakuya, con un'espressione mortificata, ritrasse le mani liberando la padrona.
-Perdoni l'intromissione, ojou-sama, ma questa ragazza non ha alcun potere e non sa nemmeno volare. Se provate a colpirla sicuramente la ucciderete e la sacerdotessa Hakurei potrebbe infuriarsi.-
Remilia si bloccò, rimuginando. Se Reimu si fosse arrabbiata sarebbe stato un bel problema, inoltre non c'era gusto in un combattimento a senso unico. Placò la sua ira e lasciò svanire i suoi danmaku per poi voltarsi ed allontarsi sbadigliando. Sakuya lanciò un'occhiata severa all'albina, prima di seguire la sua padrona. Era ovvio che le stava intimando di andarsene prima che potesse succederle qualcosa. Giurò a sé stessa di non far più arrabbiare nessuno e decise di essere in grande debito con la cameriera.
Sospirò, accorgendosi di essere caduta in ginocchio. Alcune ferite si erano nuovamente aperte e le facevano male. Si stampò in mente quel dolore in modo che potesse esserle da esempio per la sua immensa stupidità.
-...Mitsuki.- la chiamò una voce alle sue spalle: era Marisa, la quale la stava fissando con sguardo severo. Era raro vederla arrabbiata, almeno nei suoi riguardi.
Mitsuki si issò e si voltò verso di lei.
-si, sensei?- rispose, con voce flebile.
-Prima di far arrabbiare qualcuno, la prossima volta, bada bene di saper affrontare una danmaku battle zé.- le disse, osservandola con sguardo serio. Sapeva che sarebbe potuta morire senza che se ne fosse resa conto.
-Mi perdoni- rispose Mitsuki, dispiaciuta. Probabilmente Marisa aveva assistito alla vergognosa scena ed era giusto che la stesse rimproverando per aver sbagliato.
-va beh, torniamo a casa!- esclamò, tornata nuovamente vivace e pimpante. Mitsuki sorrise e la seguì, ripercorrendo il percorso fatto in precedenza ma stavolta sotto una splendida luna calante. Quando rientrarono, Marisa avvisò l'albina che la mattina sarebbe uscita presto. Dopo un timido gesto del capo, l'apprendista si gettò sul divano all'ingresso e si addormentò profondamente senza nemmeno essersi cambiata e aver raggiunto il suo letto.
Un improvviso tonfo proveniente dal piano superiore la svegliò di colpo. Il forte rumore la spaventò, facendola alzare di botto, così bruscamente che scivolò dal divano e cascò a terra. Si rialzò dolorante e si guardò intorno, assicurandosi che l’ingresso fosse chiuso e che l’aria non fosse pesante ed impregnata di energia magica o comunque malvagia. Salì i gradini della scalinata che portava al piano superiore, lentamente e silenziosamente, tenendo le orecchie ben aperte e aggiustandosi i capelli spettinati dopo la notte passata sul divano.
L’unica cosa che sentiva distintamente era una lamentosa voce femminile proveniente dalla sua camera da letto.
-Ma dove diavolo sono finita?!- si domandava, un po’ rabbiosa.
Mitsuki si affacciò lentamente dalla porta di camera sua, restando ben nascosta e pronta a scattare se ci fosse stato bisogno di fuggire da un grande pericolo. Sbadigliò, aveva ancora molto sonno e si chiese perchè stavano succedendo tutte quelle cose una dopo l'altra quando solo tre mesi prima viveva una vita tranquilla come cameriera nel ristorante di famiglia al villaggio umano. Anche se definirla "tranquilla" era un modo di dire, poteva solo affermare che si trattava di una vita normale in confronto a quella che stava vivendo come apprendista maga.
-Ho sbagliato ancora? Maledizione.- urlò la ragazza, facendo risvegliare Mitsuki dai suoi pensieri.
Ora l’albina poteva vederla chiaramente. Era una bella ragazza alta, snella, con lunghi capelli rosei e alcune ciocche tinte di azzurro, aveva inoltre gli occhi color porpora.
-Se lo viene a sapere Yukari-sama mi ammazzerà! E quella maledetta gattaccia si prenderà gioco di me…- affermò, con sguardo depresso.
La ragazza dai capelli rosa aveva due ali. Sembravano le ali vampiresche di Remilia ma piene di piume bianche e strani cristalli. Inoltre, indossava quella che sembrava una divisa di quelle che mettevano le ragazze per andare a scuola nel Mondo Esterno: aveva una minigonna blu e una camicetta bianca con un fiocco rosso.
Chi mai poteva essere e che ci faceva una tipa così a casa di Marisa-sensei? La cosa migliore era farsi un po' di coraggio e parlarle direttamente, per cui, quatta, quatta, sgattaiolò dentro e le si avvicinò alle spalle.
-Chi diavolo sei tu?- le urlò, facendola sobbalzare. La bella creatura alata si voltò di scatto e osservò l’albina con curiosità.
-Chi diavolo sei tu, magari.- la corresse, sgarbatamente.
-Ehi, sei tu a casa mia, quindi sei tu che ti devi presentare per prima!- spiegò, offesa. La ragazza dai rosei capelli si guardò attorno, notando solo in quell’istante la cameretta disordinata e piena di libri.
-…è casa tua?- chiese, curiosa.
-è la casa di Marisa-sensei.- rispose Mitsuki, specificando.
-Marisa-san?!- ripeté, come se la conoscesse.
Si portò un dito sotto il mento, come se avesse capito qualcosa. Mitsuki la squadrò ancora per qualche istante, finchè non si fece ulteriore coraggio e parlò.
-Sei una youkai, no? Sei qui per aggredire la sensei, vero?- le chiese, con sguardo minaccioso. Di tutta risposta, la youkai fece una smorfia e la fissò sconcertata.
-ma che dici? Ti sei bevuta sangue avariato?- chiese, con ironia. Mitsuki non colse la battuta se non dopo il resto – Io sono solo una youkai mezza-vampira, assistente di Yakumo Yukari-sama.-
Il fatto che l’albina non fosse morta d’infarto in quell’istante era solo stato grazie alla suprema bontà degli dèi.
-.vampira?- chiese, con sguardo dapprima interrogativo, poi preoccupato.
-…vampira.- rispose la ragazza, confermando.
-…vampira…?- chiese nuovamente, con aria agitata.
-vampira…- rispose lei, che non capiva se l’albina fosse sorda o semplicemente stupida.
-…VAMPIRA?- le urlò in faccia, davvero preoccupata.
-.VAMPIRA- urlò la ragazza, che si era quasi sfondata un timpano quando Mitsuki le aveva gridato nell'orecchio.
- IO ODIO I VAMPIRI! -
Ci fu una pausa di almeno due minuti. Mitsuki doveva riprendere fiato e la ragazza dai capelli rosei doveva capire cosa stava succedendo, oltre che riacquistare l’udito.
Dopo il silenzio tombale, la ragazza invitò Mitsuki a calmarsi e a regolare il volume della sua voce. L’albina capì che aveva esagerato e si sedette sul letto, invitando lei a fare altrettanto, così da poter chiacchierare tranquillamente per capirsi.
-dunque… perché odi i vampiri?- chiese all'improvviso.
-… una mi ha quasi disintegrata con una spellcard.- le rispose, secca, ricordando cosa era successo la notte prima.
-oh, capisco. E’ forse la vampira che abita al Koumakan? Remilia Scarlet?- chiese, curiosa.
-oh si, proprio quella maledettisima pu... pulzella.- disse, correggendosi per non sembrare volgare. In effetti, da quando viveva con Marisa si stava abituando troppo a sentire –e a dire- volgarità e parlare in modo molto rozzo e maleducato. Di tutta risposta, la ragazza dai capelli rosei rise.
-Comunque, io sono Akatsuki Shizuka.- si presentò, educatamente.
-Il mio nome è Shiroyume Mitsuki, piacere di conoscerti!- rispose l’albina. –ma Akatsuki…è un bel cognome, complimenti! E’ scritto come Luna e Rosso, vero? Mentre Shizuka?-
-è scritto come “Silenzio”.- rispose la mezza vampira.
-Oh, quindi Luna, Rosso e Silenzio…qualcosa come… Luna Rossa del Silenzio?- stava praticamente parlando solo lei, tuttavia Shizuka la ascoltava, felice che le piacesse il suo nome. –Sai che mi ricorda Remilia? Dopotutto Scarlet è inglese e significa Scarlatto, quindi rosso. Poi la sensei mi ha raccontato che la luna rossa è una specie di simbolo o qualcosa così…-
-Invece tu….Shiro da Shiroi, bianco, esatto? Yume è sogno, Mitsuki è luna piena. Beh, anche tu hai un nome significativo…Bianco Sogno di Luna Piena-
- Beh il mio deriva dal nome del ristorante di famiglia, il White-Dream Restaurant - spiegò l'apprendista. Shizuka la fissò sconcertata.
- ...Deriva dal vostro ristorante?- chiese, incredula. L'albina si accorse subito della gaffe che aveva appena fatto.
-Ah, no, scusa! E' il nome del ristorante che deriva dal mio!- spiegò, ridacchiando. La mezza vampira comprese che quella ragazzina era abbastanza stupida ma la sua simpatia la coinvolse. -Comunque in entrambi i nostri nomi c’è una luna!- aggiunse, ridacchiando e anche Shizuka fece lo stesso. Nonostante fosse un tipo caratterialmente abbastanza complesso, sembrava andare d’accordo con Mitsuki e tutta la mattinata passò all'insegna di chiacchiere e risate. Sembravano aver fatto amicizia, eppure poco prima non si conoscevano nemmeno. Era incredibile come un’umana e una youkai potessero andare d’accordo.
-ma Yukari-sama…può teletrasportarsi?- chiese curiosa l’albina, che aveva solo sentito parlare di questa potente e millenaria youkai. Ciò che sapeva di lei era che adorava creare casini e dormiva praticamente sempre. Inoltre aveva due shikigami… anzi, uno shikigami solo, ma lui a sua volta aveva il suo shikigami personale.
-no, non può teletrasportarsi, lei apre dei passaggi. Li può aprire ovunque, dovunque sia. Ci può trovare di tutto, ci può entrare uscendo dall’altra parte del mondo o ci può infilare la mano per prendere qualcosa dall’altra parte del mondo. Si tratta del potere di manipolare le barriere, ma non solo nel senso materiale ma anche per quanto riguarda vita e morte, presente e passato e cose così. Io sono solo in grado di creare passaggi, non sono brava quanto lei ma è un potere innato che sto cercando di sviluppare. -
-Non sapevo che Yukari-sama avesse una allieva…-
-Ah ma non sono un’allieva, solo un’assistente e... accipicchia, è tardi!- esclamò Shizuka, osservando l’orologio.
-OPPORCAMISERIACCIA- urlò Mitsuki, notando che era davvero troppo tardi. –Marisa-sensei sarà qui a momenti e non ho nemmeno cucinat…-
-Ohi, Mitsuki? Dov’è che sei da zé?-
La voce mascolina proveniva dal pian terreno. Che fosse Marisa lo si poteva capire sia dallo stampo di voce leggermente maschile sia dal suo "da zé"che inseriva casualmente alla fine delle sue frasi.
-Marisa-sensei!- disse, agitata. Osservò la soglia della sua stanza, come se si aspettasse che apparisse sull’uscio da un momento all’altro. Shizuka rise, sapeva che era il momento di togliere il disturbo.
-oh beh, io scappo Mitsu~, bye bye!- Così dicendo, la vampira si volatilizzò in un battibaleno.
-…Mitsuki!- Una voce alle sue spalle la fece sobbalzare. Chiaramente era Marisa, appena entrata nella stanza.
L’abina si voltò ridacchiando. Per fortuna, la sensei non aveva visto Shizuka sparire.
-…dov’è il mio pranzo?- chiese, con uno sguardo serio, come se stesse chiedendo “hai perso tutta la mattina a non far nulla e non mi hai nemmeno preparato da mangiare?”.
La risposta di Mitsuki fu un’altra risatina, stavolta molto preoccupata e nervosa, conscia dell’incombente punizione.

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da HeilPalazzo »

Letto anche questo, sono curioso di sapere come và avanti (ormai stò diventando ripetitivo e non ho più nulla di particolare da dire ç.ç).
Direi che hai preso fin troppo bene il carattere di Remilia XD (o almeno io l'ho sempre vista così XD).
Poi mi è piaciuta la componente umoristica nell'incontro con *và a vedere, frana con i nuovi nomi XD* Shizuka (oddio ora che ci penso mi ricorda qualcosa, ma non ricordo cos'era XD).

A questo punto faccio una ritirata strategica per pensare a commenti migliori in futuro XD.

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Hikari »

Mi sento figa.
[Quale commento critico ma allo stesso tempo impregnato di umiltà! ndU]

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Kira Lushia
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

nuovo capitolo, stavolta è un Extra quindi potete leggerlo o meno se volete ^w^

Extra Stage 1 - Natale a Gensokyo

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L'autunno era letteralmente volato e, quasi come se fosse all'improvviso, era arrivato il periodo natalizio.
Non era abitudine festeggiarlo al villaggio, tuttavia c'era un'aria molto festosa in quegli ultimi tempi. Hana aveva avuto la splendida idea di far addobbare un enorme albero con palline colorate, nastri e tanti piccoli bigliettini di auguri. L'idea le era venuta leggendo alcuni giornali del Mondo Esterno che trattavano quell'argomento.
Ultimamente, più o meno da quando Mitsuki ne aveva loro parlato, facevano spesso visita in un emporio situato alla periferia del villaggio. L'emporio, pieno di tutte le scartoffie mai immaginabili, si chiamava Kourindou ed era gestito da un uomo alto e abbastanza robusto, sulla trentina, occhialuto, con i capelli color argento. L'uomo in questione si chiamava Morichika Rinnosuke ma erano tutti soliti a chiamarlo Kourin-san e gestiva da molto tempo quel negozio, accumulando oggetti impensabili, tra cui strane cianfrusaglie provenienti dal Mondo Esterno e che non si aveva idea di come usarle.
Il Natale sembrava una bellissima festa, il significato profondo risiedeva in una religione occidentale eppure si festeggiava quasi ovunque tra cui persone che avevano una religione e una cultura diversa. Sembrava davvero un momento magico dell'anno e, visto che aveva suscitato così tanto interesse, i ragazzi pensarono di riferire la loro idea a Keine-sensei, professoressa di storia all'unico istituto scolastico del villaggio nonchè protettrice di quest'ultimo.
Fu Keine-sensei ad aiutare i ragazzi ad addobbare l'albero, passando loro gli addobbi e i festoni colorati mentre i ragazzi appendevano le sfere rosse e gialle alle foglie dell'enorme albero.
-E' davvero un'idea carina.- disse la mezza hakutaku, passando le catenine a Natsu.
-L'idea è stata di Hana! Ha letto un libro del Kourindou e si è chiesta perchè nessuno ha mai fatto qualcosa del genere per Natale.- spiegò la ragazza dai capelli castani, appendendo la catenella da un lato. Tsubasa, intanto, metteva le palline.
-Ai bambini piacerà molto quest'aria festiva. Non ho mai festeggiato il Natale nè ricordo qualcuno che lo facesse.- disse lui.
-Io so che alcuni lo facevano senza troppe confusioni, giusto perchè volevano rendere questo giorno speciale per i figli- affermò la dolce Hana, aggiustandosi il mantello per evitare che le cascasse di dosso. Faceva davvero molto freddo e la neve ricopriva ogni cosa. -Abbiamo deciso di riunirci qui il giorno di Natale per scambiarci dei regalini...- disse ancora, sorridendo agli altri. -cose tra amici, s'intende!- aggiunse, specificando.
-Verrà anche Mitsuki?- chiese Keine, scegliendo una sfera rossa da appendere.
-Si, certo!- annuì Natsu, sorridendo -oggi dobbiamo andare a ritirare il suo regalo!-
-Oh, vi scambierete anche i regali, quindi!- rise la professoressa, passando la sfera rossa ad Hana -e che cosa avete regalato a Mitsuki?-.
-Abbiamo saputo che ultimamente non è in grado di volare perchè aveva rotto la scopa prestatele da Marisa-san, per cui abbiamo chiesto a Kourin-san di procurarcene una nuova.- rispose Hana, prendendo la sfera rossa e attaccandola ad alcune foglie più in basso -Sappiamo che Kourin-san si era preso cura di Marisa-san quando era piccola, quindi sicuramente saprà come procurarsi determinate cose che usa anche lei- spiegò. La sfera non resse e si staccò, scivolando verso il basso, ma fu prontamente afferrata da Tsubasa che gliela passò con un sorriso. Hana arrossì, rigranziandolo e prendendo la sfera, rimettendola meglio tra le foglie.
-Se c'è altro da fare, vi aiuterò volentieri.- disse la mezza youkai, sorridendo.
-Grazie Keine-sensei, ma ormai l'albero è finito.- rispose Hana, osservando l'opera conclusa. Ormai l'albero era pronto e il Natale era alle porte. Una settimana ancora e poi avrebbero festeggiato tutti assieme. Si voltò verso Tsubasa e poi verso Natsu. Entrambi le sorrisero e annuirono.
-Noi dobbiamo passare dal Kourindou, adesso, forse Kourin-san ha delle novità!- disse all'insegnante, la quale annuì con un sorriso.
Il trio di ragazzini si incamminò per le stradine innevate, chiacchierando e ridendo. Si diresse verso la periferia, dove intravidero la sagoma della casetta dove vi era allestito l'emporio di Kourin. Spinsero la porta e chiamarono l'uomo, il quale si affacciò subito all'ingresso.
-Oh, eccovi!- esclamò l'uomo, salutando i tre ragazzi con calore. Ormai erano clienti abituali e passavano le loro giornate libere a chiacchierare prendendo un té assieme. Quel giorno non fu da meno, infatti, Kourin apparve con una teiera e un piattino di biscotti. I tre si levarono i mantelli e si accomodarono al tavolino senza troppi complimenti poichè ormai erano di casa.
-Allora, ho trovato ciò che mi avete chiesto.- disse l'uomo, mostrando ai ragazzi una scopa di saggina all'apparenza uguale a tutte le altre.
-Sicuro che possa volare?- chiese Natsu, alquanto perplessa.
-Oh certo che può, ogni scopa può volare ma devono avere un'ottima consistenza per reggere il peso di una persona adulta.- spiegò l'uomo, avvolgendo la scopa in un fagotto bianco.
-ogni scopa può volare? E perchè io non ci sono mai riuscita?- chiese Natsu, con sguardo accusatorio. Hana e Tsubasa scoppiarono a ridere.
-Suppongo che un mago può incantare qualsiasi scopa per volare... giusto?- chiese Tsubasa, curioso.
-Si, esatto. Però ne serve una ben fatta, che non si possa spezzare facilmente. Questa è molto robusta e andrà bene per quella ragazzina.- spiegò, sorridendo. Posò la scopa sul bancone mentre i tre si dividevano equamente l'importo.
-Però, ne è passato di tempo, eh?- disse l'uomo, pensieroso. -Ricordo quando quella ragazzina venne qui a richiedermi i tomi di magia che le mancavano.- raccontò, quasi nostalgico. -Era solo una ragazzina normale che voleva imparare la magia, eppure Marisa la notò subito e ci sorprese quando disse di volersela prendere come allieva.-
-Marisa-san si trovava qui? Intendo, l'ha conosciuta proprio qui?- chiese Natsu, curiosa.
-Si, esatto. Lei e Alice erano venute a prendere dei libri che mi avevano richiesto un pò di tempo fa e Mitsuki-chan era qui che mi richiedeva i tomi di magia- spiegò l'uomo -quando Marisa le chiese perchè volesse apprendere la magia restò stupefatta dalla sua risposta, o almeno così ne ha dato l'impressione- continuò.
-Che aveva risposto Mitsuki-chan?- chiese Tsubasa.
-Aveva semplicemente detto che voleva diventare più forte per cambiare il suo destino.- disse l'uomo, ridendo -ma a quanto pare deve averla colpita molto. Le avrà ricordato se stessa.-
-Marisa-san ha cambiato il suo destino?- stavolta intervenne Hana.
-Oh si, lei ha fatto una scelta di vita che nessuno si aspettava e c'è anche riuscita bene. Nonostante tutto suo padre è fiero di lei.-
La sera stava già calando, per cui i ragazzini abbandonarono il negozio delle meraviglie e si diressero verso il villaggio. Hana stringeva il fagotto dove c'era il regalo per l'albina poichè era stato deciso che lo tenesse lei. Aveva in mente di abbellirlo con qualcosa anche se non sapeva ancora cosa.
-Nee, ragazzi. Anche io voglio cambiare il mio destino, sapete?- disse all'improvviso Natsu, saltellando attorno agli altri due. -Voglio vivere avventure fighissime e fare cose ancor più fighe! E voi?-
-Mah, sarebbe divertente.- rispose Tsubasa, osservando le impronte lasciate nella neve -Io amo tirar di spada e mio padre mi aveveva forgiato una spada quando ero piccolo- raccontò il ragazzo -però l'ho usata solo per imparare a combattere e per gioco.-
-Oh, giusto, tuo padre è un fabbro.- disse -mi ricordo quando aveva messo a posto la cancellata attorno all'orfanotrofio.- raccontò, pensierosa. -Chissà invece che facevano i miei genitori... magari era un mestiere molto figo che li cacciava in continue avventure!- pensò ad alta voce, eccitata.
-Ehi, frena l'immaginazione!- disse il ragazzo, ridacchiando. Natsu era orfana sin dai primi anni di vita ed era risaputo che fu trovata sola e neonata in mezzo alla Forest of Magic. Chi fossero stati i suoi genitori era tutt'ora un mistero eppure non aveva mai rivelato abilità sovrannaturali, per cui era chiaramente un'umana figlia di umani fino a prova contraria.
-Io non so... la magia piacerebbe anche a me ma non amo molto combattere.- spiegò Hana, pensierosa. Non aveva mai pensato a fare qualcosa di diverso della fornaia, come i suoi genitori. L'idea di diventare una maga le bazzicava in testa da quando Mitsuki le aveva detto che stava apprendendo la magia, eppure non aveva mai seriamente pensato di studiarla.
Hana e Tsubasa salutarono Natsu che si diresse all'orfanotrofio, mentre il ragazzo aveva instito per accompagnare Hana fino a casa. Camminando sola accanto a lui sentì un certo imbarazzo e non proferì parola. Sapeva dei sentimenti del ragazzo ed era conscia che lo ricambiava eppure non voleva aprirsi. Nonostante non fosse una ragazza così timida preferiva tenersi tutto dentro e lasciar passare un pò di tempo, non sapendo nemmeno perchè. Forse aveva paura di fraintendere i suoi gesti e che, se si fosse dichiarata, lui l'avrebbe respinta.
Sull'uscio di casa salutò finalmente il ragazzo per poi entrare nel salotto e avvicinarsi al camino acceso per scaldarsi. La madre la invitò a bere un pò di latte caldo e lei accettò con piacere riflettendo, seduta davanti alle fiamme, su quale potrebbe essere invece il suo destino. "Mitsuki ha seguito la sua strada, ora devo seguire la mia".
Ebbe la strana sensazione che qualcuno la stesse fissando e che le avesse appena rivolto un sorriso. Si voltò ma non c'era nessuno, solo la madre e il padre seduti al tavolo e la stanza illuminata dalle fiamme del camino.

Il giorno di Natale erano tutti riuniti sotto l'albero. Hana, Tsubasa e Natsu erano tutti e tre assieme, la ragazza stringeva il fagotto che avrebbe consegnato all'amica.
Con gran sorpresa di Hana c'era anche la sacerdotessa Reimu Hakurei e, inoltre, Marisa-san aveva seguito Mitsuki. Forse erano curiose o forse volevano solo ubriacarsi e divertirsi. C'erano alcune bancarelle con dolci e sakè, proprio accanto ad una di queste c'era una oni sbronza, sapeva che il suo nome era Suika Ibuki e Mitsuki le aveva raccontato che fu la prima youkai ad aver incontrato proprio nella sua visita al tempio Hakurei. La oni ciondolava pericolosamente a destra e a sinistra mormorando un "buon Nataaalee" ogni tanto ma Hana sapeva che faceva sempre così, per cui non si preoccupò ulteriormente.
Individuò l'amica accanto alla sua maestra, quest'ultima stava mangiucchiando qualcosa da un piattino e parlava vivacemente con Reimu-san. A loro si affiancò Keine-sensei, che sembrava incuriosita dal discorso, mentre un'indaffarata ragazzina con orecchie da coniglio aiutava a distribuire i piatti alle persone. Erano presenti anche Aya Shameimaru, la tengu reporter del giornale di Gensokyo, che fotografava qua e là, e Nitori Kawashiro, una kappa curiosa che osservava l'albero addobbato come se volesse smontarlo. Più in là, Kourin-san discorreva con un uomo che lei non conosceva.
Dopo un coro di auguri da parte dei bambini, tutti presi dall'aria festosa, Hana vide Mitsuki avvicinarsi all'allegra combriccola di amici. Notò però che si stava guardando intorno dispiaciuta.
-Mitsuki, c'è qualcosa che non va?- chiese all'albina, che rivelò di essere dispiaciuta per l'assenza di Shizuka.
Shizuka Akatsuki, la mezza vampira mezza celestiale, era una ragazza molto bella quanto intelligente e forte. Si erano conosciute senza nemmeno rendersene conto, l'avevano incontrata quando, qualche tempo fa, la vampira si trovava con Mitsuki per fare una capatina al Kourindou.
Dopo qualche pic nic e qualche uscita, si erano conosciute abbastanza da potersi chiamare per nome. Tsubasa aveva un pò timore di quella ragazza mentre Hana la riteneva davvero simpatica.
Mitsuki sospirò e prese i regali che aveva con sè mostrandoli agli altri che, eccitati, si sedettero tutti vicini per poterli scartare insieme.
Intanto, alcuni curiosi si erano avvicinati. Non si trattavano di umani, Hana aveva preferito appartarsi per poter aprire i regali in pace lontano da occhi indiscreti e infatti, ad avvicinarsi furono Reimu-san e Marisa-san, seguite da Kourin-san e Aya-san, che stava ancora scattando foto per documentare la giornata nel giornale dell'indomani.
-Inizio io!- disse l'albina, sorridendo. Passò un pacco ad Hana, la quale fu stupita del gesto. Non si aspettava di ricevere il primo regalo ma ne fu felice. Sapeva che Mitsuki era affezzionata a lei, si conoscevano ormai da più di dieci anni. La ragazza lo scartò e vi estrasse un bellissimo kimono nuovo in seta. -Spero ti piaccia...- disse l'albina, anche se una risposta non serviva. Hana aveva gli occhi che le brillavano e il cuore che le palpitava. Non si sarebbe mai aspettata un regalo così costoso e pregiato da Mitsuki. Si alzò di scatto e abbracciò l'amica, stringendola forte a sè.
-Mitsu... grazie. Grazie di tutto.- le disse, con le lacrime agli occhi. Lei le sorrise e iniziò a preparare gli altri regali, per cui Hana si rimise a sedere, curiosa di sapere cos'altro aveva in serbo per gli altri due.
-Adesso...- continuò l'albina -per Natsu.- le passò un pacco più piccolo che Natsu scartò con la faccia di chi voleva dirgliene quattro per essersi permessa di farle un regalo. Dal pacco ne uscì una collana con un ciondolo brillantinato. Non era di molto valore però era davvero carino. Assieme al ciondolo c'erano anche due fermagli: sapeva che Natsu amava farsi delle codine e aveva pensato bene di prendergliene due. La ragazzina, che amava ciondoli, bracciali e fermagli semplici e particolari, rimase stupita e strinse Mitsuki così forte da soffocarla.
-E questo qui...- passò infine un pacco per Tsubasa. Il ragazzo, aprendolo, si stupì nel trovarci un libro sull'arte della spada e del combattimento, il quale mancava alla sua collezione. Si voltò verso Hana e Natsu con sguardo accusatorio, mentre le due fecero finta di nulla e ridacchiarono.
-Ora tocca a noi.- disse Hana, alzandosi e tendendo a Mitsuki il fagotto e lei lo osservò perplessa. -E' da parte di tutti e tre e anche Shizuka.- spiegò.
Mitsuki fissò sconcertata il pacco, poi Hana, Tsubasa e Natsu. Si voltò anche verso la sua maestra, che fissava curiosa l'oggetto.
-Avanti, aprilo, no?- incitò Kourin-san, sorridendo. Hana fissò gli altri due ragazzi con complicità e attese trepidante di vedere lo sguardo che avrebbe fatto l'albina dopo aver aperto quel fagotto.
L'albina prese il pacco ed iniziò a scartarlo, eccitata e incredula, finchè da questi non ne uscì una scopa. Una scopa di saggina, pulita e lucida, con un fiocco rosso all'estremità.
-E' una tua idea?- le chiese Natsu all'orecchio indicando il fiocco e l'amica annuì, con un sorriso raggiante.
-qu....questa è....una....- Mitsuki non riusciva nemmeno a parlare dalla sorpresa.
-una scopa per volare.- disse Kourin-san, sorridendo. -Ho scelto una adatta, non lo pensi anche tu, Marisa?- chiese alla maga, la quale si era avvicinata all'allieva per ammirare la scopa nuova.
-si, molto buona zé.- disse, sorridendo. -questo significa che ricominceremo con le lezioni di volo.-
Hana osservò come Mitsuki iniziò a saltare di gioia, prima di soffocarla di baci e abbracci.

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da weegee94 »

mi piace molto la tua fic *.* ho letto anche quella vecchia (e poi c'è marisa XD)
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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

eh grazie *O* la vecchia era troppo lunga e dispersiva, sto aggiustando alcuni eventi e velocizzando la storia xD

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da HeilPalazzo »

Good job!
(non sapevo ci fossero anche gli extra XD)
Però son ripetitivo ç.ç, accoppatemi ç.ç.

Vorrei sapere una cosa però :/
mentre un'indaffarata ragazzina con orecchie da coniglio aiutava a distribuire i piatti alle persone.
Era Reisen? *.*

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

sisi proprio lei! ^O^ (presto ci sarà un capitolo con lei!)

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Re: Touhou Shanikusai: Stars & Hearts Carnival [NEW EDITION]

Messaggio da Kira Lushia »

Finalmente il cap per Heil <3

Stage 4 - Conigli

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Un brivido percorse la schiena, come se le avessero poggiato sopra un cubetto di ghiaccio.
Il freddo e tetro paesaggio che la circondava era composto da alberi rinsecchiti e senza vita, rovine di antiche cittadine e fumi che si elevavano al cielo.
Una guerra? Un attacco improvviso?
Non aveva idea di dove fosse ma era sicura che non fosse reale, che fosse solo un'illusione. I bisbigli che poteva udire tra le macerie sembravano implorarla, chiamavano qualcuno che li liberasse da quel luogo.
Perchè era lì? Perchè non poteva far altro che restare immobile e tremante ad ascoltarli?
Sentiva distintamente una voce maschile che le chiedeva dove fosse.
"Dove...?" continuava a ripetere, come in trance. Eppure non c'era nessuno lì, era completamente sola. Ma era sicura che prima o poi l'avrebbe visto, l'uomo che continuava a chiamarla da alcuni giorni a questa parte. Lo sentiva fin dentro le ossa, il suo corpo era terrorizzato all'idea ma la sua mente non se lo spiegava.
Perchè?

-Ehi bakatsuki, svegliati da zè!- la incitò Marisa, trascinandola giù dal divano dove si era appisolata dopo pranzo.
Mitsuki si stropicciò gli occhi e si massaggiò il sedere, dolorante per la caduta, osservandosi intorno come per cercare di mettere a fuoco l'ingresso della casetta finchè non notò la bambolaia accanto alla porta della cucina.
"Ci risiamo." pensò. "Quando era arrivata? E che figura ci aveva fatto, lei, a farsi trovare addormentata sul divano come una vecchietta trasandata?"
Alice seguì con lo sguardo Marisa con un'espressione evidentemente nervosa. Marisa la fissò di rimando e le si avvicinò.
-Allora è deciso, zè- le disse, rassicurandola. Ottene solo uno sbuffo.
-Che noia, lo faccio giusto per sapere cosa c'è di così importante in quel libro.- rispose la burattinaia, ignorando l'albina che la stava fissando perplessa ed entrando nella cucina.
Mitsu si alzò, si pulì la gonna tartan e si avvicinò interrogativa alla maestra.
-Cosa accade?- ma Marisa sembrò ignorarla mentre si dirigeva ad uno scaffale e ne estreva un libro. Lo aprì ad una pagina e lo diede all'allieva.
-Mi andresti a cercare tre foglie di questa pianta?- le chiese, con un sorrisino poco rassicurante.
-Ma... a che ti serve, adesso?- le chiese l'albina, prendendo il libro e osservando l'immagine di una piantina dal colore arancio che sfumava sul verde.
-Tu prendimelo e basta.- incalzò lei, raggiungendo la bambolaia in cucina, ma Mitsuki la seguì.
-Mi vuoi dire che sta succedendo? Siete misteriose!- insistette, ottenendo un sonoro sospiro da parte di Alice e Marisa si voltò alzando gli occhi al cielo.
-Ohi, ti ho detto di far così e fai così, lascia a noi i fatti nostri zé.- le spiegò, seccata che l'allieva non avesse colto subito l'antifona.
-Ma sono la tua allieva!- continuò, ma la maga nera scosse il capo.
-Poi te ne parlo, non sei ancora pronta per queste cose.- spiegò, lanciando un'occhiata ad Alice, che fissò entrambe con sguardo secco e annoiato. -Ora vai e non tornare prima di stasera!- le disse, spingendo l'albina sulla soglia di casa.
-Si, si, vado! Tanto so che mi vuoi togliere dai piedi!- aprì la porta, sentendo la maestra che ridacchiava alle sue spalle mentre la richiudeva.
E fu solo dopo dieci minuti di cammino che si ricordò di essersi dimenticata la scopa. Ma era troppo stupida (o annoiata) per tornare indietro a prendersela, per cui continuò il suo cammino alla ricerca della piantina che doveva trovarsi nei paraggi. Alla fine, che l'avesse trovata o meno non era importante: a Marisa bastava mandarla via dai piedi il tempo necessario per attuare il suo piano, qualsiasi esso fosse.
Ricordò che Alice aveva menzionato un libro che voleva ottenere per scoprire cosa ci fosse. Non seppe perchè ma lo collegò alla Voilè Library e al libro che Patchouli stava proteggendo da un bel pò. Si ricordò che Marisa ne aveva gia parlato proprio con Alice e che dovevano affrontarla assieme per rubarglielo. Eppure, quando andò in visita alla Koumakan, non notò alcun libro strano. Dove lo nascondeva?
Persa nei suoi pensieri non si rese conto che il sole stava già tramontando ed era dispersa in una foresta con alberi altissimi.
Era errato: non erano alberi ma tanti bamboo, il che rendevano la situazione peggiore di quanto non potesse già essere.
Se era arrivata alla Bamboo Forest of Lost e ci si era davvero persa, era finita in un guaio. Non poteva neppure volare.
-Bambù a destra, Bambù a sinistra, possibile che non sappia dove sia?- sbuffò l’albina, osservando il cielo. Ma il cielo non c’era, c’erano solo alti, immensi e infiniti bambù. Come sempre, da tre ore a questa parte.
Si sedette, stanca e incavolata. Cercò di fare il punto della situazione scarabocchiando sul terreno qualche frase incomprensibile, pensando a come uscire da quella snervante situazione.
-…praticamente sono fregata.- affermò, demoralizzata. Era preoccupata per essere stata disattenta e non per nulla, in quel luogo, ogni cosa veniva smarrita e chiuque si perdeva.
Fissò le cime dei Bambù per qualche altro minuto, poi si issò e riprese a girovagare ma ogni posto era simile agli altri, come un lungo ed intricato labirinto.
Mentre camminava, ebbe la malsana idea di cominciare a cantare… magari qualche youkai l’avrebbe trovata e forse poteva convincerlo ad aiutarla.
“You feel my heart
ogni volta che batte un magico cerchio mi apparirà
La melodia di incanti e magia mi rapisce in questo modo”
Piroettò in giro, ridacchiando come se si stesse divertendo. Ridere era la cosa migliore in un momento simile, la faceva passare per stupida ma almeno non scoppiava a piangere per l'irritazione.
“Flying in the sky
con la mente lontana sulla luna posso anche arrivar”
Canticchiò, indicando il cielo come se vedesse la luna davanti ai suoi occhi. Era ormai notte e la luna doveva essere alta nel cielo, eppure non poteva vederla.
“è solo un'altra giornata così
so però..”
Al “però” smise di cantare. Aveva sentito dei rumori e si voltò, osservandosi intorno con attenzione. Non c’era nessuno, eppure lei aveva l’impressione che qualcuno la stesse seguendo e da un bel pezzo, anche. Decisa ad essere più accorta ma a non far sapere di aver capito di essere seguita, continuò la canzone stavolta camminando tranquillamente e senza ulteriori moine, piuttosto con occhi bene aperti su ciò che accadeva accanto a lei.
“…so però..che la sognerò
The love is a melody of happiness!”
Esclamò intonando la frase come se stesse seguendo note precise.
“E' un altro giorno ed estate è già
un nuovo futuro
The love is a melody of Happiness!”
Ma l’acuto finale si interruppe sul più bello, sostituito da un sonoro “AAARGH!” ed un tonfo, seguito da un dolore al fondoschiena.
L’apprendista maga, camminando, era scivolata nel terreno ed era rimasta incastrata dentro un fosso, abbastanza alto.
Si stava massaggiando il sederino dolorante, mentre cercava di capire cosa era successo. Si osservò intorno, notando la liscia parete del fossato dov’era capitata. Chi l’aveva scavato era un professionista e sicuramente si trattava di una trappola. Ma per chi? E chi l'aveva fatta?
-…e adesso come ne esco?- si chiese inoltre la stralunata l’abina, osservando l’alto. Non aveva la scopa e poteva solo cercare di arrampicarsi. Si aggrappò con le mani ad alcune protuberanze nella roccia e si issò con fatica, cercando con i piedi dove appoggiarsi. Purtroppo le rocce cedettero e cascò nuovamente giù, rendendosi conto che la parete era troppo liscia e friabile per arrampicarcisi.
Sparare danmaku non sarebbe servito a nulla se non a sotterrarla viva, non conosceva incantesimi adatti a tirarla fuori per cui decise che la cosa migliore da fare fosse urlare.
E si mise ad urlare come una pazza, sperando che qualcuno potesse sentirla.
-EHI MI SENTITE? TIRATEMI FUORI DI QUI!- continuò ad urlare, quasi strozzandosi.
Ma dopo una decina di minuti passati ad urlare si sedette, stanca, lasciando riposare la sua povera voce messa a dura prova.
Al suono dei grilli e nell’oscurità del crepuscolo, Mitsuki continuò a cantare le canzoni più svariate che le venivano in mente, sperando che qualcuno la potesse sentire.
Era quasi sul punto di piangere, immaginando le cose più assurde, come la sua prossima morte di fame e sete in quella buca, in una foresta dove nessuno l’avrebbe più ritrovata.
Si asciugò le lacrime, credendo davvero che nemmeno Marisa l’avrebbe salvata e che forse, dopo qualche millennio, qualcuno avrebbe ritrovato il suo fossile.
In preda ad una crisi, iniziò a dire idiozie:
-A Hana lascio tutti i giochi che ho ancora conservati a casa… poi… a Natsu lascio i miei vestiti.- Mentre elencava i suoi averi, li contava sulla punta delle dita come se fosse stata una contabile di un negozio. -A Marisa-sensei regalo i libri che ho… sono relativamente pochi, però, uff…
-Ad Alice-sama…le regalo le mie vecchie bambole…però sono sporche e molto antiche… però… io la amo!!- scoppiò a piangere di nuovo -Mi dispiace, non ho mai potuto dirti quanto mi piacevi…- si asciugò le lacrime con la manica, singhiozzando. –Però davvero mi piaci… quegli occhi azzurri come il cielo… i capelli biondi splendidi… e poi quelle dita… con le tue splendida dita sai fare così tante cose… cucire, creare, muovere le bambole…- si fermò, come ipnotizzata da qualcosa. Sembrava quasi che stesse sbavando, come se pensasse chissà a cosa. Scosse la testa, tornando finalmente coi piedi per terra. –Ma cosa dico?! Non posso pensare certe cose!- si disse, tornando ad osservare il cielo scuro oltre le cime dei bambù. -…Eppure avrei tanto voluto esprimere i miei sentimenti…chissà cosa penserà Marisa-sensei quando non mi vedrà tornare mai più…- si chiese tra sé e sé.
-Marisa...- arrossì nuovamente.
Ricominciò a cantare, stavolta rassegnata alla sua tragica fine da racconto horror.
“la~la~la~la~la~la~la~la~la~la~la~la”
-CHI C’E’?-
Mitsuki sussultò. Una voce femminile, proveniente dalla cima del fosso, l'aveva risvegliata.
-EHI! AIUTO! SONO INTRAPPOLATA!- urlò, sperando che la persona ci fosse ancora e non fosse scappata via. –TI PREGO AIUTAMI!-
Dalla fossa, si affacciò qualcuno. Mitsuki non poté vederlo bene perché era buio, lontano e controluce, però la persona sconosciuta pareva vederla perfettamente.
-Ragazzina, come sei finita lì?-
-Sono caduta! Il terreno ha ceduto!- rispose l’albina, sperando di essere aiutata.
-Vengo a prenderti.- rispose, saltando nella fossa.
-Ehi! Ma che fai?- chiese sconvolta Mitsuki, che non capiva il vantaggio nel buttarsi in quella fossa. Forse si trattava di uno youkai che sapeva volare?
Sicuramente lo capì dopo che quella ragazza misteriosa l’aveva presa tra le braccia e aveva nuovamente spiccato un salto. Adesso erano in superfice.
Era successo così velocemente che non aveva nemmeno avuto il tempo di capire che stava accadendo.
-Stai bene?- le chiese. L'albina, adesso, poteva osservarla meglio e vide che aveva lunghi e lisci capelli lilla, occhi rossi e orecchie da coniglio.
-S-si, sto bene…- rispose, sorridendole. –io… ti ringrazio! Sei la mia salvatrice!- disse, emozionata.
La ragazza ridacchiò dolcemente. –no, sono semplicemente Reisen Udongein Inaba.- affermò la coniglietta.
–E io sono Shiroyume Mitsuki.-
-Uhm…sei ferita ad una gamba, forse a causa della caduta…- le fece notare Reisen. –ti porto alla clinica, così ti potranno curare!-
-oh, con molto piacere, sei gentilissima!- le rispose Mitsuki, che non era mai stata in una clinica prima d’ora.
Reisen la prese in braccio senza sforzo alcuno e iniziò a saltare, compiendo salti che coprivano un'enorme distanza ed erano inoltre altissimi, superando quasi le cime dei bambù.
-Sei bravissima!- disse Mitsuki, stupefatta.
-Sei umana, vero? Che ci fai qui tutta sola?- chiese Reisen, curiosa.
-Beh…mi sono semplicemente persa…- spiegò, mentre raccontava delle piantine che cercava per Marisa.
Le due arrivarono ad una struttura tipica giapponese che fungeva anche da clinica.
-…sarebbe questa la clinica? A me sembra una semplice villa giapponese… molto grande... enorme...- affermò l’albina, osservandosi intorno sconvolta e notando molti altri youkai coniglieschi aggirarsi in quel luogo.
-Questo è l'Eientei ed è qui che la dottoressa Eirin visita i pazienti.- la coniglietta le fece strada verso una camera vuota, facendola accomodare sul letto. –Sarà qui a momenti.-
Mitsuki conosceva Eirin-sensei. Era la dottoressa più brava di Gensokyo e aveva salvato molte vite di umani e youkai malati.
-La vado a chiamare, torno subito!- disse Reisen, uscendo dalla stanza.
Mitsuki rimase da sola, osservando il luogo silenzioso. Un orologio segnava le nove e mezzo e pensò che Marisa l’avrebbe uccisa per quell’esagerato ritardo... o forse era ancora impegnata alla Voile Library con Alice. L'idea la infastidiva non poco.
Si stese sul letto, aspettando l'arrivo della dottoressa, finchè non sussultò ad un sonoro "BUH!"
-Chi è?- disse, issandosi subito a sedere sul letto.
Dalla finestra, un’ombra si introdusse nella camera. Era una bambina, vestita di rosa, con i capelli neri e aveva anche lei delle orecchie da coniglio. Ormai non si spaventava più, aveva visto fin troppe ragazze conigliette in pochi minuti che sembrava averci fatto l'abitudine.
-…Ti sei fatta male?- chiese, osservando la ferita.
-Ehm…un po’…- rispose Mitsu.
-Mi dispiace. Non dovevi caderci tu.- disse la coniglietta rosa.
-Eh, sono cose che capitan... ehi, aspetta, COSA?- chiese all’improvviso –L’hai scavata tu quella buca?- la fissò arrabbiata.
-Si, era uno scherzo per… beh, non per te.- rispose, annuendo col capo, sedendosi accanto a Mitsuki. –Hai una bella voce, mi piace come canti.-
Mitsuki restò immobile a pensare a quelle parole. La conigliettina scava una buca, l'albina ci finisce dentro ma non viene salvatata, la youkai resta ad ascoltarla mentre canta e adesso si presenta rivelandogli la verità sulla buca e sul fatto che la spiava… come doveva rispondere? Aprì solo la bocca per parlare ma non riuscì a dire nulla.
-Tewi.- disse la conigliettina.
-..eh?- rispose Mitsu, che era ancora persa nei suoi ragionamenti contorti e non aveva capito.
-Tewi Inaba. E’ questo il mio nome.- disse, sorridendole.
-…Shiroyume Mitsuki- rispose l’albina, spaesata.
-Non dirai che la buca l’ho scavata io, vero?- aggiunse, fissandola con un sorriso ma Mitsuki sospirò, pensierosa.
-Beh… in teoria dovrei farlo…- la guardò sottecchi, pensando di vendicarsi per aver sprecato tutto quel tempo a causa della sua stupida trappola.
-oh… sul serio?- le chiese Tewi. –In questo caso... dovrò andare a dire ad Alice che ti piace... e che fai fantasie su di lei...- spiegò con sguardo deluso. -Eh... dovevi vederti come sbavavi...-
Colpita e affondata.
-… forse... forse è inutile che riveli una cosa così banale… a chi importa che era una buca scavata apposta da te?- intervenne subito l’albina, ridacchiando nervosamente.
-Eh già!- esclamò Tewi, ridendo malignamente.
Di una cosa era certa: quella coniglietta era una bastarda.

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TOUHOU SHANIKUSAI: the Great Story by Hi-Ki Production (Kira.Lu & Hikari) [sito/forum/DA]
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