Questo è solo un prologo. Posterò a cadenza irregolare altri capitoli. Spero di arrivare alla fine.
QUESTO THREAD E' CHIUSO. Lo tengo giusto per motivi storici ^^
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Alcune avvertenze: se questa fict dovesse sembrarvi pesante, sappiate che LO E'. Scrivo a volte in modo pomposo, altre più scorrevole, altre volte ancora più diretto. Non sono certo uno scrittore collaudato, diciamo che adoro ciò che scrivo e COME lo scrivo. U_U
Questa è una fict pesantemente improntata sul fanon-rape, lo scoprirete leggendo già questo prologo. Non vuol dire che i vostri personaggi preferiti saranno completamente travisati, anzi: i loro caratteri rimangono, solo, cambiano le loro "relazioni sentimentali ideali", qualora ve ne fossero.
DISCLAIMER (aggiornato al 15/04/2010): Questa fict ha dei toni piuttosto forti e sarà abbastanza (coreo?)grafica nella rappresentazione della violenza. Ci sono riferimenti al sesso. Visto che ci siamo, considerati gli ultimi scontri in questo forum, vorrei ricordarvi che potreste leggere scene di nudità, come nel caso del prologo, ma nulla di pornografico. Se vi sentite scandalizzati dal leggerle, non proseguite.
In ogni caso, sappiate che i personaggi in questa storia hanno diversi anni in più rispetto a quanto dichiarato nella wikia di Touhou. Concretizzerò questa situazione
Avvertimento n°2 (29/05/2010): visto che qualcuno si è preso la briga di dirmelo, è meglio che precisi anch'io, ora che posso, con la storia ancora giovane - meglio tardi che mai! Questa fanfic sarà ambientata al 100% nell'universo del Touhou Project e seguirà la filosofia della serie quasi alla lettera. Non ci saranno grosse deviazioni in merito, solo qualche nuovo, sparuto personaggio che, però, non danneggerà il significato della storia. Chi lo sa se non saranno anche d'ispirazione per ZUN (XD).
Come ho già detto a più riprese, c'è un grandissimo messaggio dietro quella che vedete come una grande avventura ed è necessario - il compito di scrittore per me è questo - rendere al meglio il carattere di ciascuna protagonista per far sì che il messaggio arrivi chiaro e forte... ma anche spunti di riflessione. Aspiro a scrivere qualcosa di profondo e l'intero cast della serie si presta ottimamente a questo proposito. E' bello, dopo il gioco, scoprire una certa profondità ed una certa forza evolutiva nelle figure che prima divertono...
Bene, ciancio alle bande e via. Buona lettura. Critiche e consigli sono benvenuti.
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===== PROLOGO =====
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La notte, poco alla volta, aveva allentato la presa sull’ampio cielo di Gensokyo. Presto il sole avrebbe superato l’ultimo ostacolo, quella foresta d’alberi che intralciava il suo luminoso cammino; lesto si sarebbe ripreso il suo trono di re degli astri celesti ed avrebbe divampato la sua tirannica mano in tutto il suo immenso regno. Le ombre si allungavano, di secondo in secondo, in una fuga di peccatori impenitenti di fronte al giudizio divino; le stelle, brillanti d’avorio, s’affievolivano una dopo l’altra come la fiamma di uno stoppino prossimo al cumulo di cera fusa.
Questa era la cronaca che Aya Shameimaru, in quel momento nuda, distesa su di un comodo letto e le mani conserte sul suo ventre piatto, avrebbe desiderato scrivere sul BunBunMaru. Aveva vissuto tutto fin dall’inizio, perfino il momento in cui i tentacoli del buio avevano cominciato la loro avanzata sul rosso soffocante di un tramonto estivo; a distanza di molte ore è stata testimone dell’esatto opposto e ciò non poteva che aggiungere gioia alla gioia nel suo cuore.
I suoi occhi registrarono tutto, come avrebbe fatto la sua macchina fotografica, appoggiata su una sedia poco più in là. Fissava quel fuggevole arancione screziare il cielo e pensava sognante: sa di peccato dimenticare questa notte così romantica.
Sospirò solennemente. Adorava come Gensokyo sapesse stregarla, nonostante il passare degli anni.
Una mano virile, ma dalla pelle liscia e candida, si appoggiò delicatamente sul seno nudo della tengu.
– Rinnosuke? –, chiese lei, delicatamente.
Il diretto interessato mugugnò in assenso. Lei ridacchiò, poi gli sussurrò, dolce, all’orecchio: – Pervertito...
Lui bofonchiò qualcosa che, dopo un’attenta analisi, poteva essere ricondotta ad una risata. La mano di Rinnosuke scattò sulla pancia esposta della tengu ed agitò le dita più e più volte, con i polpastrelli a sfiorare la pelle. Aya – è il caso di dirlo – si sbellicò dalle risate e si sentiva solleticata e provocata al tempo stesso; poi, Rinnosuke alzò la testa e fissò la reporter corvina da sotto la frangetta argentea.
– Ciao –, salutò Aya, raggiante. Si lasciò avvicinare e unì le loro labbra; fece accomodare il braccio sinistro sotto il proprio cuscino e con una piccola mossa risaltò la seconda di seno.
Istintivamente Rinnosuke, ancora assonnato, appoggiò la testa sul morbido petto di Aya. – Buonanotte! –, schizzò ironicamente tra le labbra, fingendo di riaddormentarsi.
La tengu sghignazzò divertita. – Buonanotte? È già giorno, dormiglione! –, lo riprese, schernendolo.
L’argenteo proprietario del Kourindou strofinò lentamente il suo volto nell’incavo tra i seni della tengu dai capelli corvini in segno di protesta. Lei gli accarezzò i suoi capelli lisci con la mano libera, sempre più divertita.
– Ehi –, cominciò la corvina. – Stanotte...
– Già... stanotte siamo stati insieme –, continuò l’uomo dai capelli d’argento, sottovoce.
– E...?
– Abbiamo dormito in questo stesso letto.
– E l’abbiamo fatto, vero?
– Sì.
– Quante volte?
– Tre volte.
– E dopo ogni volta cosa abbiamo fatto?
– Ci siamo lavati insieme dal sudore.
– E poi?
– ...ci siamo baciati?
– E poi?
Rinnosuke la interruppe. – Dai, odio il terzo grado!
– Ma è fondamentale! –, esplose raggiante Aya. – E se tu lo dimenticassi?
– Ti pare che io possa dimenticare questa notte così bella? –, rassicurò l’uomo dai capelli argentati, sfoggiando un dolce sorriso. Aya si sentì sciogliere dall’emozione.
– Ti è piaciuto... eh? Vero che ti è piaciuto?
Lui non aveva dubbi: – Ogni minuto.
– Sicuro? Magari ne hai avute tante altre prima di me...
– Ma che dici? –. Rinnosuke spalancò i suoi occhi d’oro, visibilmente stupito per quella domanda.
– Scusami... è che sai, ti ho sempre visto in mezzo a tante ragazze... ecco... magari...
– Guarda che non sono un pervertito come mi disegnano –, commentò Rinnosuke, fiero d’interrompere quella fandonia. – Dev’essere stata sicuramente Marisa ad aver sparso questa voce.
Aya scattò. Rinnosuke spostò la testa per agevolarla e lei si mise seduta, facendo cadere le gambe fuori dal letto. – Ecco, a proposito! –, aggiunse, con un po’ di timidezza nella voce. – Ti vedevo sempre con Marisa... .
– No. –. Una risposta secca. – Non c’è niente tra me e lei. L’ho vista nascere, l’ho vista crescere. Sono stato un amico ed un consigliere per lei, dubito voglia essere qualcos’altro per lei...
Silenzio, di nuovo.
Aya era in piedi. La luce del sole cominciava ad intensificarsi e la pelle della Reporter del Fantastico splendeva come una piccola luna nella penombra di casa. L’argenteo faticava a staccare gli occhi d’oro da quel corpo, dalla sua figura esile e prorompente, per lui stupenda: amava il modo in cui lei si chinava gentilmente per raccogliere i suoi indumenti sparpagliati qua e là per la camera da letto, così come faceva salire le mutandine lungo le cosce, veloce e frenetico eppur gentile; lo sguardo si posò su come lei distendesse le gambe per rimettersi il calzino, seduta sulla sedia dove prima c’era la macchina fotografica. Aya lo vide fissarla, arrossì e rise nervosamente.
Lui si stiracchiò. – Anche oggi lavorerai per il giornale?
– Sì, ho un paio di articoli urgenti da scrivere.
– Anche in estate succede qualcosa?
– Niente di degno di nota. Di solito sono semplici riempitivi, roba come il resoconto di questo o quel festival, oppure il pesce più grosso mai pescato prima d’ora. A volte vogliono anche che mi metta a scrivere gli auguri a persone che festeggiano qualche ricorrenza particolare. Curioso come la gente voglia leggere queste notizie piuttosto che augurargliele di persona.
Rinnosuke rise sommessamente. – Ti tocca... è il tuo lavoro.
La tengu ritrovò la sua gonna nera e la indossò lentamente, portandola al bacino. – E tu, invece? –, chiese con un sorriso, mentre cercava la propria camicetta.
Mise le braccia dietro la testa sul cuscino e rispose: – Sai già quello che farò oggi –. Dopotutto non aveva molto da dire: il ragazzo dagli occhi dorati riceveva molto spesso le visite di Yukari, vere e proprie incursioni che dal mondo esterno portavano sempre più cianfrusaglia tecnologica sì utile, ma invendibile. Col passare del tempo, il suo negozio assomigliava più ad un museo che ad un negozio d’antiquariato. Non gli dispiaceva, però, tutta quella roba, e sentirsi circondato da cose di valore rendeva il grigiore ed il vuoto dei giorni più sopportabile.
Aya ebbe un fremito quando, abbottonandosi la camicetta, ripensò a come Rinnosuke l’avesse svestita, con le sue mani calde...
Tokin in testa, scarponi ai piedi ed Aya era pronta a partire. Si portò vicinissima alla finestra.
– Tua moglie se ne va!
Rinnosuke si bloccò di colpo nel sentire quella parola: moglie. Era uscita fuori anche in un contesto piuttosto “pericoloso”, visto che lui stava rassettando il letto a due piazze...
– Che c’è? Non ti piacerebbe se fossi tua moglie? –, disse Aya, schioccando la lingua.
– No, ma... hai la benché minima idea di quello che hai detto?
– Scherzo, scherzo! –, sentenziò ridendo. – Guardati, sei diventato tutto rosso! Allora ti piaccio!
Rinnosuke non capiva il perché di quelle frasi, ma sorrise comunque.
– Sì sì, ti piaccio, ti piaccio! –, Aya cinguettò. – Lui piace a me e io piaccio a lui! Siamo fatti l’uno per l’altra! –, continuò, poi si gettò sull’argentato, abbracciandolo forte. Il mogano della tengu incrociò l’oro dell’antiquario, teneri.
– Hai uno sguardo pericoloso, sai? –, commentò Rinnosuke. – Potresti far innamorare chiunque.
– Ma io voglio solo che tu sia innamorato di me. –. Strinse ancor di più il petto di Rinnosuke, come una bambola di pezza. – Perché lo sei, no?
– Può darsi –, rispose, scherzosamente, il buon Morichika. Si sentiva imbarazzato da tutte quelle attenzioni che Aya gli dava. In più, gli pareva che Aya fosse come ubriaca, ebbra.
La Reporter del Fantastico portò una mano sulla testa dell’antiquario dai capelli d’argento, lo avvicinò alle proprie labbra e gli stampò un bacio. – Vado, maritino mio –, riprese a cinguettare. Portò un piede sulla finestra e saltò fuori di essa, guizzando velocissima verso il cielo.
“Non mi abituerò mai a questa parola, lo so” furono le ultime parole di Rinnosuke.
Mancavano pochi minuti al suo sorgere, ma già il sole era già visibilissimo nella sua quasi totale interezza. Le cime degli alberi, le case ed anche le montagne stemperavano il blu oltremare, che il cielo colava su di essi, con colori ancora irreali, dal violastro al rosso carminio, le loro ombre come unghie lunghe che raspano contro la terra ove si stendono. Le strade ed i sentieri, visti dall’alto, ricordavano i fili di una gigantesca tela di ragno, bianca e lucente nel cuore del mattino come gli intrecci che la componevano. Non v’era ancora nessuno poiché la gente dormiva ancora, sebbene fosse l’orario migliore per svegliarsi, ma Aya immaginò che, prima o poi, quelle strade si sarebbero popolate di miriadi di creature piccole quanto una formica. Pensò a come quelle persone avrebbero percorso i fili, chi lentamente e chi con un passo velocissimo; pensò a chi l’avrebbe percorso, se si conoscessero o meno. Osservava nella mente quelle formiche fare avanti ed indietro, trasportando cose come vestiti e cibo, e si chiedeva quanto potesse essere sensazionale la vita di un essere umano.
Lo ripetè a se stessa: sensazionale. Qualcosa che il cuore esclamava nella sua euforia. Non era quell’euforia di aver pubblicato la storia più bella, né l’intervista più profonda, men che meno la foto con la disposizione di danmaku più artistica. Era la gioia di essere amata da qualcuno, di essere parte di qualcuno. L’aveva avvertita pochi mesi fa, quando lei e Rinnosuke iniziarono a frequentarsi; l’aveva riprovata con il suo primo bacio, dato davanti al Kourindou in una notte di luna piena; la toccò con mano quando, quella notte, si amarono carnalmente, diventando più e più volte un tutt’uno con loro stessi.
Non dirlo a nessuno, però. Non ancora. Perché quella raccomandazione? Perché doveva essere un segreto? Sembrava così paradossale che una giornalista come lei, la tengu vicina alle vite altrui, dovesse negare la propria vita sentimentale. Non possiamo dirlo, lo sai. Il mondo non è ancora pronto. E non credo che Marisa accetterebbe di buon grado questa situazione. Perché proprio Marisa? Perché non avrebbe mai voluto? Perché temo lei mi veda sempre come qualcosa di più di ciò che sono veramente per lei. E lei, per me, non è altro che una sorella minore.
D’altronde, uno stesso discorso, per quanto diverso, doveva valere anche per lei: non s’era mai sentito di un tengu capace d’amare un umano.
Non s’era mai sentito di un tengu capace d’amare, punto. Doveva essere prerogativa degli esseri umani. Va da sé che lui fosse umano alla vista, ma youkai nel cuore, ma ciò non alleviava certo il dolore del silenzio e della sua condizione. Un paradosso quasi crudele, quello che costringeva la Reporter del Fantastico, da sempre vicina alle vite degli altri al punto da informare chi non ne fosse a conoscenza, a negare la sua stessa vita, soffocandola in un terribile silenzio. Un oltraggio a sé stessa. Ma cosa importava, ormai? Era felice, e finché era felice, avrebbe pensato solo a lui, al suo Rinnosuke.
Il sole era davvero sorto ora. Nessuna nuvola all’orizzonte. Questa sarà una giornata da ricordare, pensò Aya, mentre già si destreggiava con la sua macchina fotografica.