Scarlet Symphony ha scritto:Solo una cosa mi ha lasciato un pò.... non so... stranito! Forse è solo che me l'aspettavo più bambinesca ma le parole di Cirno sembrano molto ragionate e molto "ben espresse"! Cosa che personalmente non mi sarei mai aspettato da una che dice ogni volta "Eye'm the Strongest!". Ma può essere solo una mia impressione! Xp
: EYE AM A GENIUS!
⑨ ゜３゜-===<( ~BZZZZZZZZZZZZZZZ Regular play (latest in red and italics) Normal 1cc - PCB (ReimuB, SakuyaA), MoF (ReimuB, ReimuC) Pic Shooting - StB (All Clear up to lv8), DS (Aya: All clear up to stage 8, Hatate: All clear up to stage 6) Now playing - PCB (ReimuB, Hard), MoF (MarisaC, Normal + ReimuC, Hard + ReimuB/C, Extra), SA (ReimuB/MarisaC, Normal), Fairy Wars (Extra Unlocked, playing on Normal) Tournament Achievements (stage 3, MarisaB)
Capitolo IV, parte II, paragrafo II, comma 2, barra bis... okay, sto dando i numeri!
Preparatevi, ragazzi, al prossimo ci saranno i danmaku e tante botte =D
Divertitevi, così come mi sono divertito io a scrivere. Hatate è davvero uno spasso!
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(seconda parte)
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La prima cosa che fece l’ospite inatteso fu premere il pulsante centrale del suo telefonino a scacchi gialli, senza perdere di vista l’inquadratura. Attese che l’immagine del fiore bianco venisse salvata, dopodiché commentò: – Cioè, no, che fissa! Tipo che ci sta troppo bene come sfondo sul mio cellulare! Fichissima! –. Allungò la mano ad Aya, per mostrarle lo scatto rubato. – Cioè, no, lo vedi che fissa? Questi sono tutti megapixel! Guarda che definizione! Mica la tua vecchia macchinetta!
– Hatate –, disse la Reporter del Fantastico, facendo spallucce e alzando gli occhi. – Che vuoi pure te da me?
– Io? No beh, stavo qui di passaggio… –. Tentò di evadere il discorso e chiuse lo sportellino del cellulare con un colpo di polso. – Cioè, non è che se avessi voglia di seguirti, eh… cioè, no, veramente, non è così, ero qui che stavo facendo i fatti miei, no? E praticamente…
– Mi stavi seguendo –, tagliò corto Aya.
– No no no, ma che, scherzi? Io stavo facendo i fatti miei, e tipo mi son detta và che figata, il lago e la nebbia, no? E tipo allora mi sono messa a volare così e sembrava una cosa tipo fatta bene, ed ho tipo fatto la foto ai fiori. Cioè, in finale, non ti stavo seguendo, ecco –.
La Spiritografa puntò a terra, imbarazzata.
– Okay, non sei qui per darmi fastidio –, continuò Aya, – allora cosa vuoi? Ti comunico che c’è già qualcuno prima di te –, e indicò Cirno, con il pollice, dietro di sé. La fatina era in preda agli spasmi nel lambiccarsi a trovare una risposta decente. – Che è successo? Ordini dal Villaggio dei Tengu?
– No no, ma che, no…
– Compiti urgenti per entrambi i nostri giornali?
– Seh, ti pare…
– Hai litigato di nuovo con Momiji?
– Nah.
– Allora questa conversazione non ha senso. Me ne vado –, annunciò, e diede le spalle ad Hatate.
– No oh, frena! – Fece solo un piccolo passo prima di venir fermata per una spalla alla Fotografa degli Spiriti. Un piccolo splash interruppe la conversazione: uno dei geta di Hatate era finito sopra una ninfea, e l’aveva affondato nella melma maleodorante. Aya fissò con orrore ciò che ne rimase quando la foglia cerosa tornò a galla: un fiore straccio, unto, sfibrato, senza più la naturalezza del suo fascino intimo. Si sentì violata – come, non riusciva a spiegarselo.
– Visto che ci tieni tanto –, continuò Hatate, ignorando completamente il fattaccio, – te lo dico chiaro e tondo: hanno steccato Hieda no Akyuu.
La notizia non provocò alla giornalista del BunBunMaru un vero e proprio fastidio. Era più concentrata sulla fine di quel fiore. Realizzò comunque la gravità del caso e reagì con compostezza. – Hieda no Akyuu…? Questo è assurdo! Chi avrebbe mai potuto uccidere una donna come lei?
– Ah, non lo so –, rispose l’altra, – magari avrà avuto i buffi con la gente, tipo boh, non so… non è sempre così tipo nei libri gialli? Cioè, alla fin fine, tutto vale, no? In effetti i gorilloni non sanno che dire, cioè, se la stanno a menare su cosa l’abbia uccisa, cioè, pensano l’abbiano uccisa con––
– Tu ERI al Villaggio Umano? –. Aya si stizzì. – Come diavolo hai fatto a saperlo prima di me?
– Stai troppo indietro, matusa! –, esclamò. Ovviamente mentiva: si trovava per puro caso in mezzo alla folla di quel momento, intenta a fare un servizio su Marisa Kirisame che, saputo di essere seguita “dall’equivalente di una zecca sui coglioni”, in termini suoi, tentò in tutti i modi di sfuggirle. Entrambe rimasero nei paraggi della scena del delitto, per vedere cosa stava accadendo, per poi tornare alla caccia tra gatto e topo.
– E a che ora sarebbe accaduto? Lo sai?
– Sì, certo –, continuò l’altra. – Ti conosco, sai? Prima mi dici questo, poi mi chiedi quest’altro, poi tipo dopo mi dici pure se ho fatto le foto e vuoi che te le passi, però poi fai tutto te e in finale alla fine me la prendo io in saccoccia. Col cavolo che te lo dico, cioè, fattela da sola!
– Cretina –, chiosò Aya. – Si dà il caso che io abbia fatto qualche scatto sopra casa Hieda –, disse, e qui fece un sorrisetto, – e che forse io abbia la foto del colpevole. Ti ringrazio davvero per la notizia bomba!
La reporter diede nuovamente le spalle ad Hatate. Controllò rapidamente l’ora sull’orologio da polso, dono di Rinnosuke: mancavano venti minuti alle dieci. – C’è ancora tempo per il BunBunMaru del mattino –, gongolò Aya, – Sarà un’ottima prima pagina!
Qualcosa colpì la schiena di Aya, che gemette dal dolore prima di voltarsi.
Era stata Hatate, con un danmaku, a colpirla.
– Ma stai fuori o ti chiami fuori? –, le chiese indispettita. E la minacciò. – Questa è una MIA esclusiva, e se la vuoi dovrai vedertela con me!
Hai estremizzato la colloquialità della parlata di Hatate, ma non per questo l'hai resa un personaggio poco interessante - tutt'altro!
Oltre ai soliti momenti descrittivi pregni di contenuti "fra le righe", stavolta ti sei superato scrivendo un pezzo che potrebbe persino divertire più delle mie strip... ma io ho un nov*cough*un asso nella manica... MWAHAHAHAHA! Ahem.
Ora voglio vedere il prossimo capitolo. Ripeto: ORA.
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Allora faccio bene ad alimentare l'hype postando un altro po' di colonna sonora XDDDDD "PERENNIAL QUEST" by Death
The journey begins with curiosity
And envolves into soul-felt questions
On the stones that we walk
And choose to make our path
Sometimes never knowing
Other times knowing too much
Filtering out the bad that holds us back...
Take hold of what is true to your hunger
A hunger that will not go away
Plans for tomorrow, they will remain
[Chorus:]
Won't you join me on the perennial quest
Reaching into the dark, retrieving light
Search for answers on the perennial quest
Where dreams are followed, and time is a test
No time for mental crutches
The maker has moved on
I will take it raw and be on my way
Those that stood beside me
I'm glad you understand
Behind these written words
I share the simple plan
To hang on to the way that we feel
[Solo: Koelble / Solo: Schuldiner]
From rivers of sorrow
To oceans deep with hope
I have travelled them
Now, there is no turning back
The limit, the sky
I ask my questions Why? What today?
When tomorrow?
Filtering out the bad that holds us back...
Take hold of what is true to your hunger
A hunger that will not go away
Plans for tomorrow, they will remain
No cioè..... spettacolare!!! XDDD
Temo di essere uno dei pochi del forum a non aver ancora visto Hatate (trovo DS, esattamente come StB, terribilmente palloso) e non sapevo che avesse questo modo di parlare (si lo ammetto, come personaggio non mi interessa molto, e non ho mai letto la sua scheda!) Xp
Comunque lo ripeto ancora una volta, Randy sei un mito! Non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo a suon di Danmaku!
FORZA RANDY E CHE LA TERZA TETTA POSSA DARTI LA GIUSTA ISPIRAZIONE!!!
Così come Cerbero in passato, il cui solo sguardo raggelava il sangue... Custode di un terribile segreto, a cui nessuno fu concesso scoprire... Egli è già tra noi, in un tripudio di dolore che lentamente avanza inesorabile... InuScarlet sventrerà chi si opporrà all'SBM... finchè la Luna non ne decreterà un'equa fine!
RandyFlynn ha scritto:Questa fanfic sarà ambientata al 100% nell'universo del Touhou Project e seguirà la filosofia della serie quasi alla lettera. Non ci saranno grosse deviazioni in merito, solo qualche nuovo, sparuto personaggio che, però, non danneggerà il significato della storia.
Evvai! Finalmente qualcuno che ha capito come si fa un fic decente!!
La storia di base NON dovrebbe MAI essere alterata in quanto, voi che la scrivete (visto che io scrivo altro non posso tirarmi in ballo! Xp), NON ne siete gli autori!
Cambiare il carattere di un personaggio, modificarne il comportamento, alterare in qualunque modo una storia scritta da altri significa snaturarne l'idea originale!
Una vera fanfic dovrebbe piazzarsi a fianco della storia originale, senza stravolgera e dovrebbe cercare di inserirsi tra le sue pieghe senza nemmeno farsi notare! Un pò come se fosse uno spinnoff non ufficiale!
Quella (e molto probabilmente, o almeno fin'ora, questa!) sarebbe una vera fanfic meritevole (o fanfict, non l'ho ancora capito XD), non una che stravolge completamente la storia e i personaggi principali riscrivendoli come di nuovi e incastrandoli forzatamente in un contesto non a loro congeniale!
Non so se mi sono caputo! XD
Comunque sia.... a quando il prossimo capitolo? *_*
Così come Cerbero in passato, il cui solo sguardo raggelava il sangue... Custode di un terribile segreto, a cui nessuno fu concesso scoprire... Egli è già tra noi, in un tripudio di dolore che lentamente avanza inesorabile... InuScarlet sventrerà chi si opporrà all'SBM... finchè la Luna non ne decreterà un'equa fine!
Finalmente ho letto fino al 3° capitolo...
volevo postare un commento dopo essere arrivato all'ultimo chap postato, ma... la voglia di dire la mia era troppa.
Ho già discusso con Randy del mio parere sulla fiction e sul tratto psicologico dei PG già dopo la conclusione del chap 2 da parte mia.
Vorrei condividere con voi anche questo mio pensiero, ma in this moment non mi sento in voga, lascio magari a randy l'onore di condividere la nostra discussione al riguardo.
La trama comunque progredisce bene, ottima gestione della narrazione che procede senza correre troppo, ma che lascia un grande senso di soddisfazione alla conclusione di ogni capitolo.
Raramente mi sono capitate storie così.
La violenza, come l'infantilità, la serietà... insomma ogni cosa in questa storia non è mai fine a se stessa.
Tutto, anche la cosa più scema ha un suo perché è porta a un'attenta lettura, se non una rilettura del tutto, proprio per estrapolare quei piccoli particolari che sfuggono ai più.
"Venite quando volete tranne quando sto mangiando o mi masturbo.
Vi amerò così tanto che vorrete morire..."
Grazie trecentomila per i commentiiiiiiiiiiiiiiiiii T___T Grimm, se ho il tuo permesso, pubblicherò più in là ciò che ci siamo detti su MSN. Scarlet... wow. Non so che altro dire, se non che siete dei lettori davvero fantastici.
Parte III del capitolo IV. Ci avviciniamo alla fine, signori, e preparatevi al ritorno dell'eroe... ancora un'ultima parte e si va all'ultimo capitolo del primo volume! =D
Solita raccomandazione, leggete eccetera eccetera poi commentate se volete xD.
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(terza parte)
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Aya si morse le labbra. Era da un po’ che non provava più quelle fitte sul corpo, paragonabili ad una pallonata in faccia. I danmaku erano così – non uccidevano, ma rimbecillivano i sensi all’impatto, frastornandoli, stordendoli; maggiore la quantità, più intenso il dolore destabilizzante. Non aveva importanza la loro forma, se piccoli e puntuti o grossi e levigati; ciò che li accomunava era la sensazione, sorda all’inizio e rapidamente invalidante come una carica di ragni lungo il corpo.
La Reporter del Fantastico strinse i pugni e accomodò quella sensazione, come con un vecchio amico. Increspò la bocca in un sorriso: – Vuoi una battaglia a danmaku, allora? –, chiese ad Hatate, ora sua avversaria. – D’accordo, allora –, dichiarò, – sorridi!
Con un’impressionante rapidità di mano, Aya raccolse la sua macchina fotografica e la fece scattare. Il flash brillò di bianco magnesio. Hatate fu presa alla sprovvista e si coprì gli occhi; cacciò un urlo, un misto fra un grido umano ed un gracchio lancinante. Con la guardia così scoperta, la Reporter del Fantastico schizzò in avanti e la colpì con due pugni; un terzo – diretto al petto – fu così forte da far volare via, all’indietro, la povera Reporter dei Tempi Moderni.
Un secondo prima di sbattere contro la dura corteccia di un albero sulla sua traiettoria, Hatate riuscì a capovolgersi ed appoggiarsi, con uno schianto, contro l’albero stesso. L’impatto fece esplodere in pezzi una grande area circolare del tronco; pezzi di esso, schegge grossolane ed irregolari, fluttuarono per alcuni istanti, prima di irrigidirsi a mezz’aria e schizzare contro Aya. Hatate li avrebbe utilizzati come danmaku per guadagnare tempo.
L’altra tengu non perse assolutamente la concentrazione. Estrasse ancora più rapidamente il suo ventaglio a foglia e lo sventolò una prima volta: il vento cambiò direzione e tutti i pezzi di legno si sparsero, sormontando Aya. Dalla seconda sventagliata – di modo che potesse anteporre, come difesa, il proprio ventaglio – si generarono, circondando Aya, un vento traverso e quattro getti di collane danmaku trasversali e bianchi, a sfera grossa e dal contorno doppio rossastro, disposti orizzontalmente in una croce curvata e girevole.
Hatate aveva già visto questo attacco, ma si rifiutò di sprecare una possibile foto già pronta per cancellare i danmaku. Azzardò un attacco frontale completo e tentò di passare nello spazio tra una collana e l’altra, muovendosi a zig-zag e scansando anche la tempesta di schegge volanti. Era vicinissima, ora, sarebbe riuscita a colpirla al volto con un destro, se non fosse stato per la prontezza di Aya, velocissima come sempre, che roteò completamente e colpì Hatate sulla schiena con il tallone del calcio destro. I proiettili evaporarono magicamente.
Dopo il primo rimbalzo d’impatto con la terra fangosa e l’acquitrino melmoso, Hatate rotolò via da lei. Quando si rialzò, vibrante ancora del colpo, aveva le vesti lacere ed imbrattate di fango e poltiglia. Si accorse di non avere più il cellulare, trovandolo a due metri da lei. Un po’ di sangue le colò dal naso, mentre la bocca spruzzò rubino fin giù al mento.
– Mostro! –, urlò ad Aya, le labbra tumide e sozze. – Guarda cosa mi hai fatto, oh! Sei un mostro!
– No, Hatate –, interruppe l’altra. – Qui, di mostri, ce ne sono due, e non sono diversi l’una dall’altra!
Detto questo, Aya lanciò altri proiettili alla rinfusa, tutti diretti verso l’impotente Hatate…
– PERFECT FREEZE!
…finché la temperatura non si abbassò e l’aria intorno ad essi non si congelò, rallentando la loro corsa come in un liquido ad alta viscosità. I danmaku furono inclusi in grezzi cristalli trasparenti e bianchissimi, che galleggiarono in aria per brevi momenti, prima di cadere a terra come pesi morti. Un acuto di specchi infranti riempì l’aria, ora di nuovo umida e calda da giorno d’estate.
– CIRNO! –, urlò Aya, piena di rabbia e rancore per l’attacco mancato.
– Ehi! Non provate ad ignorarmi, diamine! –. La Fata Maggiore arrivò sulla scena con il fare da guastafeste patentato. – Soprattutto te, Aya! Ho la risposta al tuo quesito!
– Non mi seccare, stupida! Ho una battaglia da terminare!
– Col cavolo! –, disse irretita Cirno, che si mise tra Aya ed Hatate. – Adesso mi stai a sentire, chiaro? La risposta al tuo quesito è… che pesa di più un chilo di piombo!
Aya e Hatate fissarono la fata azzurra con occhi spalancati dall’idiozia di quella risposta. – Cirno –, rispose la Reporter del Fantastico, sempre più inviperita, – questa non è la risposta esatta! Lo sanno tutti che PESANO UGUALE!
– Perché voi non siete intelligenti e non ci pensate bene! –. Il tono di Cirno assunse quello di uno j’accuse. – Per fare un chilo di piombo ci vuole un tot di piombo, okay? Assumo quindi che il piombo sia fatto in piccole sferette, giusto? Allora per fare un chilo di piombo ci vogliono tot numeri di sfere… se io metto un numero di piume identico a quello delle sferette, ecco che il chilo di piombo è più pesante e io ottengo la mia foto!
– Ma chi ti ha detto che è in sferette!
– Non l’hai specificato, no? Allora tutto vale –, sentenziò Cirno. – E ADESSO LA FOTO!
Hatate ne approfittò della confusione generale per scappare dalla battaglia. – Bella per voi, io me la squaglio! –, e volò via da loro.
– FERMATI, IMPUNITA!
– LA FOTO! LA FOTO!
– Fuori dalle palle, te! –, gridò Aya, e scacciò via la Fata Maggiore dei Ghiacci prima di schizzare ad alta velocità all’inseguimento di Hatate.
Cirno si sentì offesa. Gridò: – EHI! TORNATE QUI! –, e si lanciò all’inseguimento delle due, sbattendo come un colibrì le sue ali di ghiaccio.
con il consenso di randy metto qui questo testo intitolato "quando la passione incontra l'ispirazione", ossia quando la morte di akyuu e il ritrovamento di sanae incontrano... il black più oscuro esistente.
Spoiler! :
L'oscurità prende possesso della mia mente.
Non riesco più a controllare i miei movimenti,
cammino senza conoscere il percorso, seppur conosco questo corridoio.
È casa tua.
La testa mi esplode.
Suoni, voci, immagini, tutti viaggiano all'unisono nella mia mente.
D'improvviso il nulla.
Riapro gli occhi, la vista è offuscata, ma la luce è tornata.
Vedo un ombra sopra di me.
Sento un forte odore acre a me sconosciuto, ma che racchiude in se vari ricordi.
Esso ricopre tutto il viso.
L'assaggio.
Sangue, ecco cosa è.
Quel magico nettare che in passato deliziava il mio palato.
Una goccia mi cade nell'occhio.
La vista si fa assassina.
Ora mi è più chiaro, quell'ombra sei tu.
La tua testa giace li appesa.
Un occhio trapassato, l'altro mi fissa con terrore.
La tua bocca è spalancata, come a emettere un urlo sordo che mai nessuno udirà.
Chi è stato? Io o qualcun altro?
Seppur mi pongo questa domanda non riesco a sentirla, perché il mio urlo disperato copre i miei pensieri mentre mi agonizzo a terra in una intrattenibile richiesta d'aiuto.
"Venite quando volete tranne quando sto mangiando o mi masturbo.
Vi amerò così tanto che vorrete morire..."
Quella rissosa, irascibile, carissima Cirno!
Perché ha interrotto quel combattimento? Mi sembrava di guardare le coreografie wire-fu di Yuen Wo-Ping immaginando la scena... e mi ha rovinato il divertimento.
Però è un genio.
Complimenti Randy, non vedo l'ora di leggere altro
⑨ ゜３゜-===<( ~BZZZZZZZZZZZZZZZ Regular play (latest in red and italics) Normal 1cc - PCB (ReimuB, SakuyaA), MoF (ReimuB, ReimuC) Pic Shooting - StB (All Clear up to lv8), DS (Aya: All clear up to stage 8, Hatate: All clear up to stage 6) Now playing - PCB (ReimuB, Hard), MoF (MarisaC, Normal + ReimuC, Hard + ReimuB/C, Extra), SA (ReimuB/MarisaC, Normal), Fairy Wars (Extra Unlocked, playing on Normal) Tournament Achievements (stage 3, MarisaB)
Le sferette!! Le sferette!!!! Randy mi spiace! Ma Cirno è molto più genio di te! XDD
Comunque, è terribilmente spettacolare! E l'intervento di Cirno è assolutamente perfetto (e ignorante!) XD
Mitico come al solito!
PS: Maru... ora voglio la strip di Cirno con le sferette! XDD
Così come Cerbero in passato, il cui solo sguardo raggelava il sangue... Custode di un terribile segreto, a cui nessuno fu concesso scoprire... Egli è già tra noi, in un tripudio di dolore che lentamente avanza inesorabile... InuScarlet sventrerà chi si opporrà all'SBM... finchè la Luna non ne decreterà un'equa fine!
Se credete che la battaglia sia finita così... vi sbagliate di grosso =D.
Ultima parte del capitolo IV. A breve, capitolo V più raccolta in volume con tutte le strip di marukyuu ed alcune disquisizioni dell'autore (cioè, io xD).
Buona lettura e occhio a chi tifate!
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(quarta parte)
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Sola, Hatate tentò di riprendersi dalle batoste. Quella là è andata!, pensò. A momenti quella mi fa il faccione!
Volteggiò tra i quattrocento e i cinquecento metri, irregolarmente, e la carne era tremula di colpi subiti. I lividi non erano ancora apparsi sul corpo, ma qualche alone rossastro iniziava già ad appesantire il colore della pelle. Numerose abrasioni ne sottolineavano il loro bruciare intenso, sottili e lineari come il contorno dei danmaku sfiorati nell’attacco.
La stoffa della sua divisa lacera schioccava al vento i pezzi stracciati. Nella mano destra, stretto nella più forte delle morse, stava il suo cellulare, raccolto velocemente mentre Aya era distratta.
Era stata una battaglia breve, ma fu sufficiente per inoculare in lei il germe della paura. Mangiava le unghie della sua mano destra e puntava disperatamente zone diverse sotto di sé, che da quell’altezza erano più rettangoli colorati e ben disposti. Corri! Scappa! Ma dove? Dove? Non riuscì a focalizzare bene dove si trovasse esattamente. Spasmo. Ansia. Tirò avanti seguendo un rettifilo ideale, quello che parve familiare alla sua mente. Sì, di qui, di qui! Sì, così! No! NO! Si rese conto dopo pochi secondi di essersi persa nonostante avesse avuto la lucidità del sapere dove si trovasse in quel momento. Presto, presto, presto! Sta qua! La sento! Sta qua, proprio qua! Perché non mi muovo da qui? Mi muovo, ma non mi muovo! VOGLIO ANDARMENE!
Ormai smarrita in quell’aria rarefatta che di colpo le parve un muro, e con l’orrore dipinto negli occhi spalancati e sul volto rigato di sangue alla bocca, Hatate il topo nel labirinto si bloccò.
Aya la raggiunse di lì a poco, famelica ed ancora illesa, ventaglio dietro la schiena e macchina fotografica a tracollo. – Ti vedo! –, le urlò contro. – Non puoi fuggire da me!
La schiena della Reporter dei Tempi Moderni fu percorsa da un brivido.
Hatate si girò. Sta arrivando. Pochi istanti e la battaglia sarebbe ricominciata.
Respirò profondamente.
Chiuse gli occhi.
Estese le braccia lontana da sé.
E si lasciò cadere.
In quel preciso momento Aya le passò sopra, evitandola.
ADESSO!
Nell’istante, rallentato dall’adrenalina, in cui vi si trovò faccia a faccia, Hatate scagliò un danmaku blu a cuneo arrotondato contro il tengu avversario. La colpì sulla pancia ed Aya strillò sanguigna.
CENTRO! CENTRO! BECCATI QUESTO BASTARDA!
Hatate riprese il controllo del suo volo ed arrestò la sua caduta libera. La Reporter del Fantastico fece si impennò e cadde in picchiata verso l’altra tengu, ma questa volta lei non la evitò. Previde la traiettoria di Aya e la colpì ai fianchi con un calcio in rovesciata.
Tossendo furiosamente, la tengu più veloce fra i suoi simili virò bruscamente via e si allontanò da lei, in modo da ritrovarsi uno di fronte all’altra, a poca distanza.
Stese l’indice ed il medio della mano destra e, con una fiammata, vi apparve qualcosa.
Una spellcard!
All’improvviso il cielo tra le due contendenti si colorò d’autunno, nonostante fosse estate ed il caldo vivesse ancora. Un disegno magico, complesso ed a tema, era impresso nel blu reale ed il giallo solidago.
Aya annunciò il suo attacco, affamatta di lotta: – “Peerless Wind God!”
Subito la Reporter del Fantastico schizzò in avanti, diretta verso Hatate. Poco prima di raggiungerla, però, acquistò una velocità sovrumana, al punto da trasformarla in una lunga scia vermiglia dall’animo bianco incandescente. La oltrepassò, la superò, e rilasciò sopra di lei decine e decine di piccoli proiettili verde celadon, che cadevano d’inerzia come pioggia grossolana. Hatate si fece intimorire dalla spellcard, l’aveva già vista in azione e aveva capito cosa significasse: pochi secondi all’inferno dei danmaku.
Lasciò che fosse il suo istinto a guidarla in quel marasma. Destra, sinistra, sinistra… mi sta chiudendo! No, ancora no! In avanti! Tutto a destra! Dannazione, mi sta colpire! No, ancora no! Pensava così, mentre Aya schizzava avanti e indietro sempre più velocemente e rilasciava sempre più proiettili. Addirittura, le parve che le scie si incrociassero ancora prima di sparire dalla visuale. O era forse l’immagine residua sulla retina a tradirla? Via di qui, via di qui! Devo raggiungerla! Si sta allontanando! No, mi STO allontanando, lo fa apposta ad aumentarli! No, no, sinistra, sinistra! Destra o sinistra? Sono bloccata! Devo fare il numero, allora! Fuuuuu che strizzaaaaaa! Paiura paiura paiura! AVANTI! Si lanciò con tutto il corpo in avanti, verso il raggio, ma quando lo raggiunse la spellcard era già finita e, con essa, i colori erano spariti completamente.
La reporter più veloce della sua specie, al termine dell’attacco, fu costretta ad andare avanti, allontanandosi vistosamente dalla sua rivale. Sorprendentemente, Aya curvò verso sinistra ad una velocità inferiore. Aveva rallentato di sua spontanea volontà. Con un rapido colpo d’occhio la tengu giovanile notò le mani dell’altra armeggiare freneticamente qualcosa tra loro.
Capì che Aya stava caricando il rullino e che avrebbe utilizzato la macchina fotografica come arma.
Hatate lo sapeva bene. Il compito di un reporter era quello di catturare la realtà in movimento, per soggiogarla alla staticità di un singolo momento eterno. Il giornalista sportivo, per esempio, ritraeva l’abilità di un atleta, mentre il cronista di guerra rinchiudeva nella pellicola, idealmente, gli orrori di un devasto umano senza senso. Seguendo questo filo logico, per assurdo, il suo strumento di lavoro, era allora una terribile arma magica con la quale conquistare i nemici – con quel potere, avrebbe sicuramente catturato l’essenza di un combattente, racchiusa nel suo spirito combattivo esplosivo, e l’avrebbe paralizzato ed annullato con un lampo, schiava delle figure immobili.
Cosa sarebbe accaduto, allora, se fossero stati due reporter a combattersi?
– Non ho paura! –, si sgolò Hatate, in risposta a quella domanda, mentre aprì lo sportello del telefonino con un gioco di polso. – NON HO PAURA DI TE!
Hatate si gettò caricando contro Aya, la quale terminò il viraggio e puntò dritta a lei. Un solo chilometro le separava e decisero di riempirlo con salve e salve di danmaku, dapprima un nugolo, poi una cortina, infine una maglia di proiettili dalle dimensioni più svariate, tutti con lo stesso obiettivo: annichilire l’avversario, soffocarlo e restringerlo in uno spazio sempre più limitato ed asfittico. Le due sfrecciarono tra questi, sfiorandoli come meglio potevano e lasciando che le ferissero di striscio.
Era il culmine della battaglia. Si spararono ancora raffiche disordinate. Accelerarono impazzite. Si puntarono a vicenda. La loro rabbia li stava unendo ed il pensiero che solo una di loro due avrebbe vinto le pompava al punto da far scoppiare loro il cuore, già palpitante per il pregusto di vittoria.
Cinquanta metri.
Quaranta metri.
Trenta metri.
I due demoni della velocità avevano scelto: sarebbe stato uno scontro frontale in piena regola.
Venti metri.
Dieci metri.
Erano vicinissime.
Cinque.
Uno…!
I loro volti in un faccia a faccia violento, gli obbiettivi uno di fronte all’altro…!
CLICK!
NO!!! NO NO NO NO!!!
Odio quando mi fanno la pubblicità sul più bello del film!!!
Ottimo capitolo Randy! Veramente adrenalinico e ben fatto! All'inizio la paura di Hatate sembrava realmente tangibile e la parte finale, con la Spell Card di Aya (per altro una delle mie preferite XD) è fatta in maniera magistrale!
Null'altro da dire che non abbia già fatto su MSN! Come solito, sei un mito! XD
Voglio un altro capitolo!! *_*
Così come Cerbero in passato, il cui solo sguardo raggelava il sangue... Custode di un terribile segreto, a cui nessuno fu concesso scoprire... Egli è già tra noi, in un tripudio di dolore che lentamente avanza inesorabile... InuScarlet sventrerà chi si opporrà all'SBM... finchè la Luna non ne decreterà un'equa fine!
WAAAAAAAAA ci sono riuscito nell'intento!!! GRAZIE MILLE RAGAZZI, se ci sono riuscito è anche grazie al vostro supporto!!!
Shion, sei troppo buono çWç questo è finora uno dei miei capitoli preferiti, soprattutto perché mi sono scrollato di dosso un po' di introspezione ed ho optato per una scena d'azione, senza dimenticare ovviamente un po' di psicologia. Ho preferito il punto di vista di Hatate perché ben si prestava ad una narrazione frenetica, e poi perché veicola un messaggio importante, che ovviamente specificherò nel volume in arrivo.
Nel risponderti, caro Scarlettuccio, lo comunico anche a chi legge: QUEST'OGGI, O MOLTO PROBABILMENTE DOMANI MATTINA, LEGGERETE L'ULTIMO CAPITOLO DEL PRIMO VOLUME. Seguirà un periodo di pausa, per far sì che la produzione di strips raggiunga il cap V, poi pubblicherò il primo volume, allegandolo a questo topic. Ci saranno molte belle cose - una copertina, note, un po' di previsioni sul futuro della saga, le strips di marukyuu e le considerazioni fatte durante la storia. Spero vi piaccia! =D
Niente capitolo... sorry guys! Ma non è finito nel dimenticatoio, eh! =D
Intanto ecco un succoso anticipo sul tema del prossimo protagonista del capitolo. Non vedo l'ora di pubblicare questo capitolo, così che la storia possa finalmente entrare nel vivo e calarsi sempre di più nell'oscurità che presto ingoierà Gensokyo =D (detta così sembra una cosa brutta xD) "WHAT THE HELL HAVE I?" by Alice In Chains
The face before me flies
Laughs at me inside
Masks are made to hide the glow
Shining eyes
Distance 'tween us grows
feeding lies
It's hard to start things over
You can feel the fire around us
All the time
Yeah
Something I should say
It takes you every day
What you give is not alive
Today
Your soul served on a plate
Throw it away
It's hard to start things over
You can feel the fire around us
All the time
Yeah
It's hard to start things over
Oh yeah
You can feel the fire around us
All the time
Yeah
It's hard to start things over
Oh yeah
You can feel the fire around us
All the time
Yeah
RandyFlynn ha scritto:Non vedo l'ora di pubblicare questo capitolo, così che la storia possa finalmente entrare nel vivo e calarsi sempre di più nell'oscurità che presto ingoierà Gensokyo =D (detta così sembra una cosa brutta xD)
SO- NANOKA-?
⑨ ゜３゜-===<( ~BZZZZZZZZZZZZZZZ Regular play (latest in red and italics) Normal 1cc - PCB (ReimuB, SakuyaA), MoF (ReimuB, ReimuC) Pic Shooting - StB (All Clear up to lv8), DS (Aya: All clear up to stage 8, Hatate: All clear up to stage 6) Now playing - PCB (ReimuB, Hard), MoF (MarisaC, Normal + ReimuC, Hard + ReimuB/C, Extra), SA (ReimuB/MarisaC, Normal), Fairy Wars (Extra Unlocked, playing on Normal) Tournament Achievements (stage 3, MarisaB)
ED ECCOLO QUI! Il capitolo finale del primo volume! Dopo di questo, si entrerà nel vivo della storia - lettori avvisati...
E' tutto pronto per la versione pdf: sei capitoli (il prologo più i primi cinque capitoli), una copertina fantastica, interventi miei e di marukyuu, le strip di questo grand'uomo... che chiedere di più? Forse di aspettare. Come ho già detto, si attenderà l'ultima strip inerente a questo capitolo per procedere alla pubblicazione del pdf, che verrà allegato nel primissimo post.
Buona lettura... e ancora grazie per il fantastico supporto!
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CAPITOLO V
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Chi viveva a Gensokyo da molte generazioni era solito ribadire quanto, per molti anni, fosse presente un leitmotiv imperante, che animava chiunque arrivasse in quel posto: sia che provenisse dagli angoli più remoti, figli di quel luogo immemore dei propri stessi orizzonti, o che fossero semplici passanti, era soggetto ad una legge non scritta che li vedeva prìncipi del portare scompiglio e parapiglia nella tranquilla comunità. Ci fu chi lo faceva per il vecchio, e quanto mai umano, desiderio di diventare padroni di Gensokyo, reclamando come propri improbabili lembi di suolo; ci fu chi vedeva quel mondo-nel-mondo come una nuova utopia e vi si stabiliva, in barba alle volontà di chi vi risiedeva da tempo; non mancò, ovviamente, chi si rifugiava in quell’angolo di pace alla ricerca di una nuova identità. A questi si aggiunsero ovviamente le solite eminenze dalla dubbia utilità, che altro non facevano se non aggiungere tessere colorate ad un già variopinto mosaico di vita.
Gli incidenti, come gli abitanti del Villaggio Umano erano soliti chiamare questi eventi, si susseguivano ed imitavano il ritmo delle stagioni. Non v’era estate, inverno, né autunno o primavera che non comprendesse, nei tre mesi della propria durata, almeno una schermaglia di danmaku. Era un appuntamento fisso, tra youkai di ogni specie: gli uni contro gli altri si rincorrevano nel cielo, a lanciarsi proiettili colorati e diversi nelle loro forme, ordinati secondo disegni artisticamente precisi. Risaputo come la magia della terra di Gensokyo impedisse ai combattenti danmaku di sfociare nella morte, i duellanti studiarono metodi sempre più complessi per intessere trame ancor più complesse, sgargianti nei colori e sublimi nelle figure; simili a pavoni, i contendenti sublimavano la violenza negata in una gara di ascendenza sul rispettivo nemico, con l’intento di lasciarlo senza fiato ed impressionato dalla qualità artistica dei suoi virtuosismi.
L’alto tasso di spettacolarità di quei duelli rese la Terra della Fantasia ghiotta agli occhi di tutti. Gli scontri avevano un fascino magnetico, carichi di adrenalina e pompati di frenesia; la velocità, il pericolo, l’insidia continua di quei colpi solo sfiorati elettrizzavano gli astanti, curiosi di vedere quell’entusiasmante scambio di attacchi anche solo da lontano. Volente o nolente, ciò contribuì a portare nuovi personaggi sulla scena, richiamati dai pettegolezzi e stregati dai passaparola. Furono in molti a stupirsi di quanto le notizie corressero fuori dalla Grande Barriera Divisoria! Così sorprendente che, ormai, non aveva più alcun senso spiegare il vero senso delle schermaglie danmaku.
Gensokyo fu attraversata da una nuova energia e si riempì esponenzialmente di vita. Luoghi vuoti, o conosciuti per la loro mala fama, divennero il ritrovo per avvincenti schermaglie, spesso al limite della resistenza fisica – ma aveva senso parlare di resistenza per quegli esseri inumani? – dove anche gli esseri umani erano bene accetti, a patto che avessero l’abilità di creare ed usare spellcards; nuovi volti di nuove razze fecero capolino tra gli abitanti di quel mondo, ognuno con una storia diversa e poteri sempre più curiosi e bizzarri; c’era aria di festa, di sakè e di goliardia ad ogni evento. Gli incidenti si moltiplicarono, molti dei quali poco degni di nota, legati tutt’al più al veder lottare qualcuno, giusto per snaturarne ulteriormente il significato originale.
Fu così per un po’ di tempo, che parve lunghissimo.
Finché, un giorno, tutto si fermò.
Per una settimana, nell’aria, non risuonò più il fischio dei danmaku. Le luci intermittenti di lance laser, sfere fosforescenti od altri proiettili sagomati, non erano più in quei cieli, ora tersi. La luna ed il sole si alternavano senza problemi, come prevedeva il naturale ciclo delle cose. Nell’attesa di qualcosa – e qualcuno – di nuovo, i duellanti per gioco si intrattenevano, per quanto possibile, nei confini di quel posto fantastico. Sapevano di non poter abbandonare Gensokyo, perciò decisero anche di trovare un buon posto dove stabilirsi, senza arrecare troppo disturbo. Cominciarono a cibarsi di ciò che gli uomini del Villaggio producevano, per evitare di mangiare gli uomini stessi.
Passò un’altra settimana, poi un mese, poi due. Una certa penuria di nuovi arrivi – per non dire assenza – riempì d’accidia i vogliosi di fomento. I gruppi, che prima si consideravano al pari degli invitati ad una festa gioiosa, di colpo si scoprirono eccessivamente numerosi e la contiguità delle loro esistenze fece crescere in loro il desiderio di poter avere, per un motivo o per un altro, un proprio spazio personale.
Arrivò l’estate, gli succedette l’autunno. Di pari passo giunse l’inverno, con una pigra primavera al suo seguito; l’estate la soppiantò, ma di quei giochi e di quegli scontri affiatati non era rimasta traccia. Cambiarono nome ed identità, acquisirono una nuova dimensione e divennero vere battaglie, generate da una sintomatica insofferenza verso l’altro. Non passava giorno senza una baruffa che si tramutava in tragedia. La paura dello youkai, che tanto aveva attanagliato gli esseri umani, tornò prepotentemente a dettare i ritmi delle loro vite; il Villaggio venne preso di mira costantemente, gli agguati si moltiplicarono in pochissimo tempo.
In compenso, quei danmaku colorati tornarono a volare, proprio come avevano desiderato.
Ovviamente, Reimu Hakurei intervenne in tutti quegli incidenti, richiamata dal senso di pericolo e, più in generale, dalle promesse degli abitanti al Villaggio, incoraggiata anche dall’essere l’unica miko, al momento, a poter lottare. Confidando nella sua grande forza spirituale, maturata nel tempo come una ferma convinzione, portò avanti una lunga serie di battaglie personali contro i numerosi invasori. Aveva iniziato quelle lotte con naturalezza, trovò che esse fossero la normale conseguenza dei loro comportamenti anomali. Affrontò i suoi nemici in duelli al calor bianco, spesso combattendone anche più di uno alla volta. al termine di ogni battaglia, quando vedeva gli avversari cadere ai suoi piedi, provava quella bellissima euforia che tanto l’aveva accompagnata in tempi precedenti.
Nonostante avessero capito la sua potenza, gli youkai negarono più volte la sua figura autorevole. Erano giunti lì per caso, dicevano; erano stati vinti dalla curiosità di un mondo nuovo, perciò non si sentivano certo appartenenti a quelle terre boschive, a quei monti minacciosi, a quei campi fioriti. Loro concepivano Gensokyo come un enorme campo giochi e sarebbero rimasti ancora lì, finché le giostre non sarebbero tornate a girare. Tra di loro, certo, c’era qualcuno con un po’ di senno che riusciva a distinguersi dalla massa, che concepiva una sorta di rispetto formale; ma a quel punto Reimu già faticava a stare dietro queste personalità, la sua empatia era usurata dalle continue battaglie che si ripetevano ogni giorno.
Lo schema era identico: uno o più youkai al giorno la sfidavano in una battaglia danmaku, ovunque lei si trovasse; lei era costretta ad accettare non appena questi iniziavano a sparare i loro proiettili; seguiva un rapido combattimento tra spellcards, dopodiché i nemici venivano sconfitti, per poi tornare il giorno dopo al cospetto della miko e ricominciare da capo. Una variante possibile era che questi, come teppisti, saccheggiassero gli umani o li portassero prossimi alla morte, ma il finale per tutti era sempre identico. Era il loro modo di sfuggire alla noia, quello di creare incidenti apposta per far sì che Reimu, sola, accorresse.
Il problema maggiore, ovviamente, era che a fare ciò non fossero soltanto i pesci piccoli, ma youkai il cui potere rivaleggiava benissimo con lei stessa. Fu chiaro, per la miko del tempio Hakurei, che in quei casi tutto si sarebbe protratto fino allo sfinimento; ed era già prossima a questo quando, la sera di un giorno come gli altri, cominciò a sentire un certo fastidio alle orecchie – un fastidio che crebbe, piano piano, e diventò brusìo, un fruscio, un ciangottio, finché non si rivelò in tutta la sua natura di delusione.
Risate di beffa. Interminabili, incessanti, indelebili sganasciate. Dolorose come insulti, assordanti come urla.
In un attimo, le apparvero tutti davanti ai suoi occhi, le facce deformate dal continuo ridere. Quelli che presto imparò a chiamare bestie incivili, schifosi bastardi senza terra, porci inumani – erano tutti lì, giganti ed irraggiungibili, con le loro bocche storte ed oblique. Lei era piccola e pericolosamente vicina all’essere schiacciata, loro la circondavano deridendola. Non facevano altro che sfotterla e spintonarla continuamente con i loro piedi, azzerando i suoi reclami di superiorità. Qualcuno le sputò addosso, un altro la coprì di improperi, mentre altri ancora si aggiungevano, fino a quando fu così grande il gruppo da coprire ogni angolo di fuga della visuale.
Non aveva importanza quanto avesse saputo saltare in alto, o quanto forte le sue mani li avrebbe potuti strangolare: loro sarebbero rimasti lì, in piedi, imperturbati. Ciò che riusciva a fare era soltanto spintonarli da basso, far perdere loro l’equilibrio per un attimo, e poi assistere al loro ritorno, forti come prima.
Lei non cedette: doveva insegnare cosa significava avere Reimu Hakurei contro. Doveva schiacciarli, annichilirli, polverizzarli. Doveva riportare l’autorità a Gensokyo – doveva riportare sé stessa sul podio della giustizia!
I giorni passarono impietosi, in cui le battaglie, ormai intensificate, la consumavano anche nell’interno. Di notte sognava frammenti di queste, ma con dall’esito spesso opposto. Nel mentre, si ricordava di sopravvivere al vuoto tra gli uni e le altre, popolato da visioni come quella, anche più terrificanti.
Reimu Hakurei trascorse così due interi mesi dell’estate di cinque anni fa.
Quando Aya riprese i sensi, si chiese quasi subito il perché avesse ricordato tutto questo. Aprì velocemente gli occhi ed il sole glieli bruciò. Si sentì distesa in orizzontale, sporca di terra e sangue, la testa bloccata e ferma a fissare il cielo terso. La schiena latrava assieme alle ossa, la testa mulinava martellante nel suo cranio. Non riusciva a vedere il corpo di Hatate, ma lo avvertiva poco più in là, scavato in quello che doveva essere un calco umanoide nel terreno. Capì che l’esito della battaglia non aveva portato ad entrambe una vittoria, solo una sconfitta reciproca. Le loro macchine fotografiche scattarono allo stesso momento, cancellando tutti i proiettili e privandole delle loro facoltà quanto basta per farle schiantare.
Tentò di muovere il braccio sinistro e con piacere lo trovò possibile. L’impatto le aveva devastato il corpo, ma era evidente che la rigenerazione dei tessuti – prodigio della sua razza – la stesse ricostruendo a poco a poco. Ciò non cambiava il fatto che provasse una grande stanchezza e che non riuscisse a mantenere la propria coscienza.
Allungò la mano tremante verso il petto per controllare che la macchina fotografica fosse ancora intatta, ma fu bloccata da un’ombra umana che si pose tra lei ed il sole. Aya la fissò, ancora appannata dalla lotta. Distinse nel controsole i capelli argento, uno sguardo vitreo e fantasma, la presa salda sull’elsa della sua katana. La Reporter del Fantastico chiamò quella donna: – Youmu…? –. Si affannò a muovere la testa in qualche modo, per poter vedere meglio, senza riuscirvi. Sentì la schiena e parte del suo corpo bloccati.
La spadaccina non si scompose e continuò a fissarla, algida come il colore della sua pelle. Lanciò la sua spada verso alto: roteò al sole molte volte, accecò ulteriormente la povera tengu reporter, e si conficcò a pochi centimetri dal volto di Aya. Lei sbarrò gli occhi e rantolò istericamente, perché fino all’ultimo temette di dover essere il bersaglio della lama; e ancora, quella stessa paura viveva in lei, mentre vedeva sporgere a tratti, nel suo campo visivo, quella katana oscillante e sporca di sangue.
L’estranea non sorrise e parlò con un tono più rigoroso e di sicuro più vivo. – Portate questa spada a Reimu Hakurei e ditele di farsi trovare alla Scalinata dell’Hakugyokurou, la Torre di Giada Bianca.
– Reimu? –, interrogò la Reporter del Fantastico, paralizzata a terra. Si chiese se quel ricordo di prima non fosse stata una coincidenza. Rabbrividì, ma le fece più male che bene. Sentiva la sua coscienza scivolarle via. – Che cosa hai intenzione di fare, Youmu…?
L’altra continuò a parlare. Non sembrava ignorare le parole di Aya: al contrario, era come se non rispondesse affatto a quel nome. – Ve lo ripeto. Reimu deve presentarsi alla Scalinata entro mezzogiorno. La mia Signora lo vuole.
– “La mia Signora”…? Intendi… Yuyuko…? –, irruppe Aya, rabbiosa e sempre più debole. – Yuyuko non ricorda più, non è vero…?! Sai benissimo cos’è successo cinque anni fa! Non potete aver dimenticato…!
– Sappiamo cos’è successo, così come sappiamo che volete sapere di più. Ma voi non siete nulla –. Continuava ad ignorarla e pareva mantenere il tono reverenziale per una questione caratteriale. – A mezzogiorno, dunque. Non un minuto più tardi. E riportate quella katana –. E si allontanò dalla visuale fissa di Aya.
– ASPETTA! TORNA QUI! –, urlò, ma la voce diventò un gorgoglio al sapor di ferro. Non appena vide Cirno atterrarle vicino, con le ali amalgamate nel cielo ed un’espressione prona allo spavento, il mondo intorno a lei si dissolse nel nero…
: EYE AM A GENIUS!
(stage 3, MarisaB)
